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Le schede dei Campioni: Daniele Colangeli e la Mostella

| 14 Dicembre 2005 | 0 Comments

 

L’autore dell’articolo Daniele Colangeli.

Le schede dei Campioni, raccolte e curate da Simone Belloni, affrontano il tema della cattura delle varie prede da una prospettiva del tutto particolare, quella delle gare. Pur fornendo indicazioni utili anche ai pescatori in apnea amatoriali, le schede sono dirette in particolare a chi si dedica all’agonismo o che, comunque, vuole approfondire la propria conoscenza delle gare e delle tecniche vincenti adottate dai protagonisti del nostro sport.
E’ la volta della mostella, per la scheda a cura del forte agonista laziale Daniele Colangeli, che vederemo in azione al prossimo assoluto 2006./b>

Durante una normale pescata, difficilmente dedicheremo particolari attenzioni a questo timido pesce, salvo quelle giornate in cui il mare sembra più povero del solito. In quel caso il suo incontro sarà tutt’altro che spiacevole, un po’ per la sua relativa facilità della cattura, ma soprattutto per le sue carni di qualità eccelsa.
Da non dimenticare il suo valore in una competizione, dove oltre a fare coefficiente di specie, spesso se rapportata alle dimensioni di altri pesci presenta un peso specifico decisamente superiore.

Dove cercarla:

La sua dimora preferita è la tana, di cui frequenta i punti più reconditi e scuri, pur non disdegnando momentaneamente le volte esterne. Di conseguenza andremo a rivolgere la ricerca in tutti quei luoghi che presentano anfratti con ampie volte ed entrate strette, dove spesso la nostra simpatica amica controlla il proprio territorio rimanendo al sicuro.
Le sue abitudini sono quelle di un pesce stanziale, ovvero sarà molto facile individuarla sempre nello stesso posto. Non disdegna la compagnia di altri inquilini, come ad esempio saraghi e corvine, anzi la sua presenza sembra rendere la tana un’ambiente più favorevole alla coabitazione; molte volte togliere una mostella da una tana buona non è una cosa intelligente, in quanto ho notato che la sua stanzialità nella zona favorisce l’entrata di pesce nella tana.
Un’altra caratteristica del luogo che sembra risultare particolarmente gradita alla mostella è la presenza di fango sulla base del rifugio. Essendo un pesce con un’indole piuttosto timida, preferisce i luoghi un po’ profondi. Diciamo che nel periodo caldo è più facile incontrarla nelle batimetriche che vanno dai 15 metri in giù; per contro, nel periodo invernale e primaverile non disdegna batimetriche inferiori.

Le mostelle sono pesci che d’estate si trovano più a fondo!

Come insidiarla:

La tecnica di pesca che offre buone garanzie di successo con questo pesce consiste in un lento avvicinamento all’ingresso della tana con il fucile sempre in posizione di tiro. Una volta individuata la preda, converrà premere il grilletto con prontezza, senza farsi ingannare dal suo atteggiamento sornione, in quanto spesso, dopo un’ attimo di sorpresa e curiosità, la mostella si defilerà con maestria nel profondo dell’anfratto, rendendo la sua cattura molto difficile se non impossibile.
Per abitudine, prima di entrare in una tana conduco sempre un breve aspetto di studio, che oltre a non allarmare le prede mi consente di valutare bene la situazione per capire meglio come si comportano gli eventuali inquilini della cavità. Il periodo migliore per incontrare la mostella va dalla fine della stagione invernale fino a tutto ottobre, ma l’esperienza personale mi ha insegnato che l’unico momento dell’anno in cui incontri e catture si ripetono con maggiore continuità coincide con il mese di agosto. Proprio in questo momento dell’anno, specialmente nella parte nord occidentale della Corsica, mi è capitato spesso di catturare esemplari tra i due e i tre chilogrammi.

Quali armi:

In relazione al tipo di tana andrà bene un fucile tra i 40 e i 90 centimetri. Solitamente per i luoghi che frequento uso un oleopneumatico da 55cm con riduttore e fiocina a cinque punte, oppure un arbalete da 65 cm armato con fiocinella a 4 punte. Attenzione a non usare fucili troppo potenti, in quanto la mostella presenta delle carni molto fragili e di conseguenza con un fucile molto ‘carico’ rischieremo quasi certamente di strapparla. Chiaramente, visto che la mostella preferisce i luoghi bui, è consigliabile l’uso di una buona torcia.

Una mostella

In competizione:

Come il marvizzo o il cappone, durante una gara la mostella diventa un jolly da non farsi sfuggire. L’indole che la porta a non allontanarsi quasi mai dal suo rifugio consente all’attento preparatore di impostare uno spostamento mirato o addirittura un’intera competizione su questa specie. Proprio Pedro Carbonel durante l’europeo in Portogallo ha presentato alla pesatura diverse mostelle di peso che gli hanno consentito di vincere il suo ennesimo titolo. Nelle gare con spostamenti a nuoto, una tattica azzeccata può consistere nel crearsi un itinerario di pesca costellato dalle buche nelle quali si è rilevata la presenza della nostra amica in preparazione; tale tattica è valida soprattutto in quei campi gara molto poveri, dove uno o due pesci di differenza possono spesso risolvere la giornata.

Il ricordo più recente di una mostella catturata in gara risale ad una competizione disputataa Bogliasco: mentre scorrevo il fondo con un arbalete di medie dimensioni notai un pesce marroncino, che sul momento non riuscii a riconoscere. Appena scorto, il pesce si defilò sotto una tettoia di grotto, per ricomparire nervosamente un’ attimo dopo. Giunto a distanza di tiro lo colpii con precisione o e solo successivamente mi resi conto di cosa si trattava. Purtroppo le sue dimensioni esigue mi fecero dubitare circa la sua validità in termini di peso minimo, fissato in 300 grammi.
Mostrai allora il pesce a Daniele (Petrollini ndr), mio compagno di squadra ed amico di avventure che mi rassicurò dicendomi: ‘le mostelle sono come il Piombo’. Infatti, con mia grande sorpresa, la mostella, seppur magra rispetto ai diversi tordi presentati e purtoppo scartati per poco, superò brillantemente la prova della bilancia.

P.S la Mostella ha carni tenere, bianche ed eccelse. Ideale è bollita con un filo d’olio crudo.

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