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Dilemma respirazione...


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Pesco da 0 a 25 metri e chiaramente dipende dalle quote, diciamo che, quando sono in forma, sui 10-15 metri faccio aspetti sui due minuti, due minuti e mezzo (ma preferisco quelli da trenta secondi, perchè in genere quando durano così poco vuol dire che hai bucato qualcosa! ;) ). Quando mi alleno in statica respiro allo stesso modo e di solito come tempi sono attorno ai 4,5/5 minuti.

Alla fine l'ossigeno che hai nei polmoni è sempre quello, quel che conta è l'essersi rilassati prima del tuffo.

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Pesco da 0 a 25 metri e chiaramente dipende dalle quote, diciamo che, quando sono in forma, sui 10-15 metri faccio aspetti sui due minuti, due minuti e mezzo (ma preferisco quelli da trenta secondi, perchè in genere quando durano così poco vuol dire che hai bucato qualcosa! ;) ). Quando mi alleno in statica respiro allo stesso modo e di solito come tempi sono attorno ai 4,5/5 minuti.

Alla fine l'ossigeno che hai nei polmoni è sempre quello, quel che conta è l'essersi rilassati prima del tuffo.

Ottimo tempo! allora appena vado a mare provo questo nuovo tipo (per me) di respirazione e vediamo che succede... vi farò sapere ;-)

 

p.s.: se trovate qualche articolo o video al riguardo postatelo! :thumbup:

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Esattamente. Però concordo sul fatto che si trovano poche informazioni specifiche su questo tema importantissimo,

mentre su altri argomenti ddecisamente meno importanti se ne trovano trova tantissime.

Per forza, chi vende brevetti insegna metodiche di iperventilazione raccontando che non lo sono...dare informazioni corrette significa far collassare un mercato.

 

:bye:

 

parole sante! :thumbup:

 

e quindi?? qual'è la cosa giusta da fare? affidarsi all'istinto o semplicemente all'abitudine di "io faccio sempre così e così continuerò a fare", senza sapere se effettivamente è giusto o meno, secondo me è sbagliatissimo! Forse servirebbe un' illuminante risposta da parte del dott. Malpieri, ma non mi va di riaprire la medesima discussione in sicurezza e medicina...

 

 

La tecnica di ventilazione corretta ti è già stata indicata da Daniele, Malpieri in altre discussioni ha detto di non aver rilevato sensibili alterazioni della CO2 fino a 6 atti respiratori "diaframmatici" chiamiamoli così. Una ventilazione scorretta non fa necessariamente sparire le contrazioni, ma le sposta in avanti nel tempo. Che tu non riesca ad ottenere gli stessi tempi puà dipendere da una questione di testa, ma anche proprio dal fatto che i tuoi segnali corporei sono alterati da una ventilazione troppo prolungata.

 

Non so di che quote parliamo, ma se oltre i 10/12, fare il tuffo successivo quando ci si sente di aver recuperato, è il miglior modo per farsi male. I tempi di recupero, soprattutto in un fisico appena allenato, si riducono al minimo e possono esporre al serio rischio di taravana. Ripeto, se oltre i 10/12 mt sarebbe molto più utile un computer da apnea, soprattutto per tuffi così prolungati come quelli che descrivi.

 

:bye:

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Esattamente. Però concordo sul fatto che si trovano poche informazioni specifiche su questo tema importantissimo,

mentre su altri argomenti ddecisamente meno importanti se ne trovano trova tantissime.

Per forza, chi vende brevetti insegna metodiche di iperventilazione raccontando che non lo sono...dare informazioni corrette significa far collassare un mercato.

 

:bye:

 

parole sante! :thumbup:

 

e quindi?? qual'è la cosa giusta da fare? affidarsi all'istinto o semplicemente all'abitudine di "io faccio sempre così e così continuerò a fare", senza sapere se effettivamente è giusto o meno, secondo me è sbagliatissimo! Forse servirebbe un' illuminante risposta da parte del dott. Malpieri, ma non mi va di riaprire la medesima discussione in sicurezza e medicina...

 

 

La tecnica di ventilazione corretta ti è già stata indicata da Daniele, Malpieri in altre discussioni ha detto di non aver rilevato sensibili alterazioni della CO2 fino a 6 atti respiratori "diaframmatici" chiamiamoli così. Una ventilazione scorretta non fa necessariamente sparire le contrazioni, ma le sposta in avanti nel tempo. Che tu non riesca ad ottenere gli stessi tempi puà dipendere da una questione di testa, ma anche proprio dal fatto che i tuoi segnali corporei sono alterati da una ventilazione troppo prolungata.

 

Non so di che quote parliamo, ma se oltre i 10/12, fare il tuffo successivo quando ci si sente di aver recuperato, è il miglior modo per farsi male. I tempi di recupero, soprattutto in un fisico appena allenato, si riducono al minimo e possono esporre al serio rischio di taravana. Ripeto, se oltre i 10/12 mt sarebbe molto più utile un computer da apnea, soprattutto per tuffi così prolungati come quelli che descrivi.

 

:bye:

 

I tempi di recupero sono importantissimi certo! Non ho detto che "non riesco ad ottenere gli stessi tempi"... devo ancora provarci perchè non l'ho mai fatto. Per ora è solo un dubbio. Spero di constatare che funzioni anche con max 6 atti respiratori :thumbup: vi farò sapere appena provo... se sarà così vorrà dire che fino ad oggi sono stato un co@#**%e :P

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Ciao, Davide ti ha scritto tutto quello che c'è da sapere.

Quando spiego la fisiologia del corpo in immersione ai corsi di pesca in apnea, massacro i miei allievi sulla pericolosità di una respirazione sbagliata.

Al termine della lezione all'ultimo corso uno degli allievi ha detto: Ho capito! Meglio che non andiamo per niente in acqua...

L'iperventilazione è tutto ciò che deroga dalla respirazione normale, sulla sua pericolosità, tutto dipende dalla soggettività e dallo stato di allenamento, nel senso che puoi essere più o meno esposto a rischi, ma lo sei sempre.

I giramenti di testa o i formicolii sono come la roulette russa, ma fatta con un solo colpo vuoto in canna...

Anche con molto meno si può essere esposti a rischi di black out.

Detto questo, non mischiamo MAI la respirazione fatta per l'apnea con quella per la pesca in apnea, sono gesti atletici con finalità diverse e fatti in condizioni di assistenza (nella pesca non c'è quasi mai...) diverse.

Il fatto che tu hai delle apnee più lunghe respirando come fai tu, come già sottolineato, è solo una questione di rilassamento e di convinzione, ma potrebbe anche essere un "lavaggio" eccessivo di CO2, sulla cui effettiva pericolosità solo il tuo destino potrà parlare per te...

Non tutti i pionieri che iperventilavano in passato sono morti, ma TUTTI hanno rischiato di farlo ad ogni tuffo!

Una volta pescavo su un fondale di 16 metri con apnee medie tra un minuto e quindici ed un minuto e trenta, ho visto i dentici che giravano larghi e si facevano (solo) rivedere ogni due/tre tuffi e le mie apnee sono aumentate progressivamente fino a due minuti e dieci/quindici.

Questa cosa mi ha fatto riflettere molto sulla pericolosità della nostra capacità di convincerci...

Per cui, non ti serve fare due minuti e trenta di apnea, i pesci riesci a prenderli in molto meno tempo!

Tornando alla TUA respirazione, posto che l'ossigeno nei polmoni rimane sempre al 22% circa dell'aria respirata, l'unica differenza è quanta anidride carbonica rimane in circolo.

Saprai, spero, che non è la mancanza di ossigeno che dà la sensazione di fame d'aria, ma la saturazione nel sangue dell'anidride carbonica, prodotta come se fosse il "gas di scarico" dell'organismo.

Più aumenta questa concentrazione, più il cervello rileva la necessità di riprendere la respirazione aumentando la frequenza cardiaca (fuori dall'acqua).

In acqua intervengono altre modificazioni fisiologiche come il riflesso d'immersione ed il "blood shift" che per un meraviglioso meccanismo di autodifesa del cervello, contribuiscono entro certi limiti a ridurre la frequenza cardiaca (banalizzando i concetti).

Per questo motivo, se hai iperventilato ed hai una bassa concentrazione di CO2 (anidride carbonica) nel sangue prima dell'apnea, il cervello sarà ingannato sulla reale autonomia e quando l'ossigeno tenderà a ridursi drasticamente, magari durante la risalita (ma non solo...) con una diminuzione della pressione parziale dei gas in circolo, ci sarà una ulteriore drastica diminuzione della frequenza cardiaca che in molti casi, purtroppo, non permette al cervello di ricevere l'ossigeno necessario per non andare in black out e a quel punto, la frittata è fatta, si sviene e non si sa come va a finire, o meglio, lo sappiamo tristemente bene.

Quindi cosa fare?

Respira normalmente tra un tuffo e l'altro e se stai pescando tranquillo per divertirti, goditi il tempo in superficie.

Quando sarà trascorso un tempo congruo, alcune didattiche indicano almeno il triplo dell'ultima apnea, ma anche in questo caso dipende da che apnea avrai fatto (c'è differenza tra un minuto e trenta fatto a 5 metri e lo stesso tempo fatto a 12/15 metri) e dalla profondità operativa che prevedi di mantenere nei tuffi successivi, fai una serie di respiri che non dovrà superare i 5/6 atti profondi e ti immergi.

Personalmente, mi limito a tre atti respiratori, ma se sento di non essere pronto, riprendo il rilassamento respirando normalmente e poi ripeto la sequenza.

Purtroppo non esiste una respirazione che vada bene per tutti, facendo spesso da barcaiolo in gara ho visto atleti di alto livello iperventilare in modo assolutamente pericoloso, ma lo fanno per velocizzare il recupero tra un tuffo e l'altro e mantenere un ritmo serrato.

Atleti esperti ed allenati, nonostante questo i casi di taravana fioccano...

In definitiva, consapevolezza, gradualità, prudenza ed una preghierina ogni tanto!

Ciao. Pepu.

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Ho necessità di un chiarimento anche io a questo punto. Vorrei essere sicuro di far bene.

 

Io dopo ogni apnea rimango in superficie e mi rilasso per bene almeno per il doppio del tempo di apnea. Durante questa fase di rilassamento però faccio una respirazione diaframmatica pur con respiri normali..... quando mi sento pronto e bello rilassato allora faccio alcuni atti profondi che variano da 3 a 5, a volte anche di più.....confesso---- e scendo.

 

Come già detto solitamente sento lo stimolo dopo 1, 30 minuti di media e allora risalgo.

Durante la risalita però sto bene attendo a non agitarmi mai, continuo a rilassarmi e pedalo molto piano per non creare un shock durante la risalita.

 

Arrivato alla superficie con molta calma metto il boccaglio in bocca, espello l'acqua molto piano e inizio a respirare sempre mantenendo una forte calma.... avevo letto che spesso si sviene quando si riprende aria molto velocemente e da allora ho paura di fare azioni troppo drastiche.

 

Vi chiedo, va bene questo mio comportamento oppure devo migliorare qualcosa per la sicurezza?

 

Le mie apnee sono molto variabili come profondità, arrivo fino a 17 metri e più ma questo comportamento lo tengo sempre a qualunque profondità.

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Ho necessità di un chiarimento anche io a questo punto. Vorrei essere sicuro di far bene.

 

Io dopo ogni apnea rimango in superficie e mi rilasso per bene almeno per il doppio del tempo di apnea. Durante questa fase di rilassamento però faccio una respirazione diaframmatica pur con respiri normali..... quando mi sento pronto e bello rilassato allora faccio alcuni atti profondi che variano da 3 a 5, a volte anche di più.....confesso---- e scendo.

 

Come già detto solitamente sento lo stimolo dopo 1, 30 minuti di media e allora risalgo.

Durante la risalita però sto bene attendo a non agitarmi mai, continuo a rilassarmi e pedalo molto piano per non creare un shock durante la risalita.

 

Arrivato alla superficie con molta calma metto il boccaglio in bocca, espello l'acqua molto piano e inizio a respirare sempre mantenendo una forte calma.... avevo letto che spesso si sviene quando si riprende aria molto velocemente e da allora ho paura di fare azioni troppo drastiche.

 

Vi chiedo, va bene questo mio comportamento oppure devo migliorare qualcosa per la sicurezza?

 

Le mie apnee sono molto variabili come profondità, arrivo fino a 17 metri e più ma questo comportamento lo tengo sempre a qualunque profondità.

perfetto :thumbup:

Se ti spingi oltre i 15 /20 m aspetta anche tre volte il tempo di apnea ;)

Edited by a.bassu
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Ciao, Davide ti ha scritto tutto quello che c'è da sapere.

Quando spiego la fisiologia del corpo in immersione ai corsi di pesca in apnea, massacro i miei allievi sulla pericolosità di una respirazione sbagliata.

Al termine della lezione all'ultimo corso uno degli allievi ha detto: Ho capito! Meglio che non andiamo per niente in acqua...

L'iperventilazione è tutto ciò che deroga dalla respirazione normale, sulla sua pericolosità, tutto dipende dalla soggettività e dallo stato di allenamento, nel senso che puoi essere più o meno esposto a rischi, ma lo sei sempre.

I giramenti di testa o i formicolii sono come la roulette russa, ma fatta con un solo colpo vuoto in canna...

Anche con molto meno si può essere esposti a rischi di black out.

Detto questo, non mischiamo MAI la respirazione fatta per l'apnea con quella per la pesca in apnea, sono gesti atletici con finalità diverse e fatti in condizioni di assistenza (nella pesca non c'è quasi mai...) diverse.

Il fatto che tu hai delle apnee più lunghe respirando come fai tu, come già sottolineato, è solo una questione di rilassamento e di convinzione, ma potrebbe anche essere un "lavaggio" eccessivo di CO2, sulla cui effettiva pericolosità solo il tuo destino potrà parlare per te...

Non tutti i pionieri che iperventilavano in passato sono morti, ma TUTTI hanno rischiato di farlo ad ogni tuffo!

Una volta pescavo su un fondale di 16 metri con apnee medie tra un minuto e quindici ed un minuto e trenta, ho visto i dentici che giravano larghi e si facevano (solo) rivedere ogni due/tre tuffi e le mie apnee sono aumentate progressivamente fino a due minuti e dieci/quindici.

Questa cosa mi ha fatto riflettere molto sulla pericolosità della nostra capacità di convincerci...

Per cui, non ti serve fare due minuti e trenta di apnea, i pesci riesci a prenderli in molto meno tempo!

Tornando alla TUA respirazione, posto che l'ossigeno nei polmoni rimane sempre al 22% circa dell'aria respirata, l'unica differenza è quanta anidride carbonica rimane in circolo.

Saprai, spero, che non è la mancanza di ossigeno che dà la sensazione di fame d'aria, ma la saturazione nel sangue dell'anidride carbonica, prodotta come se fosse il "gas di scarico" dell'organismo.

Più aumenta questa concentrazione, più il cervello rileva la necessità di riprendere la respirazione aumentando la frequenza cardiaca (fuori dall'acqua).

In acqua intervengono altre modificazioni fisiologiche come il riflesso d'immersione ed il "blood shift" che per un meraviglioso meccanismo di autodifesa del cervello, contribuiscono entro certi limiti a ridurre la frequenza cardiaca (banalizzando i concetti).

Per questo motivo, se hai iperventilato ed hai una bassa concentrazione di CO2 (anidride carbonica) nel sangue prima dell'apnea, il cervello sarà ingannato sulla reale autonomia e quando l'ossigeno tenderà a ridursi drasticamente, magari durante la risalita (ma non solo...) con una diminuzione della pressione parziale dei gas in circolo, ci sarà una ulteriore drastica diminuzione della frequenza cardiaca che in molti casi, purtroppo, non permette al cervello di ricevere l'ossigeno necessario per non andare in black out e a quel punto, la frittata è fatta, si sviene e non si sa come va a finire, o meglio, lo sappiamo tristemente bene.

Quindi cosa fare?

Respira normalmente tra un tuffo e l'altro e se stai pescando tranquillo per divertirti, goditi il tempo in superficie.

Quando sarà trascorso un tempo congruo, alcune didattiche indicano almeno il triplo dell'ultima apnea, ma anche in questo caso dipende da che apnea avrai fatto (c'è differenza tra un minuto e trenta fatto a 5 metri e lo stesso tempo fatto a 12/15 metri) e dalla profondità operativa che prevedi di mantenere nei tuffi successivi, fai una serie di respiri che non dovrà superare i 5/6 atti profondi e ti immergi.

Personalmente, mi limito a tre atti respiratori, ma se sento di non essere pronto, riprendo il rilassamento respirando normalmente e poi ripeto la sequenza.

Purtroppo non esiste una respirazione che vada bene per tutti, facendo spesso da barcaiolo in gara ho visto atleti di alto livello iperventilare in modo assolutamente pericoloso, ma lo fanno per velocizzare il recupero tra un tuffo e l'altro e mantenere un ritmo serrato.

Atleti esperti ed allenati, nonostante questo i casi di taravana fioccano...

In definitiva, consapevolezza, gradualità, prudenza ed una preghierina ogni tanto!

Ciao. Pepu.

Grazie Pepu per il tempo che ci hai concesso rispondendo in modo esaustivo sull'argomento. :)

 

Si, conosco molto bene il discorso legato alla quantità di CO2 necessaria come campanello di allarme per la risalita e sto bene attento a non sgarrare

 

Hai scritto che arrivi anche a 5/6 atti respiratori profondi dopo aver recuperato in superficie respirando normalmente.... allora mi viene da fare un'altra domanda: "ma fare 5/6 atti respiratori profondi non è iperventilare??? o iperventilare sarebbe se questi 5/6 atti respiratori profondi fossero fatti in modo molto veloce??".

 

Ecco, questo è il nocciolo della questione che mi ha spinto a creare questa discussione! :siiiii:

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É iperventilare! Tutta la reapirazione "non naturale" cioè dettata dagli stimoli indotti dal cervello lo é. Se fai una corsa la respirazione aumenta d'intensitá di pari passo con la frequenza cardiaca e questa non è iperventilazione ma la normale reazione fisiologica ad uno stimolo. Diciamo che dalle esperienze e studi fatti quello dei 5/6 atti respiratori dopo un recupero adeguato rientra in un range ancora accettabile, ma non assoluto.

Spero di averti chiarito i dubbi residui...

Ciao.

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Aggiungo, io mi limito a tre/quattro atti fatti in modo profondo ma senza variazioni di velocitá, usando il diaframma.

In questo caso, la mia funzione è quella di preparare la gabbia toracica ad un'espansione non consueta, incamerando piú aria possibile rispetto alla normale ventilazione.

Infatti, avrai notato che i primi tuffi non sei perfettamente a tuo agio, proprio perchè l'espansione toracica non è ancora ottimale, riguadagnando elasticitá dopo qualche immersione.

Comunque le sensazioni e le risposte fisiologiche rimangono soggettive.

Gli apneisti di alto livello (si parla di dinamica lineare) prima della prestazione massimale respirano normalmente e fanno un unico atto respiratorio profondo, aggiungendo aria con la "carpa".

Quando in piscina c'ho provato io per fare la stessa distanza raggiunta dopo riscaldamento e distanze intermedie, ho sofferto come un cane! :-(

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Ciao, Davide ti ha scritto tutto quello che c'è da sapere.

Quando spiego la fisiologia del corpo in immersione ai corsi di pesca in apnea, massacro i miei allievi sulla pericolosità di una respirazione sbagliata.

Al termine della lezione all'ultimo corso uno degli allievi ha detto: Ho capito! Meglio che non andiamo per niente in acqua...

L'iperventilazione è tutto ciò che deroga dalla respirazione normale, sulla sua pericolosità, tutto dipende dalla soggettività e dallo stato di allenamento, nel senso che puoi essere più o meno esposto a rischi, ma lo sei sempre.

I giramenti di testa o i formicolii sono come la roulette russa, ma fatta con un solo colpo vuoto in canna...

Anche con molto meno si può essere esposti a rischi di black out.

Detto questo, non mischiamo MAI la respirazione fatta per l'apnea con quella per la pesca in apnea, sono gesti atletici con finalità diverse e fatti in condizioni di assistenza (nella pesca non c'è quasi mai...) diverse.

Il fatto che tu hai delle apnee più lunghe respirando come fai tu, come già sottolineato, è solo una questione di rilassamento e di convinzione, ma potrebbe anche essere un "lavaggio" eccessivo di CO2, sulla cui effettiva pericolosità solo il tuo destino potrà parlare per te...

Non tutti i pionieri che iperventilavano in passato sono morti, ma TUTTI hanno rischiato di farlo ad ogni tuffo!

Una volta pescavo su un fondale di 16 metri con apnee medie tra un minuto e quindici ed un minuto e trenta, ho visto i dentici che giravano larghi e si facevano (solo) rivedere ogni due/tre tuffi e le mie apnee sono aumentate progressivamente fino a due minuti e dieci/quindici.

Questa cosa mi ha fatto riflettere molto sulla pericolosità della nostra capacità di convincerci...

Per cui, non ti serve fare due minuti e trenta di apnea, i pesci riesci a prenderli in molto meno tempo!

Tornando alla TUA respirazione, posto che l'ossigeno nei polmoni rimane sempre al 22% circa dell'aria respirata, l'unica differenza è quanta anidride carbonica rimane in circolo.

Saprai, spero, che non è la mancanza di ossigeno che dà la sensazione di fame d'aria, ma la saturazione nel sangue dell'anidride carbonica, prodotta come se fosse il "gas di scarico" dell'organismo.

Più aumenta questa concentrazione, più il cervello rileva la necessità di riprendere la respirazione aumentando la frequenza cardiaca (fuori dall'acqua).

In acqua intervengono altre modificazioni fisiologiche come il riflesso d'immersione ed il "blood shift" che per un meraviglioso meccanismo di autodifesa del cervello, contribuiscono entro certi limiti a ridurre la frequenza cardiaca (banalizzando i concetti).

Per questo motivo, se hai iperventilato ed hai una bassa concentrazione di CO2 (anidride carbonica) nel sangue prima dell'apnea, il cervello sarà ingannato sulla reale autonomia e quando l'ossigeno tenderà a ridursi drasticamente, magari durante la risalita (ma non solo...) con una diminuzione della pressione parziale dei gas in circolo, ci sarà una ulteriore drastica diminuzione della frequenza cardiaca che in molti casi, purtroppo, non permette al cervello di ricevere l'ossigeno necessario per non andare in black out e a quel punto, la frittata è fatta, si sviene e non si sa come va a finire, o meglio, lo sappiamo tristemente bene.

Quindi cosa fare?

Respira normalmente tra un tuffo e l'altro e se stai pescando tranquillo per divertirti, goditi il tempo in superficie.

Quando sarà trascorso un tempo congruo, alcune didattiche indicano almeno il triplo dell'ultima apnea, ma anche in questo caso dipende da che apnea avrai fatto (c'è differenza tra un minuto e trenta fatto a 5 metri e lo stesso tempo fatto a 12/15 metri) e dalla profondità operativa che prevedi di mantenere nei tuffi successivi, fai una serie di respiri che non dovrà superare i 5/6 atti profondi e ti immergi.

Personalmente, mi limito a tre atti respiratori, ma se sento di non essere pronto, riprendo il rilassamento respirando normalmente e poi ripeto la sequenza.

Purtroppo non esiste una respirazione che vada bene per tutti, facendo spesso da barcaiolo in gara ho visto atleti di alto livello iperventilare in modo assolutamente pericoloso, ma lo fanno per velocizzare il recupero tra un tuffo e l'altro e mantenere un ritmo serrato.

Atleti esperti ed allenati, nonostante questo i casi di taravana fioccano...

In definitiva, consapevolezza, gradualità, prudenza ed una preghierina ogni tanto!

Ciao. Pepu.

 

 

complimenti per il bellisimo post! sono un allievo AA, fa sempre piacere rileggere ciò che insegnate ai corsi!

 

ciao e grazie per il contributo, utile a tutti!

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Aggiungo, io mi limito a tre/quattro atti fatti in modo profondo ma senza variazioni di velocitá, usando il diaframma.

In questo caso, la mia funzione è quella di preparare la gabbia toracica ad un'espansione non consueta, incamerando piú aria possibile rispetto alla normale ventilazione.

Infatti, avrai notato che i primi tuffi non sei perfettamente a tuo agio, proprio perchè l'espansione toracica non è ancora ottimale, riguadagnando elasticitá dopo qualche immersione.

Comunque le sensazioni e le risposte fisiologiche rimangono soggettive.

Gli apneisti di alto livello (si parla di dinamica lineare) prima della prestazione massimale respirano normalmente e fanno un unico atto respiratorio profondo, aggiungendo aria con la "carpa".

Quando in piscina c'ho provato io per fare la stessa distanza raggiunta dopo riscaldamento e distanze intermedie, ho sofferto come un cane! :-(

Bene. Quindi l'iiperventilazione è l'aumento di velocità negli atti respiratori rispetto ad una velocità normale di respirazione. Cambiando solamente la profondità e non la velocità si evita l'iperventilazione. E' così o mi sbaglio?

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Scusami, deve esserti sfuggito il mio intervento immediatamente precedente a quello che hai riportato...

E' tutta iperventilazione, lenta o veloce che sia.

Normalmente tu non respiri in quel modo se sei a riposo, non ne hai motivo.

Nella normalità, non ti rendi nemmeno conto di come respiri perché è il tuo cervello che ne regola la velocità e l'intensità, in base a quello che stai facendo (riposo, corsa, paura...).

Il rischio dipende da quanto la si protrae la ventilazione non spontanea (iperventilazione), non riesco a spiegarmi meglio, mi dispiace...

Se ti limiti a 3/4 atti, sei relativamente sicuro di non avere eliminato troppo il residuo di CO2 e quindi le sensazioni di fame d'aria e gli stimoli diaframmatici, della glottide o comunque si manifestino individualmente, giungono in tempo utile per avere un certo margine per riemergere in sicurezza.

Secondo alcune fonti mediche che io ho voluto prendere come riferimento, per un pescasub, alla comparsa della prima contrazione diaframmatica ci si trova già in una situazione di serio rischio.

Per un apneista puro, comincia il divertimento...

Ciao. Peppe.

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Ho necessità di un chiarimento anche io a questo punto. Vorrei essere sicuro di far bene.

 

Io dopo ogni apnea rimango in superficie e mi rilasso per bene almeno per il doppio del tempo di apnea. Durante questa fase di rilassamento però faccio una respirazione diaframmatica pur con respiri normali..... quando mi sento pronto e bello rilassato allora faccio alcuni atti profondi che variano da 3 a 5, a volte anche di più.....confesso---- e scendo.

 

Come già detto solitamente sento lo stimolo dopo 1, 30 minuti di media e allora risalgo.

Durante la risalita però sto bene attendo a non agitarmi mai, continuo a rilassarmi e pedalo molto piano per non creare un shock durante la risalita.

 

Arrivato alla superficie con molta calma metto il boccaglio in bocca, espello l'acqua molto piano e inizio a respirare sempre mantenendo una forte calma.... avevo letto che spesso si sviene quando si riprende aria molto velocemente e da allora ho paura di fare azioni troppo drastiche.

 

Vi chiedo, va bene questo mio comportamento oppure devo migliorare qualcosa per la sicurezza?

 

Le mie apnee sono molto variabili come profondità, arrivo fino a 17 metri e più ma questo comportamento lo tengo sempre a qualunque profondità.

perfetto :thumbup:

Se ti spingi oltre i 15 /20 m aspetta anche tre volte il tempo di apnea ;)

 

E' abbastanza raro che mi spinga oltre i 15 metri, arrivo spesso ai 12 - 13 ma i fondali dove pesco non li superano quasi mai.

Tra qualche giorno devo andare con un amico esperto di pesca sub che scende anche a 25 metri e devo fare la prova di discesa a 20 metri. Quando ho fatto i 17 metri non ho avuto alcun problema e sono riuscito a fare anche l'aspetto.

 

20 metri a pensarci così un po mi spaventano ma so che stando attenti senza spingere oltre sono fattibilissimi, questa esperienza devo però farla con un esperto che mi possa assistere in caso di problemi.

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Scusami, deve esserti sfuggito il mio intervento immediatamente precedente a quello che hai riportato...

E' tutta iperventilazione, lenta o veloce che sia.

Normalmente tu non respiri in quel modo se sei a riposo, non ne hai motivo.

Nella normalità, non ti rendi nemmeno conto di come respiri perché è il tuo cervello che ne regola la velocità e l'intensità, in base a quello che stai facendo (riposo, corsa, paura...).

Il rischio dipende da quanto la si protrae la ventilazione non spontanea (iperventilazione), non riesco a spiegarmi meglio, mi dispiace...

Se ti limiti a 3/4 atti, sei relativamente sicuro di non avere eliminato troppo il residuo di CO2 e quindi le sensazioni di fame d'aria e gli stimoli diaframmatici, della glottide o comunque si manifestino individualmente, giungono in tempo utile per avere un certo margine per riemergere in sicurezza.

Secondo alcune fonti mediche che io ho voluto prendere come riferimento, per un pescasub, alla comparsa della prima contrazione diaframmatica ci si trova già in una situazione di serio rischio.

Per un apneista puro, comincia il divertimento...

Ciao. Peppe.

Si si avevo letto il tuo intervento precedente! Quindi bene o male iperventiliamo tutti alla fine! L'importante è non strafare. Bene... proverò con 4/5-6 atti respiratori profondi ma a velocità normale e vedremo che risultato otterrò. Grazie per le dritte Pepu :thumbup:

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