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Allenamento, aspetti fisici e psicologici...


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Ma dopo tanto parlare di allenamento, quanti sanno cos'è l'allenamento e come si ottiene? Capisco che forse scrivo testi troppo lunghi che non invogliano alla lettura approfondita, ma con un pizzico di presunzione, nel mio primo intervento si sarebbe potuto virtualmente chiudere il thread. Meno male che non è successo, perchè ci saremmo persi le preziose indicazioni di Gianfranco, nella veste che mi piace di più e che più è utile a chi legge! Se in pesca pedalo come un forsennato, non ho più il fiato per pescare, questa è una legge per chiunque. Quindi, in pesca, i km. macinati in 5/6 ore equivalgono a fare una bella passeggiatina di 10 km. mangiando un gelato. Saremo stanchi, ma non possiamo parlare di allenamento. L'allenamento si ottiene effettuando dei cicli di stimolazione dei muscoli secondo un programma di esercizi che vedono l'aumento del carico di lavoro muscolare in modo progressivo, ma non esponenziale. In pratica si deve attuare la "famosa" supercompensazione! Il corpo umano è strutturato per risparmiare il più possibile e capitalizzare al massimo in ogni situazione. Se mi immergo, si attiva l'effetto di immersione per farmi risparmiare fiato, causando bradicardia. Se non mi muovo abbastanza, ingrasso perchè il metabolismo sa che deve mettere da parte le riserve per i tempi di carestia (che nei tempi moderni, dalle nostre parti sono impossibili...). Se immobilizzo un arto per una frattura, il muscolo si atrofizza perchè non serve il suo utilizzo. Con questo principio, se sottopongo il muscolo ad un lavoro al quale non è abituato, le fibre muscolari tenderanno a danneggiarsi ed il nostro organismo come contromisura si irrobustisce per evitare di soffrire di nuovo. Ma per il principio di economia di cui sopra, l'irrobustimento sarà il minimo indispensabile per affrontare quella situazione che ha creato il deficit. Se corro sempre per 10 minuti al giorno, alla stessa velocità e condizioni di pendenza, noterò subito che le volte successive farò molta meno fatica, ma dopo qualche giorno non avrò più alcun beneficio perchè i miei muscoli si saranno "attrezzati" per svolgere quel carico di lavoro in economia. Per questo bisogna aumentare progressivamente il carico di lavoro, senza però tendere all'infinito perchè c'è un limite oltre il quale anche il nostro organismo non riesce più a compensare e per questo occorre differenziare il lavoro muscolare, alternando cicli di lavoro sulla forza resistente e velocità, a seconda degli OBIETTIVI, ETA', SESSO, STORIA ATLETICA DELL'INDIVIDUO E NON ULTIMO TEMPO A DISPOSIZIONE!!! Cosa diversa è se vado a pesca tutti i giorni senza fare altro lavoro muscolare. L'adattamento fisiologico all'apnea mi porterà a fare tempi sempre più alti ma non AVRO' NESSUN BENEFICIO MUSCOLARE. Lo ha scritto chiaro Cono e l'ha ribadito inconsapevolmente Luigi Puretti quando scrive che dopo una stagione di pesca non riesce a fare due corsette che va in affanno. Va in affanno perchè i suoi muscoli sono degradati dal lavoro ripetitivo del pescatore "intensivo". Non ci sono santi... se voglio aumentare tempi e quote di apnea devo PESCARE. Se mi alleno muscolarmente (con l'obiettivo di avere un fisico più allenato) non aumenterò di un secondo i tempi di apnea, ma tutto ciò che farò in acqua risulterà più semplice e con minore sforzo, con tempi di recupero molto più brevi, così come spiegato benissimo anche da Davide. Allora, che senso ha allenarsi per il pescatore? La SICUREZZA! Trovarsi, proprio malgrado, in situazioni estreme come forte corrente non prevista o mare mosso, può fare la differenza tra togliersi dalle grane o lasciarci le penne. Non vi annoio più. Ciao. Pepu.
Devo dirvi un paio di cose per rendere merito alla verità, la prima fa il paio con quanto precedentemente scritto e forse non ben inteso quando ho scritto "meglio ferito che morto". Intendevo che quando per la maggior parte i pescasub non fanno nulla è sempre meglio un allenamento poco attinente ad uno mai effettuato. La seconda sembrerebbe in antitesi con la prima ma serve a far meglio intendere cosa sarebbe un buon allenamento. Intanto occorre dire che un allenamento ha da rispettare fattori esterni ed interni all'atleta. Intendo dire che occorre sapere che disciplina realizza l'atleta e in che modo la svolge. (si presto a dire pesca sub, quale? come? quando? CHI?) L'allenamento deve esercitare le qualità dell'atleta e le capacità condizionali, quelle coordinative, di adattamento oltre che, naturalmente, quelle tecniche della disciplina. Nel nostro caso dobbiamo aggiungere anche migliorare le conoscenze ambientali, dei pesci, delle condizioni meteomarine e dei suoi influssi. Questi solo alcuni degli ingredienti ma bastano da soli già a farvi capire quante sarebbero le variabili di cui tener conto nella preparazione di un atleta, amatore o agonista che sia. Provo a usare una metafora culinaria per meglio comprenderci. Immaginate di dover cucinare una paella valenciana. I tempi di cucina dobbiamo immaginarli come le intere stagioni della pesca fino al pasto. Un buon allenamento rispetterà ogni singolo ingrediente senza sbagliare le DOSI dell'uno o dell'altro. Da quelli PRICIPALI (quelli in cui possiamo inserire per definizione la nostra disciplina) a quelli apparentemente secondari (ad esempio la forza massima). Tutto va cotto con tecniche adeguate nei momenti giusti rispettando la materia prima e seguendo e vigilando sui tempi di cottura. Ci possiamo anche accontentare di una paella passabile ma se vogliamo il massimo non possiamo che essere RIGOROSI! Ciao
Uno dei thread più belli che ho mai letto qui se non più bello ed interessante,grazie ragazzi,e due messaggi che ho quotato secondo me valgono più di mille libri e consigli,con questo ringrazio Pepu e Gianfranco Ciavarella per averle condiviso con noi/me :)

 

Ti ringrazio di cuore.

 

Il mondo dei pescatori è bello perchè è vario e talvolta le convinzioni radicate fanno fatica ad essere scardinate, soprattutto se ci si riferisce a modelli legati alla tecnica, ma che poco hanno a che fare con le conoscenze di base della fisiologia.

 

Beh, ho passato sabato e domenica all'Eudi in compagnia di quel grande Uomo (prima che grande Pescatore) di Massimo Scarpati.

 

Abbiamo chiacchierato anche di questi argomenti... era troppo avanti in molte cose.

 

E che perle che ci ha regalato, aneddoti delle sue gare e pescate, oro puro!

 

Ciao. Pepu.

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Ti ringrazio di cuore.

 

Il mondo dei pescatori è bello perchè è vario e talvolta le convinzioni radicate fanno fatica ad essere scardinate, soprattutto se ci si riferisce a modelli legati alla tecnica, ma che poco hanno a che fare con le conoscenze di base della fisiologia.

 

Beh, ho passato sabato e domenica all'Eudi in compagnia di quel grande Uomo (prima che grande Pescatore) di Massimo Scarpati.

 

Abbiamo chiacchierato anche di questi argomenti... era troppo avanti in molte cose.

 

E che perle che ci ha regalato, aneddoti delle sue gare e pescate, oro puro!

 

Ciao. Pepu.

 

La prima volta che sono stato a s,teresa di gallura(più precisamente a capo testa),non ero che un ragazzo con pochissima esperienza :) e quando passavo sopra quei fondali che per erano abissali pensavo dentro di me: madonnaaa questo è un mare da Massimo Scarpati,ioche ci faccio qui ? :lol:

Questo per dirti quanto ti invidio l'incontrocon Massimo Scarpati :bye: .

 

Ps: so che non è saggio ma mi sto allenando esattamente come facevi tu in piscina,però c'è un "ma",nell'orario che è aperto al pubblico sono praticamente solo ed in questo momento non ho nessuno che venga con me,a parte l'atmosfera della piscina che a volte è inqueitante (mi sembra di vivere quei famosi film di d'orror con tutti quei rumori strani,non so se hai presente una piscina completamente vuota :D),cosi la parte importante che sarebbe la testa(mente) è sempre li teso,roba da matti,in mare ho superato mille ostacoli e qui in due metri d'acqua ho questi problemi,cosi ho sempre la paranoia di lavorare la fase che inizia la fame d'aria e mi fermo subito :(

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Per quanto possa essere superfluo raccomandartelo, se non c'è un assistente presente, limitati a lavori di superficie dove non serve l'apnea, ma solo un sano lavoro aerobico.

 

Gli incidenti (anche mortali) in piscina sono capitati con la vasca affollata, perchè non s'è capito immediatamente che "quell'apnea" era già terminata da troppo tempo...

 

Se mai ti dovesse accadere qualcosa (non sia mai!), oltre al danno alla tua persona che rimane quello più grosso, metteresti nei guai qualche povero padre di famiglia che ti concede il lusso di allenarti in condizioni molto favorevoli.

 

Comunque, la sensazione di trovarsi in piscina senza nessun altro in giro, a parte l'assistente che svolge i suoi lavori, è una sensazione seconda solo a quella di trovarti nel mare calmo dell'alba estiva...

 

Allenandomi nel Tiro Sub dalle 6.30 alle 8.30, anche se con apnee ridicole da 30 secondi in 140 cm. d'acqua, presto sempre molta attenzione e cerco di evitare di essere completamente solo.

 

Mi raccomando! :thumbup:

 

Pepu.

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Se mai ti dovesse accadere qualcosa (non sia mai!), oltre al danno alla tua persona che rimane quello più grosso, metteresti nei guai qualche povero padre di famiglia che ti concede il lusso di allenarti in condizioni molto favorevoli.

Comunque, la sensazione di trovarsi in piscina senza nessun altro in giro, a parte l'assistente che svolge i suoi lavori, è una sensazione seconda solo a quella di trovarti nel mare calmo dell'alba estiva...

 

Non credo che il responsabile piscina abbia delle conseguenze visto che la piscina è aperta al pubblico,non è che mi concede qualcosa di particolare,solo che non viene nessuno.

Per il paragone con mare calmo dell'alba estiva ,ti descrivo la scena di ieri sera :D

Una nube densa in tutta la piscina come se fossi a Londra ,la piscina non ha pareti ma si separa dall'esterno solo con dei vetri e fuori vedevo le ombre degli alberi e il vento che soffiava ,poi stranamente ogni volta che ero sott'acqua sentivo dei rumori stranissimi da fuori,ad un certo punto mi sono detto che cacchio faccio qui ? meglio andare a casa,che coniglio :lol: ,ho ancora insistito ma la testa non era a posto,sicuramente il tuo consiglio sul lavoro aerobico è la più saggia :thumbup:

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Devi sapere che in tutte le piscine è espressamente vietata l'apnea, tranne che non ci sia il diretto controllo di un assistente bagnante che autorizza e vigila o che non venga fatta nell'ambito di un corso o di un allenamento dove è l'istruttore che ha affittato lo spazio acqua a pagarne le eventuali conseguenze.

 

Quindi, se non c'è assistenza, le pulci se le gratta il responsabile dell'impianto...

 

Comunque è meglio che non succeda mai niente!

 

Ciao.

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Da un anno e mezzo a questa parte mi sto allenando, pesca a parte, più di quanto abbia fatto in passato. In pratica nuoto in piscina sei giorni su sette, quando non sono in trasferta o non sono comunque a pescare. Circa 100 vasche consecutive a stile libero senza fermarmi mai, ad una media attuale di 27" netti a vasca. Quando ho del tempo in più aggiungo delle serie di scatti sui 25, in 15" circa. Ogni giorno cerco di limare qualcosa sul passaggio agli 800 (13'30") o ai 1500 (26'40") o sul totale, e più o meno ci riesco. Rispetto a quando ho cominciato ho perso qualche chilo (da 78/80 a 72/74)e mi sento generalmente meglio. Quando parto per una trasferta di pesca sto in acqua dalla mattina alla sera, poi devo lavorare sul materiale girato a volte fino a tarda notte, mediamente riesco a fare quattro giorni su cinque su lunghi periodi, anche otto giorni consecutivi sui brevi periodi. Più di quanto riuscivo a fare fino a qualche anno fa, e risento meno della corrente e delle lunghe nuotate. Però quando torno ho perso chili, muscoli, in piscina fatico molto di più, e mi ci vogliono tre o quattro giorni per riprendere almeno due chili e rifare i tempi. Quanta differenza ci sarebbe basando il lavoro sull'intervallo training, che soprattutto mentalmente mi pesa di più (ho anche due lavori, una moglie e tre figli, come tutti vivo sempre di corsa, e nuotare come faccio con il lettore MP3 mi rilassa anche, mentre il lavoro sulle ripetute mi stressa)?

Fabrizio

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Io invece vi chiedo come usate la cyclette (durata e regolazione del freno per ogni singolo allenamento), perchè per me è qualcosa di totalmente nuovo.

Da circa 15 giorni uso questo attrezzo allentando e stringendo il freno di 1/4 di giro, in modo alterno e ogni tot minuti.

Dopo poco più di mezz'ora sto con la lingua per terra e le cosce "quadrate", per cui mi tocca fermarmi...

Freno eccessivo?

Modificato da siccia
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@Snak: parlo di cose che conosco marginalmente solo se e quando mi rendo conto che non c'è nessuno più competente in materia che voglia prendere la parola. Mi sembra che in questo thread siano intervenute, e spero interverranno ancora, persone che ne sanno di più, per cui lascio la parola a loro.

 

Fabrizio

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Io invece vi chiedo come usate la cyclette (durata e regolazione del freno per ogni singolo allenamento), perchè per me è qualcosa di totalmente nuovo.

Da circa 15 giorni uso questo attrezzo allentando e stringendo il freno di 1/4 di giro, in modo alterno e ogni tot minuti.

Dopo poco più di mezz'ora sto con la lingua per terra e le cosce "quadrate", per cui mi tocca fermarmi...

Freno eccessivo?

 

Utilizzo anche io la cycly.

E' comoda, la fai quando vuoi, quando sei a casa, il tempo scarseggia.

Io parto lento per una decina di minuti, poi aumento fino ad arrivare al max delle stretta sempre per dieci minuti ogni step.

Poi a scalare.

Facevo quasi un oretta in questo modo.

Adesso da un paio di settimane, mi faccio una mezzoretta di cycly, e se mia moglie mi aiuta un'altra mezzoretta abbondante di corpo libero.

Esercizi vari, per le gambe e addominali.

Purtroppo per impegni non riesco + di 2 volte a settimana, questa sera dovrebbe essere quella buona.

Modificato da nadar-nadar
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Se Fabrizio fa una domanda del genere mi trovo anche in soggezione a provare a rispondere...

 

Però lasciatemi "godere" nel leggere l'ennesima testimonianza di un (permettimi) GRANDE PESCATORE!

 

Ho già precisato di non essere un allenatore esperto, diciamo che mi limito all'ABC.

 

Per rispondere a chi chiedeva informazioni sull'Interval Training, è un tipo di allenamento che si basa appunto sulla sequenza di picchi di lavoro muscolare intervallati da momenti di recupero attivo, che servono a stimolare il lavoro aerobico al limite della soglia anaerobica.

 

Il tutto va sempre inquadrato in un contesto di lavoro complessivo e non sul singolo tipo di lavoro muscolare.

 

Il problema, caro Fabrizio, è che per il mio modesto parere di sicuro l'Interval Training ti è utile se devi affrontare una competizione di pesca, dove la tua strategia deve adattarsi alle condizioni di gara in cui servirà affrontare tuffi senza avere recuperato completamente, magari per arrivare sul segnale prima dell'avversario.

 

Un lavoro così fatto, oltre a favorire recuperi complessivamente più veloci, lavora anche sull'effetto "tampone" aiutandoti a sopportare meglio la sensazione di fame d'aria causata dal mancato smaltimento di CO2, un po' come faccio io quando mi alleno per il Biathlon del Tiro Sub.

 

In quel caso, il mio IT è legato a brevi apnee in movimento (nuoto, corsa o bici a velocità blanda) in sequenza di 5 per 13 secondi di apnea intervallati da 2 atti respiratori ripetuti 3 o 4 volte dopo un recupero attivo di circa 5 minuti.

 

Nelle condizioni abituali di pesca ed in generale per la pesca in apnea, credo sia veramente difficile programmare un allenamento specifico, se non proiettato nel medio termine.

 

La nostra attività è talmente atipica e soggetta a troppe variabili che sottoporsi ad un carico importante a livello muscolare per poi andare a pescare dopo un paio di giorni significa per molti dovere rinunciare alle proprie caratteristiche di pescatore perchè condizionato da una risposta muscolare non ottimale, talvolta anche in modo pericoloso per la sicurezza se non si ha l'esperienza e la sensibilità per sapersi adattare alle mutate condizioni fisiche rispetto a come si è abituati.

 

Se un paio di giorni prima dell'uscita di pesca ho fatto un bel richiamo di forza resistente e durante la pescata mi rendo conto che il pesce staziona tutto intorno ai 15 metri, ma io ho le gambe pesanti (e il fiato corto), avrò fatto una bella frittata e dovrò pure fare attenzione a gestirmi correttamente per non farmi male.

 

Per questo non è bene dispensare tabelle omni-fungibili su internet, senza avere cognizione di chi le dovrà applicare e come le applicherà...

 

Cosa diversa se si dispone di tempi più lunghi e si può lavorare per periodi-cicli di allenamento, con un obiettivo.

 

Alla fine, visto che io faccio allenamenti in piscina molto simili a quelli descritti da Fabrizio, diventa più utile fare un lavoro medio, improntato sulla stimolazione della forza resistente, ma non solo, dove mantieni un livello di forma complessivamente buona, piuttosto che non fare nulla.

 

In definitiva, noi passiamo tante ore in acqua facendo lunghi spostamenti a pinne, per cui mi è più utile avere "la gamba" in tutte le situazioni.

 

Per la cyclette di Fabio,

non saprei darti un consiglio, la considero utile solo come appendipanni... ;o)))

 

Ti sarebbe molto utile un cardiofrequenzimetro in modo da lavorare sulla soglia aerobica (140/160 bpm) e regolarti da solo quando rendere il carico più pesante, senza trascurare il discorso fatto in precedenza.

 

Vale sempre il consiglio di Gianfranco di qualche pagina fa, per la generalità dei pescatori...

 

MEGLIO FERITI CHE MORTI!

 

Spero di leggere altri interventi molto più accreditati e illuminanti del mio!

 

Ciao. Pepu.

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io la ciclette non la conosco e non sò come è tarata

conosco la bici o montain bike qualsivoglia

sellino alto, estensione quasi massima in pedalata della gamba, pedalata di ritorno anche in tiro oltre che spinta

quel che penso visto anche il fisico di Fabrizio è che la postura è la chiave di volta

un lavoro muscolare sbagliato non produrrà mai il 100 per cento di efficenza

 

la bicicletta a mio avviso tende a bloccare il busto e a schiacciare il costato non permettendo la completa apertura della gabbia per via delle braccia lungo quest'ultima che tese per il lavoro offrono notevole resistenza, la conseguenza è che i muscoli intercostali non lavorano a pieno,

bene magari fare un pò di bici ma non solo quella

il nuoto ho trovato il miglior compromesso di lavoro muscolare con la monopinna, le braccia alte sopra la testa, gabbia toracica libera da ogni costrizione, il movimento sincronizzato dalla punta delle dita delle mani a quella dei piedi fanno del nuoto a delfinetto un esercizio completo, cmq questo lo spiega meglio Barbara se volete approfondimenti

per i ritmi cardiaci non ci ho mai badato ma trovo nello scatto sui 100 di corsa tutto quello che mi serve, potenza, postura, corretta respirazione in fase di recupero per via di segnali immediati sul debito di ossigeno

quel che mi manca è sempre l'apnea di cui piano piano stò cercando la chiave, il corso non lo voglio fare perchè ho paura di diventare stonato :D

siete una forza.....

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