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Omega 3, i benefici dipendono da come si cucina il pesce


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ALIMENTAZIONE

6/3/2009

 

Omega 3, i benefici dipendono da come si cucina il pesce

 

 

 

 

Maggiori benefici sono legati alla tipologia del pesce e alla sua modalità di cottura. Lo studio.

 

 

I livelli circolanti di acidi grassi omega-3 a catena lunga possono aumentare significativamente se nella dieta si privilegia il pesce non fritto, ci segnalano gli esperti del Centro Studi dell’Alimentazione (NFI, Nutrition Foundation of Italy).

Gli omega 3 sono acidi grassi essenziali indispensabili per la salute dell’organismo e, in particolare, per la protezione del cuore e del sistema circolatorio. Poiché il corpo non è in grado di sintetizzarli da sé è necessario assumerli per mezzo di una dieta adeguata.

“Due porzioni di pesce alla settimana, preparato mediante tecniche di cottura adeguate, possono aumentare i livelli circolanti di acidi grassi omega-3 a lunga catena circolanti, mantenendoli costanti e a concentrazioni elevate”, spiegano gli specialisti dell’NFI, “ È quanto emerge da uno studio multicentrico, il “Multiethnic Study of Atherosclerosis” (MESA) condotto negli Stati Uniti su un campione di 900 soggetti, uomini e donne di età compresa tra i 45 e gli 84 anni e di diverse etnie (bianca, cinese-americana, nera ed ispanica). Lo studio ha esaminato tutte le possibili correlazioni esistenti tra l’assunzione di diversi tipi di pesce, le modalità di cottura ed i livelli di EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico) effettivamente presenti nell’organismo”*.

 

I risultati delle ricerche confermano che le concentrazioni nel sangue di questi composti aumentano in modo rilevante se si consuma pesce con lisca o al trancio non fritto. La stessa cosa però non avviene se si consumano molluschi o crostacei: questo perché hanno un modesto contenuto di omega-3. In più l’eventuale frittura altera il profilo dei lipidi del pesce stesso, forse a causa dell’assorbimento degli acidi grassi contenuti nell’olio.

Pesce azzurro (come sgombro e merluzzo) o al trancio (come salmone, spada e tonno) o altri come la trota sono indicati per garantire all’organismo il giusto apporto di omega-3.

Le tipologie di cottura più indicate, perché il pesce possa mantenere inalterate le sue proprietà benefiche, sono sicuramente al forno, in umido o alla griglia concludono gli esperti dell’NFI.

*Fonte: Chung H, Nettleton JA, Lemaitre RN, Barr RG, Tsai MY, Tracy RP, Siscovick DS. - J Nutr. 2008 Dec;138(12):2422-7.

 

Per maggiori informazioni: NFI – Nutrition Foundation of Italy - NFI - Centro studi dell'alimentazione - viale Tunisia 38 - 20124 Milano - info@nutrition-foundation.it - http://www.nutrition-foundation.it/

 

 

 

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Bellissimo thread.....Mi servivano giusto giusto delle info sulla deperibilità dell'omega3.....

 

Allora per farti cambiare avatar leggiti anche questo

 

:lol::lol::lol::lol::lol:

 

http://www.benessere.com/dietetica/arg00/d...intestinali.htm

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Allora per farti cambiare avatar leggiti anche questo

 

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http://www.benessere.com/dietetica/arg00/d...intestinali.htm

Huahuahuahuahuahuahuahauhuaha :laughing:

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ALIMENTAZIONE

6/3/2009

 

Omega 3, i benefici dipendono da come si cucina il pesce

 

 

 

 

Maggiori benefici sono legati alla tipologia del pesce e alla sua modalità di cottura. Lo studio.

 

 

I livelli circolanti di acidi grassi omega-3 a catena lunga possono aumentare significativamente se nella dieta si privilegia il pesce non fritto, ci segnalano gli esperti del Centro Studi dell’Alimentazione (NFI, Nutrition Foundation of Italy).

Gli omega 3 sono acidi grassi essenziali indispensabili per la salute dell’organismo e, in particolare, per la protezione del cuore e del sistema circolatorio. Poiché il corpo non è in grado di sintetizzarli da sé è necessario assumerli per mezzo di una dieta adeguata.

“Due porzioni di pesce alla settimana, preparato mediante tecniche di cottura adeguate, possono aumentare i livelli circolanti di acidi grassi omega-3 a lunga catena circolanti, mantenendoli costanti e a concentrazioni elevate”, spiegano gli specialisti dell’NFI, “ È quanto emerge da uno studio multicentrico, il “Multiethnic Study of Atherosclerosis” (MESA) condotto negli Stati Uniti su un campione di 900 soggetti, uomini e donne di età compresa tra i 45 e gli 84 anni e di diverse etnie (bianca, cinese-americana, nera ed ispanica). Lo studio ha esaminato tutte le possibili correlazioni esistenti tra l’assunzione di diversi tipi di pesce, le modalità di cottura ed i livelli di EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico) effettivamente presenti nell’organismo”*.

 

I risultati delle ricerche confermano che le concentrazioni nel sangue di questi composti aumentano in modo rilevante se si consuma pesce con lisca o al trancio non fritto. La stessa cosa però non avviene se si consumano molluschi o crostacei: questo perché hanno un modesto contenuto di omega-3. In più l’eventuale frittura altera il profilo dei lipidi del pesce stesso, forse a causa dell’assorbimento degli acidi grassi contenuti nell’olio.

Pesce azzurro (come sgombro e merluzzo) o al trancio (come salmone, spada e tonno) o altri come la trota sono indicati per garantire all’organismo il giusto apporto di omega-3.

Le tipologie di cottura più indicate, perché il pesce possa mantenere inalterate le sue proprietà benefiche, sono sicuramente al forno, in umido o alla griglia concludono gli esperti dell’NFI.

*Fonte: Chung H, Nettleton JA, Lemaitre RN, Barr RG, Tsai MY, Tracy RP, Siscovick DS. - J Nutr. 2008 Dec;138(12):2422-7.

 

Per maggiori informazioni: NFI – Nutrition Foundation of Italy - NFI - Centro studi dell'alimentazione - viale Tunisia 38 - 20124 Milano - info@nutrition-foundation.it - http://www.nutrition-foundation.it/

E facciamo anche questo sacrificio... :(

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