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situazione petrolio genova


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Sono contento di sapere che anche questa volta Genova l'ha sfangata. Però prima o poi qualcuno dovrà spiegare il miracolo buffo di convivere con un mostro simile costruito per stoccare e lavorare prodotti petroliferi non a ridosso ma addirittura a monte della città, collegato al porto da condutture che tagliano torrenti e zone di frana, mal mantenuto per 20 anni, non sorvegliato la domenica 17 e privo di qualunque sistema d'allarme automatico (..sarebbe bastato un "televel" per circoscrivere la perdita ma forse sarebbe bastato un galleggiante collegato ad una valvola tipo quello dello sciaquone del cesso di casa).

Il concetto di "sicurezza intrinseca" è stato applicato si...ma al contrario :D

Forse alla maggioranza sembra che questo schifo sia la cosa normale da farsi e che solo ad un pazzo verrebbe in mente che se qualcuno mette un barile di petrolio in bilico sull' uscio di casa a guisa di "gavettone" proprio sulla testa di un povero cristo prima o poi il predetto finirà per inzupparsi di petrolio. :D

Quindi io sono pazzo perchè penso subito al gavettone mentre chi fà tutte queste cazzate a catena per 20 anni ma anche chi vede il gavettone in opera e non capisce che il gavettone è proprio per lui invece è sano e furbo. :boxed:

E se posso scrivere queste considerazioni è proprio perchè sono su un forum che permette un certo margine di considerazioni "off topic" al contrario dei blog e delle yutubbazioni e facebuccate tanto di moda che non solo sono non sono autoreferenziali come ha detto Mauro, ma che sono pure un fulgido esempio di pensiero unico. :offtopic:

La gente non vuole pensare ed evita il confronto ma vuole farsi pensare da qualcun altro salvo scoprire poi che alle volte il pensatore unico si rivela essere pure un emerito deficiente. :1eye:

E chi gli và appresso quindi è deficiente come il pensatore unico ma con l'aggravante di non essere nemmeno originale. :laughing:

 

La Liguria ha una tipologia di industrializzazione risalente agli anni 50' e 60', posizionata in quota in vallate a ridosso di fiumi che passano da bassi ad impetuosi in poche ore (dal mare arrivano certi autorigeneranti degni di Cherrapunji in India......).

Non si capisce neppure come possa essere competitiva un industria così limitata nell'infrastruttura, forse lo è solo perché si portano al limite impianti dai costi già ammortati da 1/2 secolo.

In quella regione c'è moltissimo da fare in campo di sicurezza e prevenzione. Di sicuro da qualsiasi partito di politicanti arrivi il Presidente della regione ha il dovere di far funzionare la propria Arpa nella prevenzione e nel controllo di ambiente e infrastrutture, se si vuole evitare di finire nelle cronache ambientali 3 o 4 volte all'anno con qualche casino o disastro.

Una tubazione si può anche verificare in opera e dall'interno con una ispezione che si chiama tube-testing.

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Una tubazione si può anche verificare in opera e dall'interno con una ispezione che si chiama tube-testing.

 

 

 

Mi risulta che le normative vigenti per l'industria chimica prevedano il tube-testing obbligatorio almeno 2 volte l'anno. Lo devono aver fatto ma evidentemente il test trova le perdite in atto ma non misura lo stato d'integrità delle tubazioni metalliche e delle saldature che spesso sono l'elemento più critico. Ma anche facendo i migliori esami ai raggi X e le ispezioni visive non c'è alcuna tutela dalle frane e dagli smottamenti inevitabili a ridosso dei torrenti. Tutta la fabbrica non doveva stare lì per semplice valutazione d'impatto ambientale evidentemente fatta a cacchio di cane come troppe volte già successo in quel di Genova. La colpa non è solo degli amministratori attuali ma anche dei loro paparini politici succedutisi per 50-60 anni.

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Una tubazione si può anche verificare in opera e dall'interno con una ispezione che si chiama tube-testing.

 

 

 

Mi risulta che le normative vigenti per l'industria chimica prevedano il tube-testing obbligatorio almeno 2 volte l'anno. Lo devono aver fatto ma evidentemente il test trova le perdite in atto ma non misura lo stato d'integrità delle tubazioni metalliche e delle saldature che spesso sono l'elemento più critico. Ma anche facendo i migliori esami ai raggi X e le ispezioni visive non c'è alcuna tutela dalle frane e dagli smottamenti inevitabili a ridosso dei torrenti. Tutta la fabbrica non doveva stare lì per semplice valutazione d'impatto ambientale evidentemente fatta a cacchio di cane come troppe volte già successo in quel di Genova. La colpa non è solo degli amministratori attuali ma anche dei loro paparini politici succedutisi per 50-60 anni.

 

 

Il tube testing consiste nel far passare una impedenza induttiva nel tubo e nel misurarne i valori di caduta di tensione e assorbimento. In questo modo se c'è una corrosione o una cricca cambia assorbimento e ddp. Un tempo si faceva la lettura poi con un oscilloscopio e quindi era necessario un cavo, oggi si va di digitale e la sonda la si può far correre anche senza cavo. E' un esame abbastanza semplice nell'esecuzione, certamente alla porta di una azienda strutturata.

 

Mi pare che sia la raffineria di Busalla....... fa schifo solo a guardarla, puzza di impossibile e non è al primo incidente.

Modificato da Mauro Sanvito
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Le tecnologie sono pezze a colori poste a tappare un tessuto logoro e strappato. Neanche a farlo apposta c'è un'altro sversamento, leggi qui:

 

http://www.lastampa.it/2016/05/02/italia/cronache/nuovo-sversamento-nel-polcevera-t8JV8s1HoYEIX99THM95vJ/pagina.html

 

Come volevasi dimostrare ci risiamo a distanza di pochi giorni. Delle volte avere ragione è veramente frustrante. :(

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insomma...le tecnologie ci sarebbero.....però poi....il petrolio va dove non si vorrebbe....

 

A livello di raffinerie in Italia siam messi male. Impianti obsoleti, poco remunerativi, e manutenzione scarsa.

Se non si fanno investimenti in impianti nuovi si rischia.

E i primi ad andarci di mezzo son gli operai che ci lavorano, e l'ambiente subito dopo

 

L'Italia sarebbe il paese perfetto per investire visto che il mercato c'è ed è forte, ma quale industria è disposta a spendere e rischiare in Italia?

All'industria occorrono certezze e stabilità, ma L'Italia non ha nulla di tutto questo. Normative rigidissime e logorroiche sulla carta, politica che cambia idea in 3x2 a seconda della direzione del vento, enti di controllo che mettono bastoni tra le ruote ma che non controllano nulla, e poi ostilità dei cittadini contro tutto inclusi se stessi e sempre pronti a dir no-a-tutt.

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A livello di raffinerie in Italia siam messi male. Impianti obsoleti, poco remunerativi, e manutenzione scarsa.

Se non si fanno investimenti in impianti nuovi si rischia.

E i primi ad andarci di mezzo son gli operai che ci lavorano, e l'ambiente subito dopo

 

L'Italia sarebbe il paese perfetto per investire visto che il mercato c'è ed è forte, ma quale industria è disposta a spendere e rischiare in Italia?

All'industria occorrono certezze e stabilità, ma L'Italia non ha nulla di tutto questo. Normative rigidissime e logorroiche sulla carta, politica che cambia idea in 3x2 a seconda della direzione del vento, enti di controllo che mettono bastoni tra le ruote ma che non controllano nulla, e poi ostilità dei cittadini contro tutto inclusi se stessi e sempre pronti a dir no-a-tutt.

 

Hai dimenticato la bassissima qualità morale degli amministratori pubblici e privati che per 2 soldi vendono mamma e figli a trance come tonni e la ancora più scarsa qualità morale e tecnica dei nostri magistrati.

L' unico motivo veramente valido per non realizzare centrali nucleari in Italia è nell'evidenza dei fatti che sicuramente ci sarebbe un amministratore locale capacissimo di nascondere le barre di uranio esaurito a raffreddare in qualche bacino idrico che serve gli acquedotti.

Te lo figuri un "Poggiolini" che fosse nominato responsabile dello smaltimento delle scorie nucleari?

E' il mio incubo peggiore...un pazzo capace di tenere in casa puff imbottiti di lingotti di oro radioattivo e un bel "Parmigianino" al cobalto che si illumina da solo di notte e ti fà pure una bella radiografia ortopanoramica....

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