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Navigare in Croazia: la questione si complica!

| 13 Agosto 2014 | 0 Comments

Sono sempre più numerosi i pescatori in apnea, specie nel nord-est dello stivale, che approfittano per organizzare delle strasferte di pesca con gommone al seguito nella vicina Croazia. Da qualche tempo però, la già complessa situazione legale si è ulteriormente complicata con dell’ingresso del paese nella UE (a luglio dello scorso anno) ma non ancora nell’area Schengen di cui farà parte nel 2015.

Dopo l’obbligo della tassa di navigazione annuale, delle pratiche di entrata (e uscita) con la lista d’equipaggio (che durerà fino a quando la Croazia non entrerà tra i paesi Schengen) e della tassa di soggiorno; da quest’anno per solcare le acque dalmate si deve anche poter provare di aver assolto all’obbligo dei dazi doganali (se dovuti) e dell’Iva pagata quando si è acquistata la propria barca.

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Il gommone è spesso d’obbligo nelle trasferte più impegnative (foto M.Volpe)

Se questa disposizione crea un disturbo di lieve entità per chi possiede un’imbarcazione nuova, e non avrà quindi problemi ad allegare alla documentazione di bordo la fattura di acquisto, crea invece una noia non di poco conto per chi ha acquistato un natante di seconda mano e che, per la regolamentazione vigente in Italia, non necessita di documento di vendita per essere ceduto. A meno di non riuscire a dimostrare che l’acquisto sia avvenuto 8 anni prima dell’ingresso della Croazia nella UE (cosa improbabile per il gommone del pescatore che non è soggetto a registrazione o immatricolazione nel nostro paese) l’unica scappatoia, perchè nessun altro documento è riconosciuto valido per dimostrare l’acquisto, è quella di procurarsi il modello T2L contattando in loco uno spedizioniere doganale riconosciuto e iscritto all’Albo.

Sarà sufficiente recarvisi muniti di carta d’identità, codice fiscale, certificato di uso del motore,  documentazione che identifichi la barca (tipo, modello, lunghezza, stazza, anno di costruzione, ecc) titolo di possesso della barca (autocertificazione autenticata) e dichiarazione della Società nautica di riferimento che attesti dove la stessa è ormeggiata.

Lo spedizioniere ritira i documenti e presenta alla Dogana il T2L. Gli Uffici doganali vidimano il documento e la pratica è chiusa con una spesa che dovrebbe attestarsi sui 100 euro circa per un gommone da pesca fino ai 5/6 mt.

E’ probabile che non tutte queste informazioni siano necessarie nel caso di un battello che viene spostato tramite carrello e magari tenuto nel garage di casa per gran parte dell’anno.

Una volta in possesso del certificato, che ha validità illimitata, si dovrà semplicemente allegarlo alla documentazione di bordo del natante, ed esibirlo in caso di controllo.

Anche se questa situazione appare una palese forzatura conseguente alla regolamentazione dello status di “importazione temporanea” fatto recentemente dalla Croazia, sono già numerosi i controlli effettuati dal fisco croato e le sanzioni elevate che, per inciso, non sono affatto trascurabili andando da un minimo da 130 euro (1000 kune) fino a 13.000 euro (100mila kune).

Documento Ministero delle Finanze Croato (Inglese)Traduzione in Italiano

 

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Category: News, News Normative, News Pesca in Apnea

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