Home » Articoli » Pesca in Sardegna: un’altra dura lezione

Pesca in Sardegna: un’altra dura lezione

| 14 Febbraio 2014 | 8 Comments

Il ritiro della Proposta di Legge n°620, volta a ridefinire le regole della pesca in Sardegna, ha fatto cantare vittoria a molti, ma a ben vedere la protesta contro quell’articolato normativo ha messo nuovamente in risalto i limiti e le mancanze di un assembramento eterogeneo di soggetti che non è mai stato né mai sarà una vera e propria categoria, facendo addensare oscure nubi sul futuro della pesca dilettantistica in Sardegna.

no-bozza-pesca-sardegna

Lo slogan della petizione intrapresa da Apnea Magazine e Fipia

Assodato che noi italiani non siamo certo un popolo di rivoluzionari da rivolte e manifestazioni di piazza, come pescatori dilettanti abbiamo anche un’autolesionistica passione per la delega, il rinvio o, peggio, il totale disinteresse per tutte le questioni non strettamente correlate a peso e profondità di cattura del pinnuto di turno.

L’adesione alla petizione promossa da Apnea Magazine e Fipia è stata scarsa, inutile usare giri di parole. A fronte di divieti che avrebbero colpito un intero comparto economico e un bacino di praticanti stimato al ribasso in decine di migliaia di appassionati solo di sardi (non bisogna dimenticare che la 620 colpiva la pesca dilettantistica nella sua interezza); le petizioni inviate non superano l’ottimistica quota di 1500 sottoscrizioni, agli autori delle quali non può che andare un grande quanto amaro paluso. Visibilità e contatto “porta a porta”, cercati da tanti appassionati, non sono riusciti a scalfire il generalizzato torpore che regna nei meandri dell’associazionismo “piscatorio”. Un settore totalmente incapace di tutelare i propri diritti e interessi in via preventiva e che non sembra nemmeno aver imparato che… a giochi fatti si finisce sempre solo per subire in silenzio le decisioni illogiche del legislatore.

Qualcuno obietterà che se la proposta è stata ritirata il clamore suscitato deve essere stato notevole. Io invece vorrei far notare che se davvero ci fosse stata una reazione determinata e collettiva, la bozza non si sarebbe mai tramutata in proposta di legge, ma sarebbe caduta logicamente nell’oblio dell’anonimato, senza che neppure si sapesse chi aveva messo sul tavolo simili propositi vessatori. Le prossime elezioni regionali che si annunciano molto tormentate, in cui la differenza tra tenere o perdere la poltrona si giocherà, soprattutto per i consiglieri, sulle migliaia o forse addirittura centinaia di preferenze, devono lasciar intendere quale sia l’unico motivo dietro al ritiro della proposta: mero opportunismo e calcolo elettorale, nulla più.

Quindi mettiamocelo bene in testa, senza una consultazione elettorale alle porte e una rielezione traballante, ci saremmo trovati la 620 in discussione e probabilmente emendata ad arte in corso d’opera per reintrodurre l’unica parte realmente appetibile per la politica: la licenza regionale a pagamento.

La FIPSAS ci tutela?

Questa vicenda ci ha dimostrato che noi, a differenza dei cacciatori, non abbiamo nessuna possibilità di contatto continuativo con il potere. Siamo infinitamente distanti dal palazzo, non abbiamo nostri rappresentanti negli organi decisionali delle regioni e del parlamento, abbiamo solo delle realtà associative che spesso lavorano nell’ombra, quasi fossero organizzazioni massoniche, e come tali sono spesso legate a doppio filo con la politica, al punto da dare l’impressione di essersi dimenticate cosa sia effettivamente la tutela del tesserato.

tavola amp_266190862

I vertici federali ad un conferenza sulle AMP

La FIPSAS è di gran lunga la federazione più influente sulla carta e anche l’unica a potersi fregiare dell’affiliazione al CONI; avete sentito o letto un mezzo comunicato, come invece non tardò a fare durante il fermo biologico del 2006? Ovviamente no e non serve essere maliziosi per pensare a quale possa essere la ragione ben precisa: allora fu estromessa da ogni decisione dell’assessorato, un atto evidentemente considerato di lesa maestà. Questa volta invece, ci risulta che sia stata l’unica federazione investita del compito di leggere la bozza, modificarla e di esprimere un parere. Con grande difficoltà, e sempre per via confidenziale, siamo riusciti ad ottenere conferma che le note che si possono leggere a margine dell’impianto normativo originario sono proprio targate FIPSAS, e d’altronde chi poteva, in quel guazzabuglio di assurdità, occuparsi unicamente di agonismo e catch&release?! Tuttavia non c’è stato verso di farsi dire dagli attori federali da chi avessero materialmente ricevuto la proposta, neppure da quale schieramento politico e questo nonostante si siano affrettati a caldeggiarne la NON presentazione in aula perché in notevole conflitto con la redigenda normativa nazionale.

Tutto ciò sembra confermare che in certi contesti la salvaguardia della rete di conoscenze politiche è più importante e merita di essere maggiormente tutelata della possibilità legittima del tesserato di conoscere chi gli rema contro, permettendogli magari di esprimere il proprio dissenso elettorale, visto che il peso del voto è forse l’unico mezzo di contrasto realmente rimasto al cittadino in tanti ambiti della società.

FIPIA

La FIPIA nasce dichiaratamente per tutelare tutti i pescasub (foto Fipia)

Nasce il legittimo dubbio che l’attuale dirigenza FIPSAS non sia adeguata a rappresentare gli interessi dei pescatori ricreativi. E’ sotto gli occhi di tutti come sia ormai appiattita esclusivamente su una debole difesa dell’attività dei propri agonisti, dimenticandosi che questi sono prima pescatori ricreativi e solo poi agonisti, oltreché su una stucchevole campagna di propaganda del C&R quale fosse l’unico modo virtuoso ed eco-compatibile di vivere la pesca.

Mai come oggi si registra un grande bisogno di un’associazione capace di promuovere vere azioni di tutela della base, inserendosi nel solco tracciato in questi ultimi anni da FIPIA. Va da sé, però, che la mancanza dei finanziamenti statali di cui gode la FIPSAS – in calo ma pur sempre ingenti – può essere surrogata unicamente dall’attivismo informato degli appassionati, un carattere in cui la nostra categoria non brilla, come accennato in apertura.

Domenica si vota, che faccio?

Credo che in tantissimi si siano ormai disamorati della politica per le ragioni più varie, il tentativo di colpo di mano sulla pesca sarà forse l’ultimo di una lunga lista di motivi per i quali un po’ tutti vorremmo mandare al diavolo l’intera classe dirigente. Qualunquismo secondo alcuni, esasperazione per altri. Certo è che possiamo decidere di non occuparci di politica ma, volenti o nolenti, questa si occuperà comunque di noi.

Non vi darò un consiglio di voto, anche perché chi scrive, pur conscio che chi non vota ha sempre torto, non avrebbe davvero nessuna voglia di entrare in cabina elettorale, ancora una volta, a tracciare una croce con la logica del meno peggio.

La tutela della pesca dilettantistica non è nel programma di nessuno, in un’epoca in cui il più grande problema è la mancanza di lavoro e il collasso di alcuni settori produttivi, la politica si dedica sempre a coloro che sanno fare la voce più grossa. Per quanto dietro tutti gli hobby ci siano attività economiche pulsanti, i settori con la sindacalizzazione più alta sapranno sempre imporsi. Questo solo per dire che illudersi che chi vuole battersi per la tutela della pesca, quella professionale però, possa contestualmente farsi portatore delle nostre istanze, è in grave errore. Pesca industriale e ricreativa hanno interessi confliggenti, in particolare la seconda è sempre stata e continua ad essere il bersaglio di assurdi divieti caldeggiati dalla prima. Se il fermo biologico del 2006, in cui le pressioni della pesca professionale portarono ad un blocco mai visto per la pesca dilettantistica, non avesse insegnato nulla; possiamo fare l’esempio della crisi del mercato della raccolta dei ricci, i cui impiegati del settore vorrebbero addirittura vietare il prelievo privato (già fortemente limitato) quasi fosse la vera causa del depauperamento della risorsa.

IMG_8726

Dei due principali schieramenti abbiamo, da una parte, un centro destra che non ha danneggiato i pescatori sportivi e ha, anche se solo confidenzialmente, rassicurato di non voler imporre alcuna regolamentazione regionale, aspettando invece la pubblicazione della nuova normativa nazionale. Tuttavia non ha minimamente sentito il bisogno né di rispondere alla petizione inviata direttamente al governatore Cappellacci, né di attivarsi, da parte inizialmente tirata in causa, per far emergere i veri autori della proposta di legge oggetto del contendere. Dopo le smentite delle prime ore insomma, è stato più proficuo lasciare che le acque si chetassero piuttosto che fare qualcosa di concreto.

Dall’altra abbiamo un centro sinistra i cui atteggiamenti anti pesca e anti caccia sono ben noti. Ieri era assessore in quota al Partito Democratico della giunta Soru (centro sinistra) quel Cicito Morittu che ci impose tra capo e collo il fermo del 2006; oggi è esponente di punta del PD campidanese quel Cesare Moriconi firmatario della 620 e di altre proposte di legge volte a regolamentare (leggasi: tassare) attività che nella nostra isola sono ancora praticabili in quasi totale libertà, come ad esempio la raccolta dei funghi, altra passione che accomuna molti pescatori.

Poi ci sono le nuove proposte, spesso non ben conosciute e non ben inquadrate che potrebbero essere tanto un salto nel buio quanto una ventata di freschezza.

DSC_8796

Pochi capiscono quanto possa esser forte una passione (foto A.Balbi)

Una cosa è certa, da pescatori che amano visceralmente la loro passione, sarebbe incoerente dare fiducia a chi i danni ce li ha già fatti e ha minacciato concretamente di volercene fare ancora e di molto più estesi; per ignoranza o dolo poco importa, quel che conta sono le macerie che resterebbero dopo.

Qualcuno storcerà il naso e dirà che ci sono cose ben più importanti della pesca dilettantistica; forse, ma ognuno ha le sue priorità nella vita e una passione, se tale è veramente, non può non esserlo. Pescatori siamo tanti, ma siamo molti meno quelli per cui la pesca è una vera ragione di vita. Solo quando ci saremo liberati di tutti quelli che praticano per noia e di quelli che quando c’è da lottare per difenderci non ci sono mai, solo allora potremo dire di essere davvero una categoria.

Prima di votare chiediamoci tutti: quanto conta realmente per me vivere il mare come ho sempre fatto? Posso correre il rischio di dare il mio voto a chi ha tentato di togliermi una delle cose più belle trincerandosi dietro un “ci siamo sbagliati”?

NO, io non lo farò.

Tags: , ,

Category: Articoli, Editoriali, Pesca in Apnea

Commenti (8)

Trackback URL

Siti che linkano questo post

  1. La FIPSAS stravolge lo statuto federale - Apnea Magazine | 22 Febbraio 2014
  1. Emanuele Mocci ha detto:

    stretti tra due fuochi,una dirigenza politica incapace di decidere oltre la direzione del vento,che cambia ad ogni occasione,da un lato,lobby industriali incapaci di rilanciare il loro prodotto se non imponendone un regime di monopolio,e chi dovrebbe non mediare,perchè dovrebbe rappresentare i pescatori sportivi e ricreativi e non una di queste parti,asservita agli uni e agli altri…in cambio di chissà cosa,o almeno:ci metto nome e cognome,e non posso permettermi una querela e relativi processi in tribunale.

  2. Michele ha detto:

    Per favore…votare solamente in base a questa questione significa semplicemente essere un italiano non rivoluzionaro o da rivolte e manifestazioni di piazza,con un’autolesionistica passione per la delega

  3. Giorgio Volpe ha detto:

    Caro Michele, lasciamo i massimi sistemi agli altri e ci concentriamo sulla felicità delle persone, in cui la passione per il mare gioca un ruolo centrale. Quindi vota pure in base ai criteri che preferisci ma cortesemente astieniti dal giudicare il metro di valutazione altrui. Per chi ama il mare la pescasub è un angolo inviolabile: chi lo tocca, non merita niente, né rispetto né tantomeno il voto.

  4. Michele ha detto:

    Caro Giorgio quello che ho letto è gravissimo. Qua non significa che Cappellacci se non tocca la pesca subacquea è da premiare visto che in primis è l’uomo del cemento e dei condoni. E dall’altro lato non mi aspetto che neanche Pigliaru faccia di più in quanto la riforma delle amp(ma già la precedente situazione) manca completamente il bersaglio. Cari amici non capite che colui che indicate di votare semplicemente non entra nel merito della questione perchè non ha un tornaconto diretto e non ha mai fatto niente per impedire le mattanze che le flotte compiono nei nostri mari o per restituire al popolo sardo intere zone costiere in mano ai militari? Criticate il meccanismo di delega e poi mi si viene a dire di votare il meno peggio perchè almeno lui non ha fatto niente di male!!!!Se sperate di cambiare le cose con questo modus operandi buona fortuna…sicuramente non avrete il mio aiuto.

  5. Davide Serra ha detto:

    Caro Michele, mi sembra che siamo fuori tempo massimo per queste discussioni visto che le elezioni sono passate e hanno dato il loro esito, ma comunque ti rispondo volentieri.

    Innanzitutto l’articolo non è mai stato un invito a votare qualcuno, quanto più a NON votare una sinistra che si è sempre contraddistinta per le sue posizioni filoambientaliste, anticaccia e antipesca, che la vicenda della bozza regionale ha solo rimarcato. Tolti Partito Democratico e centro destra, c’erano almeno altre quattro alternative da poter scegliere, e chi lo ha fatto, da pescatore, e a prescindere da come io la possa pensare, ha tutto il mio apprezzamento.

    Se tu, da pescatore, hai votato per il centro sinistra per me resta una posizione legittima ma che non condivido e l’unica cosa “gravissima” è semmai il fatto che tu non concepisca che qualcuno la possa pensare diversamente da te, o peggio che pretenda di dare a punti di vista diversi dal tuo l’etichetta di “sbagliati”.

    I condoni in Sardegna non hanno mai avuto colore politico, dovresti saperlo. Parli di mattanze fatte nei nostri mari e fingi di non sapere che l’unico decreto regionale per fermare la pesca con il cianciolo nel comprensorio di Bosa è stato fatto dalla giunta uscente, non certo da Soru, ad esempio. E poi, ad ogni modo, che la sinistra ci ha già fatto danni immani è innegabile, sarò libero di ricordalo ai pescatori perchè possano scegliere ANCHE alla luce di questo?

    Siamo solo una e-zine gratuita di pesca, non cerchiamo di cambiare le cose, al massimo abbiamo provato d proviamo a sottoporre agli appassionati qualche riflessione; tu e tu soltanto ci hai visto un invito a votare chi probabilmente suscita il tuo livore. Vedremo nei prossimi 5 anni che succederà, SE dovremo nuovamente fare i conti con i fermi biologici (nella migliore delle ipotesi!) vuol dire che non avevamo tutti i torti a dubitare.

    Ti chiedo solo un favore, sii coerente e non chiamare nessuno alle armi nemmeno quando chi hai votato recinterà il mare davanti a casa tua. Ferma l’AMP di casa con un banale ricorso al TAR, è così semplice no?!

  6. Pasquale ha detto:

    Salve, a me piace pensare che chi perde un ” senso della vita”, che nel nostro caso è Amore per il mare, con tutte le emozioni e i rischi che comporta, sia poco adatto a rappresentare gli altri, troppo esposto a materiali influenze di interesse privato, allontanandoci da un ipotesi di reale bilanciamento e senso dell’impatto nella natura che ci circonda, come parlare con uno che non è in grado di percepire il valore di un emozione così profonda?..in quante altre condizioni della vita una persona cosi spoglia potrà influire, se mandato a rappresentarCi…

  7. marcidesantis@hotmail.com ha detto:

    30 anni fà un vecchio Campione dell’agonismo mi disse, tutti gli sport accessibili a pochi eletti, saranno sempre anacronistici, in quanto la socetà e fatta da un Popolo del 80 % di imbranati, quando io ho iniziato le gare, all’epoca si facevano con il gommone, (come in tutto il resto del mondo) eccetto Francia e qualche altro paese, poi si optato per quelle da terra (a mio avviso pericolosissime perche nessun puo vigilare sull’atleta durante tutto larco della competizione) se pensiamo che uno deve passare 5 ore a nuotare tra corrente , e vento, in piu magari pescando un po fondo..poi hanno eliminato la Cernia dalle gare, poi hanno infilato il numero massimo di cattura per specie, e ora siamo arrivati al massimo del ridicolo, ma si prevedeva gia 30 anni fa questo, ORMAI A NOI PESCATORI APNEISTI NON CI CAGA PIU NESSUNOOOO!! e finita, chi a vissuto i grandi momenti della Pesca come me, e stato fortunato, ora e tutto finito!! MA IL PIU GRANDE PROBLEMA LO SAPETE QUALè??? e che siamo noi stessi che ci siamo dati la zappa sui piedi, con questo YOUTUBE, acessibile a tutti, che praticamente mette in evidenza a tutti che prendere un dentice ho una cernia sia come andare a sparare in un acquario, E POI CI LAMENTIAMO CHE GLI AMBIENTALISTI CI BASTONANO??? MA ANDIAMO A GIOCARE A GOLF TUTTI CHE E MEGLIO… cosa gli vai a spiegare a un cittadino comune che dietro hai video ci sono giorni e giorni di pesca? sacrifici, allenamento , anni di ricerca di posti in mezzo al mare??? IO VEDO CHE VIDEO DI GRANDI CAMPIONI C’è NE SONO POCHISSIMI IN GIRO, PERCHE LORO SANNO CHE MOSTRARE CATTURE DOPO CATTURE E ANACRONISTICO, E DA LI NASCE IL TUTTO…! e la dura verità!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *