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Come smaltire i "bagordi" del Natale in acqua lacustre...


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Buona giornata a tutti,

 

dopo le grandi abbuffate, eccomi stamattina deciso a fare quattro tuffi nelle fredde, ma limpide come non mai, acque del Garda.

Mi vesto velocemente in doccia, giacca da 8mm, pantaloni da 4mm guanti e calzari da 5mm, zoccoletti da bell'olandesina:ajo: ed eccomi pronto.

Apro la porta di casa e mi sembra già inizio primavera, con temperatura mite di 2°c(ieri mattina -4°) che, considerando che sono le 9, mi fa ben sperare.

Salto in macchina ed in meno di mezzora raggiungo il mio spot di pesca designato, dove avevo fatto l'ultima pescata a febbraio.

Il mio fidato compagno di pesca Giordy, vi era stato qualche settimana fa senza vedere una coda ed oggi, approfittando della sua assenza, decido di ritentare.

Entro in acqua convinto che qualcosa debba girare sulle gobbe di fango che si intervallano a quote fra i 24 ed i 30 metri, con la temperatura dell'acqua che sfiora i 10°.

Generalmente faccio pochi tuffi(6/12 al massimo), preparati bene considerate le quote operative, le condizioni non propriamente favorevoli e, non ultime, le mie 57 primavere. :jrgian:

Dopo un primo tuffo di riscaldamento(-26mt) senza vedere nulla, al secondo tentativo scorgo appoggiati sul fango un paio di luccetti di circa 1 kg.

La loro presenza mi convince del fatto che ci possa essere nelle vicinanze qualcosa di più interessante.....

Preparo bene il terzo tuffo, trovandomi oramai a ridosso dei -30mt, ed inizio la lenta planata verso il fondo. :subg:

Durante la caduta si materializzano piano piano le sagome di alcuni lucci sospesi a circa 24/26 metri(fondo a 30mt) e, superati i primi due, punto deciso quello che mi sembra essere il più corpulento, che staziona isolato qualche metro più in là.

L'avvicinamento è perfetto, senza pinneggiare sfruttando la caduta, usando le pinne a mò di timone, riesco a portarlo a tiro del mio roller 90(dovevo venderlo per conto di un amico ,ma ho deciso di tenerlo io) e dopo il tiro finisce insagolato. :thumbup:

Apro il mulinello per fare meno fatica durante la risalita e per contrastare la reazione del luccio, rischiando di perderlo.

Dalla superficie effettuo il recupero e quando riesco a prendere il luccio con la mano libera, mi rendo conto che la mia pescata può considerarsi conclusa.

Uscito dall'acqua e raggiunta la macchina lo peso ed il bilancino dice 5,400kg, a questo punto, fatta la foto di rito, riprendo la via di casa, dove mi aspetta una doccia calda e qualche rimasuglio del pranzo di Natale. :wine:

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bella giornata di festa e Il pesce è veramente bellissimo cosi come il fucile, ma indubbiamente mi impressiona (e mi fa ben sperare visto che le mie primavere son 46) la prestazione fisica e tecnica.

 

Ma si vede anche che le basse temperature del lago rallentano l'invecchiamento cellulare, dunque il lacustre ha una aspettativa di pesca di almeno 90anni..rispetto agli 85 dei marini :D:D

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Una domanda ad antonino:

Ho letto con molto interesse il tuo racconto, ma c'è un punto che non capisco. Visto le quote raggiunte e la temperatura dell'acqua sicuramente ti immergi in assetto variabile, ma il cavo a cui colleghi il piombo è lungo a sufficienza per arrivare a toccare il fondo o no?

Ti dico questo perché se si non riesco a comprendere come fai a non spaventare la preda con la grande velocità che si raggiunge alla fine e se invece si ferma prima lasciandoti libero di muoverti come vuoi, come fai ad avere la certezza che il pallone non si allontani da te

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Ciao a tutti,

ciao Andrea e grazie a tutti per i complimenti da estendere anche al luccio. :wub:

X Pivot: non uso piombo mobile, non mi è mai piaciuto, ma uso pochi piombi in cintura(3/4 kg) che mi obbligano a spingere un po' durante i metri iniziali, una volta effettuata la capovolta.

Questo però mi permette di arrivare a quote importanti, leggermente negativo, dove con impercettibili spostamenti delle pinne riesco a muovermi bene anche parallelamente rispetto al fondale, senza mai precipitare verso il fondo, evitando così di spaventare il pesce.

In risalita, ovviamente sono avvantaggiato, e gli ultimi metri risalgo sfruttando la spinta di galleggiamento.

Il pallone solitamente lo ancoro tramite il chilo di piombo, che funge da pedagno, a circa 10 metri dalla zona nella quale decido di operare, dopo aver sondato il fondale per cercare le quote operative.

Piombo e sagola, con le tacche in metri per sondare la profondità, mi aiutano in quanto il fondo non si vede dalla superficie, e spesso sfrutto le mire a terra acquisite negli anni.

Quella invernale sul lago è una pesca per pochi, per vari motivi.

Le quote operative, che non si possono inventare dalla sera alla mattina, ma si ottengono solo con anni di esperienza e assuefazione mentale.

La temperatura rigida di questo periodo, che in alcuni anni ha sfiorato i 7°c. :blink:

La temperatura esterna e altri fattori che non sto qui ad elencare.

Non è ovviamente una pesca per tutti, tant'è che forti agonisti in questo periodo preferiscono altre mete.

Comunque finchè c'è voglia, il fisico permette :thumbup: e la dolce metà :banging: anche io non mollo..... :angelnot:

 

Ancora auguri a tutti.

 

Antonino

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scusate , ne approfitto della discussione per togliermi dei dubbi che da sempre ho e che non so se potrò mai togliermeli da me con la pratica

 

com'è l'immersione in apnea in acqua dolce? intendo rispetto al mare, facilitata o più difficoltosa?

come influisce sulla dinamica del tuffo la differenza dei pesi specifici dei 2 ambienti?

 

teoricamente ho pensato che l'acqua dolce, essendo più leggera richieda meno zavorra e quindi favorisca l'immersione e renda più faticosa la risalita, ma quanto? e poi

probabilmente anche la pressione agente sul subacqueo e quindi i cambi di assetto saranno meno marcati, questo quanta e che influenza ha?

 

in breve, con lo stesso grado di allenamento, le quote operative dello stesso atleta quanto variano tra lago e mare?

 

grazie

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scusate , ne approfitto della discussione per togliermi dei dubbi che da sempre ho e che non so se potrò mai togliermeli da me con la pratica

 

com'è l'immersione in apnea in acqua dolce? intendo rispetto al mare, facilitata o più difficoltosa?

come influisce sulla dinamica del tuffo la differenza dei pesi specifici dei 2 ambienti?

 

teoricamente ho pensato che l'acqua dolce, essendo più leggera richieda meno zavorra e quindi favorisca l'immersione e renda più faticosa la risalita, ma quanto? e poi

probabilmente anche la pressione agente sul subacqueo e quindi i cambi di assetto saranno meno marcati, questo quanta e che influenza ha?

 

in breve, con lo stesso grado di allenamento, le quote operative dello stesso atleta quanto variano tra lago e mare?

 

grazie

Ciao,

in genere la pesca e l'immersione in acqua dolce è più impegnativa rispetto al mare, per diversi motivi.

In primis il differente grado di visibilità che varia dai 10/12 metri durante l'inverno ai 30 cm durante la fioritura delle alghe in primavera, ai primi caldi.

Poi ovviamente la temperatura, che anche in estate può passare dai 25/26 gradi della superficie ai 13 gradi del termoclino che si può trovare già a 10/11 metri.

A volte dopo qualche burrascata si trovano i 13/14 gradi già in superficie.

Ovviamente il diverso peso specifico dell'acqua dolce, impone di ridurre la zavorra, a parità di muta, rispetto a quella che si userebbe al mare(30% in meno,per quanto mi riguarda), al fine di non trovarsi piantati sul fondo.

Chiaramente poi dipende anche dalle quote a cui si intende operare.

Detto questo, per esperienza personale posso dirti che al mare le prestazioni(metri e apnea) sono sicuramente migliori di circa un 10%.

 

Quanto sopra sono considerazioni personali, ben vengano interventi di altri "lacustri". :siiiii:

 

Ciao

 

Antonino

Modificato da Antonino Gioffrè
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:saddam: Scusate, ma qui mi state rivoltando tutte le cose che credevo di conoscere sull'immersione in apnea.

Tutti i sub con cui ho parlato mi hanno sempre detto che la pesca a 20 metri era già riservata a quelli buoni, che l'acqua fredda aumentava il consumo di ossigeno e per questo si poteva scendere fondi con una muta spessa solo sfruttando un piombo che ti portava sul fondo a pinne ferme ed ora viene fuori che faticando solo un po' in discesa si può arrivare a 30 metri!!! Ma a quanto si riesce a scendere allora con una muta più leggera?

A che profondità si raggiunge l'equilibri idrostatico?

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Io non mi avvicino neanche alle prestazioni del grande Antonino, faccio parte di una ordinaria "maggioranza silenziosa" che va al lago da metà aprile fino ad ottobre.

La mia esperienza:

faccio discese lacustri limitatamente nel range di 21 (rarissimamente 23) metri quando nella buona stagione e al pieno della mia condizione provo il tuffo per sperare nell'incontro, altrimenti resto tra i 6 e i 15 metri.

Saranno 25 anni che vado al lago, ma ancora adesso la quota sotto i 23 mi terrorizza:

sarò partito mille volte con l'intenzione di farci un giretto (ce l'ho nelle possibilità dato che al mare spesso arrivo a 25 ) ma quando sono lì al limite sempre un senso di angoscia mi avvolge come se mi trovassi alle porte dell'inferno, comincio a sentire il canto delle streghe e mi viene spontaneo subito: - Ma v@ff@n...o! Che c@..o ci faccio qua! - :bag:

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:saddam: Scusate, ma qui mi state rivoltando tutte le cose che credevo di conoscere sull'immersione in apnea.

Tutti i sub con cui ho parlato mi hanno sempre detto che la pesca a 20 metri era già riservata a quelli buoni, che l'acqua fredda aumentava il consumo di ossigeno e per questo si poteva scendere fondi con una muta spessa solo sfruttando un piombo che ti portava sul fondo a pinne ferme ed ora viene fuori che faticando solo un po' in discesa si può arrivare a 30 metri!!! Ma a quanto si riesce a scendere allora con una muta più leggera?

A che profondità si raggiunge l'equilibri idrostatico?

 

Non è che si fa "solo" un po più di fatica... cioè... mica è da tutti pescare a quelle quote al Lago.

Io in Apnea pura faccio molti ma molti più metri in giù, diciamo che apneisticamente i 30 metri sono quasi il riscaldamento, ma non ci penso nemmeno 10 secondi ad impostare una battuta di Pesca a quelle quote. Per me pescare a quote oltre i 20 metri, è davvero molto difficile, non è questione ne di fiato, ne di apnea, ne di altro, è proprio tutta un'altra cosa. La zavorra è diversa, il fucile, l'attenzione a quello che accade intorno...

Poi per quanto riguarda la quota a cui essere neutro, dipende dalle quote a cui peschi, la tecnica, ecc... ecc... comunque credo che pescando dai 25 metri in giu, Antonino diventa negativo intorno ai 12/13 metri... e poi sfrutta la caduta, con muta pesante.

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A che profondità si raggiunge l'equilibri idrostatico?

Se l'unica variabile che cambia è la densità del fluido allora la differenza di profondità a cui si raggiunge l'equilibrio idrostatico tra acqua dolce ed acqua dimare è direttamente proporzionale alla differenza di densità dei 2 fluidi. L'aqua di mare ha densità media 1,035 Kg/lt mentre l'acqua dolce ovviamente ha densità all'incirca 1Kg/lt e ciò comporta che la spinta di Archimede (spinta di galleggiamento) è maggiore del 3,5% circa in acqua salata rispetto all'acqua dolce quindi anche il punto di equilibrio tra spinta di galleggiamento e gravità in acqua salata è del 3,5% più vicino alla superficie rispetto al punto di equilibrio in acqua dolce. Sembra numero piccolo invece si fà sentire molto. Quei 35 grammi in più di sale per litro fanno tutta la differenza tra mare e lago dolce.

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