> Intervista a Diego Mazzocchi - Pesca in Apnea - AM FORUMS Vai al contenuto

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Ho letto con molta attenzione l'intervista a Diego Mazzocchi e subito mi è venuta spontanea la voglia di postare queste mie considerazioni....

Premetto che non lo conosco, nè direttamente nè indirettamente.

Il motivo per cui scrivo è legato al modo di presentarsi e descriversi molto umile e semplice di questo ragazzo.

Vincere due selettive di fila nelle acque laziali non è impresa legata alla buona sorte. A parte ciò, quello che mi ha colpito realmente è stata una affermazione legata ai tempi di apnea: Diego dichiara di non sapere con precisione perchè non si preoccupa di misurarli. Ecco in questo mare di gente che non va in acqua se non ha il computerino da polso per misurare le varie prestazioni (ansia da prestazione si direbbe in un altro campo), che perde giornate e settimane a studiare gli effetti balistici di armi dalle prestazioni stellari (ma inutili se non si sa avvicinare un pesce), che enfatizza profondità inusitate dove pare che il campione sia solo colui che pesca dai 40 mt in giù, bene in questo quadro fantascientifico appare finalmente un ragazzo che usa semplicemente il tempest 50 con la fiocina 5 punte, che non misura nè si preoccupa dei tempi apnea, che ammette di pescare prevalentemente entro i 20mt e che però vince ben due selettive su 3.

E già che ci siamo, ricordo che , guarda caso, ha imparato molto dai corsi di pesca e soprattutto dalle uscite in mare con pescatori molto più esperti.

Io penso che la stoffa del campione ci sia tutta.

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Condivido le riflessioni, ma per quanto riguarda il computer non sono d'accordo, non serve per misurare le prestazioni per l'autocompiacimento, ma più che altro per sapere i tempi di recupero, per questioni di sicurezza insomma.
Poi ok, anche a me danno fastidio quelli che si vantano dei tempi di apnea, alla fine andiamo in acqua per pescare non per fare apnea, meno tempo ci mettiamo a prendere il pesce meglio è, ma mi pareva il caso di precisare.

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riflessioni che condivido :thumbup:

Indipendentemente dalle tecniche di pesca e dai fucili usati, dal fatto che sia simpatico avere un computer che sa quando dovresti scorreggiare....condivido la filosofia del pescare in armonia ed in relax godendo di ogni tuffo sia che ci porti ad un cappotto che ad una pescata memorabile.

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Ho avuto il piacere di condividere con Diego l'ultimo raduno del team Omer ed abbiamo passato un po' di tempo insieme sia in gommone che a terra.

E' proprio come sembra, un bravo ragazzo molto educato, di poche e misurate parole e di un'umiltà che dovrebbe essere presa da esempio da molti.

Non so se diventerà un Campione, ma sono davvero contento di averlo conosciuto per quello che sa esprimere fuori dall'acqua, cosa che troppo spesso in tanti dimentichiamo, pensando che la cattura di un pesce ci possa rendere in qualche modo speciali o migliori.

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Concordo con te quasi in pieno, per il computer sono in leggero disaccordo, poiché se usato nel modo corretto può aiutare, mi spiego: qualche anno addietro ogni volta che effettuavo una battuta di pesca "due la settimana" appena tornavo a casa era un tormento il mal di testa era quasi insopportabile, pensavo: ho digerito male, ho mangiato qualcosa che non dovevo, ho bevuto qualche bicchiere di vino in più, forse saranno le cervicali, la faccio breve ho avuto la fortuna e l'onore di conoscere il Prof. Malpieri in uno dei raduni di A.M. gli ho accennato il problema, la risposta è stata quasi immediata, mancato recupero, troppa anidride carbonica in circolazione, mi sono munito di un computer per vedere i recuperi e posso assicurarvi anche quando ci sentiamo pronti per un altro tuffo non siamo arrivati nemmeno ai tempi dell'apnea precedente.

Chiudo non ho avuto da allora nessun problema.

Ringrazio ancora una volta il Prof. Malpieri.

Buon Mare

Sarino

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Si almeno il doppio, e comunque ribadisco con apnee da 1,45, appena sei in superficie, al 1,30 ti senti pronto per un ulteriore tuffo, l'ho appurato proprio grazie all'orologio.

Modificato da Rosario Ivaldi
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Concordo con te quasi in pieno, per il computer sono in leggero disaccordo, poiché se usato nel modo corretto può aiutare, mi spiego: qualche anno addietro ogni volta che effettuavo una battuta di pesca "due la settimana" appena tornavo a casa era un tormento il mal di testa era quasi insopportabile, pensavo: ho digerito male, ho mangiato qualcosa che non dovevo, ho bevuto qualche bicchiere di vino in più, forse saranno le cervicali, la faccio breve ho avuto la fortuna e l'onore di conoscere il Prof. Malpieri in uno dei raduni di A.M. gli ho accennato il problema, la risposta è stata quasi immediata, mancato recupero, troppa anidride carbonica in circolazione, mi sono munito di un computer per vedere i recuperi e posso assicurarvi anche quando ci sentiamo pronti per un altro tuffo non siamo arrivati nemmeno ai tempi dell'apnea precedente.

Chiudo non ho avuto da allora nessun problema.

Ringrazio ancora una volta il Prof. Malpieri.

Buon Mare

Sarino

Molto interessante.... anch' io sono uno "spartano" che non usa il computer... ma questo aspetto non lo avevo considerato.

C' è sempre da imparare.

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Ho letto con molta attenzione l'intervista a Diego Mazzocchi e subito mi è venuta spontanea la voglia di postare queste mie considerazioni....

Premetto che non lo conosco, nè direttamente nè indirettamente.

Il motivo per cui scrivo è legato al modo di presentarsi e descriversi molto umile e semplice di questo ragazzo.

Vincere due selettive di fila nelle acque laziali non è impresa legata alla buona sorte. A parte ciò, quello che mi ha colpito realmente è stata una affermazione legata ai tempi di apnea: Diego dichiara di non sapere con precisione perchè non si preoccupa di misurarli. Ecco in questo mare di gente che non va in acqua se non ha il computerino da polso per misurare le varie prestazioni (ansia da prestazione si direbbe in un altro campo), che perde giornate e settimane a studiare gli effetti balistici di armi dalle prestazioni stellari (ma inutili se non si sa avvicinare un pesce), che enfatizza profondità inusitate dove pare che il campione sia solo colui che pesca dai 40 mt in giù, bene in questo quadro fantascientifico appare finalmente un ragazzo che usa semplicemente il tempest 50 con la fiocina 5 punte, che non misura nè si preoccupa dei tempi apnea, che ammette di pescare prevalentemente entro i 20mt e che però vince ben due selettive su 3.

E già che ci siamo, ricordo che , guarda caso, ha imparato molto dai corsi di pesca e soprattutto dalle uscite in mare con pescatori molto più esperti.

Io penso che la stoffa del campione ci sia tutta.

Che piacere rileggere quella intervista dell'amico Diego a distanza di 5 anni da quando venne realizzata.

Che dire, il suo carattere umile non è affatto cambiato nonostante abbia partecipato a diversi campionati di prima e seconda categoria.

Da quando l'ho conosciuto nel 2005 e soprattutto da quel 2010, l'amico Diego ha continuato a migliorare nelle sue azioni di pesca.

Rispetto ad allora, la sua maturazione oggi lo porta a pescare in sicurezza anche oltre i 30 metri, e, oltre al suo fedele tempest, si è aggiunto anche un "normale" (nel senso che è come glielo fornisce la Omer) 100 ad elastici con il quale realizza forse le sue pescate più belle all'aspetto ed all'agguato profondo.

Ho avuto il piacere di fargli da barcaiolo a Portoscuso (campionato di prima del 2012) e quest'anno a Taranto (campionato di seconda) entrambe caratterizzati da una pessima prima giornata e con una bella seconda giornata in rimonta, con la differenza che quest'anno credevamo fortemente in un bel risultato per i pesci trovati in preparazione sul primo campo gara poi svaniti durante la competizione.

La forza di Diego è stata comunque quella di non abbattersi e di volerci provare a rimontare nella seconda frazione riuscendo a pescare senza l'ansia della prestazione/del risultato e finendo per centrare la qualificazione alla prima categoria quest'anno o, come a Porto Scuso, assicurandosi la permanenza in prima.

Ogni volta che vado a pesca con lui, ho sempre la sensazione che Diego riesca a cogliere dalla giornata di pesca (magari modesta) uno spunto di riflessione, di analisi della giornata. Ecco, forse la capacità di analisi del mare unita all'umiltà, a mio avviso, rappresenta un'altra sua caratteristica che lo porta sempre ad accrescere il bagaglio delle proprie esperienze, capacità di analisi che non tutti possiedono in quella maniera.

Saluti

Luciano

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