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Tecniche propedeutiche all’allenamento dell’apneista

| 25 Settembre 2007 | 0 Comments

Azione dinamica – foto: Balbi

Spesso negli allenamenti dell’apnea in piscina (indoor) si pensa che solo gli aspetti condizionali, legati alla forma fisica e mentale, possano essere rilevanti per il proprio miglioramento; può quindi capitare che si ritagli solo una piccolissima parte del tempo per esercitazioni coordinative.
Un elemento fondamentale per il nostro adattamento all’ambiente subacqueo riguarda invece la ricerca di una sempre maggiore efficacia ed economicità dei gesti atletici.
Inoltre, la tecnica deve conservare una variabilità nel tempo, ovvero indirizzarsi verso un gesto che non sia cristallizzato, ma che possa evolvere sempre.
L’acquisizione della tecnica si basa su continui e progressivi processi di apprendimento verso livelli sempre più alti tali, però, da poter sempre lasciare un margine a successive evoluzioni. Per tale ragione, è fondamentale proporre una sequenza di esercitazioni consapevoli, ovvero che diano la possibilità di stimolare il sistema nervoso centrale e spingere continuamente la nostra attenzione al gesto tecnico.

Finalizzare gli allenamenti – foto: Balbi

Attraverso una buona tecnica l’apneista deve insegnare al proprio organismo e, soprattutto, al proprio cervello come imparare a risparmiare energia ed ossigeno.
Il nostro cervello è paragonabile al processore di un computer con una sostanziale differenza: sa apprendere dagli errori commessi, risolvere problemi che l’ambiente circostante pone, mediante le proprie strutture cognitive e senso-percettive e, quindi, riorganizzarsi traendone esperienza.
Per questo la pratica di numerose esercitazioni coordinative aiuta a sensibilizzarsi sempre più alla consapevolezza dei propri movimenti; un esempio per tutti è quello di analizzare attraverso filmati subacquei le proprie azioni motorie, rendendosi così conto di quelle scorrette.
In tal modo, attraverso l’apprendimento di nuove abilità motorie, non si realizza solo un aumento della coscienza del proprio movimento ma, soprattutto, un potenziamento delle proprie capacità motorie.
Come possiamo, quindi, attuare un efficace programma di allenamento in piscina?

Allenamento in piscina – foto: Balbi

Una risposta potrebbe essere quella di utilizzare varie e ripetute esercitazioni sotto il profilo coordinativo che possano risultare nuove, insolite e complicate. La variazione nelle esercitazioni di parametri quali forza, velocità, ampiezza, direzione e ritmo amplifica l’efficacia dell’allenamento.

Esempi a tal proposito potrebbero essere:

-scatti su distanze brevi (7-8 mt) con variazioni e combinazioni di ritmo (iniziando velocemente e terminando più lentamente), con un progressivo aumento della distanza da percorrere;

-cambi di direzione senza mai toccare la parete della vasca;

-pausa a metà percorso subacqueo rimanendo immobili a mezz’acqua e cercando degli adattamenti ad una posizione corretta;

-pinneggi subacquei nelle posizioni più insolite.

In conclusione:

chi si avvicina alla pratica dell’apnea deve aver ben chiaro che i miglioramenti e gli adattamenti avvengono lentamente e sempre attraverso la massima consapevolezza dei propri gesti.

Revisione testi: Salvo Rubera
Impaginazione: Alberto Balbi

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Category: Altre discipline, Apnea, Articoli

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