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Ho un amico che accussava una riduzione dell'udito ed a seguito di un esame audiometrico che ha confermato la riduzione dell'udito, gli hanno diagnosticato una presunta otosclerosi, per altro eriditaria.

 

Ora dovrebbe sottoporsi ad intervento chirurgico e secondo quanto gli ha detto il medico, dopo l'intervento dovrà abbandonare l'apnea....per sempre.

 

e' veramente così o ci sono speranze che possa ricominciare a d andare in acqua?

 

salutio e grazie

 

 

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Ho un amico che accussava una riduzione dell'udito ed a seguito di un esame audiometrico che ha confermato la riduzione dell'udito, gli hanno diagnosticato una presunta otosclerosi, per altro eriditaria.

 

Ora dovrebbe sottoporsi ad intervento chirurgico e secondo quanto gli ha detto il medico, dopo l'intervento dovrà abbandonare l'apnea....per sempre.

 

e' veramente così o ci sono speranze che possa ricominciare a d andare in acqua?

 

salutio e grazie

 

Prima di tutto è necessario un piccolo ripasso di anatomia.

 

I suoni sono fatti da onde di pressione che vengono raccolte dal padiglione auricolare e convogliate nel condotto uditivo esterno fino a raggiungere la membrana del timpano. La membrana, raggiunta da queste onde, vibra. Alla membrana, sul suo versante interno, è attaccato un ossicino, che si chiama martello, e che vibra con la membrana stessa. Il martello è poi attaccato ad un altro ossicino, chiamato incudine, che, a sua volta, è attaccato ad un terzo ossicino, chiamato staffa.

La staffa infine è attaccata ad una piccola membrana, che si chiama membrana della finestra ovale, al di là della quale ci sono i liquidi dell'orecchio interno.

Tramite questo sistema le vibrazioni vengono trasmesse direttamente ai liquidi dell'orecchio interno e da questi ai recettori nervosi dell'udito che trasformano le vibrazioni in segnali elettrici trasmessi al cervello lungo il nervo uditivo.

 

E' l'otosclerosi? In questa patologia la staffa è bloccata da una anormale crescita ossea e non riesce a trasmettere bene i suoni ai liquidi dell'orecchio interno con conseguente riduzione dell'udito.

 

L'intervento per l'otosclerosi (stapedotomia o stapedectomia) consiste nell'asportazione di parte della staffa, nella perforazione della membrana della finestra ovale (che si chiama platina) e le posizionamento di un pistone tra l'incudine e questo foro. I suoni quindi verranno nuovamente trasmessi ai liquidi dell'orecchio interno attraverso il pistone.

 

La paura di chi vieta le immersioni è che brusche variazioni pressorie all'interno dell'orecchio medio, possano trasferirisi ai liquidi dell'orecchio interno in modo anomalo attraverso il foro nella platina o il pistone con conseguente barotrauma dell'orecchio interno e successive vertigini o perdita di udito.

 

Questo timore è fondato? In realtà non del tutto e il divieto delle immersioni (cosa consigliata da moltissimi chirurghi) è più un atteggiamento prudenziale che non dettato da dati scientifici.

 

In letteratura infatti non esistono dati certi in merito.

 

Anzi gli studi (pochi) effettuati non sono mai riusciti a dimostrare un effettivo aumento di barotraumi dell'orecchio interno dopo chirurgia della staffa.

Segnalo anche che il centro più importante del mondo per la chirurgia dell'orecchio (House Ear Institute di Los Angeles) ha pubblicato un articolo nel 2001 in cui si concludeva che le immersioni e il paracadutismo possono essere effettuatedopo chirurgia della staffa a patto che si dimostri una normale funzionalità della tuba di Eustachio.

 

 

Detto ciò, cosa consigliare al tuo amico? Di affidarsi ad un buon centro per l'intervento e poi di tirarsi i suoi conti sapendo che dati certi non ce ne sono.

 

Questi di seguito sono i consigli che do personalmente ai miei pazienti

 

Sei un malato di mare che vedrebbe la sua vita gravemente compromessa dall'impossibilità di andare in acqua? Fai passare almeno 6 mesi dall'intervento, valutiamo la funzionalità della tuba e poi ricomincia a pescare accettando il minimo rischio teorico di barotrauma

 

Il mare per te non è molto importante e sei un sub occasionale? lasciamo perdere, evita per il futuro le immersioni.

 

In ogni modo ribadisco che ogni consiglio va valutato in base al paziente e all'intervento eseguito. I consigli di cui sopra infatti sono relativi a pazienti che opero e valuto di persona e non possono essere presi per oro colato. E' sempre bene che il pazienti si affidi al chirurgo che materialmente lo segue.

 

Un abbraccio

 

Antonio Giunta

Otorinolaringoiatra

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grazie x la risposta, che è stata fin troppo esaustiva, la rigirerò al mio amico che deciderà sul dafarsi.

 

 

non è da molto che si è avvicinato all'apnea e alle immersioni e alla pesca, ma lo vedo molto coinvolto, ha già spostato l'operazione preista per maggio a novembre, proprio per non compromettere la stagione migliore, e conoscendolo credo che magari gradualmente e ripartendo da pochi metri d'acqua ricomincerà a rimmegersi anke dopo l'operazione, grazie ancora.

 

approposito, lasciami se puoi un recapito amche in pvt, la dove volesse contattarti direttamente.

 

 

 

 

 

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