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Roma e dintorni.


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Tanto per dire qualcosa visto che si pesca poco... :(

 

Ho comprato un bel Cyrano 85 usato :rifle: , è completamente scarico, domanda:

- mi conviene caricarlo al massimo ( 30 Atm=+ di700 pompate!! ) o poco meno?;

- come lo vedete con una fiocina a tre punte ?

 

Ciao a tutti e grazie

 

anche io ne ho uno e l'ho caricato a 32 bar (me sa che è un pò troppo :rolleyes: ) e ce l'ho con l'arpione ma stavo pensando di metterci un thaitiana che dite? :D

scusate,di pneumatici non ci capisco molto.....ma a 32 Atmosfere a che ce dovete spara, ai cinghiali??? :fish: :fish:

.....io a venì a pesca co voi c'avrei paura! :laughing: :laughing: :laughing: :laughing:

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Parlavo al telefono con un amico e ricordavo.....

 

 

Quel pomeriggio non volevo andare a pesca.

La mattina ero stato in spiaggia e il mare, con quell'onda lunga che veniva da fuori, non era nemmeno troppo invitante.

Ma poi la mancanza di altri programmi, forse la noia o chissà cos'altro prendono il sopravvento e in un attimo aggancio il gommone per andare allo scivolo.

Non mi ero sbagliato l'acqua è veramente sporca e mentre con tristezza vedo rifiuti di ogni tipo trasportati dal mare dubito che riuscirò a trovare un fazzoletto con un minimo di visibilità.

I primi tuffi sono su alcuni pianori intervallati da chiazze di sabbia dove la visibilità sul fondo è appena sufficiente per pescare.

Sul fondo il mare sta pompando allegramente e ovviamente non si vede un pesce meritevole.

Non perdo tempo e mi sposto poco distante su una zona poco più a terra ma più profonda rispetto alla prima.

La visibilità, bucato un muro marrone di una decina di metri che nasconde anche la mano, è migliore e il moto ondoso è meno avvertibile.

Qui, si capisce subito, che qualche pesce gira e sparo il primo colpo su un saragone al limite del torbido che mancherò.

Avverto però del movimento, non mi ero sbagliato, e in effetti, pur non riuscendo a sparargli vedrò altri saraghi pur di non grosse dimensioni.

La zona è ormai battuta ma capito come girano i pesci faccio un ulteriore passata in corrente poco più in fuori.

Qui la visibilità è ancora migliore e grossi branchi di mangianza fluttano nella mezz'acqua al confine della stratificazione.

Lo sento, mi aspetto il pescione.

Nel giro qualche tuffo rompo il ghiaccio portando in superficie prima un sarago e poi un grosso tordo marvizzo.

Un bel dentice mi frega venendomi da dietro e poi un altro sarago veramente bello finisce a cavetto insieme a un altro più piccolo.

Continuo a scorrere e mi diverto, sento che prima o poi arriverà il bel pesce e all'improvviso arrivo su una zona che non conosco.

Un vasto pianoro di sabbia, qualche ciuffo di posidonia e poi una cascata di grotto che si alza dal fondo per circa un metro e mezzo.

Il posto è molto bello ma non vedo pesce al libero finchè dopo l'ennesima posta, l'ennesima attesa e l'ennesimo aggiramento di un gradino vedo uno sciame di grossi corvi che sfilano dirigendosi alla base di un grottone.

Il tiro è immediato e un grosso corvo risale in superficie con me.

Appena riemergo focalizzo immediatamente i punti a terra, facili in questa zona di litorale, e raggiungo il gommone che mi segue a una quarantina di metri di distanza.

Non perdo tempo e ancoro il gommone nei pressi della zona appena trovata per capire di cosa si tratta.

Scendo, sempre con il novanta, e bucato il muro di acqua nera dopo poche pinneggiate ritrovo la zona con un paio di corvine che si appoggiano sotto una tettoia.

Sto per sparare quando da una cicitura vedo la testa di una cernia che si prende la botta risalendo con me.

Bel pesce, sarà poco più di tre chili e via nuovamente sul fondo questa volta con un più maneggevole sessantino armato a fiocinetta.

Capisco la zona, la conformazione delle tane e i passaggi dei corvi che nel frattempo reagalano altri due esemplari alla mia passione.

Riporto i punti a terra sulla lavagnetta, memorizzo sul gps e torno a terra felice e contento per una bella pescata ma soprattutto per la scoperta di questa bella zona.

Ci tornerò a distanza di tempo per i sucessivi quattro anni e troverò anche una fessura verticale perfetta per il mantenimento della tana.

Era infatti sufficiente scendere, sfarettare alla cieca da quel buco nero per poi spostare i pesci verso quella fessura che permetteva tiri ravvicinati da cecchino proprio sulla nuca del pesce.

Era perfetto, un tiro chirurgico che fulminava la corvina e permetteva sempre la cattura di un paio di pesci senza terrorizzare il branco.

Poi qualcosa è cambiato, ho cominciato a vedere una piccola corvina ferita, una strappata e morta sull'imboccatura della tana e in ultimo un pedagno abbandonato nei pressi.

Qualcuno aveva trovato il punto e, non sapendolo gestire, l'aveva bruciato.

Non credo di essere stato il solo a conoscerlo, sicuramente qualcuno fra i tanti esperti della zona, lo conosceva e lo stava preservando negli anni ma è bastato qualcuno poco esperto che, preso dalla foga, ha letteralmente bruciato la tana.

Nel nostro ambiente in cui in molti abbiamo qualcosa da farci perdonare spesso le capacità non sono quelle di fare mucchio ma di capire quando e come una tana vada gestita.

Ci sono tane che solo occasionalmente fanno pesce e possono essere martellate, altre, le tane madri, che sono abituali e vanno preservate e custodite poichè rappresentano un vero polmone per tutta la zona.

Oggi su quella tana puoi trovare qualche corvo in certi periodi ma devi essere fortunato perchè ci restano per pochi giorni prima di disperdersi chissà dove.

Per il resto al massimo se ne vede qualcuna di pochi etti da guardare con l'augurio che possa crescere.

Mi dispiace, quelle corvine le sentivo un pò mie.

 

Piero Malato

Santa Marinella - Roma

 

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Parlavo al telefono con un amico e ricordavo.....

 

 

Quel pomeriggio non volevo andare a pesca.

La mattina ero stato in spiaggia e il mare, con quell'onda lunga che veniva da fuori, non era nemmeno troppo invitante.

Ma poi la mancanza di altri programmi, forse la noia o chissà cos'altro prendono il sopravvento e in un attimo aggancio il gommone per andare allo scivolo.

Non mi ero sbagliato l'acqua è veramente sporca e mentre con tristezza vedo rifiuti di ogni tipo trasportati dal mare dubito che riuscirò a trovare un fazzoletto con un minimo di visibilità.

I primi tuffi sono su alcuni pianori intervallati da chiazze di sabbia dove la visibilità sul fondo è appena sufficiente per pescare.

Sul fondo il mare sta pompando allegramente e ovviamente non si vede un pesce meritevole.

Non perdo tempo e mi sposto poco distante su una zona poco più a terra ma più profonda rispetto alla prima.

La visibilità, bucato un muro marrone di una decina di metri che nasconde anche la mano, è migliore e il moto ondoso è meno avvertibile.

Qui, si capisce subito, che qualche pesce gira e sparo il primo colpo su un saragone al limite del torbido che mancherò.

Avverto però del movimento, non mi ero sbagliato, e in effetti, pur non riuscendo a sparargli vedrò altri saraghi pur di non grosse dimensioni.

La zona è ormai battuta ma capito come girano i pesci faccio un ulteriore passata in corrente poco più in fuori.

Qui la visibilità è ancora migliore e grossi branchi di mangianza fluttano nella mezz'acqua al confine della stratificazione.

Lo sento, mi aspetto il pescione.

Nel giro qualche tuffo rompo il ghiaccio portando in superficie prima un sarago e poi un grosso tordo marvizzo.

Un bel dentice mi frega venendomi da dietro e poi un altro sarago veramente bello finisce a cavetto insieme a un altro più piccolo.

Continuo a scorrere e mi diverto, sento che prima o poi arriverà il bel pesce e all'improvviso arrivo su una zona che non conosco.

Un vasto pianoro di sabbia, qualche ciuffo di posidonia e poi una cascata di grotto che si alza dal fondo per circa un metro e mezzo.

Il posto è molto bello ma non vedo pesce al libero finchè dopo l'ennesima posta, l'ennesima attesa e l'ennesimo aggiramento di un gradino vedo uno sciame di grossi corvi che sfilano dirigendosi alla base di un grottone.

Il tiro è immediato e un grosso corvo risale in superficie con me.

Appena riemergo focalizzo immediatamente i punti a terra, facili in questa zona di litorale, e raggiungo il gommone che mi segue a una quarantina di metri di distanza.

Non perdo tempo e ancoro il gommone nei pressi della zona appena trovata per capire di cosa si tratta.

Scendo, sempre con il novanta, e bucato il muro di acqua nera dopo poche pinneggiate ritrovo la zona con un paio di corvine che si appoggiano sotto una tettoia.

Sto per sparare quando da una cicitura vedo la testa di una cernia che si prende la botta risalendo con me.

Bel pesce, sarà poco più di tre chili e via nuovamente sul fondo questa volta con un più maneggevole sessantino armato a fiocinetta.

Capisco la zona, la conformazione delle tane e i passaggi dei corvi che nel frattempo reagalano altri due esemplari alla mia passione.

Riporto i punti a terra sulla lavagnetta, memorizzo sul gps e torno a terra felice e contento per una bella pescata ma soprattutto per la scoperta di questa bella zona.

Ci tornerò a distanza di tempo per i sucessivi quattro anni e troverò anche una fessura verticale perfetta per il mantenimento della tana.

Era infatti sufficiente scendere, sfarettare alla cieca da quel buco nero per poi spostare i pesci verso quella fessura che permetteva tiri ravvicinati da cecchino proprio sulla nuca del pesce.

Era perfetto, un tiro chirurgico che fulminava la corvina e permetteva sempre la cattura di un paio di pesci senza terrorizzare il branco.

Poi qualcosa è cambiato, ho cominciato a vedere una piccola corvina ferita, una strappata e morta sull'imboccatura della tana e in ultimo un pedagno abbandonato nei pressi.

Qualcuno aveva trovato il punto e, non sapendolo gestire, l'aveva bruciato.

Non credo di essere stato il solo a conoscerlo, sicuramente qualcuno fra i tanti esperti della zona, lo conosceva e lo stava preservando negli anni ma è bastato qualcuno poco esperto che, preso dalla foga, ha letteralmente bruciato la tana.

Nel nostro ambiente in cui in molti abbiamo qualcosa da farci perdonare spesso le capacità non sono quelle di fare mucchio ma di capire quando e come una tana vada gestita.

Ci sono tane che solo occasionalmente fanno pesce e possono essere martellate, altre, le tane madri, che sono abituali e vanno preservate e custodite poichè rappresentano un vero polmone per tutta la zona.

Oggi su quella tana puoi trovare qualche corvo in certi periodi ma devi essere fortunato perchè ci restano per pochi giorni prima di disperdersi chissà dove.

Per il resto al massimo se ne vede qualcuna di pochi etti da guardare con l'augurio che possa crescere.

Mi dispiace, quelle corvine le sentivo un pò mie.

 

Piero Malato

Santa Marinella - Roma

:wub::(

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Quel pomeriggio non volevo andare a pesca.

La mattina ero stato in spiaggia e il mare, con quell'onda lunga che veniva da fuori, non era nemmeno troppo invitante.

Ma poi la mancanza di altri programmi, forse la noia o chissà cos'altro prendono il sopravvento e in un attimo aggancio il gommone per andare allo scivolo.

Non mi ero sbagliato l'acqua è veramente sporca e mentre con tristezza vedo rifiuti di ogni tipo trasportati dal mare dubito che riuscirò a trovare un fazzoletto con un minimo di visibilità.

I primi tuffi sono su alcuni pianori intervallati da chiazze di sabbia dove la visibilità sul fondo è appena sufficiente per pescare.

Sul fondo il mare sta pompando allegramente e ovviamente non si vede un pesce meritevole.

Non perdo tempo e mi sposto poco distante su una zona poco più a terra ma più profonda rispetto alla prima.

La visibilità, bucato un muro marrone di una decina di metri che nasconde anche la mano, è migliore e il moto ondoso è meno avvertibile.

Qui, si capisce subito, che qualche pesce gira e sparo il primo colpo su un saragone al limite del torbido che mancherò.

Avverto però del movimento, non mi ero sbagliato, e in effetti, pur non riuscendo a sparargli vedrò altri saraghi pur di non grosse dimensioni.

La zona è ormai battuta ma capito come girano i pesci faccio un ulteriore passata in corrente poco più in fuori.

Qui la visibilità è ancora migliore e grossi branchi di mangianza fluttano nella mezz'acqua al confine della stratificazione.

Lo sento, mi aspetto il pescione.

Nel giro qualche tuffo rompo il ghiaccio portando in superficie prima un sarago e poi un grosso tordo marvizzo.

Un bel dentice mi frega venendomi da dietro e poi un altro sarago veramente bello finisce a cavetto insieme a un altro più piccolo.

Continuo a scorrere e mi diverto, sento che prima o poi arriverà il bel pesce e all'improvviso arrivo su una zona che non conosco.

Un vasto pianoro di sabbia, qualche ciuffo di posidonia e poi una cascata di grotto che si alza dal fondo per circa un metro e mezzo.

Il posto è molto bello ma non vedo pesce al libero finchè dopo l'ennesima posta, l'ennesima attesa e l'ennesimo aggiramento di un gradino vedo uno sciame di grossi corvi che sfilano dirigendosi alla base di un grottone.

Il tiro è immediato e un grosso corvo risale in superficie con me.

Appena riemergo focalizzo immediatamente i punti a terra, facili in questa zona di litorale, e raggiungo il gommone che mi segue a una quarantina di metri di distanza.

Non perdo tempo e ancoro il gommone nei pressi della zona appena trovata per capire di cosa si tratta.

Scendo, sempre con il novanta, e bucato il muro di acqua nera dopo poche pinneggiate ritrovo la zona con un paio di corvine che si appoggiano sotto una tettoia.

Sto per sparare quando da una cicitura vedo la testa di una cernia che si prende la botta risalendo con me.

Bel pesce, sarà poco più di tre chili e via nuovamente sul fondo questa volta con un più maneggevole sessantino armato a fiocinetta.

Capisco la zona, la conformazione delle tane e i passaggi dei corvi che nel frattempo reagalano altri due esemplari alla mia passione.

Riporto i punti a terra sulla lavagnetta, memorizzo sul gps e torno a terra felice e contento per una bella pescata ma soprattutto per la scoperta di questa bella zona.

Ci tornerò a distanza di tempo per i sucessivi quattro anni e troverò anche una fessura verticale perfetta per il mantenimento della tana.

Era infatti sufficiente scendere, sfarettare alla cieca da quel buco nero per poi spostare i pesci verso quella fessura che permetteva tiri ravvicinati da cecchino proprio sulla nuca del pesce.

Era perfetto, un tiro chirurgico che fulminava la corvina e permetteva sempre la cattura di un paio di pesci senza terrorizzare il branco.

Poi qualcosa è cambiato, ho cominciato a vedere una piccola corvina ferita, una strappata e morta sull'imboccatura della tana e in ultimo un pedagno abbandonato nei pressi.

Qualcuno aveva trovato il punto e, non sapendolo gestire, l'aveva bruciato.

Non credo di essere stato il solo a conoscerlo, sicuramente qualcuno fra i tanti esperti della zona, lo conosceva e lo stava preservando negli anni ma è bastato qualcuno poco esperto che, preso dalla foga, ha letteralmente bruciato la tana.

Nel nostro ambiente in cui in molti abbiamo qualcosa da farci perdonare spesso le capacità non sono quelle di fare mucchio ma di capire quando e come una tana vada gestita.

Ci sono tane che solo occasionalmente fanno pesce e possono essere martellate, altre, le tane madri, che sono abituali e vanno preservate e custodite poichè rappresentano un vero polmone per tutta la zona.

Oggi su quella tana puoi trovare qualche corvo in certi periodi ma devi essere fortunato perchè ci restano per pochi giorni prima di disperdersi chissà dove.

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Piero Malato

Santa Marinella - Roma

 

Bel racconto, sagge parole da cacciatore amante e rispettoso del mare! :thumbup:

Quanto ti stimo!!!!

:clapping::clapping::clapping:

 

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Quel pomeriggio non volevo andare a pesca.

La mattina ero stato in spiaggia e il mare, con quell'onda lunga che veniva da fuori, non era nemmeno troppo invitante.

Ma poi la mancanza di altri programmi, forse la noia o chissà cos'altro prendono il sopravvento e in un attimo aggancio il gommone per andare allo scivolo.

Non mi ero sbagliato l'acqua è veramente sporca e mentre con tristezza vedo rifiuti di ogni tipo trasportati dal mare dubito che riuscirò a trovare un fazzoletto con un minimo di visibilità.

I primi tuffi sono su alcuni pianori intervallati da chiazze di sabbia dove la visibilità sul fondo è appena sufficiente per pescare.

Sul fondo il mare sta pompando allegramente e ovviamente non si vede un pesce meritevole.

Non perdo tempo e mi sposto poco distante su una zona poco più a terra ma più profonda rispetto alla prima.

La visibilità, bucato un muro marrone di una decina di metri che nasconde anche la mano, è migliore e il moto ondoso è meno avvertibile.

Qui, si capisce subito, che qualche pesce gira e sparo il primo colpo su un saragone al limite del torbido che mancherò.

Avverto però del movimento, non mi ero sbagliato, e in effetti, pur non riuscendo a sparargli vedrò altri saraghi pur di non grosse dimensioni.

La zona è ormai battuta ma capito come girano i pesci faccio un ulteriore passata in corrente poco più in fuori.

Qui la visibilità è ancora migliore e grossi branchi di mangianza fluttano nella mezz'acqua al confine della stratificazione.

Lo sento, mi aspetto il pescione.

Nel giro qualche tuffo rompo il ghiaccio portando in superficie prima un sarago e poi un grosso tordo marvizzo.

Un bel dentice mi frega venendomi da dietro e poi un altro sarago veramente bello finisce a cavetto insieme a un altro più piccolo.

Continuo a scorrere e mi diverto, sento che prima o poi arriverà il bel pesce e all'improvviso arrivo su una zona che non conosco.

Un vasto pianoro di sabbia, qualche ciuffo di posidonia e poi una cascata di grotto che si alza dal fondo per circa un metro e mezzo.

Il posto è molto bello ma non vedo pesce al libero finchè dopo l'ennesima posta, l'ennesima attesa e l'ennesimo aggiramento di un gradino vedo uno sciame di grossi corvi che sfilano dirigendosi alla base di un grottone.

Il tiro è immediato e un grosso corvo risale in superficie con me.

Appena riemergo focalizzo immediatamente i punti a terra, facili in questa zona di litorale, e raggiungo il gommone che mi segue a una quarantina di metri di distanza.

Non perdo tempo e ancoro il gommone nei pressi della zona appena trovata per capire di cosa si tratta.

Scendo, sempre con il novanta, e bucato il muro di acqua nera dopo poche pinneggiate ritrovo la zona con un paio di corvine che si appoggiano sotto una tettoia.

Sto per sparare quando da una cicitura vedo la testa di una cernia che si prende la botta risalendo con me.

Bel pesce, sarà poco più di tre chili e via nuovamente sul fondo questa volta con un più maneggevole sessantino armato a fiocinetta.

Capisco la zona, la conformazione delle tane e i passaggi dei corvi che nel frattempo reagalano altri due esemplari alla mia passione.

Riporto i punti a terra sulla lavagnetta, memorizzo sul gps e torno a terra felice e contento per una bella pescata ma soprattutto per la scoperta di questa bella zona.

Ci tornerò a distanza di tempo per i sucessivi quattro anni e troverò anche una fessura verticale perfetta per il mantenimento della tana.

Era infatti sufficiente scendere, sfarettare alla cieca da quel buco nero per poi spostare i pesci verso quella fessura che permetteva tiri ravvicinati da cecchino proprio sulla nuca del pesce.

Era perfetto, un tiro chirurgico che fulminava la corvina e permetteva sempre la cattura di un paio di pesci senza terrorizzare il branco.

Poi qualcosa è cambiato, ho cominciato a vedere una piccola corvina ferita, una strappata e morta sull'imboccatura della tana e in ultimo un pedagno abbandonato nei pressi.

Qualcuno aveva trovato il punto e, non sapendolo gestire, l'aveva bruciato.

Non credo di essere stato il solo a conoscerlo, sicuramente qualcuno fra i tanti esperti della zona, lo conosceva e lo stava preservando negli anni ma è bastato qualcuno poco esperto che, preso dalla foga, ha letteralmente bruciato la tana.

Nel nostro ambiente in cui in molti abbiamo qualcosa da farci perdonare spesso le capacità non sono quelle di fare mucchio ma di capire quando e come una tana vada gestita.

Ci sono tane che solo occasionalmente fanno pesce e possono essere martellate, altre, le tane madri, che sono abituali e vanno preservate e custodite poichè rappresentano un vero polmone per tutta la zona.

Oggi su quella tana puoi trovare qualche corvo in certi periodi ma devi essere fortunato perchè ci restano per pochi giorni prima di disperdersi chissà dove.

Per il resto al massimo se ne vede qualcuna di pochi etti da guardare con l'augurio che possa crescere.

Mi dispiace, quelle corvine le sentivo un pò mie.

 

Piero Malato

Santa Marinella - Roma

 

 

Lo so' che a quotare si prende mezza pagina ma non ne posso fare proprio a meno,se fossi l'editore della rivista dove scriveva Piero dopo aver letto il racconto mi starei mangiando le mani.

Bella esperienza ,peccato per i Corvi non meritavano il massacro e l'estinzione dalla tana.

Bravo Pie' .

 

 

Giuliano.

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Quel pomeriggio non volevo andare a pesca.

La mattina ero stato in spiaggia e il mare, con quell'onda lunga che veniva da fuori, non era nemmeno troppo invitante.

Ma poi la mancanza di altri programmi, forse la noia o chissà cos'altro prendono il sopravvento e in un attimo aggancio il gommone per andare allo scivolo.

Non mi ero sbagliato l'acqua è veramente sporca e mentre con tristezza vedo rifiuti di ogni tipo trasportati dal mare dubito che riuscirò a trovare un fazzoletto con un minimo di visibilità.

I primi tuffi sono su alcuni pianori intervallati da chiazze di sabbia dove la visibilità sul fondo è appena sufficiente per pescare.

Sul fondo il mare sta pompando allegramente e ovviamente non si vede un pesce meritevole.

Non perdo tempo e mi sposto poco distante su una zona poco più a terra ma più profonda rispetto alla prima.

La visibilità, bucato un muro marrone di una decina di metri che nasconde anche la mano, è migliore e il moto ondoso è meno avvertibile.

Qui, si capisce subito, che qualche pesce gira e sparo il primo colpo su un saragone al limite del torbido che mancherò.

Avverto però del movimento, non mi ero sbagliato, e in effetti, pur non riuscendo a sparargli vedrò altri saraghi pur di non grosse dimensioni.

La zona è ormai battuta ma capito come girano i pesci faccio un ulteriore passata in corrente poco più in fuori.

Qui la visibilità è ancora migliore e grossi branchi di mangianza fluttano nella mezz'acqua al confine della stratificazione.

Lo sento, mi aspetto il pescione.

Nel giro qualche tuffo rompo il ghiaccio portando in superficie prima un sarago e poi un grosso tordo marvizzo.

Un bel dentice mi frega venendomi da dietro e poi un altro sarago veramente bello finisce a cavetto insieme a un altro più piccolo.

Continuo a scorrere e mi diverto, sento che prima o poi arriverà il bel pesce e all'improvviso arrivo su una zona che non conosco.

Un vasto pianoro di sabbia, qualche ciuffo di posidonia e poi una cascata di grotto che si alza dal fondo per circa un metro e mezzo.

Il posto è molto bello ma non vedo pesce al libero finchè dopo l'ennesima posta, l'ennesima attesa e l'ennesimo aggiramento di un gradino vedo uno sciame di grossi corvi che sfilano dirigendosi alla base di un grottone.

Il tiro è immediato e un grosso corvo risale in superficie con me.

Appena riemergo focalizzo immediatamente i punti a terra, facili in questa zona di litorale, e raggiungo il gommone che mi segue a una quarantina di metri di distanza.

Non perdo tempo e ancoro il gommone nei pressi della zona appena trovata per capire di cosa si tratta.

Scendo, sempre con il novanta, e bucato il muro di acqua nera dopo poche pinneggiate ritrovo la zona con un paio di corvine che si appoggiano sotto una tettoia.

Sto per sparare quando da una cicitura vedo la testa di una cernia che si prende la botta risalendo con me.

Bel pesce, sarà poco più di tre chili e via nuovamente sul fondo questa volta con un più maneggevole sessantino armato a fiocinetta.

Capisco la zona, la conformazione delle tane e i passaggi dei corvi che nel frattempo reagalano altri due esemplari alla mia passione.

Riporto i punti a terra sulla lavagnetta, memorizzo sul gps e torno a terra felice e contento per una bella pescata ma soprattutto per la scoperta di questa bella zona.

Ci tornerò a distanza di tempo per i sucessivi quattro anni e troverò anche una fessura verticale perfetta per il mantenimento della tana.

Era infatti sufficiente scendere, sfarettare alla cieca da quel buco nero per poi spostare i pesci verso quella fessura che permetteva tiri ravvicinati da cecchino proprio sulla nuca del pesce.

Era perfetto, un tiro chirurgico che fulminava la corvina e permetteva sempre la cattura di un paio di pesci senza terrorizzare il branco.

Poi qualcosa è cambiato, ho cominciato a vedere una piccola corvina ferita, una strappata e morta sull'imboccatura della tana e in ultimo un pedagno abbandonato nei pressi.

Qualcuno aveva trovato il punto e, non sapendolo gestire, l'aveva bruciato.

Non credo di essere stato il solo a conoscerlo, sicuramente qualcuno fra i tanti esperti della zona, lo conosceva e lo stava preservando negli anni ma è bastato qualcuno poco esperto che, preso dalla foga, ha letteralmente bruciato la tana.

Nel nostro ambiente in cui in molti abbiamo qualcosa da farci perdonare spesso le capacità non sono quelle di fare mucchio ma di capire quando e come una tana vada gestita.

Ci sono tane che solo occasionalmente fanno pesce e possono essere martellate, altre, le tane madri, che sono abituali e vanno preservate e custodite poichè rappresentano un vero polmone per tutta la zona.

Oggi su quella tana puoi trovare qualche corvo in certi periodi ma devi essere fortunato perchè ci restano per pochi giorni prima di disperdersi chissà dove.

Per il resto al massimo se ne vede qualcuna di pochi etti da guardare con l'augurio che possa crescere.

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Piero Malato

Santa Marinella - Roma

 

Vabbè dai... anche questo fa parte del gioco.

In fondo è così che si impara a pescare, anche chi ha "rovinato" quella tana avrà avuto da imparare qualcosa, e quello è il solo modo di farlo...

Sai cosa devi fare? Compilaci una bella lista con le tue buche migliori, completa di coordinate GPS e mire a terra... così sapremo tutti dove NON dobbiamo andare a ficcanasare! :devil:

 

...ma capito come girano i pesci...

 

è un espressione che usate spesso, sia tu che Alessio. Cosa intendete? Cosa guardate?

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Ma che sei uscito con il mostro? hai testato l'animale?

 

Ancora no ,se sta' a rimette della poca manutenzione degli anni scorsi ,lo sto' nutrendo con filetto di Dentice o ricciola alla brace con Vermentino di Gallura ,

in modo che la mira se la cerca da solo :D .

Ora gli sto' montando una doccetta autocostruita,il prob e' che con un giorno a settimana di riposo i lavori vanno alle lunghe ,mettici anche una pescata ogni tanto ecco la' che passano anche 15 giorni che non ci metto mano :( .

Comunque manca poco.

 

 

Giuliano.

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Civitavecchia ieri mattina impraticabile,vento forte,corrente forte,visibilita' pessima un paio di metri,mare mosso.

Risultato: cappotto.

 

 

 

Giuliano.

 

 

Vedendo la web di riva di traiano mi ha dato l'idea che oggi fosse meglio, ho detto 'na ca..volata?!!

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Civitavecchia ieri mattina impraticabile,vento forte,corrente forte,visibilita' pessima un paio di metri,mare mosso.

Risultato: cappotto.

 

 

 

Giuliano.

 

 

Vedendo la web di riva di traiano mi ha dato l'idea che oggi fosse meglio, ho detto 'na ca..volata?!!

Andrè, sicuramente ieri era mejo de sabato, ma stamattina fermate proprio!! :vomito:

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Civitavecchia ieri mattina impraticabile,vento forte,corrente forte,visibilita' pessima un paio di metri,mare mosso.

Risultato: cappotto.

 

 

 

Giuliano.

 

 

Vedendo la web di riva di traiano mi ha dato l'idea che oggi fosse meglio, ho detto 'na ca..volata?!!

Andrè, sicuramente ieri era mejo de sabato, ma stamattina fermate proprio!! :vomito:

 

 

Mamma mia!! Vento teso da sud! Me vie' da piagne... :(

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Ragazzi, qui conviene che tiriamo fuori un argomento interessante su cui discutere e parlare un po', altrimenti ci logoriamo la mente a vedere le condizioni del mare. :angry:

 

Chi comincia? :P

 

 

Ciao Andrea,stamattina sono stato in pescheria,sul banco c'erano dei bei saragotti...devo dire che un pensierino ce l'ho fatto...però non saprei come cucinarli che dici al cartoccio?? :bye: Marco.

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