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La preparazione fisica nel nuoto pinnato e nell’apnea: parte 2

| 23 Dicembre 2005 | 0 Comments

Luca Tonelli

Fasi del ciclo della nuotata con monopinna

L’esigenza fotografica di ottenere materiale di qualità accettabile ha richiesto l’esecuzione di movimenti rallentati, per cui in alcuni casi sono accentuati gli angoli articolari. Mi limiterò ad una sintetica ed elementare descrizione dei
fotogrammi.

L’esemplificazione è stata realizzata con immagini concesse da Luca Tonelli, un grande protagonista nel pinnatismo Internazionale ora Allenatore della Nazionale Italiana di Nuoto Pinnato

Luca Tonelli, il curriculum sportivo

– Nazionale Italiana Pinnato: 12 anni di presenza dal 1988 al 2000;
– Campionati Italiani: 29 titoli, 42 argenti e 21 bronzi-8 records in 8 distanze;
– Campione Mondo Squadre: 1988 ; disputati 5 Mondiali :7 argenti e 9 bronzi;
– World Games 1993: 3 Ori e 1 Bronzo velocità e staffette; nel’ 97 3 Bronzi;
– Giochi Mediterraneo 1997: 2 Medaglie Oro nella Velocità e Bronzo in Apnea;
– Giochi Amicizia 1990: 1 Oro, 1 Argento e 1 Bronzo nella Velocità e Apnea;
– Campionati Europei disputati 5 ediz. con 5 Argenti e 9 Bronzi;
– Coppa Europa per Clubs 2000 vince titolo con FF.OO Polizia di Stato;
– International Legue Coppa Europa Clubs: 49 vittorie
– Medaglia Oro Valore Atletico 1998 – Argento e/o Bronzo dal 1992 al 1999;
– Attualmente Tecnico Nazionale Azzurra e Direttore Sportivo di Impianti Natatori;

Foto uno

Foto uno. L’immagine evidenzia l’esasperazione della posizione idrodinamica delle braccia e delle mani.

Il mantenimento di questo assetto richiede comunque una buona mobilità del cingolo scapolo-omerale.
Negli studi di drag frontale abbiamo visto quanto sia importante una corretta posizione (in una gara di 400 mt. di nuoto questa posizione utilizzata in partenza e in virata regala alla fine circa 70 cm.).

Foto due

Foto due. Stessa posizione in altra inquadratura

Visibile il tono dei muscoli addominali, un gruppo muscolare che ha una importanza rilevante nella fase discendente della spinta;
una buona preparazione del muscolo addominale allontana e previene eventuali problemi a carico del tratto lombare sottoposto sempre ad un impegno gravoso. Il tratto lombare e dorsale richiedono nella preparazione un lavoro di compenso attento e continuo.

Foto tre

Foto tre. Fase ascendente in superficie, si traduce in una fase di caricamento per la fase successiva in quanto la colonna d’acqua superiore non consente un gesto efficace come nella nuotata subacquea (vedremo dopo).

Da sottolineare l’intervento dei muscoli posteriori del busto e delle gambe, accentuata la curva lombare, i muscoli delle spalle e delle braccia sono sempre impegnati per mantenere
l’assetto.
Il movimento ondulatorio originato dal tratto cervicale si trasmette a tutto il corpo mantenendo fisso il segmento dell’arto superiore.

Foto quattro

Foto quattro. Fase discendente iniziata; per il principio di azione e reazione il busto e le gambe si abbassano.

Da notare l’accentuata curva dorsale; quando questa curva è permanente e rigida non permette una corretta esecuzione nel prosecuzione del gesto; nella foto successiva si nota come una
colonna vertebrale mobile permetta poi di estendersi bene.
Intervento in questo caso dei muscoli anteriori del busto (addominali), ileo-psoas, quadricipite femorale,ecc.
Notevole il carico articolare sulla caviglia e sul piede!

Foto cinque

Foto cinque. Fase finale della spinta:

si vede la contrazione massiccia del quadricipite e la reazione in distensione della caviglia e del piede; per cui ‘si spinge anche con i piedi’.
Nel contesto di una preparazione globale si prevedono esercizi di stretching per l’articolazione tibio-tarsica; i risultati dipendono però anche dalle caratteristiche personali.
Notare che la muscolatura nel pinnato lavori in contrazione concentrica; è giusto che nella preparazione fisica siano collocati esercitazioni di lavoro eccentrico in modo che il muscolo lavori anche in distensione.

foto sei

Foto sei. Stessa immagine da dietro

In entrambe le immagini si nota come la monopinna fletta a metà e non subito dopo il piede.
Nelle due immagini evidente la presenza di una massa d’acqua sopra l’atleta.
Questa situazione richiede una preparazione fisica diretta al miglioramento della mobilità articolare del rachide dorsale e della spalla, questa permetterà di affondare con le spalle pur mantenendo in assetto le mani.

Monopinna tradizionale

Monopinne lineari o tradizionali

Le monopinne fanno la loro prima comparsa nel 1970 a Barcellona ( N.Tourukalo Camp. Europei ). Personalmente vidi un loro primo utilizzo in
Italia nel ’77/78 prima nella velocità (Antonio Bignami, Barbara Durante,…) e quindi anche nel fondo e gran fondo.
Le monopinne erano e sono fabbricate artigianalmente nei paesi dell’Est e attualmente reperibili anche in Italia con produzioni industriali, queste monopinne presentano:

– l’alloggiamento del piede collocato sul piano pala,con un’angolazione pari a 0°;
– caratteristiche di leggerezza ( kg. 1,5 ca.) e di essenzialità ;
– non galleggiamento.

Monopinna con leggero rialzo anteriore della scarpetta

I criteri costruttivi, evolvendosi negli anni, hanno modificato le dimensioni/materiali della pala e del tipo di calzatura pur mantenendo
invariato l’angolo di alloggiamento.
Per quanto riguarda la pala una parte della ricerca si è rivolta verso nuovi materiali compositi con diversi spessori e stratificazioni per adattarsi alle varie distanze.
L’attenzione maggiore si è sempre concentrata sull’alloggiamento dei piedi per rispondere alla duplice esigenza della calzata confortevole e della trasmissione diretta ed efficace della spinta.
In alcune monopinne di concezione intermedia è stato lievemente rialzato l’avampiede e aumentato il peso inserendo materiale siliconico galleggiante.

Stefano Figini

Monopinne inclinate ‘Siluro’ di nuova generazione

Monopinna dell’atleta Azzurro Figini Stefano con cui ha stabilito tre Record del Mondo ai recenti 21°Campionati Europei ’05 ‘ Repubblica San Marino

1500 SUPERFICIE UOMINI

1. Figini Stefano (Italia) 12’28’21 record del mondo
2. Reznokov Nikolay (Russia) 12’41’10
3. Vinkler Peter (Ungheria) 12’44’11

800 SUPERFICIE UOMINI

1. Figini Stefano (Italia) 6’25’17 record del mondo
2. Reznokov Nikolai (Russia) 6’26’46
3. Vinkler Peter (Ungheria) 6’33’37

400 SUPERFICIE UOMINI

1. Figini Stefano (Italia) 3’00’19 record del mondo
2. Reznikov Nikolay (Russia) 3’00’36
3. Tsourounakis Ioannis (Grecia) 3’04’96

Monopinna ‘Siluro’

In questa fase di passaggio transitorio, dalle monopinne in linea a quelle nuove inclinate, possiamo constatare che ancora molti atleti non hanno attuato una scelta univoca dei materiali per vari motivi:

– distanza da percorrere
– comodità delle scarpette
– flessibilità della pala in rapporto alla massa muscolare e corporea
– alti costi.

Gli atleti pertanto, ancora oggi, alternano pinne/monopinne industriali negli allenamenti a monopinne artigianali nelle gare. Questo avvicendamento permette da un lato di non caricare eccessivamente l’apparato muscolotendineo e dall’altro di conservare più a lungo i costosi materiali competitivi, che attualmente provengono dai Paesi dell’Est (Ungheria e Russia) e dalla Cina con prezzi variabili dai 300 ai 500 euro.

Misure regolamentari CMAS

Le monopinne di nuova concezione presentano queste caratteristiche:

1) L’alloggiamento del piede ha un rialzo nella sua prossimità distale che restituisce alla flessione dorsale del piede una inclinazione variabile dai 15°ai 20°;
nella nuotata diminuiscono le tensioni legate all’iperestensione della caviglia anche se pone alcuni problemi di equilibrio e di efficacia nella partenza dai blocchi;

2) il peso dell’attrezzo raggiunge e supera i kg. 4 pur mantenendo un leggero galleggiamento dovuto alle caratteristiche del materiale aggiunto;

3) il materiale aggiunto nel blocco scarpetta, soprattutto nella parte anteriore tra piede e pala, sembra conferire maggiore impulso alla pala pur assorbendo le sollecitazioni a carico del piede;

4) il materiale aggiunto nei longheroni permette una maggiore stabilità laterale e il convogliamento dei flussi prevalentemente nella parte posteriore;

5) queste caratteristiche permettono soprattutto all’attrezzo di lavorare più in profondità e favoriscono la resa in entrambe le fasi ma richiedono degli adattamenti stilistici.

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