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TRAGEDIA AL GIGLIO NAVE DA CROCIERA...


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Quello che ci viene offerto dai media sono due scenari:

la paura della morte e quindi l'assenza di umanità (o etica) del capitano (o di chi non so altro, non mi interessa, sono dei piccoli esseri), e il coraggio di tutti gli altri che si sono prodigati e si prodigano a rischio della propria vita.

Ovviamente sono vicino a coloro che si impegnano nelle operazioni di recupero e salvataggio.

 

In ogni caso la nave non passava li a caso e non era la prima volta, come si è visto fu anche ringraziata dalle sue prodezze dal primo cittadino...

 

Sempre esempi di umanità diverse...

Si deve sapere per sceglere a quale genere umano e livello etico appartenere .

E' in onda in primaserata su RAI1 Bruno Vespa che intervista il medico di bordo. Incredibilmente tutta la squadra medica Tango India (la squadra medica d'emergenza) ha abbandonato la nave sulle prime scialuppe in barba a tutte le regole deontologiche del mare e della medicina.. Altro che Costa Concordia... si trattò di Costa Caporetto con tanto di lancio delle scarpe per meglio scappare a gambe levate . Se fossimo un paese serio dovremmo prendere tutti gli ufficiali di bordo fuggitivi e fucilarli alla schiena in diretta TV a rete unificate. :ghigliottina:

 

Questo lo sai perche accade?!

Perche vengono messe persone non all'altezza della situazione,uomini che rivesto certi incarichi dovrebbero essere selezionati e preparati,per comportarsi in modo adeguato in casi imprevisti,o forse pensavano che li pagano profumatamente,per farsi la crociera a vita

L'Italia è piena di persone valide che darebbero tutto per fare il proprio mestiere con orgoglio e valore,invece guarda cosa siamo costretti a vedere!

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Non cadiamo nella trappola del qualunquismo e della spettacolarizzazione dei drammi.

Già la nostra bella televisione televisione sta facendo questo.

Concordo perfettamente con Piero, da Vespa in giù sembrerebbe che tutti i giornalisti italiani sono diventati di colpo dei superesperti di mare e di navigazione, da come parlano (poi se uno entra nel contenuto delle cazz@te che dicono, la situazione è diversa).

 

Io penso sia utile ricordare un precedente importante, quello di Piero Calamai, il leggendario comandante dell'Andrea Doria. Per quasi vent'anni è stato crocefisso in ogni dove, accusato di tutto il male possibile, e di tutto il male che era successo a quella meravigliosa nave, orgoglio della nostra marina. Per quasi vent'anni è stato il capro espiatorio numero 1 (va anche detto che c'erano, come anche nel caso della costa concordia, interessi economici enormi in ballo, in quello speronamento con naufragio).

 

Poi, a vent'anni di distanza, si è stabilito al di la di ogni possibile dubbio che non solo non c'entrava nulla con il naufragio, non solo non aveva colpa alcuna, non solo aveva fatto tutto quanto possibile ed impossibile per salvare la situazione e la nave, il pax ed i crew, ma aveva avuto un comportamento così cristallinamente eroico da avere infine l'onore di un suo busto che troneggia nell'atrio della scuola della marina militare di New York, la più importante degli states, come l'esempio eterno di un Uomo del Mare. La frase che disse accommiatandosi dai suoi uomini, quando PER ULTIMI scendevano la scaletta dell'Andrea Doria, è stata ripresa da parecchi film.

 

Certo, nel caso della Costa, alla luce di quanto FINORA è emerso, la situazione sembra essere spaventosamente, straziantemente diversa.

Ma concordo con Piero, se l'esempio di Calamai insegna qualcosa, evitiamo di tuffarci nell'insulto alle prime info, aspettiamo di sapere le cose come stanno davvero.

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Ciao a tutti, se andate sul sito Giglio News nella rubrica " dite la vostra " ci sono due lettere illuminanti che spiegano esattamente cosa sia la manovra dell' INCHINO e che , NEI GIUSTI TEMPI E MODI , è antica tradizione porgere un " saluto " da parte delle navi a delle località.

Nulla a che fare con le manovre deliranti che hanno provocato tanti morti e dispersi.

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Provo una grande pietà per Schettino. Nonostante sia il momento in cui tutti fanno a spinte per condannarlo o impiccarlo al primo albero che capita, io provo pietà. Così come sono sgomento per le vite che si sono spente in quello che doveva essere un viaggio di allegria e spensieratezza, così lo sono per la vita distrutta del comandante di quella nave. Fino a dieci minuti prima della manovra “consuetudinaria” per i mari italiani, la sua era la vita di una persona onesta, dedita al lavoro e alla famiglia. Mica un delinquente pregiudicato a piede libero, scarcerato per sovraffollamento delle carceri. Subirà il processo e pagherà i suoi errori, verranno messi in luce tutti gli aspetti che adesso appaiono quantomeno imprecisi e viziati dall’emozione che offusca il giudizio. Ma francamente non riesco a infierire su di lui.

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Per chi pensa ancora che Schettino non abbia cercato di insabbiare tutto

 

Pronto? C'è una piccola falla....»

La telefonata ai riparatori

Alle 23.30 la compagnia ha chiesto l’intervento di un’impresa

Il direttore: «Schettino ha mentito anche alla sua società»

 

 

 

la costa crociere chiama dopo aver sentito la «concordia»

«Pronto? C'è una piccola falla....»

La telefonata ai riparatori

Alle 23.30 la compagnia ha chiesto l’intervento di un’impresa

Il direttore: «Schettino ha mentito anche alla sua società»

GROSSETO—Alle 23.30 di venerdì sera siamo quasi alla fine. Il naufragio appare già per quel che è, un disastro che costerà molte vite umane e la perdita di una nave. Andando all’indietro nel tempo: la Costa Concordia è inclinata da almeno 15 minuti, molti passeggeri sono già sulle scialuppe, la sirena dell’allarme di abbandono ha suonato alle 22.58, l’impatto contro gli scogli delle Scole è ormai avvenuto da due ore.

 

Lo squarcio nella carena in una foto ravvicinata dei Vigili del Fuoco A Savona, nella casa di Paolo Cappucciati suona il telefono. È la Costa Crociere, chiamano da Genova. Il responsabile dell’Ufficio manutenzioni ordinarie chiede la disponibilità per un lavoro, c’è da riparare una falla su una nave della compagnia in avaria. Quella nave. «Forse si dovrà fermare, potrebbe esserci qualche danno allo scafo, c’è da capire come si può ripararla ». Mezz’ora dopo, alle 24, mentre al Giglio il comandante Schettino ha già abbandonato il ponte di comando, richiamano da Genova per mettersi d’accordo sull’orario di partenza, bisogna muoversi il prima possibile. Ma in nessuna delle due telefonate, adesso al vaglio degli inquirenti, c’è il minimo accenno a quel che sta davvero accadendo sulla Concordia.

 

Quelle due conversazioni sono un primo, piccolo tassello che potrebbe portare a ricostruire il comportamento della compagnia genovese durante il naufragio della sua ammiraglia. Cappucciati è il direttore tecnico della I.L.Ma.Sub., acronimo di Impresa lavori marittimi subacquei. Una piccola azienda che conta in tutto 12 dipendenti: dieci sommozzatori, un carpentiere, il pilota di un rimorchiatore. Tutta gente specializzata, che si occupa di opere marittime, specializzata in lavori come la lucidatura delle eliche, riprese sott’acqua e ispezioni per il registro navale, piccole saldature sotto lo scafo. Quando una nave imbarca acqua, i sub della Ilma riparano la falla con lamiere provvisorie per consentire il trasporto in bacino. Ma operano su imbarcazioni di taglia molto, ma molto più piccola; quel gigante non è affare adatto ai pur rispettabili mezzi dell’azienda savonese. E di quel viaggio al Giglio non se ne farà più nulla, per ragioni evidenti.

La circostanza che le telefonate vengano fatte dal direttore dell’Ufficio manutenzioni ordinarie può indurre a un sorriso amaro. Su quella nave, aperta da uno squarcio lungo quaranta metri, infatti non c’era e non c’è più nulla da mantenere. E il fatto che venga allertata una piccola impresa savonese forse può rivelare una sottovalutazione di quel che sta accadendo, oppure una semplice mancanza di informazioni. Ma qualche domanda è lecita. Perché Costa Crociere sente il bisogno di chiamare per due volte, 23.30 e 24.00 un consulente fidato come il direttore tecnico dell’Ilma chiedendogli un sopralluogo e prospettando una riparazione sul posto, mentre dalle 21.45, ora in cui gli ufficiali a bordo scoprono che la sala macchine è sommersa dall’acqua fino a mezzanotte inoltrata da Genova non ci sono contatti con la Capitaneria di porto?

Le telefonate con l’Ilma rivelano sicuramente la volontà di accertare i danni e l’intenzione di procedere a una riparazione- rattoppo che possa salvare la nave. L’incolpevole Cappucciati ha l’onestà di ammettere che la sua azienda non aveva di certo i mezzi per fronteggiare quella situazione. È convinto che non ci sia alcun mistero da chiarire sul comportamento della Costa Crociere. «Il comandante—dice—ha mentito alla sua compagnia, su questo non c’è alcun dubbio. Dalla nave sono giunte informazioni false o sbagliate». Plausibile, anzi probabile. I magistrati cercheranno di capire se davvero è questa l’unica risposta possibile.

 

http://www.corriere.it/cronache/12_gennaio_19/c-e-una-piccola-falla-la-telefonata-ai-riparatori-marco-imarisio_254fa430-426e-11e1-8207-8bde7a1445db.shtml

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Sto cercando di leggere il più possibile su questa assurda storia parlandone anche con amici che di Mare (con la M maiuscola) ne capiscono infinitamente più di me.

Quello che, a mio modestissimo parere, tuttavia appare chiaro è che il comandante (con la c minuscola perché la maiuscola non la merita) ha commesso prima una enorme leggerezza ritardando oltre il limite l'accosta che avrebbe riportato la nave verso il largo ma soprattutto, dopo l'urto ha tentato disperatamente di nascondere quello che aveva combinato.

Alla fine non ha retto e, quando è stato chiaro a tutti che la nave era ormai persa, è casualmente scivolato insieme al secondo e terzo ufficiale, in una scialuppa di salvataggio.

 

Magari, tra qualche altro giorno, potremmo farci raccontare da Paolone Cappucciati cosa ne pensa di tutta questa storia.

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.....Magari, tra qualche altro giorno, potremmo farci raccontare da Paolone Cappucciati cosa ne pensa di tutta questa storia.

E cosa credi ti possa raccontare un onesto artigiano del mare a cui è stato proposto un lavoro impossibile da parte di un branco di dementi? Si sarà sentito importante o avrà capito di avere a che fare con degli illustri decerebrati?

Perchè chiedere a un artigiano dimensionato per chiudere le falle dei rimorchiatori e dei pescherecci di preventivare di chiudere una falla lunga più di 40 metri su uno scafo lungo 300 metri?... è roba da matti. Gli scafi su cui interviene il Cappucciati sono più ben più piccoli della sola falla che avrebbe dovuto chiudere. :death: Oramai abbiamo sconfinato nel surreale. :1eye:

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.....Magari, tra qualche altro giorno, potremmo farci raccontare da Paolone Cappucciati cosa ne pensa di tutta questa storia.

E cosa credi ti possa raccontare un onesto artigiano del mare a cui è stato proposto un lavoro impossibile da parte di un branco di dementi? Si sarà sentito importante o avrà capito di avere a che fare con degli illustri decerebrati?

Perchè chiedere a un artigiano dimensionato per chiudere le falle dei rimorchiatori e dei pescherecci di preventivare di chiudere una falla lunga più di 40 metri su uno scafo lungo 300 metri?... è roba da matti. Gli scafi su cui interviene il Cappucciati sono più ben più piccoli della sola falla che avrebbe dovuto chiudere. :death: Oramai abbiamo sconfinato nel surreale. :1eye:

L'onesto artigiano del mare è uno che ne capisce molto più di una buona parte di noi messi tutti assieme.

Il motivo per cui sia stato interpellato può dipendere innanzitutto dal fatto che lui è consulente della società armatrice e forse anche dal fatto che la società, che lo ha chiamato, poteva non avere contezza del danno effettivo perché magari che era sulla nave ha detto che si trattava solo di una piccola falla.

 

Non escluderei la possibilità che Cappucciati sia già stato al Giglio a vedere personalmente come stanno le cose.

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...fimmina(...alla napoletana) in plancia di comando...

 

ma vuoi vedere che capitan coraggio invece di guardare a prua era impegnato in una manovra dal lato di "POPPA" che gli ha momentaneamente impedito la corretta lettura degli strumenti di navigazione!!??

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Credo che le falle siano due.

Quella emersa con un pezzo di Scole e quella sommersa dovuta al fatto che la nave si è adagiata su una fiancata e su di essa poggia con tutto il suo peso.

 

Spero di sbagliare ma non mi sembra un'ipotesi peregrina.

Spero anche di essere smentito.

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