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Riva di Solto, 9 maggio 2010, terza selettiva Acque Interne

| 12 Maggio 2010 | 0 Comments

VI° Trofeo Apnea Club Verona – Memorial B. Cordioli (Foto E. Cinelli)

Barcaiolo al lavoro (Foto E. Cinelli)

‘Dai, dai, dai, insisti, non mollare!’ L’incitazione si sente gridare sull’acqua che fronteggia la spiaggia, arriva da una delle diverse imbarcazioni che, da più di due ore, stanno scorrendo avanti e indietro in questa zona del lago ed è rivolta a uno dei tanti subacquei che, con il solo ausilio dei loro polmoni, stanno confrontandosi in una gara di pesca in apnea. A gridarla è un personaggio spesso trascurato quando si parla di queste gare, il ‘ barcaiolo!
Eppure è lui che, scorrendo avanti e indietro per il campo di gara, raccoglie importanti informazioni da riferire all’atleta abbinato, chi ha trovato pesci, quanti ne ha presi, di quali dimensioni, a quale profondità, in tana o al libero o tra le alghe e via dicendo; è lui che assiste il pescatore fornendogli appoggio logistico e sicurezza; è lui che, all’occorrenza, permette gli spostamenti da un punto all’altro del campo di gara; è lui che, con la sua esperienza, può suggerire le tattiche di gara; è lui che, con i suoi incitamenti, può aiutare l’atleta a superare i momenti di crisi o di stanchezza.

Grande, importante e duro lavoro, quindi, quello del barcaiolo: quando c’è il sole e fa caldo deve passare quattro lunghe ore sotto il sole cocente, mentre se piove e fa freddo non c’è mantella che tenga e maglione che basti, per non parlare, poi, della fatica di manovrare l’imbarcazione quando le acque sono agitate.
Tutto sommato la situazione migliore è quando la giornata non è né troppo soleggiata né troppo nuvolosa, quando non c’è pioggia e non tira vento, quando non ci sono onde e ci si può permettere di lasciare la barra del timone per godersi ogni tanto un poco di riposo.

Un poco di riposo per il barcaiolo (Foto E. Cinelli)

Solo il battello smuove le acque (Foto E. Cinelli)

Oggi è una di queste giornate calme, il cielo è ricoperto di nuvole ma non fa freddo, non c’è vento e il lago è pressoché piatto, solo il passaggio del battello di linea ne agita le acque per qualche istante. Si sta disputando la terza selettiva del Campionato Italiano di Pesca in Apnea in Acque Interne, gara importante perché la penultima valida per l’ammissione alla finale; dopo di questa si potrà cominciare a fare i confronti diretti e valutare le situazioni; qualcuno si troverà già matematicamente in finale, altri lo saranno statisticamente, altri dovranno ancora giocarsela nella quarta e ultima selettiva, altri dovranno abbandonare ogni speranza.

Siamo sul Lago d’Iseo, per la precisione a Riva di Solto, piccolo comune della sponda bergamasca (solo poco più di otto chilometri quadrati di superficie) le cui origini risalgono molto addietro nel tempo, alla preistoria; sono del 1055, però, le prime tracce scritte che attestano l’esistenza di un edificio di culto, l’attuale Chiesa Parrocchiale di San Nicola. Fu a quell’epoca che, a cura della famiglia Oldrati, vi furono erette le prime fortificazioni di cui ancora restano dei ruderi. In tempi più recenti il paese proliferò prima per la presenza, in località Zù, di un cantiere navale che produceva imbarcazioni di legno, poi a seguito delle cave di marmo nero, dalle quali proveniva parte del materiale utilizzato per l’edificazione della Basilica di San Marco a Venezia, infine per l’estrazione del materiale cementifero e per l’insediamento di un opificio tessile.

Riva di Solto (Foto E. Cinelli)

Le Cascate di Zù (Foto E. Cinelli)

Oggi Riva di Solto vive principalmente di turismo e la sua struttura ricettiva è costituita da diversi ristoranti, un campeggio, un albergo, un agriturismo e due ‘bed and breakfast’. Alcuni sentieri segnalati permettono belle escursioni sui monti che sovrastano il paese, mentre un bellissimo lungolago offre al turista una comoda e non faticosa passeggiata che, partendo dal porto del paese, arriva fino al Bögn, caratteristica insenatura contornata da piccole spiagge ben ombreggiate e sovrastata da lisci lastroni di roccia che, imponenti, dal rigoglioso bosco si slanciano verso il cielo.
Sul lato opposto, in circa dieci minuti di cammino lungo la strada asfaltata che costeggia il lago, si possono visitare le Cascate di Zù, formate dall’omonimo torrente e incastonate in una verde e stretta forra.
In paese meritano una visita i caratteristici vicoli di stampo medioevale, la Parrocchiale di San Nicola, la chiesetta di San Rocco, il Palazzo Martinoni con il suo splendido giardino a lago, la Torre medioevale, la Piazza del Porto e l’Arco della Piazzetta Rossa.

Il Bögn (Foto E. Cinelli)

Chiesetta di San Rocco e un vicolo (Foto E. Cinelli)

Giardino di Palazzo Martinoni (Foto E. Cinelli)

Campeggio e Parrocchiale (Foto E. Cinelli)

Operazioni logistiche (Foto E. Cinelli)

Proprio nei pressi del campeggio “Trenta Passi”, sotto il portico dell’adiacente ristorante, è stato predisposto il punto di ritrovo di questa gara. Come per le altre selettive le operazioni di registrazione iniziano alle sette di mattina e si svolgono in assoluta tranquillità e regolarità. Alle operazioni assistono, per nulla intimorite, anche diverse anatre, compresa un’intera famigliola che se la sguazza tranquillamente avanti e indietro lungo le acque prospicenti il ristorante. I gommoni che serviranno d’appoggio durante la gara (uno per ogni cinque atleti) sono ormeggiati a un centinaio di metri, in un piccolo e tipico porticciolo.
Poco dopo le otto e trenta iniziano le operazioni d’imbarco e poco prima delle nove tutti i gommoni hanno lasciato il porticciolo, ma non si radunano a centro campo, bensì si distribuiscono e si spostano già lungo l’intero campo di gara.

Il porticciolo di partenza (Foto E. Cinelli)

Una partenza di gara meno d’effetto rispetto alle precedenti, oggi, infatti, la formula è quella a nuoto quasi pura, pertanto gli atleti sono lasciati in acqua nei punti prescelti e recuperati solo per eventuali spostamenti o al termine delle quattro ore di gara. In seguito le varie imbarcazioni non resteranno costantemente vicine al singolo atleta, ma si sposteranno attraverso il campo di gara, vuoi per raccogliere informazioni, vuoi per assistere, a turno, i vari atleti.
La giornata di preparazione fatta ieri è servita proprio per determinare il punto in cui iniziare la gara e tale scelta potrebbe risultare determinante per l’esito della stessa: se s’inizia subito a catturare qualcosa il morale ne risulta decisamente gratificato e sarà più facile proseguire nei tuffi in quest’acqua che, seppur salita di qualche grado in superficie, è ancora fredda quando si scende anche solo di tre metri; per giunta la visibilità è anche oggi piuttosto limitata e costringe a pescare con fucile cortissimo (cinquanta centimetri o meno), armato con la fiocina, scorrendo da vicino il fondo per cercare tra le alghe o sotto i sassi qualche segno che possa far presupporre la presenza del pesce.
Alle nove in punto gli atleti, che, ognuno nel posto designato, sono già in acqua da qualche minuto, iniziano a pescare. Le voci, non sempre affidabili (tattiche di gara), dicono che di pesce ne gira molto poco e si pronosticano diversi cappotti, la vittoria si presume possibile già con soli otto o nove pesci. Pressati da questi pensieri e ostacolati dalle difficili condizioni di pesca, gli atleti si apprestano alla loro azione.

Ma che è tutta questa confusione? (Foto E. Cinelli)

In uscita dal porto (Foto E. Cinelli)

Strane presenze (Foto E. Cinelli)

In azione (Foto E. Cinelli)

I tuffi si susseguono a ritmo serrato, a ogni tuffo si effettuano più o meno lunghi percorsi raso fondo, le apnee sono sempre abbastanza pesanti e la fatica si fa sentire già dopo poco. Dopo un’ora di gara, arrivano le prime voci e sono decisamente positive: più o meno in quasi tutto il campo gara c’è chi ha già preso tre o quattro pesci, principalmente tinche e qualche anguilla. Le notizie alzano il morale e spronano a darci dentro anche chi ancora non ha visto una coda: forse è la volta buona per tutti.

A nord, direttamente nel Bögn o nei suoi pressi ci sono sei o sette atleti e sembrano essere quelli con meno pesce; a sud del campeggio, fino alla località Zù, ci sono altri sette o otto atleti; al centro del campo, proprio di fronte al lungolago dei Gabbiani, sono impegnati i restanti atleti, tra di loro un esultante Matteo Pedersoli mostra al suo fido barcaiolo, il simpaticissimo e onnipresente Ferdinando Pedersoli, le belle catture fatte.

Continua la gara e i tuffi salgono di numero, alcuni atleti si spingono davanti al paese muovendo molta curiosità tra le persone che stanno passeggiando sul lungolago o che si stanno riposando ai tavolini dei bar di Piazza del Porto. Anche le anatre partecipano al gioco e girano tranquille tra le boe e le plancette, sembra quasi che apprezzino le strane presenze, tutto sommato di mangiare ne hanno in abbondanza e non sono di certo questi neri esseri a portarglielo via, tutt’altro.

Matteo e Nando Pedersoli (Foto E. Cinelli)

Nel Bögn (Foto E. Cinelli)

Anche loro nel Bögn (Foto E. Cinelli)

Altro atleta in azione (Foto E. Cinelli)

Spostamento in gommone (Foto E. Cinelli)

Altre foto d’azione (Foto E. Cinelli)

Operazioni di sbarco (Foto E. Cinelli)

Alle tredici in punto tutti gli atleti si fermano nella loro azione e, diligenti, attendono che il loro barcaiolo passi a recuperarli. Una volta in gommone vengono riposte le attrezzature e si procede all’insacchettamento dei pesci: ogni atleta ha un suo sacchetto e questo, ben chiuso, verrà poi consegnato agli addetti del pescato, questi si occuperanno di trasportarlo dalla parte opposta del lago, nel luogo dove si terranno pesatura, pranzo e premiazioni.
Consegnati i sacchetti del pesce, i gommoni rientrano in porto per scaricare quegli atleti che hanno l’autovettura qui a Riva di Solto, in diversi, infatti, hanno preferito lasciarla dall’altra parte e arrivare qua via lago.
Cambio veloce e poi trasferimento al campeggio di Marone per assistere alla pesatura.

Subito si nota che il ‘raccolto’ anche questa volta è stato scarsino, sono diminuiti gli atleti che non hanno pescato niente, qualcuno ha preso qualcosa di più delle due precedenti gare, ma per il resto si parla ancora di uno o due pesci e, soprattutto, mancano delle catture di particolare rilievo. Vince Gianluca Rizzi, per ora l’atleta più regolare con tre podi in tre gare, seguito a distanza (quasi diecimila punti di meno) da Daniele Filippi e Mario Manera. Come migliore squadra in campo il Sub Club Brescia deve questa volta lasciare il primo posto a uno strepitoso (primo, secondo e quarto posto individuali) Apnea Club Verona, terza squadra L’Apnea Club Brescia.

Inizia la pesatura (Foto E. Cinelli)

Giudici al lavoro (Foto E. Cinelli)

Anguille (Foto E. Cinelli)

Atleti e pubblico alla pesatura (Foto E. Cinelli)

Questa, nei dettagli, la classifica della gara:

Pos. Atleta Società Pesci Punti
Gianluca Rizzi Apnea Club Verona 22682
Daniele Filippi Apnea Club Verona 13942
Mario Manera Sub Club Brescia 12940
Fiorenzo Donatelli Apnea Club Verona 12056
Matteo Pedersoli Sub Club Brescia 11154
Romano Pigozzi Sub Club Brescia 10664
Luciano Colombo Apnea Club Brescia 10508
Stefano Govi Apnea Club Brescia 9700
Awad Amhed Club Maremania ASD 8760
10° Ruggero Pigozzi Sub Club Brescia 8746
11° Paolo Guadagnini Apnea Club Verona 6500
12° Fabio Rossato Nuoto Pinnato Vicenza 6440
13° Paolo Pedersoli Sub Club Brescia 6340
14° Matteo Ferrari ASD Pro Desenzano 6054
15° Giuseppe Meduri Sub Club Brescia 5976
16° Riccardo Barcucci Club Maremania ASD 5464
17° Fabio Ucosich Quercia Sub Rovereto 4988
18° Fabrizio Facchetti Sub Club Brescia 4132
19° Tommaso Bernasconi Ci.Ca. Sub Milano 3666
20° Armando Abrami Apnea Club Brescia 3636
21° Gino Gallina ASD Pro Desenzano 3580
22° Nicola Smeraldi Club Sub Sestri Levante 2932
23° Andrea Pedrali Apnea Club Brescia 2434
33° Roberto Cappalunga ASD Pro Desenzano 0
33° Walter Nicoliello Sesto Continente 0
33° Massimo Grisonich Nuoto Pinnato Vicenza 0
33° Marco Porta Apnea Club Brescia 0
33° Paolo Lo Biondo Sub Club Brescia 0
33° Antonino Gioffrè Quercia Sub Rovereto 0
33° Alessandro Grandi Apnea Club Verona 0
33° Alessandro Franchini Apnea Club Verona 0
33° Davide Turini Apnea Club Verona 0
33° Francesco Cau Apnea Club Verona 0

G. Rizzi, primo classificato (Foto E. Cinelli)

M. Manera, terzo classificato (Foto E. Cinelli)

Apnea Club Verona, migliore squadra in campo (Foto E. Cinelli)

Sub Club Brescia, seconda squadra classificata (Foto E. Cinelli)

Apnea Club Brescia, terza classificata (Foto E. Cinelli)

Per quanto concerne la finale la tabella che segue riepiloga graficamente la situazione evidenziando in verde più scuro gli atleti ormai in finale, con i due verdi più chiari quelli che se la giocano (la tonalità intermedia identifica i primi diciassette della classifica attuale) e con i due rosa quelli ormai fuori. S1, S2 e S3 sono le penalità prese nelle prime tre selettive; Tot-Max è il punteggio attuale che corrisponde a quello massimo che ogni atleta può ormai alla fine avere; Min è il punteggio minimo che ogni atleta potrà ottenere (vincendo la finale). In sintesi ogni atleta, dopo la quarta e ultima selettiva, potrà avere una penalità compresa tra il valore minimo e il valore massimo.

Elaborazione personale di Emanuele Cinelli (100 = assente)

Empatia (Foto E. Cinelli)

Per meglio chiarire il meccanismo di questi calcoli, rivediamone le regole:

– alla finale accedono venti atleti, tre sono il podio del Campionato Italiano dello scorso anno, gli altri sono i primi diciassette di questa classifica;
– ad ogni selettiva l’atleta prende una penalità corrispondente alla posizione ottenuta nella classifica di gara singola (il primo un punto, il secondo due e così via);
– chi non ha preso pesce accumula una penalità corrispondente al numero massimo di atleti in gara;
– ogni atleta alla fine potrà scartare uno dei risultati ottenuti, ovviamente il peggiore;
– dopo la terza selettiva tutti gli atleti non possono far altro che mantenere inalterata o migliorare la loro posizione, poiché un risultato peggiorativo sarebbe scartato;
– Gianluca Rizzi in caso di uscita dal podio nell’ultima gara, scarterebbe quel risultato restando a sette punti, penalità che nessun altro potrebbe abbassare nemmeno con la vittoria;
– Matteo Pedersoli con un risultato pari o superiore alla tredicesima posizione resterebbe a ventiquattro punti, trovandosi al massimo nella quindicesima posizione della classifica finale;
– Nicola Gioffrè e Luca Orlotti vincendo andrebbero a settantadue punti che sono comunque superiori a quelli attuali dei primi diciassette della classifica provvisoria.

Ne risulta che sono certi del passaggio in finale solo Gianluca Rizzi e Matteo Pedersoli, mentre fuori dai giochi sono di sicuro Nicola Gioffrè, Luca Orlotti e tutti gli atleti che sono mancati a due selettive.
Tutti gli altri, e sono ben trenta atleti, se la giocano nella gara del 20 giugno a Punta Grò (Lugana – Lago di Garda); alcuni si potranno accontentare di arrivare nei venti, altri dovranno impegnarsi a fondo per ottenere un piazzamento decisamente migliore o addirittura una posizione sul podio.

A Lugana gli atleti faranno ribollire l’acqua, non si dovrà mancare!

Alla prossima (Foto E. Cinelli)

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