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Lettera aperta al Presidente FIPSAS Prof. Matteoli

| 26 Ottobre 2006 | 0 Comments

All’attenzione del Presidente FIPSAS Prof. Ugo Claudio Matteoli e dei responsabili nazionali, regionali e provinciali della F.I.P.S.A.S. del settore attività agonistiche subacquee.

Oggetto: Fermo biologico dell’attività di pesca 2006 e implicazioni sulla pesca in apnea.

In seguito all’istituzione del fermo biologico da parte dell’Assessorato alla Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna, nella persona dell’ormai ex assessore Dr. Antonio Dessì per quanto riguarda la prima stesura e nella persona dell’Ing. Cicito Morittu per quanto riguarda l’ultima rettifica del 13/10/2006, che impone la totale sospensione della pesca subacquea per tutta la durata del periodo di fermo, e visto il silenzio sotto cui sta passando detto provvedimento, ci vediamo costretti a sollecitare un intervento e una netta presa di posizione da parte della F.I.P.S.A.S. presso le sedi opportune onde difendere i nostri diritti di tesserati e di pescatori in apnea.

La modifica alla disciplina del fermo biologico dell’attività di pesca per il 2006, resa nota dalla Regione in data 16 Ottobre, costituisce una palese ed ingiusta discriminazione nei confronti dei pescatori in apnea, e preclude la possibilità di esercizio amatoriale ed agonistico perfino nelle giornate di sabato e di domenica che nella prima stesura sembravano libere da vincoli, inasprendo oltremodo le già dure restrizioni.

In sede di Consiglio Regionale è stato riconosciuto che la necessità di un fermo di pesca che tenga presente le esigenze della riproduzione e la crescita delle specie deve attenersi alla legge nazionale che si riferisce alle norme dell’Unione Europea la quale, nel regolare il fermo, non fa nessun riferimento alla pesca sportiva considerata da specifiche normative tra le “attività ricreative”.

Tale riconoscimento è risultato fondamentale per lo sdoganamento della pesca con la lenza e delle relative manifestazioni agonistiche di carattere federale; nonostante questo e nonostante che nelle cosiddette ‘attività ricreative’ rientri a pieno diritto la pesca sportiva in apnea, noi rimaniamo al palo.

È appena il caso di ricordare che la pesca sportiva subacquea in apnea rispetta delle disposizioni se possibile ancora più restrittive di quelle riservate alla pesca con la sola lenza (limitazioni di spazio, di tempo e di specie catturabili); a parità di doveri è assolutamente ingiusto che i nostri diritti siano sempre messi in secondo piano, rammentiamo infatti che la normativa nazionale riconosce la pesca in apnea come “tecnica di pesca sportiva alla pari e senza distinzione della pesca con la lenza”, se non nella tipologia dell’attrezzo consentito.

Non soltanto vogliamo difendere la nostra libertà di praticare la pesca subacquea sportiva in apnea (quindi senza fine di lucro) durante tutto il periodo del fermo biologico, ma non siamo disposti a farci considerare ‘ nemmeno in maniera sottointesa o anche solo velata – responsabili del depauperamento ittico dei nostri mari, non più di quanto altre forme di pesca sportiva, molto meno selettive della nostra, possano essere. Fermo restando che tutta la pesca sportiva esercita una pressione venatoria assolutamente trascurabile rispetto alle ben più impattanti e distruttive tecniche della pesca professionale, cosa facilmente dimostrabile e documentabile.

Il divieto di pesca, che da infrasettimanale è diventato totale, si ripercuote negativamente sull’intero settore agonistico, e a tutt’oggi non si sa ancora se, come e quando verranno disputate le gare selettive regionali. Gli atleti sono impossibilitati a continuare gli allenamenti iniziati diversi mesi fa proprio in vista della nuova stagione agonistica e le gare di selezione ricadenti nel periodo di fermo non possono essere disputate. Lasciamo immaginare quali ripercussioni possa avere questo status quo sul mondo agonistico regionale e, di riflesso, su quello nazionale nel quale dovranno competere gli agonisti sardi.

Lasciar correre di fronte a discriminazioni di questo genere indebolisce tutto il movimento pescasportivo nazionale perché ciò che apparentemente è stato riconquistato oggi per i colleghi che usano la lenza potrebbe essere rimesso in discussione e con più perentorietà domani. Presentare un fronte compatto e reclamare a gran voce parità di dignità e di trattamento per tutti indistintamente può solo essere un punto di forza sul quale basarsi e dal quale ripartire per futuri attacchi verso le discipline federali che, lo ribadiamo per l’ennesima volta, pari sono di fronte allo statuto e di fronte alle legge nazionale.
La ‘parziale’ vittoria di una parte delle discipline federali a discapito di altre è solo una sconfitta di tutto il movimento sportivo della F.I.P.S.A.S., non riteniamo sia una cosa della quale gioire, con tutto il rispetto per i colleghi cannisti e per tutta la Federazione.

Per cercare di vedere riconosciuti e tutelati i nostri diritti sollecitiamo quindi i nostri rappresentanti, a cominciare da quelli Provinciali fino al Presidente Matteoli, a farsi carico delle nostre istanze e a mettere fine a questo imbarazzante silenzio che non giova ai tesserati e tanto meno alla Federazione stessa.
Chiediamo pertanto che venga ristabilita la parità di trattamento tra tutti i pescatori sportivi, a prescindere dallo strumento e dalla tecnica utilizzata.

Siamo fiduciosi del fatto che la nostra richiesta non resterà inascoltata e che non saremo lasciati soli o costretti ad intraprendere altre forme di protesta che per indole non ci appartengono.

Cordiali saluti,
il Presidente del Circolo Sportivo FIPSAS ASD APNEA MAGAZINE
Giorgio Volpe

Category: News, News Pesca in Apnea

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