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pescata dedicata a mio Papà


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Credimi Leo...mi hai profondamente commosso....condoglianze.....sei una persona speciale.

Un bacio a tutta la tua famiglia ed a papà che vi guarda da lassù....

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Grazie a tutti ragazzi ogni giorno apro il post per leggere i nuovi commenti, il vostro calore mi da molto conforto. Sto reagendo, spero bene, del resto non sono il primo o l'unico che ha provato questo dolore.

E' profondo, non ci sono metodi o esperienze che possono prepararti prima ad affrontarlo. Io, sono intervenuto per molti decessi in molteplici situazioni, anche molto più tristi e difficili da affrontafre, ma chiaramente la cosa questa volta è diversa, un familiare è un familiare... una parte di noi che viene a mancare e nulla della mia trascorsa esperienza poteva aiutarmi ad affrontare la cosa nella parte mia più intima. Forse mi ha dato la forza e la maniera per dare la triste notizia alle persone a me più vicine, ma affrontare l'evento in prima persona è stato atroce, anche se all'esterno è trapelato in maniera ridotta. Non ero nella possibilità di dare sfogo, non me lo potevo permettere, allo stesso tempo dovevo portare mia madre ad affrontare l'evento nella maniera più serena possibile, per quanto possa esserci serenità in un fatto del genere. Ringrazio ancora tutti voi, Amici miei che accogliete questo sfogo con spirito di fratellanza.

 

Caro Davide: durante gli ultimi giorni la preoccupazione di mio padre era rivolta anche a mio figlio (il suo unico nipote maschio, che pepetuerà il suo cognome) lo rassicurato che cercherò, con tutti i miei sforzi, di farne un uomo, che lo crescerò nel segno dei valori, dell'onestà e della dignità che mi ha insegnato e trasmesso. Durante l'ultimo dialogo senziente che sono riuscito ad avere con lui mi ha confermato che è orgoglioso di me, come degli altri figli e nipoti. Ma orgoglioso di me sapevo che lo fosse, sapevo che il fatto di essere un Poliziotto lo inorgogliva fuori maniera anche lui aveva intrapreso la carriera per poi lasciarla ed emigrare all'estero con la prospettiva di migliori e più immediati guadagni. Quindi impersonificavo i suoi desideri professionali a cui aveva rinunciato per garantirci un futuro più sereno. Lo inorgogliva quando tornavo a casa con i pesci che apprezzava molto, come ne apprezzava la preparazione alla griglia in cui si adoperava mia moglie, era per lui motivo di festa. Il suo sorriso diceva tutto.

 

Ciao Leo

cosa mi hai fatto ricordare!!!!!!In una delle poche uscite che ho fatto con mio padre in età tale da poterlo ricordare mi è tornato in mente che dove vado a pesca adesso venne anche lui a vigilare dalla scogliera, mentre raccoglievo delle cozze di cui andava matto.Penso che ritornare in quel posto è un po come incontrarlo di nuovo.

Ti abbraccio Ale

Caro Alessandro, le tue parole mi fanno venire in mente alcune circostanze in cui spigole e papà costituivano un fattore di accrescimento del piacere della cattura.

Il luogo dove ho svolto la pescata era lo stesso dove presi la mia prima discreta spigola. Avevo 15 anni e il sito lo raggiungevo a piedi dal luogo di lavoro estivo. in un pomeriggio di luglio o di agosto (non ricordo con precisione) catturai questo esemplare che lo consegnai a mio padre per portarlo a casa prima di iniziare a lavorare.

http://img685.imageshack.us/img685/1521/spigol1.jpg

ma il conniubio spigola e papà acquistò un particolare valore nel marzo di quando avevo 17 anni. Quel pomeriggio durante la sua pausa pomeridiana del lavoro, mi accompagnò a pesca (dato che non guidavo) e mi attese per tutto il tempo mentre pescavo. Quel giorno le spigole giravano ma con il supersrten era difficile centrarle per via del rinculo. alla fine visto che si avvicinavano parecchio imbracciai il medisten... parevano essersi dileguate. Stoicamente insistetti nella ricerca all'aspetto. Verso le 5 mio padre si avvicino agli scogli e mi disse che si stava facendo tardi. Allora gli risposi: "O.K. papà, faccio l'ultimo tuffo ed esco"

Mi immersi proprio lì davanti a lui, lasciandolo ad attendere il mio riotrno in superficie, per chi sta fuori l'attesa è sempre più lunga. alla fine riuscii ad insagolare la mia prima spigola all'aspetto e la sua taglia era anche di rispetto. saltai fuori dall'acqua con il pesce in avanti rivolto verso mio padre che accompagno il mio urlo di soddisfazione tra un misto di sorpresa e gioa. Non potrò mai dimenticarlo

http://img231.imageshack.us/img231/5305/3spigo1.jpg

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Ho trascorso l'intero mese di maggio dalle mie parti, purtroppo, a parte i primi giorni, durante i quali ho effettuato alcune uscite, senza particolari risultati. Posso mostravi il filmato del momento in cui sparo una murena la cui testa sporgeva dalla parete della cigliata a circa 15 metri di fondo, estratta nel tuffo successivo.

Poi non sono più riuscito ad andare a pesca. Il mio anziano genitore è peggiorato, quindi mi sono dedicato esclusivamente a papà e mamma, il mese di maggio si è tristemente concluso con la morte di mio padre, e così anche le mie tristi ferie volgevano al termine. L'alba successiva al funerale, essendo l'ultimo giorno che restavo a casa, ho voluto ritagliarmi qualche ora prima di impacchettare la roba; così ho deciso di effettuare un'uscita in bassofondo al fine di scaricare anche la tensione e vedere se riguadagnavo la concentrazione venatoria. Alle sei di mattina del primo giugno entro in acqua, armato di HF 75 Camu che adopero per la prima volta in presenza di pesci, ma prima di iniziare il mio percorso mi soffermo a pensare al mio caro Papà che non c'è più, ma che sicuramente mi vedrà dall'alto, fiero e preoccupato per me, come ogni volta che sapeva che ero in mare.

La giornata inizia con una padella più cercata che capitata; infatti vedendo un bel sarago sparire dietro una roccia ho premuto il grilletto dirigendo il fucile nella direzione di fuga, senza avere la possibilità di vedere dietro l'angolo, sperando in una "BOTTA DI CULO"... ma l'unica botta che ho udito è stata generata dall'impatto della punta sulla roccia.

Nell'ordine ho padellato un altro sarago e quello successivo, colpito male, si è strappato appena la reazione lo ha fatto scivolare sull'asta.

Poi sono riuscito a prenderne uno piccolo fulminandolo con un tiro da dietro con la punta dell'asta che si è fermata appena fuori dalla testa. Continuando il mio percorso alternando agguati e aspetti. Intravedo un barracuda intorno a chilo che sfila prima ancora che potessi pensare ad una strategia. La sua vista mi rincuora e acquisto nuova fiducia, proseguo di qualche metro e arpiono un pizzuto discreto, con un tiro non proprio preciso. Ritorno brevemente sui mie passi o meglio sulle mie pinneggiate, aggirando la piccola conformazione di scogli dal lato di terra, in modo da riaffacciarmi dalla punta opposta senza disturbare il’versante esterno. La motivazione di questa mossa è dovuta al fatto che in passato, in quel punto, ho già arpionato un predatore e nella speranza che il barra si possa ripresentare cerco di intuire dove. L'aluzzo non è tornato! Però l'aspetto, fatto per benino, ha dato i suoi frutti, si è presentata una compagine di 4 o 5 spigole tra le quali era presente un esemplare più che discreto. Visto che si avvicinavano decise, visto che ero riuscito a controllare bene le mie emozioni, facendo in modo che non si spaventassero ho atteso che l'esemplare più sostanzioso arrivasse a tiro. Gli sparo verso la testa, non so... se perché non era proprio steso davanti a me, o se manca ancora feeling con questo fucile, la colpisco in coda. Il pesce è ancora sull'asta, la ferita potrebbe slabbrarsi con il rischio di perderlo. Quindi, giocando con la sagola, inclino la preda e la faccio scivolare sul nylon che mi consente di gestire la sua reazione con minore rischio. Nella sommozzata successiva la recupero afferrandola saldamente per le branchie. È un bel pesce, risulterà di un chilo, taglia in cui la spigola inizia a diventare un pesce interessante e da sola riesce a placare la mia fame di prede. La pescata procede con più rilassatezza infatti mi consente il prelievo di un'altra spigoletta di mezzo chilo da un gruppetto venuto all'aspetto e un cefalo a completare il carniere.

La sera oltre a mia moglie e mia madre presenti in casa inviterò mia sorella, una cugina e una zia a partecipare alla cena. A qualcuno potrà sembrare sacrilego o forse irriverente, il fatto che io sia andato a pesca il giorno dopo il funerale di mio padre, ma non mi sento ne in colpa e ne mi pento di averlo fatto, mio padre apprezzava molto il mio pescato, il condividerlo con alcuni familiari riuniti attorno alla tavola, anziché lasciarli da soli, ognuno nel suo dolore, ci ha regalato un momento di calore, di distrazione e motivo di riflessione per accettare e superare il dolore che ci ha colpito, vincere e dissipare la sofferenza che ci ha attanagliato per circa 20 giorni. Sono sicuro che anche lui ha preferito vedere mia sorella impegnata a sporzionare il pesce per mia madre piuttosto che vederla piangere da sola a casa sua.

Riuniti a ricordarlo... piuttosto che divisi, ognuno nel suo dolore.

 

Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

 

Bravo Leo ed ancora condoglianze

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Dalle tue parole traspare tanto e fa capire molto.

 

Ti ringrazio per averci dato tanto.

 

Condoglianze vere e sentite.

Mi permetto di condividere le parole di Piero

 

Andrea

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