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Rijkaardt

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Risposte pubblicato da Rijkaardt

  1. ..io sostengo la tesi che i periodi di glaciazione e deglaciazione si stiano avvicinando tantissimo. Il riscaldamento repentino causato dall'effetto serra, sciogliendo i ghiacci aumenterebbe il livello degli oceani ed enormi quantità di acqua fredda potrebbero comportare una variazione delle correnti marine e diminuire o annullare gli effetti delle stesse sul clima..

    Per me questo è l'inizio dell'era glaciale.

     

    segui sto sito

    e leggi questo: http://www.climatemonitor.it/?p=5746

  2. Battaglia potrebbe avere davvero ragione perchè il riscaldamento globale potrebbe essere di origine non antropica. Il condizionale è d'obbligo però se si accetta il principio che mille indizi fanno una prova allora Battaglia ha e non avrebbe ragione. La oramai dimenticatissima ipotesi di Milankovic come la descrive magistralmente Isaac Asimov in "Il libro di Fisica - Cap IV La Terra - Cause delle glaciazioni" che vi potete scaricare liberamente da ISAAC ASIMOV - IL LIBRO DI FISICA .pdf

     

    ....Nel 1920 un fisico jugoslavo, Milutin Milankovic, ipotizzò l'esistenza di un ciclo, della durata di 40 mila anni, con una «grande primavera», una «grande estate», un «grande autunno» e un «grande inverno», ciascuno della durata di 10 mila anni. Secondo questa teoria, la terra sarebbe particolarmente suscettibile alle glaciazioni durante il «grande inverno», e quando concorressero altre condizioni favorevoli una glaciazione si verificherebbe effettivamente. Una volta verificatasi la glaciazione, la terra avrebbe maggiori probabilità di uscirne durante una «grande estate», sempre se altre condizioni favorevoli fossero in atto.

     

    La proposta di Milankovic non incontrò molto favore ai suoi tempi. Nel 1976, però, il problema fu affrontato negli Stati Uniti da J. D. Hays e John Imbrie e in Gran Bretagna da N. J. Shackleton; essi lavorarono su lunghe «carote» di sedimenti dragate in due diversi punti dell'Oceano Indiano - relativamente poco profondi e abbastanza lontani dalla terraferma per garantire che non vi arrivasse materiale contaminante dalle zone costiere più vicine o da fondali marini ancora meno profondi.

     

    Queste carote erano costituite di materiale che si era andato depositando in continuazione durante un periodo di 450 mila anni. Man mano che si consideravano strati più profondi delle carote, si tornava indietro nel tempo. Era possibile studiare gli scheletri di minuscoli animali unicellulari appartenenti a specie diverse, che prosperano in habitat con temperature differenti. Da tale studio si poteva stabilire la temperatura alla quale si era formato ciascuno strato.

     

    Inoltre gli atomi di ossigeno si presentano in due differenti varietà, il cui rapporto quantitativo varia in funzione della temperatura; misurando tale rapporto in punti diversi della carota, era quindi possibile determinare la temperatura dell'oceano in tempi diversi. I due metodi per la ricostruzione delle temperature diedero risultati concordi, che sembravano accreditare qualcosa di molto simile al ciclo di Milankovic. Può quindi darsi che la terra abbia, a intervalli molto lunghi, un grande inverno con una glaciazione, proprio come ha ogni anno un normale inverno, in cui si ricopre di nevi. Ma allora, perché il ciclo di Milankovic avrebbe operato durante il Pleistocene, e non durante i duecento milioni di anni antecedenti, nei quali non vi fu alcuna glaciazione? Nel 1953, Maurice Ewing e William L. Donn pensarono che la soluzione di tale quesito poteva essere rintracciata nella peculiare geografia dell'emisfero settentrionale. La regione artica è quasi completamente occupata dall'oceano, però si tratta di un oceano chiuso dalla terraferma e circondato da tutte le parti da enormi masse continentali.

     

    Immaginiamo che l'Oceano Artico sia appena un poco più caldo di quanto è oggi, ricoperto da un esiguo strato di ghiaccio o addirittura scoperto, che si presenti cioè come una distesa liquida ininterrotta. In tal caso esso sarebbe una fonte di vapor acqueo, che si raffredderebbe nelle zone superiori dell'atmosfera, per poi cadere sotto forma di neve: la neve finita sulle acque dell'oceano si scioglierebbe, ma quella finita sulle circostanti masse continentali si accumulerebbe, innescando la glaciazione: la temperatura diminuirebbe e l'Oceano Artico congelerebbe. Il ghiaccio non produce una quantità di vapor acqueo pari a quella prodotta dall'acqua liquida alla stessa temperatura. Una volta congelatosi, l'Oceano Artico immetterebbe nell'aria meno vapor acqueo e cadrebbe meno neve. I ghiacciai comincerebbero a ritirarsi, e, una volta innescata la deglaciazione, il processo verrebbe accelerato. Potrebbe quindi darsi che il ciclo di Milankovic dia adito a periodi di glaciazione solo nel caso che vi sia un oceano racchiuso dalle terre a uno o a entrambi i poli. Possono trascorrere anche centinaia di milioni di anni in cui, non verificandosi tali condizioni, non ci sono glaciazioni; ma, a lungo andare, sarebbe la deriva delle zolle tettoniche a creare una situazione favorevole, dando inizio a un periodo di un milione di anni, o anche più, in cui i ghiacciai seguiterebbero ad avanzare e a retrocedere regolarmente. Questa interessante ipotesi non è stata ancora accettata completamente. Naturalmente vi sono anche cambiamenti meno regolari della temperatura terrestre e fattori abbastanza imprevedibili che determinano tendenze al raffreddamento o al riscaldamento....

     

     

     

    Cicli di Milankovitch Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. I cicli di Milankovitch sono gli effetti collettivi delle variazioni dei moti della Terra sul suo clima. Prendono il nome dall'ingegnere civile e matematico serbo Milutin Milanković.

    L'eccentricità orbitale, l'inclinazione assiale e la precessione dell'orbita terrestre variano in base ad alcuni schemi, che hanno dato luogo a glaciazioni ogni circa 100 000 anni durante l'era glaciale del Quaternario. L'asse terrestre completa un ciclo di precessione circa ogni 26 000 anni e, allo stesso tempo, l'orbita ellittica ruota compiendo un ciclo ogni 22 000 anni. Inoltre, l'angolo tra l'asse terrestre e la normale del piano orbitale varia ciclicamente tra 21,5º e 24,5º, con un periodo di 41 000 anni. Attualmente, quest'angolo misura a 23,44º. La teoria di Milanković sui cambiamenti climatici non è tuttavia ancora perfezionata; in particolare la risposta climatica più grande è relativa ad una scala temporale di 400 000 anni, ma gli effetti su questi periodi, per quanto riguarda le glaciazioni, sono apparentemente lievi e non concordano con le previsioni. Per giustificare questa discrepanza, sono chiamati in causa vari fenomeni, correlati all'anidride carbonica o alla dinamica degli inlandis. Teorie simili sono state avanzate da Joseph Adhemar, James Croll ed altri, ma le verifiche sperimentali sono rese difficoltose dalla mancanza di prove di datazione affidabile, oltre che da perplessità su quali periodi siano da considerare nei rilevamenti. La teoria non avrebbe comunque raggiunto il suo stato attuale se non grazie alle ricerche sui sedimenti oceanici mediante carotaggio da parte di Jim Hays, John Imbrie e Nicholas Shackleton che pubblicarono i loro risultati su Science nel 1976

     

    ...naturalmente per poter leggere chi veramente fosse Milutin Milankovic tocca andare su Wikipedia in inglese perchè i soliti sinistronzi si guardano bene da mettere in rete informazioni contrarie alla loro gretta propaganda operando una censura de facto che si basa sulla solita molle pigrizia intellettuale degli italiani. :fish:

    infatti mai sentuto prima d'ora.... pericolosa e parzialissima come sempre, wikipedia.

    In compenso, oggi, su Repubblica: grandi spazi e box in onore dell'ultimo studio che conforta la tesi più cara ai catastrofisti de noantri: qui e cioè che c'è sempre una spiegazione antropica alla causa dei mali meteorologici.

    La cosa che non torna è che ora siamo passati alle alluvioni, mentre solo due anni fa si scassandrava sulla desertificazione. Ne sa qualcosa un cialtrone che va in giro co na piccozza alla mano, non so se l'avete mai visto.... Global warming e causa umana fino a che anni di nevicate pazzesche come questi, in Usa, mai s'erano visti. Ma niente li fa vergognare, neanche le continue smentite dai bollettini: con un'impressionante rigiro di frittata, anche queste ora diventano conferme alla teoria del GW...Cioè: nel mondo si gela? è il riscaldamento globale.

  3. non lo so, ma probabilmente i termini della licenza che possiedono prevedono che le barche che impiegano si attengano al trasporto dei sub e basta.

    Invece questi ci screstazzano sopra a uffo, ricamandoci tutto un servizio di contorno, rivolto e ai sub e a chi li accompagna senza immergersi, tanto per prendere il sole, come donne fidanzate e quant'altri, che manco potrebbero salire.

    Aumm-aumm, a un certo punto er commander s'infila nel pertugio (mica tanto, anzi) uso-cucina della bagnarolona e scola il cuccumone di pastaccia ar sugo da servire in piatti di plastica con bicchierame annesso pel vinello dozzinale del Bruni o dell'Ercoli, che è quello che in zona vale meno (ma che quando lo ghiacci per bene, te sembra nèttare), così il vero business alla fine è più sto tipo di ristoro dell'immersione stessa. Il sospetto che il sugo allo scoglio venga arricchito dal retino che il capomuta porta alla vita, è molto forte. In questo modo c'è chi se riempie talmente la panza che rinuncia pure all'immersione pomeridiana, magari pagata a priori e compresa nel forfait, e se risparmio uguale guadagno in questo modo allora si raddoppia.

    Qualcuno alla fine s'è fatto rode er chiccherone e ha spiattellato la cosa in capitaneria: ecco il perchè di sta maccheronica disposizione. Maccheronica proprio perchè riguarda i maccheroni, oltrechè per l'impiego dell'itagliano testuale. A proposito, è ora di pranzo e vado a magnà anch'io e così, freebootering, ve saluto.

  4. Voi scherzate, ma mi risulta che c'è chi li raccoglie e li rivende ai ristoranti cinesi che li pagano discretamente.

     

    Per loro sono delle leccornie molto afrodisiache.

     

    E non sono leggende...

     

    Ciao. Pepu.

    ...ma i cinesi si pappano pure le meduse essiccate :cacca: nella calceviva :rolleyes: e pure gli scorpioni e i grilli. :vomito: Mi meraviglia che ci siano italiani che vanno nei ristoranti cinesi per mangiare queste fetènzie ma se succede evidentemente c'è qualcuno che se le magna :laughing:

    a Ristuccia piacciono, per via del sapore, penso.

    Del resto l'oloturia è anche detta.... :rolleyes:

    :laughing: :laughing:

  5. Generalmente sono le otturazioni classiche in amalgama quelle che danno più problemi: per causare dolori lancinanti talvolta è sufficiente la presenza di una piccola bolla d'aria che cambia repentinamente di volume al rapido variare della pressione esterna. Non diagnosticabile perchè invisibile ai raggi X la bolla d'aria rimane nascosta dall' amalgama in prossimità del nervo all'interno dell'otturazione per anni e improvvisamente dà dolore. Ne sanno qualcosa i piloti d'aereo che sono soggetti anche loro alle repentine escursioni bariche.

    Articolo precedentemente trattato:

    Problemi Compensazione E Dolore Ai Denti (2008)

    ammazza, oh! mo te propongo come moderatore di qualcosa

  6. la realtà è questa gente non ha dignità..basta guardare report e la puntata sulla pesca...i pescatori liguri che pescano in mezzo al petrolio e alla spazzatura è ovviamente ed intelligentemente la ributtano in mare . ..dicendo" se non ci pagano un tot a barile di rumenta noi non la raccattiamo"....e continuate a pescare nel petrolio della heaven...e continuate a piangere inutilmente....salvo vendere poi gli scampi AD 80 EURO AL KG ..scampi che vivono nel petrolio...ottimi per accendere il camino...piu che da mangiare...altro che 2500 euro al mese...alla fine la tutela del mare colpisce solo i pescatori in apnea...pescare minutaglia è vietato ovunque.....è ora che i pescatori di bianchetti/rossetti se ne rendano conto.....

     

    ho capito ma molta di questa gente fa la O con il qulo del bicchiere... è la politica che a furia di toppe e tapulli gli ha fatto credere che...

     

    anche le seppioline e i totanetti (scufiotte) grandi come una moneta da 1 euro ci sono, regolari, sui banchi...pensano di far l'affare ma si stanno autocastrando....

     

    c'è gente che si è fatta i palazzi nella generazione prima depredando il nostro mare...e ora la vedi tenere il cartellone in mano con scritto che muore di fame, ogni mese gli arriva un fiume di denaro dagli affitti... :eek:

     

    compratevi sto libro, vi spiegano bene come funziona con queste categorie:

    la cultura del piagnisteo

     

     

  7. AH!.... n'hai capito, 2500 euro al mese, e "solo per sopravvivere".

     

    ma mettiamoci d'accordo e compriamoci un cesso di peschereccio pure noi, no?

    Tanto c'è la comunità che paga, e tra incentivi e affini finisce che non c'è da caccià na lira di tasca propria.

    Peschereccio ecologicissimo, bada ben bada ben bada ben!

    Infatti non pesca, sta sempre fermo in porto con qualche scusa. Che bisogno c'è di lavorà: con due sacchi e mezzo al mese m'accontento.

     

  8. ....e io pensavo che "bergher" fosse più un pilota di formula 1 che non l'utile idiota di turno pronto a immolare la propria residua credibilità per difendere gli sproloqui indifendibili der picozza :lol: .. la mamma degli idioti è sempre più incinta

    ma no, bergher je da giù, hai letto male

    piuttosto leggete qui

    la grande filibustiera Franca Melis non gliele manda a dì a quei goffi: brava francaaaa! ;)

  9. Bianchi no, ma tigre ENORME si, mi é passato sotto le pinne a pochi metri mentre mi rilassavo in superficie. E anche una volta un martello molto grande.

     

    Viaggi di pesca non ne faccio. Per ché dovrei farli?

    e quando poi li fa, la roba non se la porta... :fish:

  10. Mà! Qui quando il pesce è grande, lo pagano poco il kilo. Allora, un pesce cosí lo pagano più o meno sui 2$ al kilo. Forse saranno stati 150 di dollari ma non molto di più.

     

    Pulire la mandibole è un lavoro cinese... Il motivo principale di andare a pesca è divertirsi. Poi non creo che ci vogliano stare 6 ore a pulire la mandibola per prendersi altri 100$... La testa, fegato, pinne, colonna, tutto quello va in acqua.

    il vecchio formicaio risolve tutto, e tu ti gratti los huevos, mentre lavora per te :lol: :lol:

  11. nonostante tutto la trovata migliore sulla flotta peschereccia resta quella Venezuelana:

    leggi qui

    e ho idea che si risparmi anche un bel po'. Possibile che non ci sia un cialtrone qualsiasi, seduto a bruxelles, che prenda umilmente spunto da un paese del secondo mondo come questo?

  12. Siamo per caso in aria di elezioni del direttivo?

     

    LINK

    ma questi demandano tutto ormai alla carità cristiana di qualche volontario? se è per questo a tenere i sentieri puliti ci pensavano già da sè quelli di giannutri, e da prima che imponessero sto parco senza senso. Se il problema sono i quattrini allora, quand'è così, si chiude: e tra le mansioni dell'amministrazione c'è anche il compito di trovare i soldi, dandosi da fare pure coi rapporti personali, altrimenti invece che un divo telegenico dalla piccozza alla mano bastava un pinco palla comunque, che magari faceva bene anche il resto del lavoro.

    Queste sono figure di palta, e di quelle serie.

    Si ribadisce l'invito a chiudere baracca e burattini e cercarsi subito nuovo sistema di sbarcare il lunario: consiglio la zappa e il picco, lasciando attaccata al muro l'inutile piccozza. Il fallimento è completo, eloquente e teatrale. Oltre che penoso: l'elenco delle località in cui hanno esposto i volantini... ma ti rendi conto? poi però le boe di delimitazione le hanno comprate a 21 anni dall'istituzione del parco. Incapaci spreconi e cialtroni è dire poco... e meno male che il pnat sarebbe all'avanguardia tra le aree protette italiane. Se questo sta messo così figuriamoci il resto, e invece niente: ancora ne propongono!

    bene fanno la prestigiacomo e tremonti ad andargli in quel posto.

  13. Comunque sappiate che esiste un'altro ENORME problema: il commercio del pesce in Italia è in mano alla camorra da decenni ma siccome la grande piazza o addrittura la prima piazza del pesce.. :lol: ...Milano che c'ha i soldi e non c'ha il mare... ^_^ E' Milano che fà il prezzo (esoso) del pesce ed è a Milano che guardacaso si concentrano gli interessi degli industriali agro-alimentari nonchè gli opinion-leader. Opinion "làders" che dirigono a suon di media corrotti (io dico RAI) il "bòn ton" e la "nouvelle cuisine" ed ecco che miracolosamente nessuno ne parla. :huh: Una santa alleanza tra mali-imprenditori e mafiosi è la causa di questo schifo del pesce fracico & caro con la connivenza mediatica di quella gran troja di mamma RAI che proprio in questi giorni addirittura a RAI-Storia (Minoli) spende e spande per pubblicizzare quel saprofita di Gualtiero Marchesi e del suo sotto-Scala ..Marchesi l'ottuagenario guru gastrico a sua volta non è che il caporione di questa squadraccia di avvelenatori organizzati per bande. Questa storia dell'agroalimentare adulterato tramite gli avvelenatori " a la page" della Guida Michelin già saltò fuori 2 anni fà ai tempi d'oro della "cucina molecolare" e relativa grande sputtanata ricevuta dagli ineffabili paladini di Striscia.. ma poi dopo il grande scandalo scese il grande silenzio... guai a chi tocca la "Milano da bere".. capisci a'mme... -_- Risultato = il branzino in pescheria costa a Milano fino a 5 volte di più che non a Palermo e di riflesso anche a Palermo il branzino costa il triplo di quanto costerebbe se la Piazza di Milano comprasse il suo pesce da un'altra filiera. Quindi non diamo troppe colpe alla massaia che non sà fare la spesa: in parte è vero ma in parte la massaia ormai quando entra in pescheria è già stata fregata sulla soglia da questa filiera criminale semplicemente perchè non può scegliere e non sà scegliere. B)

    uah uah uah! mi so' divertito davanti a quest'esposizione flibusta: :laughing: :laughing: :laughing: bravo Olonese, è senz'altro così che vanno le cose.

    Il sushi, che personalmente detesto, e la sua moda del cactus vengono così ridimensionati nel valore che meritano. E' una porcata, diciamocelo sinceramente, come tutto il pesce crudo, ma la popolarità che ha trovato qui sta calando: da alimento chic ed elitario ora va a fare la fine del salmone affumicato. E col degradarsi dell'elite intenditrice che se lo compra arrivano sempre più taroccatori pronti a gabbare i palati delle masse ignoranti; ignoranti, certo, ma accolumbrinate sempre alle mode alimentari. E allora è giusto che vengano gabbate e magari anche intossicate, se lo meritano a prescindere, eh eh!

    Da parte mia mi eclisso con una pernacchia: e continuo a mangiarmi gli spondilus che trovo, col limone, solo quando ho ancora la muta bagnata addosso.

  14. No. Le cernie sono molto preggiate. Il mio pesce favorito da mangiare. Gli squali vengono spesso a trovarci. Vogliono mangiare "gratis" e rubarci i pesci dal pallone o anzi dall'asta.

     

    Sono buoni da mangiare ma io personalmente non gli sparo troppo spesso perche vuol dire perdere al meno l'asta. Sono molto forti e non muoino mai.

     

    Ciao,

     

    Ovviamente scherzavo.....certo che deve essere una bella strizza vedersi arrivare uno squalo con voglia di mangiare gratis...

    e se anzichè essere un comune squalo grigio fosse un tigre o qualche specie più incazzosa??? che si fa?

     

    Come vi comportate??

     

    Io mi :cacca: addosso!!!!

     

    Questo è un (piccolo) tigre sfortunato...

     

    Normalmente si evitano gli scontri, ma se gli squali diventano troppo insistenti, bisogna andarsene o spararli. Insisto, io normalmente NON li sparo per evitare rompere l'attrezzatura, ma ho dei compagni che pescano comercialmente e uno squalo sono al meno 100$ in tasca se non ti rompe niente...

    ma famme capì.... a Mandingo gli danno solo 100$ per sto tigre?

    allora non è capace: solo con la mandibola per i turisti YUMA ce ne potrebbe alzare 200. :laughing:

     

  15. allora: una volta, stavo scorrendo la costa rocciosa alle Formiche e, appena giro una punta, in 2 metri d'acqua, mi vedo uno spettacolo inedito: c'era un bel polpo sospeso a mezz'acqua in una strana posizione. Come un'ombrello chiuso. -Ma che sta a fà sto polpo così?- mi chiedo, e oltretutto non scappava al mio arrivo, semplicemente continuava a farsi gli affari suoi.... Col medisten intanto gli ammolo una bella saccagnata col 5 punte, lo infilo e quello apre l'ombrello e scappa fuori un polpo più piccolo, ma ancora vivo, sebbene rintronato. Insomma l'ho presi tutti e due così, regalati.

    Tempo dopo, quando li pescavamo per gli acquari, avevamo capito presto che a prenderne perfino due soltanto e chiuderli nello stesso contenitore, magari giusto per trasportarli, si rischiava di trovarne uno mutilato. Tra di loro non si possono vedere, è proprio così, letteralmente. L'unica situazione per cui si rispettino è quando sono delle stesse dimensioni: allora uno si mette da una parte, l'altro dall'altra, si arricciano tutti e non si muovono più, sorvegliandosi con odio.

  16. bè negli USA sono molto più pratici, da noi con tutte le complicatissime normative europee non credo sia fattibile e poi in effetti veder una massa di carcasse in un posidonieto non credo sia tanto bello, d'altra parte i nuovo modelli di auto sono progettati prevedendo un elevato smaltimento di gran parte dei componenti alla fine-vita, inoltre i nuovi telai metallici sono piuttosto leggeri per cui il mare li corroderebbe in pochi anni e nei bassi fondali le mareggiate smuoverebbero il tutto

     

    al contrario solidi blocchi di cemento con buchi chiusi e passanti studiati apposta per fare insediare diversi tipi di organismi sarebbero una soluzione a mio giudizio fantastica, vere e proprie oasi di ripopolamento che gioverebbero pure alla pesca professionale non strascicante...per non parlare della gioa dei subacquei!

    mah! solo sogni purtroppo..le buone idee sono sempre nei cassetti

    la soluzione dei "dissuasori" (così sono chiamati) in cemento è stata adottata da anni, come ad esempio di fronte al litorale dell'Uccellina in Toscana, ed ha dimostrato senza se e senza ma la propria efficacia e la relativa economicità (all'epoca, 2006-2007 mi pare costassero sui 6-700 euro l'uno).

    Il documentario al riguardo che tu hai visto dev'essere quello che filmava questo esperimento, realizzato 2-3 anni dopo la posa in acqua dei blocchi: in effetti mostrava come la posidonia ricresceva immediatamente e rigogliosa grazie a questa semplice e primitiva idea.

    Proprio il successo che ha dimostrato porta a credere che non verrà mai applicata su larga scala, e questo la dice lunga sul potere della lobby cui si va a pestare i calli. No, si preferisce sperperare il denaro pubblico in fantasiosi progetti di rilevamento radar collegati a centrali all'Elba, e cialtronate simili che vogliono essere tecnologiche e innovative, e devono invece ancora dimostrare quanto siano effettivamente efficaci, mentre una cosa l'hanno certificata subito: quella d'essere dispendiose e complicate.

    Le idee più semplici e razionali come i dissuasori vengono INTENZIONALMENTE prese poco in considerazione: se poi si dimostrano anche efficaci, allora ci si mette proprio una croce sopra.

  17. oggi è apparso quest'articolo sul CdS.

    QUI

    interessanti le motivazioni che spingono a chiudere e a darsi magari alla ristorazione, come il costo dei carburanti (essì che di agevolazioni ce ne hanno sempre avute, i marpioni!), ma si sarebbe semplicemente potuto dire subito quella principale: non si prende più una mazza, e l'attività è divenuta antieconomica da sola, autoestinguendosi com'è giusto che fosse dopo le razzie senza onore operate per decenni, come il sottoscritto scassandrava da anni.

    Ora con l'odore degli incentivi si sono fiondati tutti. E magari andrà a a finire come con la riconversione dei pescherecci finanaziata dalla Ue, quella dello scandalo di Report. State tranquilli, se c'è da acchiappare questi sono i primi.

    Tutti ristoratori, ora, dicono!

    E chi provvede alla materia prima, allora?

    Il Vietnam, col suo pangasio del catso, eh eh!

     

    bon appetit!

    a me nun me chiamate

     

    PESCA ADDIO?

    L'Europa rottama i vecchi pescherecci

    e la flotta del Lazio si dimezza

    L'intenzione della Ue è diminuire lo sfruttamento delle risorse marine: a rischio centinaia di posti di lavoro

     

     

     

    LATINA - Smembrati, smontati pezzo per pezzo nei cantieri navali e poi riciclati, almeno nelle loro parti ancora utili. E' questo il destino cui vanno incontro i pescherecci della flotta italiana grazie al premio per la rottamazione offerto dall'Unione europea. Una situazione che riguarda tutto il Mediterraneo, e che per l'Italia rioschia di avere degli effetti molto profondi in particolare nel Lazio.

     

    SINO AL 2013 - «Una situazione che interessa il Lazio in maniera particolare - conferma Claudio Brinati, presidente regionale Federcoopesca e Confcooperative - che con le sue 550 imbarcazioni rappresenta una delle realtà più importanti del Paese. L'Europa vuole diminuire lo sfruttamento delle risorse marine e attraverso la demolizione della flotta punta ad eliminare le barche più vecchie ed inadeguate. Entro il 2013 saranno circa un centinaio le dismissioni - prosegue - con relativa perdita di posti di lavoro».

     

    FINO A 500 MIAL EURO - Come già accaduto per il settore agricolo e zootecnico, Bruxelles premia chi vuole smettere. «Mediamente - afferma il presidente Brinati - per la demolizione vengono offerti circa 200mila euro ed il calcolo avviene sulla base della stazza e dell'anzianità della barca» Ma si può arrivare anche a 500mila euro per chiudere l'attività se il proprio peschereccio è particolarmente vecchio ed ha dimensioni oltre le 200 tonnellate. E così sono molti i pescatori attratti dalla possibilità di chiudere l'attività con un ricco incentivo. A Fiumicino come Anzio, a Civitavecchia come Terracina e Gaeta: le marinerie più importanti cambiano volto e i lupi di mare cercano di riconvertirsi ad altre attività. E' il caso di Terracina, storica fonte di approvvigionamento per i ristoranti e le pescherie di Roma: tradizione ancora solida, ma che non non sarà eterna.

     

    VOGLIA DI SMETTERE - «Quasi tutti i proprietari dei pescherecci hanno fatto domanda per la demolizione. Entro il 2013 la flotta della marineria di Terracina ( 30 motopescherecci e 50 piccole imbarcazioni, ndr) verrà dimezzata con la perdita di un centinaio di posti di lavoro». Sono queste le prospettive disegnate dal presidente della 'Nuova cooperativa' dei pescatori di Terracina Dario Venerelli. «I problemi del settore sono molteplici: dai costi del carburante allo scarso ricambio generazionale. Oltre alla crisi globale che influenza i consumi penalizzando i prodotti più costosi». Non mancano gli > incidenti: qualche mese fa un peschereccio si è 'suicidato' sulle coste di Sabaudia. Distrutto dal mare per cause ancora misteriose, non è rimasto più nulla.

     

    MEGLIO LA CUCINA - La pesca nella città tirrenica è destinata a scomparire? «Speriamo che non vada così - dice Venerelli - da queste parti ci siamo organizzati attraverso una riconversione alla ristorazione che sta dando successi.» E così tra i premi per la demolizione e la prospettiva di puntare su gastronomia, pescaturismo e acquacultura, il settore potrebbe conoscere una seconda giovinezza. «Forse non tutti otterranno il premio - dice Venerelli - ma chi rimarrà attivo forse potrà sperare in condizioni migliori: meno sfruttamento del mare, qualità dei prodotti superiore».

     

    SINDROME STRANIERA - La quantità di pescato attuale non è sufficiente al consumo interno: «Siamo letteralmente invasi da prodotti che > provengono da Vietnam, Cina, Indonesia e Oman ed i costi sono > nettamente inferiori.» E nei vostri ristoranti come si fa? «Il pesce pescato nei nostri mari non basta, così ricorriamo ad altri mercati, > ma sempre con prodotti di prima scelta. Siamo pescatori d'altronde...» D'estate, in effetti, si fatica a trovare un tavolo libero in ristoranti e friggitorie gestite dai pescatori locali, ma non sempre la seppiolina o il totano parlano terracinese...

     

    ALLARME AMBIENTE - La politica comunitarie per la pesca, diminuendo l'effettiva presenza di sfruttatori delle risorse marine, lascia spazio ad una industria più moderna e distruttiva al pari di quella tradizionale. E' questo il comune sentire delle associazioni ambientaliste attive a livello nazionale e internazionale. «Ci sono pescherecci di cento metri in grado di distruggere interi ecosistemi - grida l'ultima campagna di Greenpeace - è ora di bandirli e ridurre le > catture in aree chiave per la riproduzione. Servono sistemi più selettivi e meno distruttivi». Il mare, per ora, non ringrazia.

     

    Michele Marangon

    14 gennaio 2011

  18. cioè.... dopo 21 anni dall'inaugurazione del parco hanno trovato i soldi per quattro boe?

     

    per la posa in acqua, allora, con sta logica ne devono passare altri 15.

     

    esempio di amministrazione e gestione unici: apposta devono chiude tutti sti poltronifici.

  19. continuano avvistamenti di foca monaca nel pnat, e a legambiente non pare vero di rivalersi sugli scettici di quella del giglio.

    Ma che c@**o c'entra?

    semmai appare evidente il contrario di ciò che sperano: cioè che se appaiono foche dove le amp non esistono, allora è proprio segno che non ce n'è alcun bisogno.

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    [ 29 dicembre 2010 ] Aree protette e biodiversità

     

    La foca monaca di Natale a Pomonte. Ora all'Elba ci credono anche gli scettici

     

    POMONTE (Livorno). Un'altra foca monaca (Monachus monachus) spunta nell'Arcipelago toscano? Si direbbe di si a leggere quanto scrive Yuri Tiberto, consigliere della giunta di centro-destra del Comune di Campo nell'Elba e dell'Ente parco nazionale dell'Arcipelago toscano, «Ad un anno e mezzo di distanza dall'avvistamento, documentato fotograficamente ma tanto chiacchierato per l'improvvida quanto evidente strumentalizzazione politica di cui è stato oggetto, di una Foca monaca (se non addirittura di due esemplari, come ipotizzato da eminenti studiosi) all'isola del Giglio, ci giunge notizia di una nuova segnalazione. Questa volta siamo nelle acque della nostra isola: tardo pomeriggio del 26 dicembre, nei pressi dello scoglio dell'Ogliera a Pomonte», una località elbana ai confini dei comuni di Marciana e Campo nell'Elba.

     

    Lo scoglio dell'Ogliera, molto noto e frequentato dai subacquei per la presenza di un relitto e per l'abbondanza di pesci, è nel territorio del Comune di Tiberto e proprio il consigliere campese è stato uno tra coloro che più ferocemente ha polemizzato con gli ambientalisti, accusandoli più o meno di aver costruito un falso per fini politici (cioè per mettere in difficoltà la nuova amministrazione gigliese di centro-destra) e per chiedere l'istituzione dell'Area marina protetta dell'Arcipelago toscano, quando rivelarono, con tanto di foto scattate da un turista, l'avvistamento della foca monaca al Giglio Campese, che analisi successive del gruppo Foca monaca del Wwf rivelarono essere probabilmente due animali in fase di corteggiamento/accoppiamento.

     

    Ora Tiberto sembra convinto della presenza del mammifero marino molto più a nord e davanti ad un centro abitato ed in un mare frequentato: «A pochi metri dalla scogliera, il Signor F., intento alla pesca di calamari dalla riva, ha ripetutamente osservato, da brevissima distanza, quella che con tutta probabilità era una Foca monaca - scrive il consigliere comunale e del parco - L'attendibilità dell'avvistamento, pur se non documentato da foto o video, deriva dalla nota conoscenza del mare del Signor F. e dalla sua completa estraneità a qualsivoglia interesse politico/ambientale. Come d'obbligo in questi casi, oltre a segnalare il possibile avvistamento alle Autorità competenti (la Foca monaca è l'unico pinnipede del Mediterraneo, animale rarissimo e ovviamente protetto in maniera assoluta dalla Legge), abbiamo ritenuto opportuno, prima di avventurarci in considerazioni premature, affidare il caso agli studiosi che da anni si occupano della ricerca scientifica e della tutela di questi animali così importanti per la conservazione della biodiversità dei nostri mari».

     

    «Attendiamo quindi i risultati di una seria verifica- prosegue Tiberto - perché anche se in perfetta buona fede, è sempre possibile sbagliarsi, specie all'imbrunire. In ogni caso, invitiamo comunque tutti gli amici della costa ovest a girare sotto costa con apparecchi video e foto... l'occasione è davvero più unica che rara e sarebbe un vero peccato andasse sprecata! La nostra amica Foca, peraltro, ha l'abitudine di girovagare, e la Natura stessa le impone di spostarsi dalle (comunque deboli, purtroppo..) colonie della Grecia o del Marocco in cerca di nuovi territori. Niente di troppo strano, quindi, se un esemplare venisse a farci visita: certo, da un lato vorremmo evitare assurde conseguenze come la chiusura alla balneazione di Montecristo....... Ma dall'altro, saremmo felici di poter salutare anche solo la visita occasionale di una animale meraviglioso, che fino a poche decine di anni fa era considerato "nocivo" e ucciso senza il minimo scrupolo. E che oggi è, come è giusto che sia, il massimo simbolo della necessità di conservare il nostro mare integro, pulito, e soprattutto...... vivo».

     

    Sull'avvistamento interviene anche Legambiente Arcipelago toscano: «Ringraziamo Tiberto per aver rivelato questa bella notizia, ma non possiamo non fare alcune rapide considerazioni su quello che ha segnalato: a) Sull'episodio del Giglio (molto bel documentato fotograficamente, con riferimenti ottici a terra che testimoniavano la esatta localizzazione ed osservato da almeno una mezza dozzina di persone) si mise all'epoca in atto una vera campagna di scetticismo a base di sfottò ed insinuazioni, alimentata anche da . Tiberto (con una campagna addirittura negazionista da parte della maggioranza di centro-destra del Giglio) che di tutto fece per alimentare la convinzione che si era in presenza di una "bufala ambientalista" gigliese, anche se il turista autore della importantissima (e studiata) documentazione non era gigliese né risultava iscritto ad una associazione ambientalista e comunque (ancora oggi) sconosciuto a Legambiente; B) E' singolare quanto si afferma sul testimone dell'episodio di Pomonte (che ringraziamo per la sua preziosa segnalazione) a parere di Tiberto sarebbe più attendibile per la sua "completa estraneità a qualsivoglia interesse politico/ambientale". Come dire che avere interessi politici (come Tiberto) o ambientali (come noi) significa essere meno seri e attendibili dei cittadini "laici"; c) Tiberto amministratore dell'Ente parco dovrebbe sapere che mettere la presenza di divieti di balneazione a Montecristo in correlazione con quella specie di "miracolo" che sarebbe una nuova colonizzazione delle acque dell'arcipelago da parte di questo splendido animale è, questa si, una strumentalizzazione politica "preventiva". Il divieto di balneazione a Montecristo, riserva integrale dal 1971, ha altre motivazioni oltre la passata presenza della foca monaca e non ha nulla a che vedere con l'istituzione dell'Area marina protetta, visto che ha preceduto di decine di anni l'istituzione del Parco nazionale. Comunque fa sempre piacere vedere che ora si ammette che questi meravigliosi mammiferi marini stanno ricomparendo nelle acque dell'Arcipelago Toscano e del Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, un segnale che le protezioni a mare del Parco funzionano, anche se l'Area marina protetta, prevista fin dal 1982, non è stata ancora istituita. Legambiente aggiunge un'altra rivelazione: «Un avvistamento verificatosi nel maggio 2010 su un altro tratto della costa elbana: al traverso di Punta Pina nel Golfo di Portoferraio: il pinnipede (la cui descrizione era perfettamente compatibile con un esemplare di foca monaca) fu osservato immergersi e riemergere più volte a poche decine di metri di distanza da un portoferraiese che si trovava a bordo di una nave in accosto. Quando avemmo notizia di quanto accaduto, appreso che l'autore dell'avvistamento aveva segnalato il tutto ad un agente del Corpo Forestale dello Stato, compimmo una breve indagine dalla quale risultò che in zona alcuni pescatori avevano proprio in quel periodo lamentato "strani" danneggiamenti alle proprie reti, compatibili con la presenza di un predatore capace (come la foca monaca) di strapparle per estrarre il pesce catturato. Decidemmo di mantenere riserbo sulla notizia vista la scarsità della documentazione per evitare anche un'altra campagna di "punzecchiature" da parte di qualche "scettico" che evidentemente nel frattempo si è ricreduto, perché la foca monaca è uno strano animale incredibile se viene avvistato e fotografato di giorno da 6 bagnanti al Giglio, più certo che lo scorge un pescatore di Pomonte sul far della sera».

     

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