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Le schede dei campioni: Bruno De Silvestri, gronghi e murene

Le schede dei Campioni, raccolte e curate da Simone Belloni, affrontano il tema della cattura delle varie prede da una prospettiva del tutto particolare, quella delle gare. Pur fornendo indicazioni utili anche ai pescatori in apnea amatoriali, le schede sono dirette in particolare verso coloro che si dedicano all’agonismo o che, comunque, vogliono approfondire la loro conoscenza delle gare e delle tecniche vincenti adottate dai protagonisti del nostro sport.
Queta volta vi presentiamo la scheda su Gronghi e Murene, redatta nientemeno che dall’azzurro Bruno De Silvestri, del Team Cressi Sub

bruno-de-silvestriHo sorriso quando mi è stato chiesto di scrivere un articolo sulla cattura dei gronghi e delle murene. Ma non perché li disprezzi, solo per il fatto che sono state quasi le mie uniche prede quando ho iniziato a pescare.
Ero un accanito tanista, e l’unica cosa che potevo fare col mio piccolo fucile era guardare in tutti i buchi e in tutti gli spacchi, ed il risultato era un carniere di gronghi e murene. Inoltre, le quote operative erano veramente basse, e dato che non è difficile trovare gronghi anche di 5-6 kg in un palmo d’acqua, ero in grado di realizzarmi lo stesso.
Oggi le cose sono cambiate ed i “serpenti” li catturo solo in gara, ma in alcune competizioni sono fondamentali!

Dove cercarli

Iniziamo dai gronghi. Sono pesci che abitano tutti i tipi di fondale e non c’è zona di mare dove non siano presenti. E’ un pesce esclusivamente notturno, mi è capitato rarissime volte di vederlo in giro di giorno, e quindi la tattica per insidiarli è molto semplice: occorre cercarli in tana. I gronghi sono presenti anche nei fondali dove non c’è roccia: o dentro i tassoni di alghe o fango o, addirittura, come le anguille, dentro buchi verticali scavati nel fondo piatto.
Ora certo, non si può guardare sotto tutti i sassi ed in tutti i buchi, in alcuni fondali molto rocciosi diventerebbe un’ impresa impossibile, così rimane l’esperienza, che ci fa capire quale sasso sia meglio di un altro.
Il grongo è un pesce che quasi sempre ha le tane con fondo di sabbia -o comunque alla base di pietroni- e molto profonde, perché gradisce il buio di questi spacchi. Bisogna quindi munirsi di torcia e controllare in tutti gli angoli delle tane. Spesso, se si fa attenzione, la sabbia e le alghette davanti a una tana sono modificati dal passaggio dei pesci, e questo ci fa capire se lo spacco è abitato o no.
Una volta illuminato, il grongo ha due comportamenti diametralmente opposti: se ha già mangiato ed è in piena digestione rimane bello pacifico e ti permette di prendere facilmente la mira, mentre se è affamato di solito viene incuriosito dalla nostra intrusione e ci punta decisi, spesso uscendo anche parzialmente dalla tana. Se a questo punto, non siamo abbastanza pronti e lo spaventiamo, potrebbe intanarsi malamente e complicarci la vita.
Comunque, la cosa più importante da tener presente è che, essendo un pesce stanziale ed abitudinario, possiamo tornare più tardi od un’altra volta per tentare la cattura ed essere quasi certi di ritrovarlo. Mai farsi prendere dalla foga.

La cosa che il grongo ha in comune con la murena è che spesso, quando si stanno pescando saraghi e corvine in una tana, dopo pochi tiri, il sangue risveglia il loro appetito e li fa precipitare nella nostra bella tana! Le conseguenze sono catastrofiche, tutti i pesci scappano. Più di una volta, poi, mi è successo di vedermi sottrarre un bel pesce arpionato dopo un tiro alla fune con uno di questi serpenti!

Così è indispensabile catturare gronghi e murene subito, per impedire che ci rovinino la quiete di una tana. Le murene solitamente sono meno imponenti dei gronghi, ma la loro dentatura le rende molto più pericolose.
La loro individuazione di solito è più facile rispetto a quella dei gronghi, perché normalmente sporgono dalla tana rendendosi molto visibili, nonostante l’incredibile mimetismo della pelle. Il luogo più idoneo per trovare facilmente una murena sono le pareti a strapiombo, o comunque i bordi ripidi delle secche, meglio se di coralligeno. La murena non è un animale essenzialmente notturno come il suo cugino grongo, anzi spessissimo la si vede a caccia di giorno anche su fondali completamente algosi o in pozze di sabbia coperte da alghe morte, dove assume una posizione da serpente a sonagli.

Un atleta alle prese con un grongo

Come insidiarli e con quali attrezzature

Il grongo è un pesce molto forte e, se di grossa taglia, è capace di rovinare irrimediabilmente le nostre costose aste. Per chi usa l’arbalete, il mio consiglio è quello di adoperare tahitiane da 6,5 mm, meglio ancora da 7 mm. Per chi predilige gli oleopneumatici, una buona asta da 8 mm con un robusto arpione è una combinazione perfetta. La fiocina è da usare solo se si può fare un tiro in testa dall’alto, con grosse probabilità di fulminarlo, altrimenti è sempre consigliato l’arpione con un tiro frontale che, come uno spiedo, immobilizzi il pescione. Una piccola attenzione: se si usano aste non tahitiane c’è il rischio che il grongo sviti l’arpione durante le evoluzioni rotatorie che compie nel tentativo di liberarsi, così è buona norma assicurarsi che sia ben serrato, magari interponendo preventivamente tra la filettatura dell’asta e l’arpione una striscia di teflon.

La cattura della murena è un po’ più problematica, perché una volta colpita si arrocca nel buco facendo il cosidetto “nodo”. Per quanto riguarda quest’ultima, io consiglio di sparare al pesce con la fiocina (arbalete o oleopneumatico non c’è problema) dritto in fronte e di estrarla subito, giocando sul fatto che rimane intontita per un attimo subito dopo il tiro. Infatti, la fiocina ha il vantaggio di scaricare tutta l’energia del tiro sul pesce, mentre l’arpione una volta passato l’animale la scarica sulla roccia retrostante. Inoltre, la fiocina da 5 possibilità contro una della thaitiana di fulminare il pesce. Se non si è abbastanza lesti, però, può accadere che la murena non esca: a questo punto io effettuo un altro tiro con una seconda fiocina, e se è il caso aspetto qualche minuto. Di solito, il pesce si arrende sempre. Inoltre, con la fiocina, se la situazione è stata valutata male, si ha la possibilità di sfiocinare volontariamente la murena e magari riprovare un altro tiro con una differente angolazione, oppure da un altro buco. Sconsiglio l’uso dell’arpione perché sono tiri sempre ravvicinati e si rovina quasi sempre la punta dell’asta o, ancora peggio, quest’ultima la si pianta nella roccia.
Per le posizioni sinuose che assume questo serpente, poi, non si riesce quasi mai a infilarlo longitudinalmente, e quindi tirando è facile strapparlo.

Spesso, anche nelle competizioni più importanti, gronghi e murene risultano decisivi

Gronghi e murene sono pesci piuttosto “sicuri” (più i primi che le seconde per la precisione).
Una volta individuati, potremmo annotarli sul taccuino delle mire con la quasi certezza che, anche a distanza di giorni, riusciremmo a ritrovarli nel solito rifugio. Molti agonisti usano un sistema efficace per invogliare i “serpenti” a rimanere nelle loro dimore e quindi ritrovarli in loco o nelle immediate vicinanze: danno loro da mangiare. Si portano appresso qualche pescetto, moscardino o altro, ed un volta arrivati sulla mira, scendono nella tana e lo porgono al pescione così quest’ultimo, sempre sazio, rimarrà tranquillo al suo posto senza andare in giro a caccia. Personalmente, ritengo la cosa poco sportiva, ma è comunque una delle malizie più sfruttate.
Altro “escamotage” per indurre il grongo o la murena a farsi vedere, nel caso voi siate sicuri della loro presenza ma non li possiate scorgere, è quello di prendere un pescetto, spezzettarlo e porlo nell’entrata della tana. Dopo qualche minuto tornate a controllare… è facile che l’anguilliforme sia nei pressi attirato dal sangue.

In competizione

La gara dove ho sparato più murene in vita mia è stata la prima edizione della Coppa dei campioni, svoltasi a Paliuri in Grecia due anni fa e vinta dalla coppia Mazzarri Molteni. In quell’occasione ero in coppia con Bardi, ed arrivammo secondi per una sola murena di differenza! Era un posto povero di pesce e si pescò profondissimo. Ricordo di aver preso più di una murena intorno ai 35 metri! La carta vincente di Renzo e Riccardo fu quella di capire dal primo giorno di gara che il regolamento ti permetteva di vincere pescando murene. Fu una lezione di grande praticità da parte di questi due intramontabili campioni. Mi ricordo che canzonai Mazzarri dicendogli che aveva vinto con i “serpenti”, e lui mi disse che l’importante era vincere!

Sono convinto che il metodo che uso per pescare le murene sia molto efficace, ma Renzo mi ha detto che usa solo taitiane e che il primo tiro lo effettua di fianco, in modo da impedire al serpente di ritirarsi in tana; con un secondo tiro frontale infila la murena “per lungo” per quanto possibile, per poi estrarla.

Come vedete anche sulla pesca relativamente semplice di queste prede ci possono essere più scuole di pensiero, l’importante è fare tesoro di tutte le esperienze degli altri e poi essere in grado di valutare al momento cosa è meglio fare.

Altra curiosità: il più grosso grongo che ho catturato era un pesce di ben 12 kg e conservo ancora la foto, a 16 anni è stato il mio vanto per molto tempo. Lo sparai sotto un lastrone in 8 metri d’acqua, una tana che gia conoscevo, ma che non era mai stata abitata da simili mostri. Ricordo ancora che una volta estratto fu lui a portarmi in giro mentre a gran voce chiamavo il mio compagno di pesca, certo poi mi vantai delle mie gesta ma sul momento ricordo il misto di paura e di eccitazione.

Bruno De Silvestri

P.S. Murena fritta o in zuppa e grongo marinato o arrosto sono piatti da provare perché veramente squisiti!

Nota di Simone Belloni:

I gronghi più grossi di alcuni agonisti conosciuti sono:

Bardi 21 kg
Riolo 25 kg
Cappucciati 18,5 kg
Lo Baido 19 kg
Mazzarri 21 kg
Delbene 16 kg

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