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Un piccolo, grande pescatore subacqueo

| 3 Ottobre 2001 | 0 Comments

Stefano Cini con Marco Bardi

Stefano Cini è un giovane appassionato di pesca subacquea. Marco Bardi lo ha conosciuto in occasione di uno dei suoi stages di pesca subacquea ed è rimasto colpito dalla sua passione, voglia di riuscire e grande forza di volontà.

Stefano è affetto da una patologia che rende le sue ossa fragili, precudendogli di fatto la pratica di moltissimi sport. Ma sotto il pelo dell’acqua, in assenza di gravità, Stefano è libero come chiunque altro.

In questa intervista a cura di Marco Bardi, la pesca subacquea e l’amore per il mare visti da un’angolazione inusuale; da parte nostra, vogliamo solo dire a Stefano di continuare così.

MB: Stefano, parlaci di te.

Stefano Cini : Mi chiamo Stefano Cini, ho 21 anni e vivo a Trieste. Per il momento sono in cerca di un’ occupazione.

All’età di tre anni mi hanno diagnosticato una displasia fibrosa su tutta le parte destra del corpo tranne le costole (femore, tibia, perone, omero, radio, ulna, parte dx cranio, 4a e 5a vertebra lombare). Questo mi ha comportato una serie di fratture nel corso degli anni, specialmente al femore, ma sono sempre riuscito a svolgere una vita abbastanza normale e a sviluppare le mie passioni ed inclinazioni nonostante che ormai da 15 anni non mi separi mai dalle mie fidate amiche stampelle. Oltre alla pesca subacquea mi interesso di computer, di altre attività sportive come la mountain bike e di armi.

Come ti sei avvicinato alla pesca subacquea?

Ho cominciato ad accostarmi a questa disciplina all’età di 16 anni, quando un socio del Circolo Ghisleri di Trieste mi ha regalato il mio primo fucile ad elastici. Pian piano, durante l’estate, ho appreso le prime nozioni di pesca sub da autodidatta.

Che sensazioni provi durante l’attività subacquea?

In primo luogo, per me la pesca sub è un momento di rilassamento del corpo e della mente, anche se in effetti l’allenamento fisico che si fa sott’ acqua è molto impegnativo. Ma ciò che mi spinge ad immergermi (se potessi, a qualsiasi ora in ogni momento dell’anno) è che riesco a sentirmi bene con me stesso e a provare la sensazione di essere libero ed uguale a tutti gli altri.

Poi’.. mi sembra ovvio che la passione per questo sport mi spinga a voler portare in superficie qualche pinnuto!

Stefano dopo una battuta

Quali sono le tue prestazioni e come vivi la fase di apprendimento?

Ogni volta che esco dall’acqua con la sensazione che le ore passate in mare sono state soddisfacenti e costruttive, mi sento contento. E non mi riferisco solo a quelle volte in cui riesco a tornare a casa con qualche pesce: il solo fatto di essermi immerso ed aver affrontato i vari problemi della battuta di pesca comporta inevitabilmente un progresso.

Riguardo le mie prestazioni….posso solo dire di essere agli inizi, ma ogni volta che mi immergo apprendo cose nuove – grazie anche ai tuoi consigli!

Raccontaci un episodio di pesca che ti è rimasto nel cuore.

La prima cosa che mi viene in mente è un viaggio sull’Isola di Cherso (Crès-Croazia) durante il quale io ed il mio amico Adriano ci siamo immersi in una baia molto interessante dal punto di vista subacqueo.

Dopo circa 4 ore senza vedere alcun movimento, il mio amico centrò in piena testa un’ orata di 3/4 kg. Poco dopo riuscimmo a portare a terra un polpo di 4 kg che si era ancorato sul fondo.

Io catturai circa 2 kg di pesce tra cui 2 saraghi pizzuti, 1 cefalo dorato ed una bella triglia. Per me è stata la pescata più redditizia: lo so che può sembrare poco, ma per un neofita è abbastanza e la soddisfazione è stata enorme.

Riguardo le amicizie, devo dire che nel corso degli anni ho incontrato altre persone col mio stesso interesse e questo mi ha dato l’opportunità di imparare ed assimilare sempre cose nuove da chi ne sa più di me.

Una cosa negativa che mi ha colpito in modo particolare è stato scoprire quanto questo sport possa essere criticato da persone che,evidentemente non conoscendo affatto la pesca in apnea, sono convinte che sparare ad un pesce sia una cosa crudele e poco sportiva.

Quanto è importante la pesca subacquea per te, quanto ti ha aiutato?

La pesca mi sta insegnando quanto sia importante avere una passione da coltivare nella vita e quanto impegno e dedizione bisogna avere per portarla avanti negli anni e raggiungere un traguardo anche e soprattutto personale.

Ogni giorno aspetto e penso alla prossima immersione, immagino la situazione…adagiato sul fondo…il pesce si avvicina….parte l’asta! Preso! e con la mente mi sembra già di essere sott’acqua!

Category: Articoli, Interviste, Pesca in Apnea

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