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Ciao a tutti

è già un po' di tempo che mi attrae l'idea di scrivere qui nella parte riservata al Fan Club Acque Basse.

Il motivo di ciò è legato al fatto che nella mia regione di origine, la Liguria, è molto piu' probabile fare carniere in pochissima acqua che a fondo. Ciò unisce l'utile al dilettevole in quanto pescare in pochissima acqua è molto più sicuro e obbliga a sviluppare una acquaticità notevole se non si vuole tornare a casa con le mani vuote.

Per affrontare l'argomento mi avvarrò di esperienze di pesca reali, ossia dal sottoscritto realmente vissute e ripetute varie volte così da poter dire che non si è trattato di casi isolati o fortuiti.

Di solito le migliori pescate in pochissima acqua le ho fatte con mare formato, ma posso dire che anche con mare calmissimo si possono ottenere ottimi risultati se si sfruttano certi orari, la corrente e la conoscenza del posto.

Dipende anche molto dalla conformazione del fondale o meglio della linea di costa.

A volte non è nemmeno necessario immergersi, mentre in altre circostanze bisogna sapersi immergere rapidissimamente senza usare le pinne, ma solo svuotando i polmoni e aiutandosi con la mano libera.

Altro elemento determinante per il buon successo è la pesatura, siccome stiamo in una spanna d'acqua possiamo permetterci, anzi dobbiamo obbligatoriamente, una quantità di piombo maggiore che ci consenta maggiore stabilità se immersi.

Infine l'arma: arma leggera di ottimo brandeggio e mira intuitiva perchè tireremo dalle posizioni più impensate e a volte con contorsionismi degni di Houdini.....

 

Prima situazione: mare calmissimo, alba di inizio estate. mi trovo in mezzi ai massi di una massicciate che protegge una spiaggia ligure. Profondità max 5mt ma il mio campo d'azione è nei primi 50cm. Determinante scegliere il percorso in relazione al sole (che sta sorgendo) e alla corrente il tutto rapportato al fatto che sono destro e quindi dovrò procedere aiutandomi con la mano sinistra. Per potere avere successo devo pormi quindi con il sole alle spalle (essendo l'acqua abbastanza limpida), la leggera corrente mi deve venire incontro mentre striscio tra i sassi tirandomi con la mano sinistra e lasciando quindi il fucile dal lato esterno (verso il largo). Cerco di usare il meno possibile le pinne. Avanzo sfruttando i coni d' ombra che l'inclinazione solare crea tra le pietre. Avanzo lentissimo, mi fermo in continuazione al minimo cenno di vita, un gruppetto di castagnole, un branco di piccole salpe o cefaletti.

Devo prestare attenzione a non spaventarli perchè dietro ogni piccolo spuntone potrebbe celarsi la preda interessante ma se spavento i pesci piccoli che fanno da sentinella.... Devo essere concentratissimo perchè so' che nel migliore dei casi avrò solo poche frazioni di secondo per capire se quel piccolo movimento è una preda che mi interessa , prendere la mira e tirare.

Una coda sventola dietro un sasso, sembrerebbe un pizzuto. Dall'altro lato del sasso c'è un gruppetto di salpe che sta mangiando. Le salpe sono le più difficili sentinelle da ingannare. Sto fermo decidendo la strategia. Purtroppo il pizzuto è dal lato interno e le salpe da quello esterno ossia dalla parte dove sta il mio fucile. arretro il braccio con l'arma con molta cautela, le salpe continuano a mangiare, bene. la conformazione del sasso dalla parte del pizzuto non permette però molti movimenti senza scoprirmi.

Per fortuna il pizzuto si muove avanti e indietro per mangiare quindi c'è un instante in cui oltre alla coda appare una porzione del peduncolo caudale. Questa è la mia unica possibilità, dovrò sparare mirando al peduncolo caudale. Molto lentamente metto il fucile in posizione e aspetto l' instante esatto. Il pizzuto di più di mezzo kg finisce in sagola e si agita molto perchè preso in un punto non vitale. Io non mi muovo dalla posizione da cui ho sparato, sono sempre a galla e posso respirare tranquillamente. Invece di inseguire il pesce facendo un sacco di rumore in più oltre a quello che già sta facendo la preda ferita, mantengo la posizione e recupero la sagola, mantenendomi nascosto il più possibile tra le rocce.

Sistemo la preda e ricarico l'arbalete.

Poco più avanti i massi sono franati per effetto delle onde e aprono una specie di passaggio tra l'interno e l'esterno della massicciata.

E' un punto di solito ben frequentato. Però viene a mancare il nascondiglio offerto dai massi che sono franati. Quindi devo immergermi diversi metri prima e scegliere un percorso dal basso verso l'alto a velocità ridottissima col fucile già in direzione per un eventuale tiro. C'è un sassone più grosso degli altri che fa un bel cono d'ombra. Mi ci infilo e comincio ad aggirarlo con molta calma.

Purtroppo i saraghi invece di stare dalla parte opposta come al solito, questa volta sono sul lato destro e mi vedono o mi sentono prima di poter tirare. Cominciano a defilarsi ma senza panico perchè i miei movimenti sono stati lentissimi, comunque via uno e gli altri a seguire sono già fuori tiro. Ma io conosco i miei polli e so che spesso ci sono uno a due ritardatari che di solito sono anche i maggiori. Rimango immobile e aspetto. Dopo pochi secondi spunta il primo, non posso sapere se ce ne sono altri e tiro immediatamente, il maggiore di quasi 800gr non fa storie fulminato.

Devo emergere e ciò brucia i prossimi 10 mt di scogliera. Sistemo il pesce e ricarico. Qui sono allo scoperto adesso e quindi l'unica chance è passare dalla parte interna per avanzare ancora di una decina di metri fino al prossimo spot. nel momento in cui scapolo l'apice della parte soffolta e comincio a vedere la sabbia del lato interno con la coda dell' occhio un baluginio argenteo mi suggerisce l'idea di un cefalo che sgattaiola tra le pietre della base della massicciata. sarà che ci sono i cefali in tana? Vado a vedere.

Lascio l'arbalete attaccato al pallone e prendo il 70 col 5 punte. In effetti c'è un branchetto di cefali di buone dimensioni che passa da un sasso all'altro ma sempre senza lasciarmi il tempo di tirare il grilletto. Al che mi infilo in verticale dentro un cunicolo (il più scuro di tutti) e rimanendo con le pinne di fuori e in verticale mi immobilizzo ad aspettare. Dopo pochi secondi passa il primo cefalo, ma subito a seguire c'è un bel pizzuto, per cui devio leggermente l'arma e sparo al sarago che col 5 punte cade immobile.

Cerco ancora i cefali per qualche minuto ma evidentemente ho fatto troppo rumore e non riesco a rilocalizzarli.

Avanzo ancora e ricomincia la parte di massicciata fuori dall'acqua che mi offre di nuovo ombra e nascondiglio. Sono talmente concentrato a cogliere i piccoli movimenti intorno ai sassi che quasi mi perdo l'arrivo di un serra appena sotto la superficie e leggermente verso il largo. Sta andando veloce ma è a tiro e il mio arbalete sta alla seconda tacca, al peso risulterà di 2,5kg....

bene ora devo fermarmi qui ... il lavoro mi chiama

alla prossima occasione

 

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è già un po' di tempo che mi attrae l'idea di scrivere qui nella parte riservata al Fan Club Acque Basse.

Il motivo di ciò è legato al fatto che nella mia regione di origine, la Liguria, è molto piu' probabile fare carniere in pochissima acqua che a fondo. Ciò unisce l'utile al dilettevole in quanto pescare in pochissima acqua è molto più sicuro e obbliga a sviluppare una acquaticità notevole se non si vuole tornare a casa con le mani vuote.

Per affrontare l'argomento mi avvarrò di esperienze di pesca reali, ossia dal sottoscritto realmente vissute e ripetute varie volte così da poter dire che non si è trattato di casi isolati o fortuiti.

Di solito le migliori pescate in pochissima acqua le ho fatte con mare formato, ma posso dire che anche con mare calmissimo si possono ottenere ottimi risultati se si sfruttano certi orari, la corrente e la conoscenza del posto.

Dipende anche molto dalla conformazione del fondale o meglio della linea di costa.

A volte non è nemmeno necessario immergersi, mentre in altre circostanze bisogna sapersi immergere rapidissimamente senza usare le pinne, ma solo svuotando i polmoni e aiutandosi con la mano libera.

Altro elemento determinante per il buon successo è la pesatura, siccome stiamo in una spanna d'acqua possiamo permetterci, anzi dobbiamo obbligatoriamente, una quantità di piombo maggiore che ci consenta maggiore stabilità se immersi.

Infine l'arma: arma leggera di ottimo brandeggio e mira intuitiva perchè tireremo dalle posizioni più impensate e a volte con contorsionismi degni di Houdini.....

 

Prima situazione: mare calmissimo, alba di inizio estate. mi trovo in mezzi ai massi di una massicciate che protegge una spiaggia ligure. Profondità max 5mt ma il mio campo d'azione è nei primi 50cm. Determinante scegliere il percorso in relazione al sole (che sta sorgendo) e alla corrente il tutto rapportato al fatto che sono destro e quindi dovrò procedere aiutandomi con la mano sinistra. Per potere avere successo devo pormi quindi con il sole alle spalle (essendo l'acqua abbastanza limpida), la leggera corrente mi deve venire incontro mentre striscio tra i sassi tirandomi con la mano sinistra e lasciando quindi il fucile dal lato esterno (verso il largo). Cerco di usare il meno possibile le pinne. Avanzo sfruttando i coni d' ombra che l'inclinazione solare crea tra le pietre. Avanzo lentissimo, mi fermo in continuazione al minimo cenno di vita, un gruppetto di castagnole, un branco di piccole salpe o cefaletti.

Devo prestare attenzione a non spaventarli perchè dietro ogni piccolo spuntone potrebbe celarsi la preda interessante ma se spavento i pesci piccoli che fanno da sentinella.... Devo essere concentratissimo perchè so' che nel migliore dei casi avrò solo poche frazioni di secondo per capire se quel piccolo movimento è una preda che mi interessa , prendere la mira e tirare.

Una coda sventola dietro un sasso, sembrerebbe un pizzuto. Dall'altro lato del sasso c'è un gruppetto di salpe che sta mangiando. Le salpe sono le più difficili sentinelle da ingannare. Sto fermo decidendo la strategia. Purtroppo il pizzuto è dal lato interno e le salpe da quello esterno ossia dalla parte dove sta il mio fucile. arretro il braccio con l'arma con molta cautela, le salpe continuano a mangiare, bene. la conformazione del sasso dalla parte del pizzuto non permette però molti movimenti senza scoprirmi.

Per fortuna il pizzuto si muove avanti e indietro per mangiare quindi c'è un instante in cui oltre alla coda appare una porzione del peduncolo caudale. Questa è la mia unica possibilità, dovrò sparare mirando al peduncolo caudale. Molto lentamente metto il fucile in posizione e aspetto l' instante esatto. Il pizzuto di più di mezzo kg finisce in sagola e si agita molto perchè preso in un punto non vitale. Io non mi muovo dalla posizione da cui ho sparato, sono sempre a galla e posso respirare tranquillamente. Invece di inseguire il pesce facendo un sacco di rumore in più oltre a quello che già sta facendo la preda ferita, mantengo la posizione e recupero la sagola, mantenendomi nascosto il più possibile tra le rocce.

Sistemo la preda e ricarico l'arbalete.

Poco più avanti i massi sono franati per effetto delle onde e aprono una specie di passaggio tra l'interno e l'esterno della massicciata.

E' un punto di solito ben frequentato. Però viene a mancare il nascondiglio offerto dai massi che sono franati. Quindi devo immergermi diversi metri prima e scegliere un percorso dal basso verso l'alto a velocità ridottissima col fucile già in direzione per un eventuale tiro. C'è un sassone più grosso degli altri che fa un bel cono d'ombra. Mi ci infilo e comincio ad aggirarlo con molta calma.

Purtroppo i saraghi invece di stare dalla parte opposta come al solito, questa volta sono sul lato destro e mi vedono o mi sentono prima di poter tirare. Cominciano a defilarsi ma senza panico perchè i miei movimenti sono stati lentissimi, comunque via uno e gli altri a seguire sono già fuori tiro. Ma io conosco i miei polli e so che spesso ci sono uno a due ritardatari che di solito sono anche i maggiori. Rimango immobile e aspetto. Dopo pochi secondi spunta il primo, non posso sapere se ce ne sono altri e tiro immediatamente, il maggiore di quasi 800gr non fa storie fulminato.

Devo emergere e ciò brucia i prossimi 10 mt di scogliera. Sistemo il pesce e ricarico. Qui sono allo scoperto adesso e quindi l'unica chance è passare dalla parte interna per avanzare ancora di una decina di metri fino al prossimo spot. nel momento in cui scapolo l'apice della parte soffolta e comincio a vedere la sabbia del lato interno con la coda dell' occhio un baluginio argenteo mi suggerisce l'idea di un cefalo che sgattaiola tra le pietre della base della massicciata. sarà che ci sono i cefali in tana? Vado a vedere.

Lascio l'arbalete attaccato al pallone e prendo il 70 col 5 punte. In effetti c'è un branchetto di cefali di buone dimensioni che passa da un sasso all'altro ma sempre senza lasciarmi il tempo di tirare il grilletto. Al che mi infilo in verticale dentro un cunicolo (il più scuro di tutti) e rimanendo con le pinne di fuori e in verticale mi immobilizzo ad aspettare. Dopo pochi secondi passa il primo cefalo, ma subito a seguire c'è un bel pizzuto, per cui devio leggermente l'arma e sparo al sarago che col 5 punte cade immobile.

Cerco ancora i cefali per qualche minuto ma evidentemente ho fatto troppo rumore e non riesco a rilocalizzarli.

Avanzo ancora e ricomincia la parte di massicciata fuori dall'acqua che mi offre di nuovo ombra e nascondiglio. Sono talmente concentrato a cogliere i piccoli movimenti intorno ai sassi che quasi mi perdo l'arrivo di un serra appena sotto la superficie e leggermente verso il largo. Sta andando veloce ma è a tiro e il mio arbalete sta alla seconda tacca, al peso risulterà di 2,5kg....

bene ora devo fermarmi qui ... il lavoro mi chiama

alla prossima occasione

 

Ringrazio Stefano per i suoi post sempre interessanti che meriterebbero più apprezzamento da parte di tutti...

Voglio solo fare una nota alla tua azione di caccia:

credo sia impossibile realizzare un agguato perfetto a galla o in pochissima acqua con il pallone al seguito.

E neanche è immaginabile ancorarlo, fare 100 metri di agguati e tornare a recuperarlo...

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Ciao Lupo, ottima osservazione la tua.

In realtà c'è un modo.

Se pesco in una spanna d'acqua mi porto il pallone con una sagola cortissima (lascio quasi tutta la sagola avvolta nell'avvolgisagola) e un piombo a pedagno.

Perchè il problema non è solo l'impiccio nell'azione di pesca ma il fatto che il pallone va a infilarsi in mezzo alle rocce o ai massi della massicciata e ciò ovviamente non è gradevole.

Quindi in sintesi il pallone avrà due o tre metri di sagola e 1kg di piombo di pedagno. Per cui ogni volta che inizio un breve percorso lascio il pedagno sul primo scoglio che trovo, compio l'azione di caccia e torno a recuperare il pedagno, che però non sarà a 100 mt di distanza ma a 5/6 mt giusto il tempo di recuperare il fiato, perchè spesso le apnee sono lunghe in quanto sott'acqua ci dobbiamo muovere a velocità di stella marina e spesso fare un percorso di parecchi metri.

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Ed ecco la seconda situazione, diametralmente opposta alla prima: maremoto!

anche qui avremo il problema del pallone.

Per poter pescare in queste condizioni e risolvere anche il problema del pallone dovremo scegliere una costa con la giusta conformazione.

E la giusta conformazione è quella verticale!

Quanto più le rocce cadono a picco tanto meglio. Un esempio di coste così in Liguria lo abbiamo in aree che ormai sono AMP, le isole di La Spezia dal lato del mare aperto, alcuni tratti del monte di Portofino, Punta Mesco alle 5 Terre.

Questa pesca, a patto di non sbagliare la costa dove praticarla, è molto divertente anche se parecchio impegnativa.

Io ancoro il pallone al largo (che però son sempre pochi metri da dove compio l'azione di pesca visto che la costa strapiomba) in modo che la risacca non se lo trascini in mezzo alle rocce. Poi studio le onde per capire il periodo di ripetizione tra quelle grosse e quelle piccole e ovviamente cerco dei canaloni o dei costoni da sfruttare nella fase di avvicinamento.

Autunno di 3/4 anni fa, zona di Levanto (Liguria). Una certa onda lunga arrivata durante la notte ha sporcato l'acqua del golfo. Conoscendo la zona penso che a fondo l'acqua sia impraticabile con una sospensione elevata, così decido di entrare col 75 e un po di piombo in più per pescare nella risacca.

Il porticciolo di Vallegrande è un ottimo punto di entrata e soprattutto di uscita abbastanza protetto anche se le condizioni dovessero peggiorare.

Come esco dal lato ridossato le onde mi sballottano parecchio, tento due o tre tuffi alla prima punticina per valutare le condizioni di visibilità ma come previsto, sul fondo l'acqua è troppo sporca e quando c'è questa sospensione è ben difficile che qualcosa giri .

Salto allora tutta la prima parte dove il fondale è troppo basso e declinante per poterci pescare in sicurezza e mi avvio al primo contrafforte roccioso dove so che la profondità è subito maggiore.

Tra l'altro la visibilità in superficie è decisamente migliore quindi pare che la mia scelta strategica si sia rivelata corretta.

Affronto la seconda punta già ben carico. L'onda sbatte parecchio ma so che è proprio dove si formano i riccioli di risacca che il pesce si piazza per mangiare.

Questa punta tra l'altro offre una specie di piccolo ridosso dal lato che guarda Levanto che sfrutto per partire al primo attacco.

L'unica cosa negativa è che dovrei sparare con la sinistra il che mi disturba in queste condizioni, lo so fare in tana ma così al libero mi risulta impossibile. Quindi mi capovolgo tanto nel turbillon di onde e schiuma non sai più dove sta l'alto e dove il basso.

Il percorso qui è breve perchè sfrutto il ridosso, quindi aspetto un momento di relativa calma tra due onde e sbuco dal basso verso l'alto col fucile già in mira.

C'è un orata, ma vedo solo la coda che scapola dietro un piccolo spuntone, poi la schiuma della risacca mi preclude ogni visuale... Torno indietro.

Riprovo dopo poco, e questa volta è un pizzuto, sarebbe a tiro ma la risacca è tanto forte che non riesco a spostare il fucile di quei pochi centimetri necessari per allineare il tiro. Pazienza , comunque c'è pesce, almeno non sarà stata una levataccia inutile......

Abbandono il riparo e mi posiziono al largo della punta preparandomi per il tuffo successivo. C'è un canalone che sembra portare fin sotto il punto di rottura dell'onda. Aspetto il momento giusto (onda entrante) e mi ci infilo sfuttando la spinta dell'onda. Arrivo proprio nel punto giusto quando un cefalone sta transitando davanti alla punta dell'asta. il tiro è facile e cerco di afferrare subito sagola e asta anche se tutto aggrovigliato per ritornare verso il largo con l'onda che si ritira.

Al largo con calma sistemo il pesce al pallone e ricarico.

In realtà sto cercando le orate , so che ci sono con queste condizioni e ne ho già visto una, il cefalo serviva solo per testare le mie condizioni.

Il prossimo tuffo sarà in corrispondenza di un costone che forma una specie di balconata ad una profondità di circa 2 metri. Non c'è possibilità, in queste condizioni, di sbucare al di là del costone perchè i pesci si spaventano subito, dovrò infilarmi al riparo del costone e aspettare l'onda di ritorno con la quale anche alcuni pesci scendono trascinati anche loro dalla risacca. Cosi faccio e nel momento dell' onda di ritorno due orate passano a filo del costone, una delle due finisce in sagola.

Lascio questa seconda punta e mi dirigo alla terza.

La risacca mi avvicina troppo alla costa e una orata mi percepisce e scende dalla risacca per inabissarsi verso il largo. Forse qui l'acqua è un poco più pulita, devo allargarmi di più. C'è ancora l'altro estremo della puntina che può riservare qualche sorpresa. Parto da fuori, striscio sul fondo fino ad arrivare al coperto e poi aspetto l'onda entrante e risalgo, proprio nella schiuma intravvedo qualcosa, ho solo una frazione di secondo per cui sparo istintivamente e dopo non capisco più niente, sono tutto avvolto da bollicine, rinculo pregando che l'asta non si incastri, ma qualcosa blocca la sagola del fucile. libero un poco del piccolo mulinello che uso in questi casi, in modo da riuscire a portarmi fuori dalla risacca, l'asta rimane ancora la nella zona pericolosa. Mi ricordo che la punta fa una rientranza dall' altra parte (cioè verso la costa), al che assicuro il calcio del fucile al pallone che è li poco distante ormeggiato col pedagno che sempre mi porto dietro, poi aggiro la punta nuotando sul fondo e risalgo sperando di intravvedere l'asta. La vedo e insieme c'è anche un saragone che si è insagolato e nel tentativo di fuggire ha incastrato la sagola intorno a uno spuntone. Il filo scollina verso il largo dalla parte dove ho appeso il fucile, in mezzo è solo schiuma e risacca.

Taglio la sagola, recupero asta e pesce e riaggiro la punta verso il largo.

mentre sto sistemando il pesce al pallone si avvicina un gruppetto di 3 cefaloni che sta viaggiando appena sotto la superficie, io ho ancora l'asta separata dal fucile ma ci provo lo stesso, ricarico e cerco di stringere i cefali verso la costa, poi con la punta del fucile cerco di spingerli a invertire la rotta, cosa che puntualmente avviene e ora sono a tiro..... il secondo cefalone è fortunatamente quasi fulminato il che mi consente di recuperarlo senza perdere l'asta.

La successiva parte di costa non mi offre prede interessanti ma io voglio arrivare alla secchetta che c'è prima della punta che chiude il golfo della Francesca.

Il cappello quando c'è mare spunta dall'acqua alternativamente con le onde.

Mi infilo nel canalone trta la secchetta e la costa e guardando verso l'alto scorgo una bella orata che sta mangiando sul lato interno della secca, ci sono anche dei salponi il che complica le cose perchè mentre l'orata probabilmente non si accorgerebbe di nulla al mio avvicinarmi, le salpe invece sono sempre all'erta.

Per cui imposto l'agguato come se fosse direttamente sulle salpe. Quando le salpe mi percepiscono e cominciano a sfilare l'orata sta ancora grufolando e non si accorge dell'asta che gli arriva direttamente sull'opercolo.

Bene sono soddisfatto, posso rientrare.

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grazie per i tuoi bellissimi resoconti di pesca,penso e penserò sempre che nessun video possa superare un racconto ben fatto e con i tuoi sei riuscito a farmi partecipe come se in acqua ci fossi stato io!

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  • 1 mese dopo...

Questa è una storia di un po' di anni fa.

Camogli, gara a squadre con gommone. Novembre, giornata plumbea ma senza pioggia.

Siamo in acqua io e il mio grande e compianto amico Erwin Marchic.

Stiamo pescando lungo la diga del porticciolo (all'epoca non esistevano tutte le limitazioni del giorno d'oggi).

Ad un certo punto sento qualcuno gridare alzo la testa e vedo il barcaiolo che si sbraccia a tutta forza .

Mi avvicino e sento che urla : "Squalo!!!, squalo!!!"

Vedo agitazione anche sul molo di alcuni turisti che probabilmente hanno assistito alla scena.

Il barcaiolo mi dice che d'improvviso ha visto passare sotto la chiglia del gommone una grossa sagoma che poi ha continuato qualche metro a pelo d'acqua per immergersi successivamente nelle vicinanze di dove si stava svolgendo l'azione di pesca.

Io vado in direzione della gente che stava sul molo e chiedo conferma , e la ottengo.

Al che risalgo sul gommone e chiamo Erwin. Lui mi dice : sarà che è valido per la gara? se arriva gli sparo...

Io dico "Erwin vieni fuori dicono che è grosso", magari è un delfino ma perchè rischiare? Lui dice "faccio due tuffi e risalgo". Detto fatto.

Bene ora che si fa? di smettere di pescare nemmeno a parlarne, infervorati come eravamo per le gare.

Decidiamo di spostarci di un paio di km e andiamo verso Punta Chiappa (allora non era parco) ma ci fermiamo alla seconda franetta della costa prima di Porto Pidocchio (mi viene il magone a pensare alla libertà di quei tempi!!!).

Io dico a Erwin "se c'era un posto dove uno squalo si sarebbe diretto era proprio verso Punta Chiappa!!!". Ma vabbè ormai ci siamo.

"io però me ne sto in poca acqua, tanto per non saper ne' leggere ne' scrivere" dico io. Ok lui va sul bordo esterno della franetta e io , ammetto un poco preoccupato, mi appiattisco il più possibile nell'acqua più bassa possibile, praticamente non potevo immergermi perchè strisciavo con la pancia sui sassetti dello spiaggione da cui si originava la frana subacquea. Li tra l'altro (siccome c'era una leggera onda) c'erano parecchie chiazze di acqua bianca.

Fu così che scoprii che proprio in una spanna d'acqua giravano i cefaloni (non so se anche essi preoccupati per qualche grande predatore).

Sfruttando alcuni sassi affioranti e facendo l'agguato in superficie, o spostandomi a volte in 1,5 mt di fondo, con molto piombo addosso, riuscii a prenderne diversi.

Vincemmo la prova anche grazie ai pesci di Erwin.

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  • 4 settimane dopo...

E questo racconto della gara di tanti anni fa mi riporta alla memoria anche un altro simpatico episodio capitatomi a Bogliasco. parliamo sempre di pesca in una spanna d'acqua.

A quei tempi ero solito andare a pescare con un altro grande amico, Otello, di cui ora ho perso le tracce.

Otello mi insegnò i primi rudimenti dell'agguato in poca acqua. Andavamo a pescare al mattino prestissimo, in posti in cui oggi non incontrereste nemmeno una castagnola, ma allora c'era un sacco di pesce. Indossavamo le mute che era ancora scuro e siccome spesso io mi dimenticavo di asciugarle completamente dopo averle lavate il giorno prima, ancora rabbrividisco pensando alla sensazione molto sgradevole di infilarsi una muta tutta bagnata alle 4,30 di mattina... ma avevamo il sacro fuoco della passione assoluta per il nostro sport e nulla poteva fermarci.

All'epoca la pesca era quasi sempre in tana, pochissimi praticavano l'aspetto che era ancora una tecnica ignota ai più , figuriamoci l'agguato. ma Otello aveva sviluppato questa tecnica (probabilmente con altri atleti del club glorioso Ci.Ca.Sub Bogliasco) e io lo osservavo attentamente. Bene in quell'epoca in una spanna d'acqua giravano oratone e saragoni da infarto, tanto che anche nel punto di entrata in acqua bisognava fare tutto con molta attenzione e silenzio perchè subito dietro il primo spuntone c'era sempre pesce interessante fermo a mangiare.

Con quella tecnica Otello (e inseguito anche io dopo averne appreso le fondamenta) prendeva un sacco di pesci. Ci divertivamo un mondo e alle 10 di mattina avevamo già terminato la nostra azione di pesca.

Proprio apprendendo a entrare in acqua con la massima circospezione, strisciando molto lentamente mi capitò a Bogliasco di sparare un branzinone di 4 kg, Praticamente non avevo ancora bagnato le pinne, avevo solo infilato testa e busto in acqua e stavo piano piano avanzando tra i sassetti della riva quando in lontananza vedo due spigole avvicinarsi, non potevo fare altro che immobilizzarmi dietro un sassotto un po' più grande e lasciar uscire tutta l'aria dai polmoni per affondare rapidamente senza muovere un solo muscolo (affondare è una parola grossa perchè ci saranno stati 30 cm di acqua). Non avevo nemmeno trovato ancora un appiglio decente da afferrare con la mano sinistra che il primo branzino era già a tiro e lo spiedinai per il lungo. 3kg e 950 grammi mi ricordo ancora con gioia!!!!

Modificato da Sciacchetrà
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Beh di racconti di pesci presi a "strusciapanza" ne avrei parecchi, in particolare di catture di orate.

Una volte ascoltai il mio amico Paolone Cappucciati raccontare di una cattura di corvine,,,, "a piedi"....

Se non mi sbaglio fu durante una gara. Trovo' un tratto di costa che dava la sensazione di formare dei passaggi in poca acqua verso l'interno della montagna, ma dal lato del mare aperto non si riusciva a trovare un passaggio grande abbastanza per immergersi e infilarsi. Allora decise di salire sugli scogli, togliersi le pinne e la maschera e vedere se riusciva a trovare qualcosa dal lato della terraferma. Camminando sulle rocce dopo poco individuò una pozza che sembrava comunicare col mare aperto e ci si infilò.... Trovò una tana di belle corvine ....

Forte di questo e altre decine di racconti di varie persone che conosco, ho appreso che a volte il pesce si trova realmente in una spanna d'acqua e che bisogna avere una fantasia molto fervida per affrontare certe situazioni di pesca.

A Zoagli sotto il muraglione della ferrovia ci sono due massicciate che formano dei laghetti interni in cui spesso sostano dei cefaloni. L'acqua è talmente bassa e il posto ristretto che se provate ad avvicinarvi incautamente i pesci si spaventano e schizzano in tutte le direzioni, terminando per infilarsi dentro i massi e uscire verso il mare aperto.

Una volta, proprio sapendo di questo comportamento, mi avvicinai alla zona strisciando tra le rocce (più poca acqua di così credo sia impossibile!) in modo che la mia ombra non si riflettesse nelle pozze d'acqua salata. Avevo già la muta addosso ed ero prontissimo per entrare in acqua. Da un angolino nascosto mi sdraiai sulla roccia che inclinata aveva una punta che entrava nell'acqua e goffo (più goffo) come un tricheco lentamente mi trascinai con la testa e il braccio armato dentro l'acqua. Senza fare il minimo sciacquio. Volevo tentare di prendere uno dei cefaloni . Ero arrivato a immergere il busto mentre le pinne ancora stavano nella parte asciutta della roccia quando, guardando attraverso il vetro della maschera, un piccolo movimento attrasse la mia attenzione: da dietro un sassone affiorante usci' un guscio di bivalve rotolando unito a un polverino di sedimento spostato come da una coda di qualche pinnuto..... ma i cefali non mangiano cozze!!! mi immobilizzai totalmente e rimasi ad aspettare. Non vedendo uscire nulla lasciai il calcio del fucile incastrato sotto il mento e presi un sassetto li vicino. Diedi due o tre colpetti e ripresi il fucile in mano proprio nel momento in cui una bella orata faceva capolino da dietro il masso. il tiro fu facile, era a un metro da me e il pesce sui 2kg... bei ricordi gente!

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Ospite RobertmEr

How to Put on a cap if you

 

How you can Wear a hat in case you a man

 

On this video, many of us learn how men can wear hats properly. Hats are a good way for men to be able to "up" their style and set these people apart from some other men. While wearing a baseball cover, remember to not really spin your current hat from different aspects, because this could make you look far more stupid as compared to if you were to wear it normally. If you are trying to impress somebody, will not wear the baseball limit. If you would like to put on a fedora, you are able to experiment with various materials to coordinate with different kinds of outfits. These kinds of have become popular and look great with many different garments. Whatever hat you choose, be sure to coordinate it with what you might be wearing and where you're going.

 

With this tutorial, we all learn five different ways to use a beret. The first way is to use the hat with the extended side about the forehead continuing to fall on the remaining hair. Another way is to achieve this same seem, except slowly move the hat to the right. Next, put the hat in the center of the hair using your bands quietly. Next search is in the midst to the left. You can even wear it in the middle with pigtails or to the left or right with pig tails. Wearing with a side pony tail is also another great option. All you need is this hat to make so many different seems to be, and match up a number of different.

 

Do you have a beanie and merely can learn how to wear it? This video could be the right one for you! Using this, we discover ways to wear a new beanie 20 different ways! The very first way is to use it toned on your go. Or you can put it on as a fedora. A lady can put it on with her bangs hanging out, then you can definitely wear it with the cap sticking out for a "robin hood" appear. You can access the sides than it to create a half hat or you can wear it aside. Any way you determine to wear the hat, let it be right for you and enjoy your own beanie!.

 

With this video, we all learn how to wear a beret securely. This is used to keep the beret on your head in order that it doesn fly apart. To do this, oakley store you will require the beret and bobby pins. Very first, place the beret on your head and style your hair all around it so it looks the way you prefer. Subsequent, grab your own pins make then within the beret holes on your hair. Make use of a couple of the pins to make certain the cap and head of hair are linked and secured tightly. While finished, move the hat somewhat to make sure it is secure, then enjoy your new look together with your secure beret!.

 

In this video tutorial, viewers learn how to fix hat hair males with prolonged hair. Begin by spraying several duo shot conditioner in your hair to make your hair far more wet and simple to work with. Use a comb or maybe your hands for you to push your hair back. And then evenly disperse some gentle wax by simply rubbing it into your arms and put it to use into your head of hair. Run the actual wax using your hair along with push the idea back. Then use a hair comb to component the side as well as top of the head of hair. Comb your hair to one facet and apply some hairspray to help hold the head of hair. This video clip will benefit individuals male readers who have hat hair and would like to learn.

 

It will take a valor for a man to utilize UGG boots, but it can be done. If you possess boots, but they are for whatever reason ashamed of having them, hide the ankle joint part of them you jeans. If you wish to possess your a couple of hundred dollar shoes or boots, let the front part of your current pant bottoms be loose around your boot styles, but brace the back section of your pant bottoms on the surfaces of your shoes or boots. Remember, never ever tuck your own pants in the boots. In the event you follow these simple techniques, it is possible for a man to wear Ugg boots and look good doing so.

 

 

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