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La ricerca delle prede 2° parte – Le mire a terra

| 1 Aprile 2001 | 0 Comments
Esempio di come annotare le mire. Vista di sinistra

Nella prima parte di questo articolo accennavo alla necessità di poter nuovamente visitare un luogo che ci ha regalato particolari emozioni, sia esso una bella tana di pesce bianco oppure un sommo frequentato da dentici di mole.

Per far ciò è necessario acquisire una certa pratica con la tecnica dei segnali a terra, le cosiddette “mire”.

Questo metodo di individuazione della nostra posizione si basa su elementari assiomi della geometria euclidea:

1) per due punti passa una sola retta;

2) due rette che si intersecano individuano un solo punto.

Pertanto, allineando due punti cospicui della costa – posti su piani diversi e perciò distanti tra loro – sulla nostra sinistra e altri due punti sulla nostra destra otterremo di individuare due rette immaginarie che si intersecano proprio nel punto in cui ci troviamo.

Volendo ritrovare quello stesso punto a distanza di tempo, sarà sufficiente tornare ad allineare gli stessi oggetti, ed avremo la certezza di essere sul punto segnato in precedenza.

Detto così sembra un gioco da ragazzi, ma non lo è affatto!

Al di là della singola abilità nel riprodurre fedelmente con carta e penna gli allineamenti individuati (ad es. il pino isolato con il lato destro della casa bianca con tetto rosso), è necessario imparare a scegliere allineamenti inconfondibili e precisi.

Esempio di come annotare le mire. Vista di fronte

Infatti, ai fini della precisione dei nostri riferimenti, occorre che gli oggetti scelti non diano adito a confusione.

Classico è il caso dei tralicci che sostengono i cavi dell’alta tensione. Al momento di segnare il posto trovato individuiamo un allineamento preciso definito da un traliccio che casca,poniamo, al centro di una casa sulla riva del mare. Quando, dopo qualche tempo, torniamo in quello specchio di mare intenzionati a visitare la tana segnata ci accorgiamo che di tralicci ce ne sono almeno una decina! In pratica sarà molto difficile ritrovare il posto segnato e di sicuro dovremo perdere tempo.

In casi di questo tipo, consiglio di riportare sulla mira tutti gli oggetti simili a quello di nostro interesse. Nel caso dell’esempio, il semplice traliccio diventerà così il “4° traliccio da sx”.

E’ buona norma aggiungere una semplice mappa del fondale indicando il movimento del pesce che abbiamo notato

Altro elemento fondamentale è rappresentato dalla distanza tra i due oggetti posti sulla costa e che vogliamo allineare. Maggiore è tale distanza e più preciso sarà l’allineamento, ovvero i due oggetti avranno un moto relativo tra loro molto evidente in relazione al nostro movimento. La conseguenza pratica è che il nostro allineamento assumerà la forma corrispondente al disegno fatto in precedenza solo per un breve tratto di mare, corrispondente al punto segnato. Più è breve questo tratto e più preciso sarà l’allineamento. Al contrario, oggetti vicini tra loro hanno un moto relativo inferiore e ciò corrisponde ad un margine d’errore maggiore. In pratica, se percorriamo – ad esempio – 50 metri e l’allineamento rimane pressoché identico”.è facile capire che abbiamo scelto due oggetti poco validi.

Ho detto che sono sufficienti due rette (= due coppie di oggetti) per individuare un punto, ma è sempre preferibile – per maggior sicurezza – individuare almeno 3 coppie di oggetti, di cui una al traverso, ovvero posta sulla perpendicolare a costa del punto di nostro interesse.

Questo per facilitare il ritrovamento del segnale, ad esempio, in caso di foschia o di rifrazione della luce solare, ma anche nel caso in cui, col passare del tempo, qualcuno dei nostri riferimenti venga modificato. Può infatti capitare che la “casa gialla” diventi bianca, che il cipresso isolato venga tagliato, che la ciminiera venga demolita etc..

Se saremo stati previdenti avremo comunque la possibiltà di individuare il punto segnato e sostituire la mira non più utilizzabile.

La mappa della figura precedente può essere corredata da una breve nota

Infine, sempre per semplificare e velocizzare il ritrovamento dei punti segnati, è bene indicare in modo univoco la zona in cui si trovano e la profondità del fondale, quest’ultimo un ulteriore parametro che ci può dare un grosso aiuto in caso ci si trovi in difficoltà, magari a causa di una fastidiosa foschia. Pertanto, oltre agli allineamenti, sulla nostra scheda appunteremo in modo piuttosto dettagliato la zona in cui il posto (tana, orlo, secca) si trova, di cosa si tratta (es. tana di corvine) e la profondità.

E’ bene precisare che non sempre sarà possibile trovare, per il posto che abbiamo rinvenuto, una triade di allineamenti perfetti, anche perché non tutte le coste sono caratterizzate dalla presenza di case, antenne, torri, colline e monti che formano cadute e selle e via dicendo. Talvolta saremo costretti ad accontentarci del possibile, perciò cercheremo almeno 1 allineamento preciso e magari ne prenderemo qualcuno in più di quelli meno precisi, arrivando a 4-5 allineamenti, che – si spera – ci consentiranno comunque di arrivare in zona.

Con l’esperienza impareremo a prendere riferimenti meno certi ma ugualmente precisi, come – ad esempio – “l’antenna aperta 3 dita dalla torre di avvistamento”, per utilizzare i quali occorre un certo senso delle misure ed una buona memoria visiva, rispetto invece ai classici riferimenti in cui i due oggetti si sovrappongono (il traliccio sul filo destro della casa bianca) a formare un allineamento facilmente riconoscibile. Per concludere, un cenno sulle attrezzature di cui dovremo poter disporre, che consistono essenzialmente in tavolette di plastica con matita fissata per mezzo di un sagolino, di dimensioni idonee a poter essere infilate sotto la muta (ne esistono diversi tipi in commercio) in modo da poter appuntare i nostri riferimenti direttamente dall’acqua, e un quaderno su cui trascrivere le nostre mire, con fogli resistenti all’acqua per una consultazione rapida anche tra uno spostamento e l’altro.

 

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