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Come smaltire i "bagordi" del Natale in acqua lacustre...


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Grazie di tutte le spiegazioni, ma in realtà a me non interessava molto il lago. Semplicemente leggendo il racconto di chi ha postato per primo che era così diverso da quanto mi avevano spiegato fin'ora, ne ho approfittato per fare le mie domande esclusivamente per conoscenza personale (fino a giugno del 2017 non conto di immergermi e comunque sempre al mare)

Stando così le cose non siamo molto distanti da quello che avevo letto su una rivista del settore che parlava di un forte pescatore siciliano che a vulcano prendeva le cernie in caduta dai 28 in giù impiegando solo un minuto e 1/2

Ad una sola domanda non mi avete risposto.

Più l'acqua è fredda e più si aumenta lo spessore della muta.......ma questo spessore maggiorato non rende più difficile la discesa e di conseguenza aumentando il consumo di ossigeno si riducono i tempi di apnea?

Se la risposta è si uno che adesso scende a 30 m a quanto arriva ad agosto?

Se la risposta è no spiegatemi come si fa a ventilarsi perché a me basta una giacca da 3 invece del tutino da surf che uso di solito per diventare asmatico

 

.

Ad agosto sul lago si arriva a 5 mt e forse a 10 mt, più sotto non è necessario andarci e di solito controproducente.

 

Gira e rigira non si riesce a sganciare il concetto di ciò che è profondità da ciò che è pesca. Pesca non è andar fondi ma prender pesce il più facilmente possibile.

Se non si riesce a spiegare questo concetto non si può parlare di nulla perché non si parla di pesca, ma di fascino della profondità.

Se si è affascinati dalla profondità meglio lasciar perdere la pesca e dedicarsi all'apnea, apnea pura, dimenticandosi perfino che esiste il fucile.

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Ho come l'impressione che abbiate qualche remora a scrivere di immersione in profondità e ci giriate un po' attorno, ma ormai conta poco per me perché mi ha appena chiamato mio padre che ieri sera è mancata mia nonna ed ho altro da fare.

Scusatemi se vi ho tediato con domande a cui forse voi non volevate rispondere per paura che potessi cercare di emulare personaggi che per me sono di un altro mondo (niente paura perché non sono neanche in possesso di una muta degna di tal nome) e quello che mi manca di sapere cercherò di vederlo con Google prima della prossima estate

Buon anno a tutti voi

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Condoglianze per la tua perdita pivot, però non sottovalutare le risposte che ti hanno dato, è normale che venga spiegato che certe gesta non sono per tutti, sono troppi quelli che ogni anno ci lasciano le penne perché prendono sottogamba i rischi annessi alla pesca profonda, il bello dei forum è proprio questo, poter contare sull'esperienza di persone più preparate

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Condoglianze per la tua perdita pivot, però non sottovalutare le risposte che ti hanno dato, è normale che venga spiegato che certe gesta non sono per tutti, sono troppi quelli che ogni anno ci lasciano le penne perché prendono sottogamba i rischi annessi alla pesca profonda, il bello dei forum è proprio questo, poter contare sull'esperienza di persone più preparate

Giusto! Io personalmente non ci giro proprio per niente attorno al rischio insito nelle immersioni profonde in acque fredde in pieno inverno e sostengo che bisogna proprio avere più consapevolezza che la PIA và affrontata con la preparazione e la disciplina richieste per esercitare un'attività tanto bella quanto rischiosa.

Solo un anno fà nel forum ci fù una feroce discussione proprio perchè nel Garda perdemmo uno di noi nonostante fosse considerato un ottimo pescatore esperto e avveduto, non uno sprovveduto occasionale ma un PIA che usava la "normale diligenza del buon padre di famiglia".

il poveretto venne ritrovato solo mesi dopo e non voglio dimenticare quella disgrazia e non voglio che si ripeta più.

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Caro Pivot, mi unisco alle condoglianze per la grave perdita.

Quando potrai e ti sarai ripreso forse vorrai leggere ancora qualche "riga" sull'argomento. Sul discorso spessore muta ti dico che la piombatura dipende anche dal tipo di neoprene. Esistono neopreni più densi e altri meno densi. I meno densi inglobano molta più aria nelle microcellule e ciò, a parità di spessore comporta un maggiore schiacciamento a mano a mano che si scende. Quindi nei primi metri si fa molta più fatica a scendere ma poi la muta si schiaccia di più e lo spessore diminuisce rapidamente comportando: 1) una caduta molto più rapida e 2) sentire molto di più il freddo. Due fattori che contribuiscono in modo negativo sui tempi di apnea. Una muta più densa si comporta in modo diametralmente opposto. sempre a parità di spessore a secco. Tieni però presente che i tempi di apnea non dipendono solo dalla fase di discesa ma anche (ed è la fase più a rischio) dalla fase di risalita. E' la risalita che va curata con estrema attenzione perchè parti dal fondo, con l'apnea in fase terminale, stanco, devi fare uno sforzo maggiore con le gambe per staccarti dal fondo (e le gambe consumano molto ossigeno specie se non sono allenate a quelle quote), e devi risalire sfruttando tutte le tecniche possibili per economizzare l'aria rimasta nei polmoni. La Ventilazione in superficie deve essere limitata per evitare fenomeni di iperventilazione che sono estremamente pericolosi, quindi anche su questo ti consiglio di apporofndire l'argomento. Tutto ciò indipendentemente dal piombo mobile o no. Chiaro che col piombo mobile quando risali vieni su molto più velocemente, e, negli utlimi metri, a razzo. Però occhio alle vie aeree che siano ben libere da catarro perchè rischi una perforazione dei dei timpani.

Io confesso che dopo tanti anni e vari esperimenti ho trovato quella che per me è la soluzione ideale: il piombo semi-mobile.

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Condoglianze per la tua perdita pivot, però non sottovalutare le risposte che ti hanno dato, è normale che venga spiegato che certe gesta non sono per tutti, sono troppi quelli che ogni anno ci lasciano le penne perché prendono sottogamba i rischi annessi alla pesca profonda, il bello dei forum è proprio questo, poter contare sull'esperienza di persone più preparate

Giusto! Io personalmente non ci giro proprio per niente attorno al rischio insito nelle immersioni profonde in acque fredde in pieno inverno e sostengo che bisogna proprio avere più consapevolezza che la PIA và affrontata con la preparazione e la disciplina richieste per esercitare un'attività tanto bella quanto rischiosa.

Solo un anno fà nel forum ci fù una feroce discussione proprio perchè nel Garda perdemmo uno di noi nonostante fosse considerato un ottimo pescatore esperto e avveduto, non uno sprovveduto occasionale ma un PIA che usava la "normale diligenza del buon padre di famiglia".

il poveretto venne ritrovato solo mesi dopo e non voglio dimenticare quella disgrazia e non voglio che si ripeta più.

 

 

L'acqua fredda è una sollecitazione imprevedibile, non siamo tutti uguali e ognuno ha le proprie qualità e doti.

Negli scritti precedenti si è posta attenzione sui tecnicismi dei materiali come pesata e muta, dimenticando che chi pesca in acqua fredda e profonda ne ha anche le capacità fisiche e mentali, che solo in parte è abitudine, adattamento ed allenamento.

Ci sono doti fisiche che o si possiedono, o si rischia di farsi davvero male. Ad esempio l'acqua fredda è un fattore di rischio polmonare, ci si può procurare con facilità dei barotraumi con una compressione del busto o con una contrazione. Non tutti reagiamo al freddo in modo uguale a livello vascolare, possono esserci degli sbalzi repentini di pressione del sangue. E il riflesso di immersione per l'acqua fredda sulla faccia varia da persona a persona, non sempre i meccanismi si attivano nel giusto modo.

Sono fattori conosciuti per chiunque entri in acqua con una certa preparazione, ma non schematizzabili come 1 kg di piombo in più o in meno.

Il motivo per cui nel lago d'estate non si va volentieri profondi oltre il taglio freddo (che può essere davvero feroce) è questo, o si fa una cosa che è pescare dove stazione il pesce o se ne fa un'altra, che non è andare a cercarsi rogne chiedendo al fisico adattamenti improvvisi e difficili.

Non è reticenza a parlare di profondità ma è parlarne nei giusti termini, l'ultimo aspetto che conta sono i metri da raggiungere.

Alla fine nel lago non ci sono trucchi, semplicemente si utilizza meno peso possibile cercando di arrivare sul fondo scelto per le operazioni in assetto neutro, e per fare questo occorre saper spingere con le gambe e saper fare una capovolta degna che ci faccia trovare l'acqua alla pala fin dalla prima pinnata. E visto che solo il tempo passato in acqua può far capire le proprie doti si da priorità al proprio istinto di conservazione, che se ti dice che una cosa ti procura disagio non la fai e basta, non che la forzi perché tanto puoi farla lo stesso.

La regola è che se c'è disagio non si fa.

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.....infatti. :thumbup: L'ipotermia accidentale è sempre in agguato sopratutto per chi non ha più 20 anni da un pezzo ma si comporta come fosse ancora un ragazzino sebbene il freddo possa trasformare uno sport per tutti in uno sport estremo.

 

http://www.sapere.it/sapere/medicina-e-salute/enciclopedia-medica/Metabolismo/ipotermia-.html

 

"Ipotermia accidentale
L'ipotermìa accidentale può comparire in seguito all'esposizione a temperature esterne estremamente rigide (come avviene per gli alpinisti, gli sciatori, gli esploratori, i naufraghi ecc.) per prolungati periodi di tempo, o allorché concorrono fattori endogeni che aumentano la suscettibilità del soggetto al freddo ambientale, diminuendo le capacità di difesa dell'organismo (per il trattamento d'emergenza vedi assideramento). Fenomeni d'ipotermìa accidentale sono frequentemente associati a condizioni morbose come il mixedema (ipotiroidismo), l'insufficienza ipofisaria, il morbo di Addison, l'ipoglicemia, le affezioni cerebrovascolari, l'infarto miocardico, l'intossicazione acuta da alcol o da farmaci. Una forma di ipotermìa moderata può colpire pazienti affetti da manifestazioni morbose acute quali lo scompenso cardiaco, l'uremia, il diabete, l'ipoglicemia, l'insufficienza respiratoria. Si tratta generalmente di pazienti anziani non esposti a condizioni ambientali esterne sfavorevoli: la causa dell'ipotermìa in questi casi deve essere ricercata in un'insufficienza acuta dei meccanismi termoregolatori, con incapacità da parte dell'organismo di conservare la propria temperatura. Il trattamento dell'ipotermìa prevede, oltre alle misure di sostegno delle funzioni vitali, il lento e graduale ripristino della normale temperatura corporea. Nelle forme di media gravità può essere sufficiente il riscaldamento esterno con coperte e bagni tiepidi. In caso di ipotermìa profonda il riscaldamento esterno si rivela poco efficace, in quanto tende a dilatare i vasi sanguigni periferici vasocostretti, sottraendo in tal modo sangue ai visceri interni; al contrario è necessario procedere riscaldando direttamente il sangue (mediante circolazione extracorporea o emodialisi), oppure mediante tecniche indirette (lavaggi peritoneali caldi, lavaggi gastrici ecc.), procedendo con gradualità, in modo da innalzare la temperatura del sangue di un grado centigrado ogni ora."

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Condoglianze per la tua perdita pivot, però non sottovalutare le risposte che ti hanno dato, è normale che venga spiegato che certe gesta non sono per tutti, sono troppi quelli che ogni anno ci lasciano le penne perché prendono sottogamba i rischi annessi alla pesca profonda, il bello dei forum è proprio questo, poter contare sull'esperienza di persone più preparate

Giusto! Io personalmente non ci giro proprio per niente attorno al rischio insito nelle immersioni profonde in acque fredde in pieno inverno e sostengo che bisogna proprio avere più consapevolezza che la PIA và affrontata con la preparazione e la disciplina richieste per esercitare un'attività tanto bella quanto rischiosa.

Solo un anno fà nel forum ci fù una feroce discussione proprio perchè nel Garda perdemmo uno di noi nonostante fosse considerato un ottimo pescatore esperto e avveduto, non uno sprovveduto occasionale ma un PIA che usava la "normale diligenza del buon padre di famiglia".

il poveretto venne ritrovato solo mesi dopo e non voglio dimenticare quella disgrazia e non voglio che si ripeta più.

 

 

L'acqua fredda è una sollecitazione imprevedibile, non siamo tutti uguali e ognuno ha le proprie qualità e doti.

Negli scritti precedenti si è posta attenzione sui tecnicismi dei materiali come pesata e muta, dimenticando che chi pesca in acqua fredda e profonda ne ha anche le capacità fisiche e mentali, che solo in parte è abitudine, adattamento ed allenamento.

Ci sono doti fisiche che o si possiedono, o si rischia di farsi davvero male. Ad esempio l'acqua fredda è un fattore di rischio polmonare, ci si può procurare con facilità dei barotraumi con una compressione del busto o con una contrazione. Non tutti reagiamo al freddo in modo uguale a livello vascolare, possono esserci degli sbalzi repentini di pressione del sangue. E il riflesso di immersione per l'acqua fredda sulla faccia varia da persona a persona, non sempre i meccanismi si attivano nel giusto modo.

Sono fattori conosciuti per chiunque entri in acqua con una certa preparazione, ma non schematizzabili come 1 kg di piombo in più o in meno.

Il motivo per cui nel lago d'estate non si va volentieri profondi oltre il taglio freddo (che può essere davvero feroce) è questo, o si fa una cosa che è pescare dove stazione il pesce o se ne fa un'altra, che non è andare a cercarsi rogne chiedendo al fisico adattamenti improvvisi e difficili.

Non è reticenza a parlare di profondità ma è parlarne nei giusti termini, l'ultimo aspetto che conta sono i metri da raggiungere.

Alla fine nel lago non ci sono trucchi, semplicemente si utilizza meno peso possibile cercando di arrivare sul fondo scelto per le operazioni in assetto neutro, e per fare questo occorre saper spingere con le gambe e saper fare una capovolta degna che ci faccia trovare l'acqua alla pala fin dalla prima pinnata. E visto che solo il tempo passato in acqua può far capire le proprie doti si da priorità al proprio istinto di conservazione, che se ti dice che una cosa ti procura disagio non la fai e basta, non che la forzi perché tanto puoi farla lo stesso.

La regola è che se c'è disagio non si fa.

 

Il freddo come dice Mauro è una brutta bestia, chi pesca al lago o anche in mare al nord, (senza andare tanto lontano, ma in laguna l'acqua è fredda.. in Croazia pure...e così via...) sa bene che è meglio una muta con un millimetro in più che in meno... anche se questo vuol dire mettere un po più di zavorra.

Comunque, d'estate quando l'acqua del lago in superficie supera i 25/26 gradi, fare un giretto fondi a rinfrescarsi il cervello non è proprio così sgradevole ehehehe

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E' tanto noto a tutti quanto e' ovvio che l'acqua salata ghiaccia a temperature più basse dell'acqua dolce.

Questo fenomeno può facilmente ingannare chiunque si immerga in mare perchè le correnti possono facilmente alterare il conenuto medio di sale disciolto in piccole zone e invece dei 35 grammi "medi" ce ne possono essere anche 40-45 in zone molto ristrette.

E' un fenomeno facilmente visibile al di sotto delle banchise artiche ed è per questo stesso motivo che il ghiaccio copre un mare non ghiacciato, salatissimo e ossigenato e che scoppia di vita invece di essere deserto.

Può succedere anche il contrario esatto ed è il caso della laguna veneta: l'apporto di acqua dolce dei fiumi riduce localmente il contenuto di sale e l'acqua in superficie ghiaccia a temperature più alte di qualque grado rispetto al mare aperto per cui la crosta di ghiaccio si vede ed indica che l'acqua è gelida.

Il sale disciolto precipita mentre il ghiaccio si forma e l'acqua sottostante il ghiaccio superficiale è più densa e non ghiaccia più.

Quindi in mare è possibile il fenomeno dell'inversione termica: l'acqua salata più densa calda e pesante rispetto lo strato superficiale occasionalmente scorre in profondità cioè sotto lo strato esterno di acqua ghiacciata per cui in certe zone e in modo imprevedibile il PIA può imbattersi in uno di questi "tunnel" d'acqua tiepida e imbattersi in un fenomeno simile a quello artico: acqua relativamente calda a -25mt.

Ma a lago no.. al lago non c'è sale quasi per niente e questo fenomeno del "tunnel tiepido" dovuto all' inversione termica diventa altamente improbabile perchè le correnti di fondo sono costituite da acqua praticamente densa tanto quanto l'acqua di superficie a causa della mancata precipitazione del sale.

Conclusione: a lago più vai giù e più hai freddo, sempre, estate ed inverno. Senza sconti ed eccezioni.

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Si in merito a quello che io definisco piombo semi mobile non c'è nessun particolare segreto.

Prima però lasciatemi ripetere che in qualunque caso la pesca profonda è molto pericolosa sia in mare che in acqua dolce, che sia con piombo fisso, mobile o semi. Chi non riesce a pescare a 20 mt a peso costante non faccia l'errore gravissimo di dotarsi di piombo mobile per riuscire ad arrivarci. In realtà il piombo mobile o semi mobile dovrebbe servire per pescare con maggiore tranquillità e meno affaticamento alle stesse quote cui pescheremmo col costante.

Migliorate piuttosto la conoscenza del pesce e dei luoghi, di come le condizioni meteo, la temperatura dell'acqua e tutti gli altri fattori possano influenzare la presenza di pesce alle quote che vi sono congeniali.

Valutate giorno per giorno le vostre condizioni fisiche. Una volta stavo pescando a Villasimius (ovviamente prima che diventasse parco) su una secca molto "bellina" in mezzo al mare. Una lingua di roccia misto sabbia che dai 18mt circa scendeva fino a 25/26. Quote assolutamente tranquille per me a quell'epoca perchè riuscivo a pescare fin oltre i 30 mt senza grossi problemi. Era autunno e l'acqua e le condizioni meteo perfette. la lingua di roccia usciva verso il largo (dove raggiungeva la profondità maggiore) e proprio sulle ultime propaggini c'erano dei bei massoni. ad una prima planata a mezz'acqua avevo visto una discreta cernia che si era infilata proprio tra i massoni finali della propaggine rocciosa. Il resto della mattina l'avevo passato in acqua bassa (non più di 15mt) cercando saraghi, quindi non ero stanco e come detto ero in gran forma fisica. Corrente praticamente assente. termoclino anche. Mi porto dal lato che mi avrebbe permesso di scendere col sole alle spalle e preparo il tuffo. Come sempre tre quattro respiri al massimo e poi giù. Mi affaccio lentamente dal sommo del massone dove avevo visto entrare la cernia nella speranza che questa fosse ritornata ad affacciarsi all'entrata della sua tana, profondità circa 22/23 mt. della cernia nulla, non scendo fino all'entrata perchè non era il movimento corretto da farsi, preferisco fare un secondo tuffo da un angolo diverso e preparando la torcia. Quando arrivo in superficie, senza alcun affanno, sento un leggero stordimento, come una specie di lieve giramento di testa. decido di aspettare qualche minuto in più prima del secondo tuffo. Poi scendo di nuovo facendo il percorso preimpostato al tuffo precedente per affacciarmi alla tana. Mi affaccio e illumino. Si intravvede la coda della cernia da dietro un angolo. Non voglio forzare per via di quello strano giramento di testa. farò un terzo tuffo da un'altro lato della pietra. Arrivo in superficie e i giramenti di testa si ripresentano, sembrano più marcati di prima. Il mio compagno di pesca è lontano. non mi fido. rinuncio e torno al gommone. Non ho mai capito cosa fu a causare questo malessere e non si è mai più ripresentato anche nei giorni seguenti pescando ben più fondo. Ma tutto questo per dire che a volte ci sono meccanismi inspiegabili che possono essere fattori di rischio.

Ok adesso la questione del peso semi mobile. In realtà notai che pescando con un piombo di 3/4 kg per arrivare sul fondo più rapidamente poi aveva lo svantaggio di ritornare in superficie "a palla" e ciò compromettendo, a lungo andare, le mie trombe di eustachio. decisi perciò di usare un unico piombo da 1 kg in acqua dolce ( 2kg in mare)(pesca estiva, perchè d'inverno con la muta pesante e il freddo non mi sono mai sognato di pescare oltre i 15 mt) fissato alla sagola del pallone e inserito sotto la cintura elastica dei piombi. Si sfila senza sforzo e si può decidere se regolare la sagola in modo che rimanga appesa a mezz'acqua (quando non c'è molta corrente) oppure appoggiarlo delicatamente sul fondo. Il resto dei piombi rimane normalmente in cintura. Il peso totale è quello che normalmente uso in assetto costante. Funziona molto bene anche da pedagno, non è molto faticoso da recuperare dalla superficie e comunque contribuisce in modo notevole a rendere le risalite più facili e a ridiventare positivi a pochi metri dal fondo. Tutto qui.

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Complimenti Antonino :thumbup:

Comunque , ti chiami come me Antonino ed anche io sono a 50 quasi 51 :jrgian: , toglimi una curiosità , la giacca da ?

E soprattutto dove trovi la spinta per andare a mare , io nonostante la grande passione e l'attrezzatura pronta non sono ancora riuscito ad andare .

 

Ciao Buon 2017

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Complimenti Antonino :thumbup:

Comunque , ti chiami come me Antonino ed anche io sono a 50 quasi 51 :jrgian: , toglimi una curiosità , la giacca da ?

E soprattutto dove trovi la spinta per andare a mare , io nonostante la grande passione e l'attrezzatura pronta non sono ancora riuscito ad andare .

 

Ciao Buon 2017

Ciao, grazie per i complimenti.. :siiiii:

Giacca da 8mm......e la voglia di andare in acqua sempre presente :sailor:

 

Ancora auguroni a tutti.... :bye:

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