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Pacengo 25 aprile 2010, selettiva Acque Interne

| 30 Aprile 2010 | 0 Comments

Pacengo: 3^ Coppa dei Laghi (Foto E. Cinelli)

Domina l’assenza di pesce (Foto E. Cinelli)

Come dice quel proverbio? Chi litiga ‘ No, no, non è così! Fra i liti’ ehm, no, non è nemmeno così! Ah, si, ecco ‘ Fra i due litiganti il terzo gode! Ebbene, in questa seconda selettiva del circuito gare di pesca in apnea nelle acque interne, la 3^ Coppa dei Laghi organizzata dal Nord Padania Sub Varedo, tra il nutrito gruppo di affermati campioni e l’altrettanta numerosa schiera di agonisti non più in erba, ecco che ad emergere è stato un giovane alla sua prima stagione agonistica e alla sua seconda gara in assoluto. Si dirà che è la solita fortuna dell’esordiente e forse può anche essere vero, ma è anche certo che questo ragazzo non ha vinto senza lode, infatti ha preso i suoi pesci, il maggior numero di pesci di tutti e, in sostanza, anche tra i più grossi dell’intero pescato. Insomma, la sua vittoria se l’è sudata tutta e, alla fine, a vincere è sempre il migliore.

L’esordiente e già vincitore Paolo Lo Biondo (Foto E. Cinelli)

Cronaca delle gara

Porto di Pacengo (Foto E: Cinelli)

Pacengo (Foto E. Cinelli)

Pacengo è un piccolo paese sulla sponda orientale del Lago di Garda, poco a nord di Peschiera del Garda ma già nel Comune di Lazise. Nei suoi pressi sorgono i noti centri di divertimento di Gardaland, Caneva World e Movie Studio; ospita anche un insediamento preistorico di rilievo: la palafitta di Bor, scoperta dall’Alberti nel 1864 e fatta risalire alla fase media dell’età del Bronzo.

Ben dotato a livello di ricettività turistica, con diversi campeggi e alberghi, presenta anche una lunga pista ciclopedonale che, scorrendo lungo la riva del lago, permette una bella passeggiata fino a Lazise. Tra il lago e la pista ciclopedonale ci sono belle e pulite spiagge di sabbia o piccoli ciottoli, alternate a ormai piccoli canneti tra i quali si possono ammirare numerose famiglie di anatre e diversi cigni.

Oltre ai canneti, la continuità delle spiagge è interrotta anche da tre porticcioli, due privati e uno pubblico. In quest’ultimo si trovano, alle sette di questa domenica mattina, gli atleti per mettere in acqua i loro gommoni. Poco lontano si trova il Risto Pizza ‘La Capannina’ dove è stata collocata la segreteria della gara e dove si terranno pesatura, pranzo e premiazioni. Proprio a pochi passi dal locale vengono ormeggiati i gommoni in attesa che tutti completino le operazioni di registrazione.

Operazioni preliminari (Foto E. Cinelli)

Atleti e giudici si portano al punto di partenza (Foto E. Cinelli)

Trentatre gli atleti presenti e ci vogliono quasi due ore per attendere diligentemente a tutte le operazioni, tra le quali, ultima ma non meno importante, l’estrazione degli abbinamenti per gli atleti che non dispongono di gommone. La formula di garà è, infatti, la FaN di tipo C, ossia la formula a nuoto con partenza da imbarcazione, scelta attuata, assieme all’anticipo di data, per ragioni di sicurezza visto che, come già detto, in zona sono presenti tre porti e il traffico nautico è pertanto piuttosto rilevante.

Certo la stagione è agli inizi, ancora pochi turisti sono già qui in villeggiatura, ma la prudenza non è mai troppa e, a volte, meglio eccedere che mancare: sebbene molti degli incidenti registrati in passato siano successi anche in presenza di gommone, è indubbio che 40 persone in acqua possano stare più tranquille se attorno a loro si forma una ben visibile corona di gommoni.

Ottemperato a tutte le operazioni burocratiche e imbarcati tutti gli equipaggi, uno ad uno i gommoni si staccano da riva e si portano un trecento metri al largo. Qui il giudice di gara da le ultime raccomandazioni e, alle nove e cinque minuti, fischia la partenza.

Pronti al via (Foto E. Cinelli)

Viaaaaaaaaa! (Foto E. Cinelli)

Tra i canneti di Pacengo (Foto E. Cinelli)

I motori rombano e i gommoni sfrecciano sulle calme acqua del lago; quasi tutti puntano verso nord, ne restano fermi cinque o sei che, per tattica o per indecisione, aspettano di vedere dove gli avversari vanno a fermarsi. Alla fine si formano tre gruppetti: il primo, di due gommoni, fermo proprio sul punto di partenza; il secondo, più numeroso, fermo poco fuori il porto della Nautica Casarola, forse anche troppo vicini al porto stesso e, soprattutto al corridoio d’uscita delle imbarcazioni (infatti il giudice li farà presto spostare); il terzo gruppo al limite superiore del campo di gara, in località Bagatta, poco più a nord dell’altro porticciolo privato e davanti alle estese spiagge di Lazise.

Sono tutti partiti sulla fascia di alghe, dove la batimetrica non è impegnativa e permette di affrontare le prime due ore di gara con relativa tranquillità. In teoria qui dovrebbero esserci i lucci, prede sempre ambite e che, in gara, possono apportare preziosi punti visto il loro peso anche rilevante. Purtroppo, come già osservato nel giorno di preparazione, di lucci non ce ne sono e la speranza si rivolge ai pochi pesci visti: carassi e scardole.

Dopo due ore e mezza di gara le catture si contano sulle dita di una mano e gli atleti devono inventarsi qualcosa per salvare il salvabile: i profondisti si spingono al largo e vanno a cercare le anguille sul fango, a profondità che superano anche abbondantemente i venti metri, gli altri si portano sotto riva nella speranza d’incocciare in qualche bel cavedano o in qualche insperata tinca; è ancora presto per questo pesce, ma qualcosa già gira. Nella foga di cercare il pesce, alcuni atleti sottovalutano la distanza da riva e finiscono a meno dei cento metri imposti (dalle disposizioni provinciali relative alla nautica e alla pesca) come distanza minima dal battente dell’onda; i giudici intervengono e gli atleti ripresi rimbrottano, proteste che, come vedremo, continueranno poi a terra.

Altro incontro nei canneti (Foto E. Cinelli)

La gara è finita, si rientra alla base (Foto E. Cinelli)

Alle tredici viene dato il segnale di fine gara, i barcaioli recuperano gli atleti loro abbinati e i gommoni fanno ritorno all’ormeggio del Risto Pizza. La giornata calda e soleggiata rende le operazioni di vestizione e sistemazione alquanto calme, nel frattempo si chiacchiera e ci scambiano le impressioni di gara: chi racconta degli errori di tiro, chi delle mire risultate vuote, chi della noiosa fatica di nuotare e tuffarsi a ripetizione per quattro ore senza vedere la coda di un pesce; di base si percepisce la poca soddisfazione per una gara risultata piatta e povera.

Gli organizzatori, intanto, recuperano i sacchetti con il pochissimo pesce pescato e si preparano alla pesatura. Innanzitutto si prende nota dei diversi sacchetti vuoti, ben sedici, poi si passa ai sacchetti con una sola preda, anche questi non pochi, nove per la precisione. Arrivano i sacchetti un poco più corposi: due con due prede, due con tre, due con quattro e uno con cinque. I carassi la fanno da padroni, seguiti a ruota dalle scardole, poi qualche tinca, qualche anguilla e tre lucci. I pesci di maggior rilievo, sebbene di poco sopra il chilogrammo di peso, sono un’anguilla di Ferrari, una tinca di Abrami e un luccio di Rizzi.

La pesatura del pescato (Foto E. Cinelli)

Pesci più grossi: un cavedano e la tinca di Abrami (Foto E. Cinelli)

Pesci più grossi: il luccio di Rizzi e l’anguilla di Ferrari (Foto E. Cinelli)

Al termine delle pesature ci si concede il meritato pranzo, durante il quale riprendono i racconti e, soprattutto, le lamentele. Si contesta nuovamente il periodo troppo anticipato, il rigore del giudice nel sanzionare chi si è fatto trovare fuori dai limiti del campo di gara, la discriminazione in apparenza operata sanzionando alcuni e non altri, l’atleta abbinato che in alcuni casi non era all’altezza dell’atleta con gommone e ne veniva a condizionare l’operatività in campo, la regola stessa degli abbinamenti. Alla fine i giudici sono giudici e devono fare il loro lavoro, gli atleti sono atleti e devono rispettare il lavoro dei giudici, le discussioni scemano e la classifica viene ufficializzata, si può così procedere con le premiazioni che vanno a chiudere degnamente una lunga giornata.

Tavolo delle premiazioni (Foto E. Cinelli)

Il podio: M. Porta, P. Lo Biondo e G. Rizzi (Foto E. Cinelli)

Il Sub Club Brescia bissa il successo di squadra (Foto E. Cinelli)

Tutti a casa (Foto E. Cinelli)

Alle quattro e mezza circa, terminate le premiazioni, anche gli ultimi atleti rimasti abbandonano il campo, l’ormeggio di fronte al risto pizza si svuota e quelli del Nord Padania Sub Varedo smontano le attrezzature; sono affaticati, un poco sconsolati per le critiche, ma alla fine soddisfatti d’avere portato a termine senza incidenti una gara che si svolge in acque, come già detto, particolarmente insidiose per la presenza di ben tre porti e un elevato traffico nautico.

La classifica

Pos. Atleta Società Pesci Punti
Paolo Lo Biondo Sub Club Brescia 5 9822
Marco Porta Apnea Club Brescia 4 8490
Gianluca Rizzi Apnea Club Verona 3 7810
Alessandro Grandi Apnea Club Verona 4 7708
Paolo Pedersoli Sub Club Brescia 3 7358
Matteo Pedersoli Sub Club Brescia 2 6052
Ruggero Pigozzi Sub Club Brescia 2 5422
Armando Abrami Apnea Club Brescia 1 4780
Francesco Cau Apnea Club Verona 1 3614
10° Luciano Colombo Apnea Club Brescia 1 2724
11° Stefano Marenco Sub Club Brescia 1 2692
12° Romano Pigozzi Sub Club Brescia 1 2672
13° Gino Gallina ASD Pro Desenzano 1 2628
14° Nicola Smeraldi Club Sub Sestri Levante 1 2510
15° Andrea Pedrani Apnea Club Brescia 1 2500
16° Fiorenzo Donatelli Apnea Club Verona 1 2372
33° Fabrizio Facchetti Sub Club Brescia 0 0
33° Mario Manera Sub Club Brescia 0 0
33° Antonino Gioffrè Quercia Sub Rovereto 0 0
33° Nicola Gioffrè Quercia Sub Rovereto 0 0
33° Fabio Ucosich Quercia Sub Rovereto 0 0
33° Ferrari Matteo ASD Pro Desenzano 2 0
33° Roberto Cappalunga ASD Pro Desenzano 0 0
33° Massimo Grisonich Nuoto Pinnato Vicenza 0 0
33° Riccardo Barcucci ASD Maremania 0 0
33° Tomaso Bernasconi Ci.Ca.Sub Milano 0 0
33° Luca Orlotti Ci.Ca.Sub Milano 0 0
33° Lorenzo Lorenzi Apnea Magazine 0 0
33° Rolando Solfa Apnea Club Verona 0 0
33° Davide Turrini Apnea Club Verona 0 0
33° Alessandro Franchini Apnea Club Verona 0 0
33° Paolo Guadagnini Apnea Club Verona 0 0
33° Stefano Govi Apnea Club Brescia 0 0

Per la finale?Alla finale accederanno i primi 15 atleti della graduatoria ottenuta sulla base dei tre migliori risultati delle selettive. Ad ogni selettiva viene assegnato un punteggio equivalente alla posizione ottenuta, i cappotti (nessun pesce pescato) prendono un punteggio equivalente al numero massimo di partecipanti. Per ragioni di calcolo ho messo 100 punti a chi non ha partecipato ad una data selettiva.
Questa, quindi, la situazione dopo le prime due selettive ‘

Elaborazione di Emanuele Cinelli

Altre immagini

Alba sul porto (Foto E. Cinelli)

Nel porto di Pacengo (Foto E. Cinelli)

Alaggio (Foto E. Cinelli)

Attesa (Foto E. Cinelli)

Si attende il medico e finalmente si parte (Foto E. Cinelli)

Raduno (Foto E. Cinelli)

Atleta particolare (Foto E. Cinelli)

In azione (Foto E. Cinelli)

Mentre questi se la dormono (Foto E. Cinelli)

La gara è finita (Foto B. Pignataro)

Si rientra (Foto B. Pignataro)

All’ormeggio (Foto B. Pignataro)

Ormai è andata! (Foto E. Cinelli)

Consegna del pescato (Foto B. Pignataro)

E io dove mi metto? (Foto B. Pignataro)

In acqua! (Foto E. Cinelli)

Consegnato! (Foto B: Pignataro)

Sistemazione e svestizione (Foto B. Pignataro)

Un bel carassio (Foto E: Cinelli)

Apnea Club Verona: seconda miglior squadra (Foto E. Cinelli)

Apnea Club Brescia: terza miglior squadra (Foto E. Cinelli)

P. Lo Biondo: alla prossima! (Foto B. Pignataro)

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Category: Agonismo, Articoli, Pesca in Apnea

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