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Pesca in Apnea n° 13 – Marzo 2004

| 27 Febbraio 2004 | 0 Comments

La copertina del n° 13 di Pesca in Apnea

Sul numero di marzo di “Pesca in Apnea”, che, come di consueto, presentiamo ora agli amici di Apnea Magazine, varie e ghiotte sono le novita’ che offriamo ai lettori. Una, in particolare, merita speciale attenzione, quella contenuta nel servizio “Le nuove regole/Qualcosa sta cambiando”. Da queste pagine (alla cui preparazione e gestazione programmatica hanno partecipato molti amici, fra i quali anche Giorgio Volpe) emerge, da parte delle istituzioni, un atteggiamento positivo nei confronti di chi, a livello amatoriale, esercita la pesca in apnea non solo per trascorrere il suo tempo libero in modo degno, ma soprattutto per esercitarsi alla vita in quell’immensa e sana palestra che e’ il mare.
Ci sembra di poter dire (e speriamo vivamente di non sbagliare) che, finalmente, abbiamo trovato un interlocutore (stiamo parlando della Direzione Generale della Pesca, che dipende dal Ministero delle Politiche Agricole) con il quale confrontarci per esprimere idee e bisogni. Si e’ davvero inaugurato un linguaggio nuovo al quale non eravamo abituati? Da qui a dire che ogni problema e’ risolto, ne passa. Vedremo!
Facciamo ora la solita incursione fra le pagine di “Pesca in Apnea” per avere un’idea dei contenuti del numero di marzo appena arrivato in edicola. Buona lettura.

1) Pag. 32: TECNICA ED ESPERIENZA / I RICHIAMI DI PESCA di Marco Bardi

La preda non si avvicina e allora viene spontaneo fare un richiamo. Ma come? Affrontiamo tutti i dettagli di questa manovra

‘ Molti studiosi cercano di dimostrare come quasi tutte le specie di pesci, in un modo o nell’altro, utilizzano i suoni per comunicare. Il mondo sottomarino non e’ silenzioso come si pensa. Gli stessi scienziati hanno dimostrato che sott’acqua esistono suoni quasi impercettibili all’orecchio umano.’
‘ Quando venne inventata la pesca all’aspetto, i pionieri capirono che era quel movimento lento verso il fondo a incuriosire la preda tanto da farla avvicinare. Quindi, in questo caso, si producono vibrazioni che incuriosiscono il pesce, e come tutti avranno avuto modo di valutare, non tutti i pesci reagiscono allo stesso modo’
‘ Nonostante per anni si sia puntualizzato che durante un “aspetto” sul fondo si debba rimanere perfettamente immobili, questo in realta’ si e’ rivelato un luogo comune del tutto errato, di cui si e’ dimostrato ampiamente l’esatto contrario. Si rivela utile solo con alcune specie e solo in certe situazioni, quindi e’ sbagliato generalizzare. Sara’ importante non muoversi una volta che il pesce punta verso il sub. In tal caso, quello che inizialmente poteva essere un richiamo, si potrebbe trasformare in un segnale di pericolo per la preda’
‘ Tuttavia, rispetto ai rumori provocati, resta assai probabile che funzionino meglio come richiami certi comportamenti tecnici e associativi, basati sulle posture
e i movimenti, fin dalla discesa’
‘ Massimo Scarpati suggeriva di fissare una piccola preda alla punta del fucile perche’ avrebbe incuriosito maggiormente le altre. In molti ci hanno provato, ma in effetti non e’ cosi’ semplice pescare con un altro pesce posto sulla punta del fucile e alla fine questo metodo viene poco utilizzato perche’ si preferisce la praticita’ di pesca alla speranza di un richiamo’
‘ Ad esempio, potrebbe dimostrarsi interessante entrare in acqua con una cassetta galleggiante di sardine e pasturare un percorso ben preciso sottocosta, attirando dapprima tutti i piccoli pesci, poi quelli piu’ grandi e cosi’ via. Al ritorno, seguendo il percorso preciso, potrebbe darsi che si abbiano delle sorprese. In caso contrario, male che vada si e’ regalato cibo ai pesci. Le sardine costano poco e sono cibo gradito da tutti i pesci, inoltre durano abbastanza anche una volta abbandonate sul fondale’

2) Pag. 39: INSIEME / IL COMPAGNO DI PESCA di Alessandro Martorana

Sott’acqua non si va mai da soli: e’ il primo comandamento in nome della
sicurezza in immersione. Ma il compagno di pesca non si inventa, deve essere
una persona con cui ci sia un affiatamento veramente particolare,
per controllarsi a vicenda, ma anche per… divertirsi.

‘ Il primo comandamento da cui non dovremo mai cercare di prescindere nella pratica della pesca in apnea e’ quello che recita: mai da soli. Mai da soli per la sicurezza, mai da soli per moltiplicare il divertimento e mai da soli per crescere’
‘ L’importanza di un compagno affidabile per la sicurezza si dimostra anche in caso di problemi non particolarmente seri, ma che potrebbero diventarlo se fossimo da soli.
Ad esempio, un banale crampo al polpaccio, una forte corrente contraria e un’imbarcazione ancorata lontana e’ un mix di situazioni assolutamente normali che potrebbero metterci in difficolta”
‘ Andare in mare in compagnia serve anche per migliorare sia le proprie prestazioni fisiche che in termini di efficacia di pesca.
Avere un compagno fidato che ci guarda le spalle puo’ essere un ottimo supporto psicologico per provare a migliorare le proprie prestazioni fisiche senza rinunciare alla sicurezza di un aiuto che puo’ agevolmente trarci dagli impicci’
‘Mi rivolgo adesso ai ragazzi che desiderano creare coppie affiatate di pescatori, ma che non riescono a trovare il compagno giusto. Se abitate al mare, non disperate: vedrete che, frequentando le coste vicine, col tempo cominceranno ad entrare nella sfera delle vostre amicizie persone che condividono la vostra passione. Per chi invece abita in grandi citta’ o comunque lontano dal mare, il miglior luogo dove trovare amici che hanno il nostro stesso “fuoco sacro” e che magari sono anch’essi alla ricerca dell'”anima gemella da pesca” sono – e restano – i circoli subacquei’
‘ La pesca in coppia e’ qualcosa di piu’ della semplice pescata con un amico. La vera “coppia da pesca”, infatti, e’ una vera e propria squadra senza ne’ generali ne’ soldati, con dei vincoli di fratellanza tra i suoi componenti’

3) Pag. 45: PRODOTTI / A FIL DI LAMA di Stefano Navarrini

Utile spesso, necessario a volte, assolutamente indispensabile si spera mai. Apriamo una finestra sul mondo dei coltelli da pesca, un accessorio che ha ormai trovato una sua specifica identita’ e interpretazioni adatte alle varie esigenze
del pescatore.

‘ La verita’, come sempre accade, sta anche in questo caso nel mezzo, e va vista con la giusta obiettivita”
‘ Proviamo a entrare nel dettaglio cominciando magari a evidenziare in primis quello che e’ il reale uso di un coltello per il pescatore subacqueo, che, secondo le piu’ rituali raccomandazioni dei sacri testi, serve prevalentemente a salvarsi la vita quando si rimane presi in una rete e a fiaccare la resistenza, o a ridurre l’agonia, delle prede piu’ ribelli’
‘ L’evoluzione tecnica della pesca in apnea ha portato anche nel settore dei coltelli precise tendenze, cui le aziende hanno risposto in modo adeguato, pur con tutte le personalizzazioni del caso. L’affinamento e’ sempre piu’ dettato dalle reali esigenze messe a fuoco da un’utenza che dimostra ormai preparazione e idee chiare, il che si traduce nella massima rispondenza ai compiti richiesti per quanto riguarda la lama, inclusa la resistenza alla ruggine, con un occhio ben aperto sull’efficienza valutata in termini di maneggevolezza generale, ma anche sulla praticita’ e sicurezza del fodero e del sistema di chiusura e sull’eventuale presenza di funzioni accessorie. Questo ci aiuta poco a poco a disegnare il profilo del coltello ideale, fermo restando che ognuno potra’ sempre avere e mantenere le sue personali idee’
‘ La lama e’ ovviamente l’anima del coltello e la varieta’ di disegni presenti sul mercato puo’ portare a una singolare riflessione: o nessuno ha le idee ben chiare sul suo utilizzo, o questo puo’ essere talmente vario da giustificare una quantita’ di variazioni sul tema.
In realta’, anche se ogni pescatore potra’ dare le sue priorita’ sulle funzioni di un coltello subacqueo, il suo utilizzo pratico non sara’ molto lontano da quello di un coltello terrestre. Dovra’ quindi, innanzitutto, avere una lama tagliente sul lato inferiore, mentre sul dorso una sezione seghettata, comunque affilata, risultera’ utile per tranciare sagole e cime. Le variazioni sul tema prevedono la famosa unghiatura tagliasagola e l’eventuale “scasso gira-aste”‘
‘ A questo punto, definite le caratteristiche di un buon coltello, non resterebbe che piazzarselo addosso e andare in acqua. Piu’ semplice a farsi, in questo caso, che a dirsi: almeno a giudicare dalla diversita’ d’opinioni’

4) Pag. 50: STAR / ALBERTO MARCH DETTO “EL CHINO” di Stefano Navarrini

Un fisico potente, un’acquaticita’ impressionante, soprattutto quando e’ sul pesce. Le sue apnee medie non sono stratosferiche, ma le profondita’ che Alberto Marchraggiunge in pesca si’, tanto da far considerare il campione spagnolo uno dei piu’ forti profondisti al mondo.

‘ Presentare Alberto March, che qualcuno non a caso chiama “El Chino”, faccia simpatica e sempre un po’ distaccata, quasi disincantata, ma soprattutto uno che al mare e alla profondita’ puo’ dare del tu senza problemi’
‘ Cosa ti piace di piu’ di questo sport?
Quando sei allenato e in buona forma, la grande sensazione di tranquillita’ che accompagna ogni discesa facendone una storia a se’. L’obiettivo finale e’ sempre quello della cattura di una preda, ma personalmente apprezzo molto anche la prestazione apneistica. Un altro aspetto molto affascinante della pesca in apnea e’ l’imprevedibilita’ del mare e, naturalmente, dei pesci. Per quanto spesso uno puo’ andare in acqua, non c’e’ mai una giornata uguale a quella precedente, c’e’ sempre qualche nuova avventura da vivere, qualcosa di nuovo da imparare, qualche esperimento tecnico da fare’
‘ Quali sono, secondo te, le qualita’ per affrontare, e possibilmente vincere, una gara?
Sicuramente una perfetta forma fisica, che deriva sempre, ma non solo, da un buon allenamento: anche lo stile di vita, ad esempio, ha il suo peso. Poi e’ importante tracciare una precisa strategia di gara, che puo’ essere differente per ogni competizione. Anche l’atteggiamento psicologico e’ importante, perche’ l’impegno di una gara non e’ solo fisico: bisogna avere grinta ed essere determinati, ma bisogna anche mantenere sempre la necessaria serenita’. C’e’ infine una cosa da non trascurare, anche se non dipende da noi, perche’ a volte risulta decisiva: la fortuna’
‘ Per pescare a quote abissali basta un fisico da campione… o serve qualcos’altro?
Certo, un fisico integro e capace di buone prestazioni e’ importante, ma non basterebbe se non fosse accompagnato da un’elevata capacita’ di concentrazione e da un allenamento che consenta di mantenere sempre un perfetto stato di forma’

5) Pag. 54: NERVI A POSTO / NON PERDERE LA PAZIENZA di Nino Piras

Un suggerimento sempre valido, che vogliamo rafforzare con questo racconto di pesca vissuta, pronto a dimostrare quanto intuito e preparazione trovino il loro complemento ideale in una dote cosi’ particolare.

‘ Decido poi di immergermi in quello che sembra essere il punto piu’ bello del ciglio, dove uno spacco verticale taglia in due il profilo del costone.
Inizio la mia apnea scendendo perpendicolare sul punto preciso e, quando sono a pochi metri dal taglio, nel buio, vedo una coda infilarsi dentro il buco e la sabbia spostarsi, formando una nuvoletta: e’ una cernia. Entro dentro la tana e, in fondo a un cunicolo strettissimo, distinguo nitidamente la coda dell’animale. Osservo bene con la pila, ma, all’infuori della coda, non riesco a vedere altro. Torno quindi in superficie, prendo sommariamente delle mire e faccio cenno a Giacomo di fare lo stesso. Mi preparo all’apnea e scendo di nuovo, entrando dritto dentro lo spacco, accendo ancora la pila: la cernia e’ sempre li’, non si e’ mossa di un centimetro. In questa posizione sara’ impossibile da sparare. Torno fuori e, con la pila, comincio a perlustrare tutti gli anfratti vicino alla tana per vedere se da qualcuno di questi la sua sagoma e’ visibile. Due, tre, quattro tuffi, ma alla fine riesco a scorgere un occhio e una bocca: e’ lei. Faccio ancora un tuffo di controllo e poi scappo via, per non farmi vedere troppo a lungo nello stesso posto dagli avversari. Monto sul gommone e, prendendo una direzione perpendicolare rispetto alla costa, mi allontano verso il largo per fermarmi dopo circa un chilometro e, sottovoce, come se qualcuno in mezzo al mare potesse sentirci, dico a Giacomo, che mi guarda perplesso: “Ho trovato una cernia! Difficile, ma penso di poterla prendere”‘

6) Pag. 59: CONOSCERE IL MARE / A CIASCUNO IL SUO’ HABITAT di Pietro Milano

Non esiste un habitat preciso per ciascuna specie. Cerchiamo allora di interpretare al meglio tutti gli elementi a disposizione per raggiungere i nostri obiettivi di pesca.

‘ Il pescatore in apnea evoluto – nel senso di tecnica e di rispetto dell’ambiente – deve possedere un bagaglio di conoscenze che non solo lo agevoleranno nella disciplina specifica, ma che lo arricchiranno anche sotto profili non necessariamente inerenti l’attivita’ piscatoria.
Oltre a conoscere i movimenti delle masse liquide in relazione alle fasi lunari, deve saper valutare la natura del fondale dall’esterno, dai segni caratteristici che lo contraddistinguono, e interpretarlo in relazione alla tecnica da utilizzare e alle specie che incontrera”
‘ Spesso i fondali sabbiosi sono scartati a priori dalla maggioranza dei cacciatori subacquei, ma in realta’, quando sono posti in vicinanza di scogliere sommerse, anche se a limitata profondita’, diventano interessanti. Di solito e’ un tipo di fondale raccomandato ai neofiti, che vi trovano un’ottima palestra nei tiri al libero’
‘ I fondali formati da grandi massi sono normalmente di natura granitica e si possono trovare sia a modesta che a grande profondita’: solitamente, l’aspetto esterno mantiene le promesse anche sotto il pelo dell’acqua. La loro natura puo’ essere di origine franosa o dovuta ad erosione, e sono senza dubbio tra i fondali piu’ accattivanti e spettacolari.
Il merito e’ da attribuire anche alla composizione prevalentemente quarzosa del granito, che non rilascia sedimenti durante le mareggiate, permettendo una limpidezza del mare superiore
alla media’
‘ Ricciole, lecce, palamite e altro si trovano sulle secche che si ergono dalle profondita’ marine.
Il fatto e’ dovuto alla relativa tranquillita’ e all’abbondanza di minutaglia che staziona e avvolge solitamente questi speroni di roccia, perche’ e’ di roccia viva che le secche sono solitamente composte (ma anche qui vi sono le dovute eccezioni, e cioe’ quando si e’ in presenza delle secche di sabbia)’

7) Pag. 66: GRANDI APNEISTI / UNA CUBANA SPECIALE di Nino Piras

Deborah Andollo, la campionessa che va oltre la profondita’. Insegna apnea ai piu’ grandi atleti cubani, e’ impegnata in progetti sociali con bambini portatori di handicap e per la salvaguardia dell’ambiente, sta per aprire un diving e non dimentica la preparazione ai record.

‘ Dopo la colazione, con un entusiasmo che non vedevo in lei dai tempi dei record, comincia a raccontarmi quello che sara’ il suo futuro. Poi, improvvisamente,: “Nino, vieni! Ti devo mostrare una sorpresa!”. Cosi’, con la sua jeep, ci dirigiamo proprio al porto di Marina Tarara’, dove c’e’ un ampio locale in fase di ristrutturazione, nel quale nascera’ il nuovo diving di Deborah: il Blue Yemaya.
Gia’, Yemaya, la dea del mare, un nome ricorrente nella vita dell’atleta cubana, un credo profondo, sempre onorato, prima di ogni sua immersione, con un tributo simbolico: sette monetine per essere accolta con benevolenza nel mondo sommerso.
Con gli occhi illuminati di gioia, comincia a mostrarmi tutti i disegni dei locali che ospiteranno il centro immersioni, spiegandomi nei minimi dettagli la disposizione e l’utilizzo di ogni spazio. Non faccio in tempo a farle i miei complimenti per questo lavoro cosi’ importante, che gia’ Deborah inizia a introdurmi l’altro importante progetto al quale e’ in procinto di dedicarsi: l’Accademia di Apnea, che avra’ sempre il nome Blue Yemaya.
La profondista, infatti, nel corso di tutti questi anni ha maturato una grande esperienza in merito all’apnea, grazie ai record ha approfondito e affinato gli schemi di allenamento dedicati allo sviluppo della concentrazione e della tranquillita’ nell’affrontare le immersioni anche in situazioni difficili, ha utilizzato e appreso le tecniche yoga di respirazione e ha realmente la capacita’ e il merito di saper trasmettere, in maniera semplice e chiara, la sua conoscenza’

8) Pag. 70: LE CORRENTI / IL MARE CONTRO di Stefano Navarrini

E’ una delle situazioni che piu’ disturbano il piacere di una pescata. Ma poiche’ non tutto il male viene per nuocere, ricordiamo che molta corrente vuol dire molti pesci.
Meglio quindi, quando capita, imparare a conviverci sfruttandone gli aspetti positivi.

‘ Il rapporto fra pescatore subacqueo e correnti marine e’ in fondo un rapporto d’odio e amore. Poche situazioni possono essere piu’ fastidiose del pescare in condizioni di forte corrente, ma, d’altro canto, proprio questi sono i casi in cui il maggior movimento di nutrienti primari da’ il via a una catena alimentare che, partendo dalle uova e dalle larve di tanti organismi marini, arriva poi, passo dopo passo, ai grandi predatori sognati dai nostri fucili’
‘ Piu’ che la discesa e il raggiungimento della tana o della posta per l’aspetto, il punto da considerare in caso di forte corrente, ben piu’ rischioso, riguarda pero’ la risalita. Perche’ quando il nostro orologio interno, abituato alle normali situazioni di pesca, ci segnalera’ di staccare dal fondo e riguadagnare la superficie, ci troveremo contro la spinta laterale della corrente che fara’ sentire tutto il suo peso, ostacolando la nostra risalita e costringendoci a forzare l’apnea.
A conti fatti, non e’ esagerato affermare che, in condizioni di corrente sostenuta, le nostre prestazioni possono subire un handicap anche del 40-50%.
In altre parole, pescare in corrente vuol dire soprattutto una cosa: faticare’

9) Pag. 75: LE NUOVE REGOLE / QUALCOSA STA CAMBIANDO

E’ in via di attuazione un nuovo regolamento per la pratica della pesca sportiva. Vediamo, in particolare, quello che interessa i pescatori in apnea.

‘ L’aria di diffidenza che da sempre circonda i pescatori in apnea si sta lentamente smorzando. Non del tutto, pero’. Facciamo un piccolo esempio? Sul sito ufficiale di un grande organismo ambientalista, parlando della pesca sportiva e dei danni che procura, si legge testualmente: “… In Italia ci sono circa due milioni di pescatori sportivi, soprattutto pescatori subacquei,
e i controlli sono insufficienti…”. In altre parole, si dichiara che i pescatori in apnea sarebbero nel nostro paese almeno piu’ di un milione. Basta una notizia del genere, assolutamente falsa, per sollevare passioni ambientaliste e condannare i supposti responsabili, anche se tutti sappiamo che il numero dei praticanti quest’attivita’ non raggiunge neppure un decimo di quello dichiarato. Si parte da queste inesattezze per arrivare ai pregiudizi e agli ostracismi. Per fortuna, non e’ tutto qui. Quando si entra nell’area della ricerca vera, le cose tendono a prendere un aspetto piu’ serio e credibile.
Le sofferenze del mare, come si sa negli ambienti qualificati, sono da attribuire in primo luogo al cambiamento climatico e all’inquinamento chimico e subito dopo ad alcuni sistemi di pesca industriale che con quella in apnea non hanno nulla a che fare.
Dicevamo che comunque, lentamente, le cose vanno cambiando. E’ vero. Allo scopo di dare maggiore attualita’ alla normativa che regola la pesca sportiva (e, dunque, anche la pesca in apnea, che di quella sportiva fa parte), per una conseguente modifica del regolamento di esecuzione, la Direzione Generale della Pesca (una delle direzioni del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali) ha convocato un gruppo di lavoro composto da esperti del Ministero e da esterni. In questa sede abbiamo presentato un documento che di seguito pubblichiamo per sintesi.
Il documento vuole essere una traccia perche’ non si continuino a commettere errori di valutazione e a procurare, dunque, disagi operativi.
La sintesi che proponiamo e’ esaustiva, ma sarebbe insufficiente se non fosse completata dalle dichiarazioni del professor
Alberto Azzali, presidente del settore subacqueo della Fipsas, che e’ stato uno dei partecipanti al gruppo di lavoro, di Marco Bardi, ex atleta nazionale e team manager, del professor Francesco Cinelli, ordinario di Ecologia all’Universita’ di Pisa, di GiorgioVolpe, responsabile della rivista elettronica Apnea Magazine, e del comandante PietroVerna, del Comando Generale delle Capitanerie di Porto. Ma l’intervista che piu’ ci preme sottoporre all’attenzione dei nostri lettori e di tutti coloro che sono interessati all’argomento e’ quella al dottor Attilio Tripodi, che e’ il direttore generale per la Pesca e Acquacoltura, nella sostanza il nostro piu’ diretto interlocutore’

10) Pag. 80: INTERVISTE / LE CINQUE “S” di Vincenzo Solli

Avvocato, trentacinquenne, palermitano, con un carattere determinato e… con il senso della gara. Abbiamo intervistato Vincenzo Solli, un “interessante” atleta del Team Omer.

‘ Sono nato a Palermo il 27 agosto 1968, sono neoavvocato civilista, fidanzato con Antonella, anche lei avvocato’
‘ Come potresti descrivere Solli pescatore?
Mi definirei utilizzando cinque “S”: storia, serenita’, strategia, stimoli e sicurezza.
Puoi spiegarci meglio?
La storia della mia vita agonistica e’ quella che vi ho descritto. Devo dire che ho incominciato curando piu’ la profondita’ e l’allenamento fisico piuttosto che l’affinamento della tecnica di pesca e del fiuto nella ricerca del pesce. Amavo la prestazione singola e la cattura eclatante, non il carniere misto. Questo dipende anche dalle caratteristiche dei fondali in cui mi immergo: acqua limpida e calda, che porta molti atleti siciliani alla ricerca delle profondita’ a tutti i costi. Impostavo le gare a profondita’ vertiginose alla ricerca del colpo a sensazione. Potevo stravincere qualche gara, ma senza quella continuita’ che poi mi permetteva di emergere. Oggi so che durante una gara devo catturare cinque pesci di quattro etti, al razzolo e su medio fondale, mai oltre i 20 metri’

11) Pag. 82: BARCHE / LO SPAZIO NON E’ MAI TROPPO di Pietro Milano

Parametri tecnici, necessita’ oggettive ed esigenze personali: sono questi i tre gruppi di motivi fondamentali per cui si sceglie una determinata imbarcazione per le nostre battute di pesca. Ma…

‘ Il subacqueo ha delle esigenze particolari e il pescatore in apnea ne ha ancora di piu’ specifiche: si va dal gavone per i fucili alla console per la strumentazione elettronica necessaria, dal posto coibentato per il pescato al gavone per le indispensabili dotazioni di sicurezza.
Il sub, come tutti i pescatori, apprezza in modo particolare uno specifico allestimento dove viene privilegiata la percorribilita’ longitudinale, e questo per un veloce spostamento prua-poppa e viceversa spesso dovuto all’esigenza di filare in mare l’ancora e la relativa cima.
Anche la stabilita’ laterale, poi, riveste una notevole importanza.
Nei battelli pneumatici il problema non sussiste, e questo vale anche per quelli che hanno una carena profonda e una sezione di poppa a “V”, cioe’ senza che i tubolari, a battello vuoto, tocchino il liquido: infatti, basta che vi sia un po’ di peso da un lato affinche’ il tubolare interessato tocchi la superficie del mare per avere quella caratteristica necessaria’
‘ Come recita un proverbio antico ma sempre valido, “l’appetito vien mangiando”, e anche chi possiede una barca di 5 metri e ne ha vista una di quasi 6 pensa le stesse cose del suo amico che ne aveva una di 4: maggiore agibilita’, maggiore stivaggio, una ghiacciaia piu’ grande e maggiore sicurezza in mare (per carita’ tutte cose legittime!), maggiore cura e maggiori grattacapi e consumi (… per carita’, tutte cose vere!). Che dire, allora, di quello che ne possiede una di 6 e ne sogna una di 7.50?’

12) Pag. 86: INCONTRI / ISTRUTTORI APNEA ACADEMY A BOLOGNA di Roberto Tiveron

Ecco un’anticipazione sulle numerose iniziative per il 2004, come un nuovo corso di specializzazione per l’uso della monopinna e, per gli istruttori, un aggiornamento supplementare sulle tecniche di respirazione.

‘ L’apnea e’ diventata una realta’ importantissima nell’ambiente sportivo italiano, nasce quindi l’esigenza di avere tecnici e allenatori sempre piu’ preparati, che possano fornire servizi di qualita’ elevata ai numerosi praticanti’

Abbiamo incontrato a Bologna
Erano presenti all’incontro il presidente Umberto Pelizzari e i seguenti istruttori: Paolo Acanti, Michelangelo Avaro, Andrea Badiello, Gaspare Battaglia, Roberto Chiozzotto, Paolo Cappucciati, Flavio Cedrati, Franco Chiari, Andrea Veronelli, Danilo Cialoni, Nicola Sponsiello, Riccardo Mazzi, Lorenzo Cirri, Stefano Desidera, Giacomo Diana, Nicola Guardavaccaro, Paolo Iacchia, Francesco Saso, Manlio Esposito, Muro Foffi, Enrico Guadalupi, Roberto Tiveron, Enrico Lupo, Federico Mana, Mike Maric, Luca Mantovani, Paolo Martini, Giangiacomo Minak, Massimiliano Musella, Corrado Mondalucio, Anna Seddone, Joseph Porrino, Salvatore Rovella, Stefano Tovaglieri, Andrea Tucci, Claudio Leone, Paolo Vigano, Nicola Putignano, Marco Carboni, Massimo Basile, Adamo Manes, Marco Marone, Silvio Battaini, Davide Beneventi, Paolo Sassone, Marco Solini, Sergio Spaccasassi, Pierangelo Robba, Angelo Pignataro, Michele Mozzoni, Paolo Graziani, Riccardo Maran, Francesco Lepore, Francesca Scolari, Paola Rizzi, Paola Corsa, Tommaso Bernasconi, Filippo Biondin, Roberto Brenda, Daniele Buratto, Daniele Congiu, Stefano Correale, Luigi De Vico, Fausto Feletti, Flavio Fontana, Renzo Gamba, Giovanni Gervasoni, Samuele Giacometti, Sebastiano Guarnaccia, Fabio Greco, Ottavio Grande, Pietro Lazzati, Filippo Lazzeri, Marco Brognoli, Marco Mardollo, Massimo Pasini, Simone Fabac, Antonio Nunziata, Armando Lombardi, Giovanni Campana, Michele Mozzoni, Fabio Pilolli, Matteo Sassi, Luciano Orsini, Marco Guericchio, Maurizio Massani, Massimo Dragonetti, Davide Ferrario, Ezio Moro, Lorenzo Mera, Raffaele Zenti, Alessandro Talo’, Guglielmo Bosi, Alessandro Celli, Daniele Buratto, Stefano Correale, Giannantonio Dolcemascolo.

13) Pag. 88/99: ANALISI TECNICHE

CRESSI SUB: MASCHERA MATRIX
Con spessori minimi e nuovo facciale avvolgente, Matrix si inserisce tra le
maschere da apnea che offrono grande visuale e volume interno ridotto. Il nuovo sistema costruttivo utilizza, nella parte superiore del cerchietto, la fusione di due
materiali, uno piu’ morbido e uno piu’ rigido.

EFFESUB: PINNE X CARBON UNIDIRECTION X-SYSTEM
Pinne in carbonio che riescono a mettere insieme tecnologia e materiali d’avanguardia con quello che c’e’ gia’ di buono nell’attuale mercato delle pinne in composito. Oltre alla pala, e’ stata anche riprogettata la scarpetta originale. Queste pinne sono il risultato di un attento lavoro di ricerca e sviluppo.

OMER: GOMME TOP ENERGY
Le gomme Top Energy Omer da 16.5 mm sono in lattice puro, cui e’ stata aggiunta una mescola di sostanze specifiche per aumentarne la tenacita’, facili da caricare e potenti nel tiro.

POLO SUB: MUTA MIMETICA FODERATA-SPACCATA E SCHIENALINO INVERNALE
Una muta foderata fuori e spaccata dentro dalle elevate caratteristiche protettive e isolanti. Taglio, materiale e durata sono i punti di forza di questo capo. Varieta’ di spessori, colori della fodera e accessori applicabili.

PARISI: FUCILE IN LEGNO 86
Un arbalete in legno dalle ottime caratteristiche meccaniche, progettato e realizzato all’insegna dalla funzionalita’ e della durata.

MAORISUB: FUCILE MAMBA 90
Un fucile oleopneumatico progettato e costruito intorno al suo particolare dispositivo che impedisce all’acqua di entrare nella canna.

14) Pag. 100: CAMPIONI & CAMPIONATI / IMBROGLI E PROTESTE i Marco Bardi

Recenti episodi poco edificanti di scorrettezze durante alcune gare di pesca in apnea rischiano di demoralizzare gli atleti che credono in questo sport e che hanno un senso morale e civile. Uniamoci tutti per combattere i disonesti.

‘ Ci sono tante polemiche e ci giungono numerose proteste.
I cambiamenti che non convincono, gli abusi ai regolamenti, la mancanza d’interesse degli addetti ai lavori caratterizzano questo momento “rovente”. Parliamo di regolamenti e d’imbrogli.
Qualcuno addossa la responsabilita’ al fatto che l’ambiente agonistico e’ stato estremizzato, portando alcuni atleti evidentemente poco seri a rischiare il tutto per tutto. Qualcuno afferma che alcune scelte effettuate hanno di fatto diminuito il livello medio e questo, di conseguenza, ha portato a una crescita della scarsa professionalita’. Qualcuno accusa il livello etico dei partecipanti, qualcuno se la prende con la Federazione, incapace di far rispettare con fermezza le regole, e cosi’ via. Non sta a noi giudicare con certezza quale sia la causa,
ma di certo non si puo’ negare che le polemiche crescono sempre di piu”

15) Pag. 102: APNEA / LA FRONTIERA DEL PROFONDO di Roberto Tiveron

Come si diventa apneista e quando si scopre di voler essere profondista. Cosa fa scattare la molla?

‘ Cio’ che puo’ riuscire facile in una piscina puo’ rivelarsi completamente differente da applicare in mare. Le condizioni potranno essere completamente diverse e senza un’adeguata esperienza sara’ quasi impossibile fronteggiarle. L’immersione in apnea rappresenta un divertimento e, allo stesso tempo, un modo per imparare a conoscersi sempre meglio. L’apnea e’ una disciplina molto formativa che, oltre a offrire lati ludici, permette, al tempo stesso, di sviluppare e di stabilizzare il proprio controllo emotivo oltre a rendere piu’ sereni. Molto spesso, la maturazione che se ne ricava riesce a far migliorare anche il proprio rapporto con il prossimo, donando maggiore autostima e sicurezza dei propri mezzi’
‘ L’apneista che riesce a fondersi metaforicamente con il mare, assorbendone energia vitale per la mente e per il corpo, colui che riuscira’ a basare la sua immersione sulle sensazioni corporee che si evolveranno tanto piu’ quanto frequentera’ il mare, sicuramente sara’ anche un buon profondista’

16) Pag. 106: TUTTI A SCUOLA / CORSO DI APNEA O VACANZA? di Marco Bardi

Sullo sfondo dei suggestivi fondali dell’isola d’Elba, si e’ svolto un corso di pesca in apnea di cui vale la pena raccontare la storia.

‘ Cio’ che c’interessa di piu’ come istruttori sono i risultati di tutto il gruppo, che mediamente sono ottimi. Fin da subito abbiamo chiarito quanto sia importante fare un bel gruppo, dove ci si deve divertire imparando, senza competizioni, senza risultati eclatanti, e di quanto sia importante che tutti siano soddisfatti, sia i piu’ bravi che i meno esperti. La sera, stanchi e affamati, ci concediamo qualche piatto in piu’ del previsto, anche perche’ l’indomani si deve fare la prima uscita in mare con la barca. La mattina seguente il sole e’ offuscato e inizia a farsi vedere la coda della perturbazione prevista. Saliamo a bordo del barcone del club, una mitica imbarcazione di proprieta’ del circolo da oltre venti anni. Lenta ma inesorabile, mette la prua in direzione dello Scoglietto, un isolotto nelle vicinanze del porto che e’ area marina protetta da piu’ di vent’anni, ma in cui e’ permessa l’immersione. Ci ancoriamo su un fondale piatto e posizioniamo i cavi collegati alle isole galleggianti. Angelo, in veste di accompagnatore, ci racconta che una di quelle boe e’ l’atollo utilizzato da Umberto Pelizzari al suo primo record d’immersione, effettuato proprio all’isola d’Elba’

17) Pag. 108: MEDICINA / GLI ANIMALI MARINI PERICOLOSI di Massimo Malpieri

I cosiddetti animali pericolosi nel Mediterraneo sono pochi, ma possono causare inconvenienti che non devono essere sottovalutati. In queste pagine ci occuperemo di quelle specie di echinodermi e celenterati da cui e’ bene
guardarsi. Che cosa fare in caso di contatto accidentale?

‘ La pesca in apnea espone i subacquei a diverse insidie, alcune legate alle modificazioni fisiologiche che il corpo umano subisce per adattarsi al mondo sommerso, altre legate all’ambiente stesso in cui viene praticata questa attivita’.
Tralasciando i pericoli legati alla presenza di mezzi nautici nelle zone di pesca e gli incidenti per il maldestro uso delle attrezzature, voglio soffermarmi, in queste pagine, su eventuali “incontri indesiderati” mentre pinneggiamo alla ricerca di qualche preda.
Di solito, parlando di animali marini pericolosi, il primo pensiero e’ rivolto agli squali, mentre esistono degli organismi marini, presenti nel Mediterraneo oltre che nei mari tropicali, che, pur non godendo della notorieta’ degli squali, possono risultare altrettanto pericolosi. Le modalita’ con cui gli organismi marini possono provocare lesioni sono diverse: contatto diretto, inoculazione di sostanze tossiche o velenose, effetto traumatizzante diretto’

18) Pag. 110: ALIMENTAZIONE / APNEA E NUTRIMENTO di Luca Bartoli

Se alimentarsi correttamente non e’ facile per i comuni mortali, lo e’ ancora meno per un atleta come l’apneista. In queste pagine vi sveliamo alcuni piccoli ma essenziali segreti per una nutrizione ad hoc di chi va sott’acqua.

‘ Marco e’ un ragazzo di ventiquattro anni, 68 kg di peso per 178 cm di altezza: una corporatura longilinea, con una percentuale di tessuto adiposo pari al 9%.
E’ chiaro che, in queste condizioni, energie di riserva ce ne sono veramente poche, e quindi tutto quanto gli serve per produrre combustibile per la contrazione muscolare deriva esclusivamente da quello che introduce con l’alimentazione giornaliera’
Dal racconto di Marco, inoltre, abbiamo compreso che anche quando non va a pesca la sua alimentazione e’ molto disordinata e costituisce il presupposto primario di carenze tali da diventare insufficienti durante le giornate in mare’

19) Pag. 112: FILO DIRETTO CON MARCO di Marco Bardi

E’ utile portare con se’ un secondo fucile per avere maggiori possibilita’ di successo? E che differenza c’e’ tra una muta in neoprene macrocellulare e una microcellulare? E, ancora, e’ utile il guida-asta?

20) Pag. 114: DOVE ANDARE / CAMPANIA PARLIAMO DI ISCHIA di Beniamino Cascone

Non solo l’isola che ha ispirato un’epoca e tante canzoni, non solo una famosa meta balneare, ma anche un luogo dove il pescatore in apnea puo’ avere la possibilita’ di mettere importanti prede nel carniere. E’ essenziale, comunque, conoscere bene i fondali, e in queste pagine troverete una valida guida.

‘ Incomiciamo il nostro giro dell’isola d’Ischia partendo da Ischia Porto e proseguendo in senso antiorario. Troveremo subito un tratto di fondale poco interessante fino a Casamicciola. Solo nell’immediato sottocosta, la pesca all’aspetto, d’inverno, ci potra’ riservare l’incontro con qualche bella spigola. Al largo, le distese di posidonia terminano spesso con bruschi salti di fondale, costituiti, pero’, da ripide cadute di detriti di piccole dimensioni. Trovare massi piu’ grandi e’ difficile, ma fornisce l’occasione di belle catture di saraghi, corvine e qualche cerniotta’

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