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Campionato italiano a coppie


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Ho letto i fatti.

Gli squalificati hanno dichiarato di aver preso uno dei pesci davanti ad un altro team, facendo nomi e cognomi.

I giudici di gara e la biologa hanno dato parere positivo, questo avrebbe dovuto chiudere tutto.

Leggo anche che il ricorso è stato firmato tardivamente, anche da team che per loro ammissione, non avevano visto bene il pescato.

Il pescato è stato conservato senza le dovute cure dall'organizzazione, e quando è stato ricontrollato le condizioni erano diverse.

Arrivo da un campionato (Italiani di Tirosub) pieno di contestazioni e strascichi, non è stata una bella gara, non ha fatto bene allo sport.

Uno dei caposaldi del diritto Romano è: nel dubbio pro reo; e soprattutto, invalidando il verdetto dei giudici di gara, sostenuto da una biologa, si crea un precedente pericoloso.

Ultimo.. se voglio vincere a tutti i costi, di pesci, sotto il sasso, non ne metto due.

 

Insomma , come diceva Boskov.... rigore è quando arbitro fischia....

Modificato da ggp
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Ho letto i fatti.

Gli squalificati hanno dichiarato di aver preso uno dei pesci davanti ad un altro team, facendo nomi e cognomi.

I giudici di gara e la biologa hanno dato parere positivo, questo avrebbe dovuto chiudere tutto.

Leggo anche che il ricorso è stato firmato tardivamente, anche da team che per loro ammissione, non avevano visto bene il pescato.

Il pescato è stato conservato senza le dovute cure dall'organizzazione, e quando è stato ricontrollato le condizioni erano diverse.

Arrivo da un campionato (Italiani di Tirosub) pieno di contestazioni e strascichi, non è stata una bella gara, non ha fatto bene allo sport.

Uno dei caposaldi del diritto Romano è: nel dubbio pro reo; e soprattutto, invalidando il verdetto dei giudici di gara, sostenuto da una biologa, si crea un precedente pericoloso.

Ultimo.. se voglio vincere a tutti i costi, di pesci, sotto il sasso, non ne metto due.

 

Insomma , come diceva Boskov.... rigore è quando arbitro fischia....

 

Sinceramente non ci ho capito molto.

Secondo te il GdG non avrebbe dovuto tener conto del ricorso anche se presentato dal 50% degli atleti iscritti?

Allora cosa servono le circolari normative?

 

La circolare normativa permette ai 2 atleti se si ritengono nel giusto e vittime di un sopruso aggravato da un complotto di rivolgersi al Giudice Sportivo denunciando tutti i responsabili e di ottenere la dovuta giustizia, se non lo fanno però accettano il verdetto così come è stato deciso dal GdG.

Il ricorso è fattibile (ma va presentato entro i tempi che sono brevi) perché il pescato è stato pesato e quindi gli è stato attribuito il punteggio, verrebbe solo ristabilita la classifica originale.

Non sarebbe la prima volta che il giudice sportivo ribalta una classifica, loro non guardano gli occhi dei pesci e il colore delle branchie, ma il referto del giudice di gara, la correttezza procedurale e lo scritto degli atleti.

Quindi la via maestra è solo il ricorso.

Se si va a naso appellandosi al dubbio pro reo, sarebbe meglio cessare subito di far gare di pesca.

 

Però una cosa va detta. Viene sempre citata la visione del biologo marino. Su questo avrei da dire, un biologo conta nulla, o almeno conta come un qualsiasi passante che può essere anche più esperta. La persona preposta al controllo dell'idoneità del pescato (non dimentichiamo che va consegnato a un ente benefico per utilizzo alimentare) è il veterinario comunale dell'apposito dipartimento, veterinario che è sempre in servizio. Si poteva chiamare l'Asl e farselo mandare tagliando così ogni polemica sul nascere.

Resta solo il fatto non propriamente irrilevante che la conservazione del pesce è un dovere di gara per tutti i partecipanti, se rovini un pesce e lo presenti rischi la retrocessione all'ultimo posto.

 

ps: questi 2 atleti probabilmente avrebbero vinto senza i 2 pesci incriminati

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Ho letto i fatti.

Gli squalificati hanno dichiarato di aver preso uno dei pesci davanti ad un altro team, facendo nomi e cognomi.

I giudici di gara e la biologa hanno dato parere positivo, questo avrebbe dovuto chiudere tutto.

Leggo anche che il ricorso è stato firmato tardivamente, anche da team che per loro ammissione, non avevano visto bene il pescato.

Il pescato è stato conservato senza le dovute cure dall'organizzazione, e quando è stato ricontrollato le condizioni erano diverse.

Arrivo da un campionato (Italiani di Tirosub) pieno di contestazioni e strascichi, non è stata una bella gara, non ha fatto bene allo sport.

Uno dei caposaldi del diritto Romano è: nel dubbio pro reo; e soprattutto, invalidando il verdetto dei giudici di gara, sostenuto da una biologa, si crea un precedente pericoloso.

Ultimo.. se voglio vincere a tutti i costi, di pesci, sotto il sasso, non ne metto due.

 

Insomma , come diceva Boskov.... rigore è quando arbitro fischia....

 

Mi permetto di mettere un po' di ordine perchè qui si rischiano di ribaltare le cose.

 

1) Non hai letto i fatti, ma le dichiarazioni di una delle parti in causa che, per definizione, non possono essere considerata la verità assoluta. Ci sono più punti di quella dichiarazione che riportano circostanze che non risultano al gdg, quindi non il primo che passa, come ad esempio che il carniere sia stato schiacciato per ore dal pescato di tutti gli altri atleti. Su altre incongruenze oggettive non mi pronuncio, sarà eventualmente la giustizia sportiva a vagliarle.

 

2) La biologa non era parte dell'organizzazione e, in ogni caso, può forse esprimere un parere sull'idoneità del pescato al consumo umano. Quello che per biologo e veterinario è commestibile, per i giudici di gara può tranquillamente essere considerato "mal conservato" e portare a squalifica. D'altronde che il pesce fosse mal conservato si desume in maniera incontestabile proprio dalla dichiarazione dei diretti interessati: l'acqua di scolo puzzava alle 11:45, il pesce aveva gli occhi velati alla consegna, uno dei due non avrebbe voluto consegnarli.

 

3) Il ricorso è stato presentato e firmato nei tempi e nei modi dovuti, ovvero necessariamente dopo la seconda volta che il pescato è stato considerato valido. Ad ogni modo il ricorso è individuale, pena l'irricevibilità, quindi con o senza le firme di solidarietà il risultato sarebbe stato il medesimo. Non risulta invece che sia stato presentato alcun contro-ricorso, come non risulta che sia stata proposta ricusazione del giudice di gara, gli unici strumenti che da regolamento permettono di opporsi ad un verdetto considerato sbagliato.

 

4) Che l'organizzazione sia stata negligente nella conservazione del pescato può anche essere, ma questa mancanza ha toccato tutti; che le condizioni del pescato contestato siano state riscontrate come diverse tra consegna e pesatura non si può invece in alcun modo affermare con certezza. Viceversa si può osservare senza dubbio che chi era cosciente che il pesce non era nelle migliori condizioni, non lo ha fatto presente al gdg (così si sarebbe potuto fare un confronto fra prima e dopo) ma ha preferito tacere e raccontare delle disavventure di conservazione solo all'atto della prima contestazione, ossia 5 ore dopo la consegna, cercando di imputare le condizioni del pescato prevalentemente alla condotta dell'organizzazione nella custodia dello stesso.

 

5) Ribadisco che il parere di un biologo, astante alla stregua di qualunque altro spettatore, non aggiunge o toglie nulla a quello che per definizione è e rimane un giudizio soggettivo. Si potrebbe anche dire che se devo arrivare a spanciare un pesce per decidere, forse la questione non si pone per nulla e la cattura è da scartare in ogni caso. Anche perchè si continua ad associare il concetto di mala conservazione a quello di pesce non di giornata, ma questo è un accostamento sbagliato.

 

Per sua natura il regolamento esula totalmente dalla questione, sia perchè richiederebbe un giudizio oggettivo e sia perchè la naturale conseguenza sarebbe un'accusa di frode sportiva con squalifiche pesanti, fino alla radiazione. La mala conservazione punisce solo la condotta negligente dell'atleta che non conserva il pescato in maniera consona, provocandone il prematuro deterioramento. Tutta la dichiarazione dei due atleti racconta dettagliatamente proprio un caso di mala conservazione (causata da plancetta allagata), nessuno imputa a nessuno premeditazione o dolo, ma proprio alla luce del racconto diretto degli interessanti, non si può non affermare che la decisione finale sia corretta e anzi, sia quella che doveva essere presa fin dal momento in cui è saltata fuori la storia della plancetta allagata.

 

:bye:

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a me non sembra che nella replica abbiano chiesto una revisione della classifica ma mi sembra soltanto uno scritto atto a difendersi dalla accuse più o meno velate che siano stati mosse nei loro confronti in diversi canali pubblici, accuse che vanno bel oltre le conclusioni del gdg

o mi sbaglio?

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a me non sembra che nella replica abbiano chiesto una revisione della classifica ma mi sembra soltanto uno scritto atto a difendersi dalla accuse più o meno velate che siano stati mosse nei loro confronti in diversi canali pubblici, accuse che vanno bel oltre le conclusioni del gdg

o mi sbaglio?

La replica degli atleti ha la funzione di contenere il caso alla mala conservazione di 2 pesci su 11 dovuto a un errore di gestione del pescato in una plancetta piena di marciume.

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a me non sembra che nella replica abbiano chiesto una revisione della classifica ma mi sembra soltanto uno scritto atto a difendersi dalla accuse più o meno velate che siano stati mosse nei loro confronti in diversi canali pubblici, accuse che vanno bel oltre le conclusioni del gdg

o mi sbaglio?

 

Non saprei, bisognerebbe capire quali sarebbero queste accuse e da chi sarebbero state mosse. Quelle nei confronti dell'articolo erano del tutto infondate, se poi su Facebook, su questo forum o su altri, qualcuno è stato più esplicito è un discorso diverso.

 

Chiedere una revisione della classifica sarebbe stato inutile, ma certamente meno dannoso di una replica scritta in questo modo.

 

:bye:

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Non ero presente, parlo solo per sentito dire leggendo i fatti, credo abbiano replicato per tutelare il loro onore di sportivi, messo pesantemente in dubbio anche da chi ha una conoscenza indiretta dei fatti.

Non ne esce benissimo anche il giudice di gara, ma una svista può capitare a chiunque.

Ribadisco, su di un campo del genere, capace di regalare carnieri spettacolari, se vuoi rubare non lo fai con due corvine.

Io credo alla buona fede degli atleti, già penalizzati per una loro ingenuità, inesperienza, o trascuratezza.

Le porcate sono altre, e ne ho sentite parecchie.

Modificato da ggp
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Leggendo la versione dei diretti interessati nell'articolo dell'e-zine, mi è subito sorta una domanda: per quale motivo la cattiva conservazione del pescato sarebbe conseguenza diretta dell'infiltrazione di acqua all'interno della plancetta? Si sostiene forse che il pesce si sarebbe conservato meglio rimanendo a secco? La cosa sinceramente mi lascia un po' perplesso... Rimanendo chiuso dentro una plancetta, a secco, sotto il sole e senza ghiaccio, secondo me sarebbe stato di gran lunga peggio. Ma forse sono io che non ho capito, o mi sfugge qualcosa?

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bah, non ho esperienze in tal senso ma mi sono potuto fare un'idea

quelle rare volte che sono andato a pesca per i fatti miei con la plancetta chiusa, mi fermavo periodicamente o al bisogno per svuotarla ma solo per questioni di peso al traino, non pensavo potesse servire pure alla conservazione del pescato, in gara magari non avrei perso questo tempo

tuttavia questa vicenda mi ha fatto riflettere e ritengo possa esserci un fondamento, dovuto ai diversi coefficienti convettivi tra acqua ed aria, lo stesso principio per cui i pescatori professionisti usano far fare subito un bagno in acqua e ghiaccio al pescato, invece di gettarlo semplicemente in frigo o sotto ghiaccio, credo si chiami abbagliatura

poi che dentro la plancetta si raggiungano temperature superiori all'ambiente circostante è sicuramente dovuto al mancato ricambio del fluido-ambiente interno, un po' quello che avviene dentro le macchine posteggiate e chiuse

Mi è ritornata in mente l'esperienza di un amico che d'estate tiene sempre una bottiglia di ghiaccio dentro la plancetta altrimenti i polpi che cattura, dice, ne uscirebbero bianchi, e lui è un tipo da neanche mezze giornate, essendo guardiano notturno

Provate a cucinare un pesce in forno a 100° o bollito, secondo me si fa molto prima nel secondo caso

Modificato da Riccardo Paladino
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bah, non ho esperienze in tal senso ma mi sono potuto fare un'idea

quelle rare volte che sono andato a pesca per i fatti miei con la plancetta chiusa, mi fermavo periodicamente o al bisogno per svuotarla ma solo per questioni di peso al traino, non pensavo potesse servire pure alla conservazione del pescato, in gara magari non avrei perso questo tempo

tuttavia questa vicenda mi ha fatto riflettere e ritengo possa esserci un fondamento, dovuto ai diversi coefficienti convettivi tra acqua ed aria, lo stesso principio per cui i pescatori professionisti usano far fare subito un bagno in acqua e ghiaccio al pescato, invece di gettarlo semplicemente in frigo o sotto ghiaccio, credo si chiami abbagliatura

poi che dentro la plancetta si raggiungano temperature superiori all'ambiente circostante è sicuramente dovuto al mancato ricambio del fluido-ambiente interno, un po' quello che avviene dentro le macchine posteggiate e chiuse

Mi è ritornata in mente l'esperienza di un amico che d'estate tiene sempre una bottiglia di ghiaccio dentro la plancetta altrimenti i polpi che cattura, dice, ne uscirebbero bianchi, e lui è un tipo da neanche mezze giornate, essendo guardiano notturno

Provate a cucinare un pesce in forno a 100° o bollito, secondo me si fa molto prima nel secondo caso

 

Mah, non so. Premesso che non conosco questo procedimento chiamato "abbagliatura", credo che il paragone tra un pesce cotto in forno a 100° ed uno bollito non sia completamente calzante col caso del pesce mal conservato oggetto della squalifica. Mi spiego meglio: sicuramente il pesce bollito cuoce prima e meglio del pesce cotto in forno a 100°C, dal momento che il coefficiente di scambio termico dell'acqua è di almeno un ordine di grandezza superiore a quello dell'aria; ma è anche vero che la plancetta è lambita in basso dall'acqua relativamente fresca del mare che sicuramente aiuta e rallenta notevolmente, se non addirittura impedisce del tutto l'effetto "lessatura". Ovviamente ora non sappiamo che tipo di plancetta sia stata utilizzata, quanto fosse coibentata e quanto sia stata effettivamente esposta all'irraggiamento solare e le temperature sviluppate all'interno, cose che è possibile affermare con certezza solamente effettuando delle misure di laboratorio.

Comunque una cosa è certa: almeno in un paio di occasioni mi è capitato di fare una gara o anche semplicemente pescare anche per mezza giornata in estate col sole a picco e con più di 35°C di temperatura avendo dimenticato a casa le mattonelle di ghiaccio. In questi casi ho sempre riposto il pescato chiuso in frigo parzialmente riempito di acqua di mare, ed il pesce non ha mai appannato l'occhio nè rilasciato brode maleodoranti, nè tanto meno è stato mai contestato alla pesatura. Se invece lo avessi riposto sempre nel frigo ma senz'acqua non credo affatto che il risultato sarebbe stato lo stesso.

Modificato da g.doddis
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non sono agonista e se mi porto le lastre di ghiaccio è per conservare le lattine di birra,ma se partecipo a una gara mi informo sul regolamento e se il regolamento dice che se presento prede in evidente stato mala conservazione non le presento,come mi faccio delle tacche sul fucile per presentare prede di misura consentita,dopo di che sono sicuro che non ci sia stata una coppia di atleti cxhe non si sia fatta mille selfie con il cavetto con le prede prima di consegnarle,il che non vuol dire che qualcuno ha barato ma che non ha seguito i regolamenti e quindi non può lamentarsi per essere stati squalificati.

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