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Roma e dintorni.


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Quello che mi manca di più, non sono il pescato o il pescare di per sè, ma le belle giornate in compagnia fatte di puro divertimento e cazzeggio :(

....ma ne avremo delle migliori :laughing:

 

 

Io me stò a deprimere... manco du porpetti!!!

 

Ed è previsto brutto fino a fine mese, poi ... nun se sà! :huh::thumbdnn:

 

 

 

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Quello che mi manca di più, non sono il pescato o il pescare di per sè, ma le belle giornate in compagnia fatte di puro divertimento e cazzeggio :(

....ma ne avremo delle migliori :laughing:

 

 

Io me stò a deprimere... manco du porpetti!!!

 

Ed è previsto brutto fino a fine mese, poi ... nun se sà! :huh::thumbdnn:

 

 

 

 

 

io na canna da Decathlon ;) l'ho presa,se nun piove forte a fine settimana provo con la sardina :D come i vecchi pescatori del mio paese :thumbup: hai visto mai... magari na spigoletta affamata cè casca.

:bye:

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Mo' la butto lì...

 

Visto che stiamo senza fare nulla, mi riferisco al forum, ovviamente, perchè non sfruttiamo questo momento di calma per buttare lì qualche racconto non di pesca ma di particolari situazioni vissute in acqua anche pericolose, può essere molto utile cercare un simile confronto che si rivelerebbe senz'altro costruttivo!

 

Per quanto mi riguarda, una cosa che non dimenticherò mai è stato quando, ostinandomi a pescare nonostante l'indurimento nella compensazione dell'orecchio dx, in risalita mi sono trovato con vertigini che mi facevano girare tutto quanto. Ho avuto veramente paura e ho chiuso gli occhi cercando di raggiungere lentamente il pallone al quale mi sono aggrappato fino a che tutto è tornato normale.

 

Da allora ho preso l'abitudine quando sono in acqua, anche se non ne sento il bisogno, di sciacquarmi regolarmente il naso con l'acqua di mare e non ho più avuto alcun tipo di problema.

 

Un saluto a tutti

 

:bye:

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Io invece ricordo quando dal torbido è spuntata una maestosa lappera di oltre tre metri con due file di denti impressionanti ... poi non ricordo più niente, forse avevo mangiato troppo !!! :laughing::laughing:

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Mo' la butto lì...

 

Visto che stiamo senza fare nulla, mi riferisco al forum, ovviamente, perchè non sfruttiamo questo momento di calma per buttare lì qualche racconto non di pesca ma di particolari situazioni vissute in acqua anche pericolose, può essere molto utile cercare un simile confronto che si rivelerebbe senz'altro costruttivo!

 

Per quanto mi riguarda, una cosa che non dimenticherò mai è stato quando, ostinandomi a pescare nonostante l'indurimento nella compensazione dell'orecchio dx, in risalita mi sono trovato con vertigini che mi facevano girare tutto quanto. Ho avuto veramente paura e ho chiuso gli occhi cercando di raggiungere lentamente il pallone al quale mi sono aggrappato fino a che tutto è tornato normale.

 

Da allora ho preso l'abitudine quando sono in acqua, anche se non ne sento il bisogno, di sciacquarmi regolarmente il naso con l'acqua di mare e non ho più avuto alcun tipo di problema.

 

Un saluto a tutti

 

:bye:

 

Giusto!

 

Io il racconto ce l'avrei pure.... ma non il tempo.

 

Ma se andate avanti voi quando posso prometto che mi ci metto! :siiiii:

 

 

 

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raccontino:non ricordo bene se era il 1985 oll'86,lavoravo imbarcato su un motopesca daltura (sembro verdone) :laughing: ebbi loccasione di immergermi in una RETE piena di ricciole enormi e con il fido supersten 130 cercavo di arpionarne una possibilmente enorme vista la facile opportunità........................POI ME Sò SVEJATO e le ricciole non cerano più :unsure::laughing::laughing::laughing::laughing:

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Probabilmente già ho raccontato quanto sto scrivendo ma credo che faccia bene ricordarlo.

Parliamo di un sabato di maggio del 2006 in cui in compagnia del Giovine Calvino mi trovavo a bordo del mio gommone al largo di Santa Marinella.

Era dalla mattina che scorrazzavamo in lungo e in largo e finalmente avevamo trovato una zona con delle belle corvine.

Mi sentivo in forma e nel corso della mattina avevamo già visitato parecchie zone con profondità importanti così che i 18/19 metri che adesso avevamo sotto le pinne non mi creavano nessuna difficoltà.

Il fondo era invisibile dall'alto ma già a metà discesa si cominciava a vedere il bellissimo fondale sotto di noi.

Non pescavamo in coppia e non avevamo trovato nessuna tana vera e propria ma solo un grosso branco di corvi che spaventato dalla nostra presenza si era nascosto in un tutta la zona.

Nel giro di breve catturammo diverse corvine finchè accadde l'imprevedibile.

Durante l'ennesima discesa a non oltre 8/10 metri di profondità, non so come, avvertii come un colpo alle spalle che dalla posizione verticale in cui mi trovavo mi fece ruotare su me stesso facendomi perdere l'orientamento.

Ricordo perfettamente quei momenti, non riuscivo a capire cosa mi stesse capitando e la cosa più grave che non riuscivo a ritrovare la strada per la superficie.

Poi avvenne il miracolo, per fortuna riuscii a sganciare la cintura e a riguadagnare la superficie vedendo il gommone ancorato a una trentina di metri da me.

A fatica chiamai Andrea il quale, poco distante, subito arrivò chiedendomi cos'è che mi spaventava.

Ricordo che la prima cosa che dissi è che, durante la discesa, erao stato colpito alle spalle da un pesce a mezz'acqua....

Salito in gommone ricordo solo un senso di spossatezza, dei giramenti di testa e un senso di vomito che mi fece spuatare solo dei succhi gastrici.

Tornammo allo scivolo e non mi reggevano le gambe, mi girava la testa e facevo fatica anche a parlare finchè Andrea mi accompagno dopo pochi minuti a casa.

Qui a casa, in preda alle vertigini e ai brividi di freddo, mi addormentai per poi risvegliarmi solo qualche ora più tardi all'ora di cena.

Era rimasta solo la stanchezza e il bruttissimo ricordo.

In tanti anni di mare non ho mai osato, non ho mai commesso imprudenze e al minimo accenno di stanchezza ho sempre preferito smettere piuttosto che espormi a rischi inutili.

Pure quella volta non stavo commettendo nulla di diverso rispetto al normale.

La profondità era ampiamente nelle mie possibilità, i recuperi erano sempre rispettati e comunque ero allenato per pescare in quella maniera.

Il fattaccio poi è capitato a mezz'acqua durante la discesa e perciò non in condizione di debito d'ossigeno.

Oggi quell'episodio è solo un lontano che non fu mai spiegato e che comunque mi condizionò moltissimo per tutta l'estate.

Il mio problema era la pesca in condizioni di acqua torbida in superficie quando il fondo non si vede dall'alto.

In queste condizioni, comunissime dalle mie parti, mi sentivo a disagio... Durante la discesa nella colonna d'acqua in cui per 10/15 metri a volte non si vede nemmeno la mano che impugna il fucile avevo paura...

Non pescavo sereno, le apnee erano tagliate e non mi divertivo, così che ripiegai per altre pesche psicologicamente meno difficili.

Già dall'anno dopo ripresi a pescare regolarmente in ogni modo ma anche oggi non vi nascondo che a volte sento una vocina che mi dice di abbandonare.

Se prima ero prudente ora lo sono di più e poi, amici miei, ho capito una cosa sacrosanta e a cui tutti ma proprio tutti non possiamo sottrarci.

Ogni volta che andiamo in mare, indipendentemente dalla nostra preparazione, dalle profondità, dallo stato fisico e dall'allenamento ci esponiamo a dei rischi che possono essere mortali.

la maturità, l'esperienza e l'allenamento possono abbassare la soglia di questi risci ma non azzerarla del tutto.

Fa parte del gioco, prendiamone consapevolezza.

 

Piero Malato

Santa Marinella - Roma

 

 

 

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Quello che mi manca di più, non sono il pescato o il pescare di per sè, ma le belle giornate in compagnia fatte di puro divertimento e cazzeggio :(

....ma ne avremo delle migliori :laughing:

 

:clapping: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping:

 

me manca pure a me...me sa xchè cazzeggiamo troppo che nun piamo mai un c@**o :laughing: :laughing:

 

 

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.... ci incontrammo per caso in terra santa, era giugno, giugno 2009.

 

da allora mi ha fatto un sacco di promesse ma niente, non si è fatto più vedere ...

tutto quello che mi rimane di lui è il ricordo di una ricciola con un'asta attaccata proveniente dal continente

e questa foto rubata, scattata a sua insaputa! :( :(

 

post-7778-1263245911_thumb.jpg

 

:P

Modificato da amato70
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bel racconto e fà capire a tutti noi pescatori che la sicurezza in mare è VITALE. un gesto va memorizzato per chi non ha pensato in quel lasso di tempo preziosissimooooooo: sganciare la cintura in quelle condizioni e' VITALE.

 

un saluto e mo' guardo gli impianti di risalita APERTE......

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eccomi quà di ritorno dalla grecia!

 

le aspettative venatorie sono state un po' deluse ma qualche bel pesce è uscito e le avventure vissute con una compagnia fantastica hanno reso la vacanza comunque indimenticabile

 

io di bello ho catturato la spigola di 2 kg e 6 di cui vi avevo già accennato, più una bella sfirida(cernia bianca) di 2 kg e mezzo e un dentice di 2 kg, oltre a qualche bel sarago e a un paio di oratelle!!!

 

le foto come sapete non sono capace a metterle ma presto le pubblicherò fu facebook

 

vi abbraccio e mi dispiace che nel frattempo non siete potuti entrare in mare anche voi

 

ora torno a lavoro

 

ciao

 

roberto (ex papadopulos) giulio cesare la mantia

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Probabilmente già ho raccontato quanto sto scrivendo ma credo che faccia bene ricordarlo.

Parliamo di un sabato di maggio del 2006 in cui in compagnia del Giovine Calvino mi trovavo a bordo del mio gommone al largo di Santa Marinella.

Era dalla mattina che scorrazzavamo in lungo e in largo e finalmente avevamo trovato una zona con delle belle corvine.

Mi sentivo in forma e nel corso della mattina avevamo già visitato parecchie zone con profondità importanti così che i 18/19 metri che adesso avevamo sotto le pinne non mi creavano nessuna difficoltà.

Il fondo era invisibile dall'alto ma già a metà discesa si cominciava a vedere il bellissimo fondale sotto di noi.

Non pescavamo in coppia e non avevamo trovato nessuna tana vera e propria ma solo un grosso branco di corvi che spaventato dalla nostra presenza si era nascosto in un tutta la zona.

Nel giro di breve catturammo diverse corvine finchè accadde l'imprevedibile.

Durante l'ennesima discesa a non oltre 8/10 metri di profondità, non so come, avvertii come un colpo alle spalle che dalla posizione verticale in cui mi trovavo mi fece ruotare su me stesso facendomi perdere l'orientamento.

Ricordo perfettamente quei momenti, non riuscivo a capire cosa mi stesse capitando e la cosa più grave che non riuscivo a ritrovare la strada per la superficie.

Poi avvenne il miracolo, per fortuna riuscii a sganciare la cintura e a riguadagnare la superficie vedendo il gommone ancorato a una trentina di metri da me.

A fatica chiamai Andrea il quale, poco distante, subito arrivò chiedendomi cos'è che mi spaventava.

Ricordo che la prima cosa che dissi è che, durante la discesa, erao stato colpito alle spalle da un pesce a mezz'acqua....

Salito in gommone ricordo solo un senso di spossatezza, dei giramenti di testa e un senso di vomito che mi fece spuatare solo dei succhi gastrici.

Tornammo allo scivolo e non mi reggevano le gambe, mi girava la testa e facevo fatica anche a parlare finchè Andrea mi accompagno dopo pochi minuti a casa.

Qui a casa, in preda alle vertigini e ai brividi di freddo, mi addormentai per poi risvegliarmi solo qualche ora più tardi all'ora di cena.

Era rimasta solo la stanchezza e il bruttissimo ricordo.

In tanti anni di mare non ho mai osato, non ho mai commesso imprudenze e al minimo accenno di stanchezza ho sempre preferito smettere piuttosto che espormi a rischi inutili.

Pure quella volta non stavo commettendo nulla di diverso rispetto al normale.

La profondità era ampiamente nelle mie possibilità, i recuperi erano sempre rispettati e comunque ero allenato per pescare in quella maniera.

Il fattaccio poi è capitato a mezz'acqua durante la discesa e perciò non in condizione di debito d'ossigeno.

Oggi quell'episodio è solo un lontano che non fu mai spiegato e che comunque mi condizionò moltissimo per tutta l'estate.

Il mio problema era la pesca in condizioni di acqua torbida in superficie quando il fondo non si vede dall'alto.

In queste condizioni, comunissime dalle mie parti, mi sentivo a disagio... Durante la discesa nella colonna d'acqua in cui per 10/15 metri a volte non si vede nemmeno la mano che impugna il fucile avevo paura...

Non pescavo sereno, le apnee erano tagliate e non mi divertivo, così che ripiegai per altre pesche psicologicamente meno difficili.

Già dall'anno dopo ripresi a pescare regolarmente in ogni modo ma anche oggi non vi nascondo che a volte sento una vocina che mi dice di abbandonare.

Se prima ero prudente ora lo sono di più e poi, amici miei, ho capito una cosa sacrosanta e a cui tutti ma proprio tutti non possiamo sottrarci.

Ogni volta che andiamo in mare, indipendentemente dalla nostra preparazione, dalle profondità, dallo stato fisico e dall'allenamento ci esponiamo a dei rischi che possono essere mortali.

la maturità, l'esperienza e l'allenamento possono abbassare la soglia di questi risci ma non azzerarla del tutto.

Fa parte del gioco, prendiamone consapevolezza.

 

Piero Malato

Santa Marinella - Roma

 

 

Come al solito Piero il tuo racconto è molto significativo. Praticamente il colpo che hai sentito alle spalle non sei mai riuscito a capire da cosa sia stato dovuto? Incredibile, siamo veramente nelle mani di qualcuno sopra di noi allora...

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