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ma il fatto non è proprio questo il problema è che loro dicono che è un prodotto italiano e poi invece non lo è .... voglio dire c'è un problema di fondo ..... anche perchè il prezzo è ITALIANO mentre il prodotto è cinese .... non so come dire e quasi una truffa !

a me non sembra che l'azienda non dica nulla di diverso da quello indicato sulle etichette... che comunque devono chiaramente indicare il paese di origine, per legge.

Forse hai equivicato il messaggio pubblicitario riguardo il paese di provenienza: visto che l'azienda è italiana hai dato per scontato che fossero italiani anche i prodotti...

 

L'allineamento dei prezzi sul mercato tra produzione cinese e produzione artigianale locale, si spiega non con i fantomatici e stratosferici guadagni della grande azienda che produce all'estero, ma per il fatto che il prodotto subisce meno passaggi e balzelli (trasporti, dogane, dazi, commissioni, venditori e rivenditori, ecc...).

Questo è il succo della questione "produzione a km 0"!

 

Comunque, per concludere, non crediate che i costi della produzione cinese, CHE ABBIA UNO STANDARD QUALITATIVO ADATTO AI NOSTRI PALATI, sià così conveniente! Il prodotto rifinito e "bello" come deve essere per poter concorrere sul mercato, richiede comunque una quantità di lavoro non indifferente, scarti di prodotti non conformi, spese per il controllo di qualità, ecc...; ragion per cui la differenza di prezzo tra la produzione italiana e cinese, non è poi così importante...!

 

Se poi il mercato ti accettasse una muta di cartone, tagliata con l'accetta, allora il prezzo POTREBBE essere realmente competitivo.

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Comunque, per concludere, non crediate che i costi della produzione cinese, CHE ABBIA UNO STANDARD QUALITATIVO ADATTO AI NOSTRI PALATI, sià così conveniente! Il prodotto rifinito e "bello" come deve essere per poter concorrere sul mercato, richiede comunque una quantità di lavoro non indifferente, scarti di prodotti non conformi, spese per il controllo di qualità, ecc...; ragion per cui la differenza di prezzo tra la produzione italiana e cinese, non è poi così importante...!

Tanto per avere un ordine di grandezza: una muta made in china "di qualità", venduta in negozio a 200 euro, quanto costa al produttore?

 

:bye:

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Comunque, per concludere, non crediate che i costi della produzione cinese, CHE ABBIA UNO STANDARD QUALITATIVO ADATTO AI NOSTRI PALATI, sià così conveniente! Il prodotto rifinito e "bello" come deve essere per poter concorrere sul mercato, richiede comunque una quantità di lavoro non indifferente, scarti di prodotti non conformi, spese per il controllo di qualità, ecc...; ragion per cui la differenza di prezzo tra la produzione italiana e cinese, non è poi così importante...!

Tanto per avere un ordine di grandezza: una muta made in china "di qualità", venduta in negozio a 200 euro, quanto costa al produttore?

 

:bye:

 

Se costa più di € 30 deve cambiare mestiere...

 

Ma più di tutto incide il costo del cosiddetto "rischio d'impresa", per non considerare i costi di gestione di un'azienda, il personale, le tasse, contributi, ecc.

 

Quello che conta per un'azienda è il bilancio, Davide, lo sai bene anche tu! ;)

 

Ad ogni modo, ribadisco come già ho scritto in altre occasioni che il mercato sceglie prendendo in considerazione elementi molto più astrusi della qualità fine a sè stessa, altrimenti non esisterebbe il marketing con tanto di studi approfonditi e master universitari. :P

 

Potenzialmente siamo tutti dei validi imprenditori, ma se io spendo il mio tempo a chiacchierare sul Forum anziché correre a fondare la più grande azienda di attrezzature per la pesca in apnea MADE IN ITALY, ci sarà un motivo! :devil:

 

Se rispostiamo il discorso sull'economia globale, in Italia ormai si producono a livello industriale solo prodotti di elevata tecnologia e le aziende per la maggior parte si reggono ancora in piedi grazie alle cosiddette "prestazioni a sostegno delle imprese e del reddito dei lavoratori", cioè cassa integrazione guadagni speciale e in deroga, mobilità e così via.

 

Poi c'è l'artigianato che vive nelle nicchie di produttività, contendendosi il mercato con i cinesi (in Italia, sic!), come ho già scritto in precedenza.

 

Questa è la realtà produttiva italiana, almeno secondo la mia esperienza professionale, poi sono aperto ad altre esperienze che mi portino situazioni differenti. :P

 

Ciao a tutti. Peppe.

 

 

 

 

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Se costa più di € 30 deve cambiare mestiere...

 

Ma più di tutto incide il costo del cosiddetto "rischio d'impresa", per non considerare i costi di gestione di un'azienda, il personale, le tasse, contributi, ecc.

 

Quello che conta per un'azienda è il bilancio, Davide, lo sai bene anche tu! ;)

Non esagerare Peppe, detta così sembra che i 30 euro diventino chissà cosa aggiungendo tutto quello che hai elencato e non è esattamente così...poi per carità, il mercato sceglie e decide chi deve sopravvivere e chi no, come è pure vero che non necessariamente la migliore qualità di prodotto è quella che la spunta.

 

Però per favore, se si evitasse di continuare a far credere che vendendo guanti in neoprene, fatti al quintale e pagati pochi centesimi al pezzo, a 25/30 euro ci si rimetta quasi, sarebbe già un bel passo avanti.

 

:bye:

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Comunque, per concludere, non crediate che i costi della produzione cinese, CHE ABBIA UNO STANDARD QUALITATIVO ADATTO AI NOSTRI PALATI, sià così conveniente! Il prodotto rifinito e "bello" come deve essere per poter concorrere sul mercato, richiede comunque una quantità di lavoro non indifferente, scarti di prodotti non conformi, spese per il controllo di qualità, ecc...; ragion per cui la differenza di prezzo tra la produzione italiana e cinese, non è poi così importante...!

Tanto per avere un ordine di grandezza: una muta made in china "di qualità", venduta in negozio a 200 euro, quanto costa al produttore?

 

:bye:

 

 

Avendo fatto una tesi di laurea proprio sul mercato delle attrezzature per la pescasub mi sembra di ricordare che il mark-up totale nel settore (produzione + negoziante) è in media del 100%: cioè una muta venduta a 200€ al cliente finale dovrebbe costare in produzione sugli 80-100 €. Posso sbagliarmi, vado a memoria....

 

Comunque, se il discorso è sulla qualità.... si risolve presto: la produzione sarà anche cinese, ma i controlli qualità vengono fatti in Italia. E prima di avviare una produzione in serie, vi assicuro che ce ne sono!

Modificato da 7bello
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Comunque, se il discorso è sulla qualità.... si risolve presto: la produzione sarà anche cinese, ma i controlli qualità vengono fatti in Italia. E prima di avviare una produzione in serie, vi assicuro che ce ne sono!

Visto quello che c'è sul mercato, c'è chi li fa e chi evidentemente li considera solo una voce di costo da tagliare... :devil:

 

Ad ogni modo, quando ho parlato di mute fabbricate in oriente pagate 15 euro consegnate in Italia, non era un esempio campato per aria. Certo non saranno tutte così, ma non sono certo l'eccezione.

 

:bye:

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Comunque, se il discorso è sulla qualità.... si risolve presto: la produzione sarà anche cinese, ma i controlli qualità vengono fatti in Italia. E prima di avviare una produzione in serie, vi assicuro che ce ne sono!

Visto quello che c'è sul mercato, c'è chi li fa e chi evidentemente li considera solo una voce di costo da tagliare... :devil:

 

Ad ogni modo, quando ho parlato di mute fabbricate in oriente pagate 15 euro consegnate in Italia, non era un esempio campato per aria. Certo non saranno tutte così, ma non sono certo l'eccezione.

 

:bye:

 

Il grosso li fanno in fase di progettazione, e sul prodotto finito a campione.

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Se costa più di € 30 deve cambiare mestiere...

 

Ma più di tutto incide il costo del cosiddetto "rischio d'impresa", per non considerare i costi di gestione di un'azienda, il personale, le tasse, contributi, ecc.

 

Quello che conta per un'azienda è il bilancio, Davide, lo sai bene anche tu! ;)

Non esagerare Peppe, detta così sembra che i 30 euro diventino chissà cosa aggiungendo tutto quello che hai elencato e non è esattamente così...poi per carità, il mercato sceglie e decide chi deve sopravvivere e chi no, come è pure vero che non necessariamente la migliore qualità di prodotto è quella che la spunta.

 

Però per favore, se si evitasse di continuare a far credere che vendendo guanti in neoprene, fatti al quintale e pagati pochi centesimi al pezzo, a 25/30 euro ci si rimetta quasi, sarebbe già un bel passo avanti.

 

:bye:

Davide io capisco tutto e non ti biasimo... :P

 

Ma da un ragazzo della tua intelligenza mi aspetto discorsi di una portata più elevata come quelli che ti appartengono e che io ho sempre apprezzato, scusami se te lo dico, ma con l'affetto di un fratello maggiore.

 

Da un Forum, anche quello di AM strafrequentato non si condiziona il mercato di nessuno. ;)

 

Quando si parla di guanti, un caro amico produttore di mute su misura, mi dice che lui non li produce perchè se li facesse dovrebbe farli pagare come un pantalone, di tanto lavoro che c'è.

 

Sono cuciti dall'uomo, uno ad uno, per cui non credo che il costo possa scendere in modo così drastico come intendi tu.

 

C'è una progettazione, una prototipazione che da sola ha dei costi elevati, il perfezionamento, la pubblicità.

 

Ogni singolo elemento incide sul prezzo di vendita finale in percentuale e poi ci deve guadagnare anche il rivenditore, con un margine che varia dal 50% al 20% di ricarico.

 

Alla fine, dai 30 euro di partenza si arriva a poco più di 100 euro al negoziante che a sua volta vorrà guadagnarci non essedo un "ente morale".

 

Finchè si disquisisce sulla qualità delle attrezzature e sui loro difetti, nulla osta, ma quando di parla di economia, allora io che non ho fatto studi universitari mi siedo ad ascoltare chi ne sa più di me, anche se il mio vissuto professionale mi porta alle conclusioni, meramente oggettive, che ho elencato in precedenza.

 

Se vuoi analizzare il costo di un singolo prodotto, sei fuori tema in partenza perchè una ditta può anche decidere di venderlo quasi al prezzo di costo, pur di aggredire il mercato, hai mai sentito parlare di "prezzi civetta"?

 

Sono quelli che applicano i supermercati con le varie promozioni, sottocosto, ecc.

 

Ti attirano con alcuni prodotti con margine di guadagno risicato e tu compri anche gli altri a prezzi più alti degli altri negozi.

 

Nella media il costo è più o meno sempre lo stesso.

 

Il prezzo di vendita non si determina solo col divario con quello di produzione, lo sai bene tu e lo sa chi ha un minimo di cognizione di economia.

 

Chi fa concorrenza sleale abbassando i costi, tanto per fare un esempio, nell'edilizia, lo fa perchè non paga tasse e contributi (finchè non devono scomparire per ovvi motivi...), sottopagando il personale perchè spesso composto da clandestini o comunque da disperati che lavorano per quattro soldi.

 

Alla fine tutti vogliono la stessa cosa, guadagnare tanto spendendo il meno possibile.

 

Il bilancio è l'unica cosa che conta, il resto sono fasi transitorie.

 

C'è chi ci riesce meglio investendo sulla pubblicità e chi deve proporre prodotti di élite per sopravvivere, accontentandosi di portare a casa il pane per la famiglia, così va il mondo.

 

Mi piaci di più quando contesti la bassa qualità a fronte di prezzi elevati! :P

 

Ti abbraccio. Peppe.

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Peppe, nessuno si sogna di condizionare il mercato, il fulcro della questione è sempre stato lo sproporzionato rapporto tra la qualità media delle mute industriali e il prezzo a cui vengono vendute, nient'altro.

 

Sai meglio di me che la produzione industriale porta necessariamente alla riduzione del costo medio del singolo capo, costo che si riduce ancora economizzando sui materiali e delocalizzando la produzione.

 

E' un fatto che, salvo qualche eccezione, che non esiste paragone qualitativo tra una muta di serie e una artigianale (le seconde sono sempre infinitamente superiori) e non esiste paragone in termini di costi di produzione (le seconde costano sempre molto di più).

 

Se cambiando l'ordine degli addendi il risultato rimane lo stesso, non dovrebbe esserci nemmeno paragone tra i prezzi finali al cliente. Invece l'assurdo è che io debba pagare praticamente lo stesso prezzo, per una muta industriale di taglia standard e qualità appena decente, o per una muta sartoriale con materiali di eccellenza.

 

Esempio pagato di tasca:

 

- giacca spaccato/foderato 5mm su misura, prezzo 125 euro, dopo 4 anni è ancora perfettamente utilizzabile.

 

- giacca spaccato/foderato 5mm industriale, alta gamma del marchio, 120 euro, dopo una stagione è diventata nemmeno la metà.

 

Per quanto mi riguarda ognuno è libero di fare la politica aziendale che crede, anche di vendere con ricarichi finali 8/10 volte, se il mercato glielo permette pechè no?! Ma anche i clienti sono liberi di lamentarsi della qualità scadente, e di non farsi prendere in giro dal produttore che tenta di giustificare i suoi alti listini con motivazioni che rasentano il ridicolo.

 

Abbiamo annoiato a morte, chiudiamola qui và! :bye:

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Peppe, nessuno si sogna di condizionare il mercato, il fulcro della questione è sempre stato lo sproporzionato rapporto tra la qualità media delle mute industriali e il prezzo a cui vengono vendute, nient'altro.

 

Sai meglio di me che la produzione industriale porta necessariamente alla riduzione del costo medio del singolo capo, costo che si riduce ancora economizzando sui materiali e delocalizzando la produzione.

 

E' un fatto che, salvo qualche eccezione, che non esiste paragone qualitativo tra una muta di serie e una artigianale (le seconde sono sempre infinitamente superiori) e non esiste paragone in termini di costi di produzione (le seconde costano sempre molto di più).

 

Se cambiando l'ordine degli addendi il risultato rimane lo stesso, non dovrebbe esserci nemmeno paragone tra i prezzi finali al cliente. Invece l'assurdo è che io debba pagare praticamente lo stesso prezzo, per una muta industriale di taglia standard e qualità appena decente, o per una muta sartoriale con materiali di eccellenza.

 

Esempio pagato di tasca:

 

- giacca spaccato/foderato 5mm su misura, prezzo 125 euro, dopo 4 anni è ancora perfettamente utilizzabile.

 

- giacca spaccato/foderato 5mm industriale, alta gamma del marchio, 120 euro, dopo una stagione è diventata nemmeno la metà.

 

Per quanto mi riguarda ognuno è libero di fare la politica aziendale che crede, anche di vendere con ricarichi finali 8/10 volte, se il mercato glielo permette pechè no?! Ma anche i clienti sono liberi di lamentarsi della qualità scadente, e di non farsi prendere in giro dal produttore che tenta di giustificare i suoi alti listini con motivazioni che rasentano il ridicolo.

 

Abbiamo annoiato a morte, chiudiamola qui và! :bye:

Sono d'accordo che abbiamo annoiato qualcuno, ma l'argomento mi sembra comunque meritevole di approfondimento.

 

Gli esempi che tu porti sono sempre limitati al tuo vissuto personale, per quanto di indubbia esperienza, ma non è possibile standardizzarli.

 

Senza volere infamare nessuno, frequentando il mondo dell'agonismo nei diversi sport, ho parecchie testimonianze, alcune anche lette sul forum, di mute artigianali su misura realizzate con materiali scadenti, incollaggi "farlocchi" e finiture approssimative, provenienti da ditte diverse e tutte molto conosciute nell'ambiente.

 

Intendiamoci, non è la regola, ma succede.

 

Capita, soprattutto se le ditte non riescono a stare al passo con gli ordinativi e demandano ad altri colleghi la produzione, che le finiture non siano quelle normalmente apprezzate.

 

Non tutto ciò che è artigianale è perfetto, nessuno è infallibile e quando è capitato che il fornitore (orientale!) ha mandato una partita di neopreni duri come il cartone, diversi da quelli ordinati, la ditta non ha potuto imbarcarsi in una costosa controversia internazionale, sfruttando "al meglio" i materiali che aveva, creando accessori quando possibile, o scontentando qualche cliente che ha imbroccato le prime mute...

 

Ti parlo di casi reali, non supposizioni.

 

Se dovessi parlarti del mio vissuto, posso dirti che ho avuto mute di taglia di tipo "industriale" e su misura, con pregi e difetti, le une come le altre, sempre parlando di qualità dei materiali e finiture.

 

Sul taglio sartoriale non mi pronuncio, perchè l'errore può capitare ma non è indice di cattiva qualità e quasi sempre viene rimediato dal mutaio, anche quando non è una sua responsabilità perchè le misure non erano state prese correttamente dal cliente (facendosi pagare la modifica, giustamente!).

 

Quando il vizio arriva dall'artigiano, la cosa è ancora più grave, perchè il controllo di qualità è insito nella produzione, in quanto realizzata dalle stesse persone (a volte sempre la stessa) che hanno la titolarità dell'impresa artigiana, mentre nella produzione industriale le cose funzionano diveramente, il prodotto viene controllato a campione e poi la produzione viene lanciata in serie così come la distribuzione, senza verificare uno ad uno i prodotti.

 

Per contro, nella maggior parte dei casi, una ditta che produce a livello industriale non ha alcun problema a sostituire un prodotto difettoso o non conforme, mentre, haimè, ho assisitito a rimbalzamenti talvolta indecorosi perchè non si sono voluti accollare l'onere di una sostituzione anche davanti a difetti evidenti, per l'ovvia perdita che ciò comporta nella produzione in piccolo.

 

Sono sempre d'accordo con te e sempre lo sarò, quando sostieni che se uno paga e anche profumato, deve pretendere la qualità adeguata al costo, ovunque sia prodotto l'articolo.

 

Detto questo, se ti fa piacere chiudiamo pure l'argomento. ;)

 

Ciao. Pepu.

 

 

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io vi ringrazio a tutti mi dispiace di aver sollevato un polverone ma nel mio personale caso è stato importante per una mia crescita tecnica e qualitativa ! da questo momento in poi saprò dove indirizzare il mio interesse verso quali capi e quali aziende ... ringrazio soprattutto il signor davide serra e tutti voi per l'esperienza personale che avete espresso in questo post ...

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Prima che chiudiate vorrei aggiungere un paio di cose circa le spese di progettazione di cui nessuno mi pare abbia parlato.

Prendiamo il caso della muta con cui si è aperta la discussione, la Omer (ditta con la quale non ho alcun legame e della quale forse posseggo una boa e un paio di guanti) investe in agonismo, ricerca, prove e tests per provare materiali e attrezzature e per ricercare nuove soluzioni e nuovi oggetti da provare, testare e poi vendere. In poche parole fa un lavoro di ricerca e progettazione. Tale lavoro ha evidentemente dei costi pratici ed ha del valore aggiuntivo che possiamo semplicemente chiamare "idea". Le idee, quelle buone, valgono dei soldi. La muta in questione è sicuramente un qualcosa di diverso da quello che si era fino ad oggi visto in giro; un mimetico come quello non è cosa che chiunque abbia in catalogo ed è chiaro che dietro il prodotto finale non ci sono solo i 30€ (stando a quello che ho letto qui) che vengono versati alla Cina per ogni muta.

La Omer dà ai cinesi tutte le informazioni per fare un prodotto di ottima qualità e i cinesi si limitano ad eseguire.

Se vado da un avvocato e chiedo un parere, lo pago. Se compro un quadro non compro solo i pochi euro di tela e colori, pago l'idea.

Se compro un paio di pale in carbonio non pago solo i 10€ di materiale: pago l'idea.

Molti di noi lavorano fornendo idee senza produrre nulla di più concreto di un foglio di carta o di un'e-mail, perchè allora ci fissiamo su certi prezzi e cominciamo a puntare il dito? C'è una cosa che si chiama "mercato" ed è giudice spietatissimo. Chi non è contento di un prodotto non comprerà più quel prodotto e probabilmente starà alla larga da tutti i prodotti di quel marchio. Se i casi di scontentezza diventano troppi, quel marchio è segnato e muore.

Se fosse vero che è possibile importare dalla Cina OTTIME mute a 15€ l'una SENZA INVESTIRE un euro in ricerca e progettazione, credete che nessuno le importerebbe inondando il mercato di mute a 40€ sbaragliando la concorrenza ed impossessandosi in breve del mercato?

 

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dunque secondo te .... altre ditte le idee le rubano a questi ???!!??

il problema non era questo perche è naturale che in un azienda ci sia un progettista ed è pure naturale fornire uno stipendio a detto progettista ?? se poi i soldi che dici tu invece sono inpiegati in pubblicità e marketing ... allora la cosa cambia

...ed il valore del prodotto inevitabilmente si abassa

non è cosi innovativo il capo come credi tu posso assicurartelo....

ed il neoprene non è sicuramente il max

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Se fosse vero che è possibile importare dalla Cina OTTIME mute a 15€ l'una SENZA INVESTIRE un euro in ricerca e progettazione, credete che nessuno le importerebbe inondando il mercato di mute a 40€ sbaragliando la concorrenza ed impossessandosi in breve del mercato?

No, non lo farebbe perchè, anche e soprattutto in mancanza di altri elementi, il cliente finale valuta la qualità del bene che medita di acquistare a partire dal prezzo. In marketing si chiamano valutazioni "euristiche", si basano sul pregiudizio e per quanto spesso errate sono in grado di indirizzare gli acquisti molto più pesantemente di una campagna pubblicitaria mirata.

 

Significa che puoi fare l'oggetto più bello e di qualità del mondo, ma se lo proponi a un prezzo "ridicolo" viene automaticamente degradato dal mercato al rango di paccottiglia.

 

Senza contare che per qualche strana alchimia tutta italica, qualsiasi produttore, anche straniero e quindi teoricamente avvezzo alla concorrenza, scopre quanto sia bello il vantaggio del cartello.

 

Gli sforzi di ricerca e progettazione che possano davvero essere considerati una voce di bilancio pesante li lascio a ben altri settori, la subacquea (ad eccezione dell'ara) non può certo permettersi voli pindarici di questo tipo. Poi mi rendo conto che faccia piacere immaginare che il nostro arbalete preferito sia stato progettato da una schiera di ingegneri, in un gigantesco centro ricerche e prove balistiche...però il bilancio è sempre tiranno.

 

Un artigiano che si serve di tecnologie di stampa digitale attraverso cui riprodurre qualsiasi tipo di mimetismo a scelta del cliente sul neoprene (e si stanno moltiplicando) sarebbe costretto ad applicare prezzi esorbitanti per rifarsi della spesa no?!

 

Quindi concludendo, se una muta costa tanto perchè si deve anche progettare ben venga, ma se poi dura meno della garanzia legale europea, c'è sempre qualcosa che non va...e non di poco conto.

 

:bye:

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No, non lo farebbe perchè, anche e soprattutto in mancanza di altri elementi, il cliente finale valuta la qualità del bene che medita di acquistare a partire dal prezzo. In marketing si chiamano valutazioni "euristiche", si basano sul pregiudizio e per quanto spesso errate sono in grado di indirizzare gli acquisti molto più pesantemente di una campagna pubblicitaria mirata.

 

Significa che puoi fare l'oggetto più bello e di qualità del mondo, ma se lo proponi a un prezzo "ridicolo" viene automaticamente degradato dal mercato al rango di paccottiglia.

 

Senza contare che per qualche strana alchimia tutta italica, qualsiasi produttore, anche straniero e quindi teoricamente avvezzo alla concorrenza, scopre quanto sia bello il vantaggio del cartello.

 

Gli sforzi di ricerca e progettazione che possano davvero essere considerati una voce di bilancio pesante li lascio a ben altri settori, la subacquea (ad eccezione dell'ara) non può certo permettersi voli pindarici di questo tipo. Poi mi rendo conto che faccia piacere immaginare che il nostro arbalete preferito sia stato progettato da una schiera di ingegneri, in un gigantesco centro ricerche e prove balistiche...però il bilancio è sempre tiranno.

 

Un artigiano che si serve di tecnologie di stampa digitale attraverso cui riprodurre qualsiasi tipo di mimetismo a scelta del cliente sul neoprene (e si stanno moltiplicando) sarebbe costretto ad applicare prezzi esorbitanti per rifarsi della spesa no?!

 

Quindi concludendo, se una muta costa tanto perchè si deve anche progettare ben venga, ma se poi dura meno della garanzia legale europea, c'è sempre qualcosa che non va...e non di poco conto.

 

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I 40 €, del tutto ipotetici, sarebbero al negozio, (anche perchè è noto che importare dalla Cina vuol dire parlare di certi quantitativi che non sono certo da rivendita diretta) da lì la muta uscirebbe a circa 80-100€ e quindi ad un prezzo che, stai sicuro, mi incuriosirebbe di certo. Io sono tra quelli che ogni tanto qualche prova con cose che costano poco le fa. A volte ci smeno solo dei soldi, a volte ne risparmio un bel po'. Con una muta nuova da 5mm, tagliata bene, rifinita come si deve e con un mimetico che mi piace, l'esperimento lo farei di sicuro. Come me sono sicuro che qualcun altro farebbe la stessa cosa e dopo qualche mese sui forum e nei club si parlerebbe di sicuro di queste mute ottime che non costano niente. Guarda cosa sta succedendo con le pinne in vtr: hai voglia a dire che il carbonio è, sì più caro, ma è meglio ... ma se la gente le prova e le trova ottime come fai a non fargliele comprare?

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