Home » Pesca in Apnea » La Baia di Pisenze (Parte 2)

La Baia di Pisenze (Parte 2)

| 1 Aprile 2008 | 0 Comments

In riva al lago

Arrivati in riva al lago, si possono immediatamente individuare due distinte zone: sulla sinistra si stende un lungo spiaggione, mentre sulla destra la costa si presenta con una frastagliata e bassa scogliera.

Lo spiaggione

Sebbene mai affollatissimo, nei mesi di luglio e agosto è piuttosto frequentato, anche perché diverse sono le villette che sorgono nei suoi pressi. Formato da piccoli ciottoli e ghiaia si estende per 400 metri con una larghezza costante di 10 metri.
Nel sottocosta il fondale si presenta sabbioso e con profondità che degrada lentamente per raggiungere i 3/4 metri a circa 50 metri da riva e poi mantenersi costante per un’altra cinquantina di metri. Alcuni isolati grossi massi si trovano sparsi qua, interrompendone la monotonia. In questo tratto si possono principalmente incontrare cavedani e persici sole che nuotano in acqua libera, ma può anche capitare d’imbattersi in qualche tinca.
Un centinaio di metri al largo, quando la profondità inizia a portarsi sui cinque metri, il fondale diventa ciottoloso e i grossi massi tendono a raggrupparsi, formando piccole aree rocciose ricche di anfratti dove si possono incontrare piccoli e radi persici reali, gli immancabili persici sole, barbi, cavedani, bottatrici e qualche rara anguilla.
Portandosi ancora più in fuori il fondale torna ad essere sabbioso, con zone di fango sulle quali è possibile incontrare grosse tinche e anguille, la profondità, però, ora supera gli 8/10 metri.

La scogliera

Ambiente decisamente meno frequentato dello spiaggione, inizia con una breve spiaggia (70 metri) a grossi ciottoli, prosegue per 250 metri con massi lavorati accatastati gli uni agli altri e termina in un’altra spiaggia ciottolosa (60 metri) non sempre raggiungibile via riva senza mettere i piedi in acqua, ma comunque servita da un bel sentiero che parte dal parcheggio. Oltre questa seconda spiaggia iniziano le alte pareti della Rocca di Manerba.

Davanti alla prima spiaggia il fondale è simile a quello dello spiaggione, analoghi, quindi, anche i possibili incontri con il pesce.

Con l’inizio della scogliera vera e propria, il fondo si fa più movimentato e interessante, con massi più o meno grandi, lastre rocciose, anfratti e cunicoli. La profondità rimane comunque limitata per circa un centinaio di metri e solo verso le boe che delimitano la zona balneare si raggiungono i 5 metri. In questo tratto si possono incontrare numerosissimi cavedani e barbi, specie dalla metà di maggio alla metà di giugno quando vengono a riva per la frega, ma non è infrequente nemmeno l’incontro con le anguille. Dalle boe in fuori, su profondità ora maggiori, si fanno possibili gli incontri con grossi cavedani e barbi, bottatrici, anguille sia al libero che sotto i massi, tinche, persici reali (anche se non sono frequenti) e persici sole.

Verso la fine dell’ansa, in prossimità della fila di boe che rientrano verso riva, sottocosta il fondale è pur sempre movimentato e interessante ma gli incontri con il pesce sono praticamente nulli. Portandosi poco più al largo, poco all’interno delle boe, su una profondità di 5 metri, ci sono delle radure ghiaiose in mezzo a grossi massi che rappresentano interessanti tane per le anguille, mentre all’esterno delle boe, su di una profondità superiore ai 7 metri, dopo una ripida ma breve scarpata di sassi, il fondale torna a farsi sabbioso e sono facili gli incontri con grosse tinche.

Come già detto, questo tratto di lago, che rappresenta la vera e propria baia di Pisenze, è chiuso al traffico nautico ed è pertanto frequentabile in piena tranquillità tenendosi all’interno delle boe che delimitano la baia. Oltre le boe il traffico nautico si fa veramente notevole ed è assolutamente sconsigliabile andarci se non alla mattina presto, alla sera tardi o fuori dalla stagione turistica.

Di fronte alla seconda spiaggia gli incontri con il pesce non sono molto frequenti, mentre le cose si fanno nuovamente interessanti verso la fine di detta spiaggia. Qui a pochi metri dalla riva il fondale si presenta con una parete verticale che cade da pochi centimetri d’acqua a 5/6 metri. Alla base di detta parete e poco più in fuori è facile l’incontro con branchi di persici reali. Dopo un canalone che interrompe la parete, una seconda è più alta parete, alla cui base si trovano ampie tane talvolta popolate da fitti branchi di persici sole, altre volte da rari esemplari di persici reali.
Per accedere a questa spiaggia prendere il sentiero che parte proprio sulla destra del cancello d’ingresso al Ristorante Pisenze inoltrandosi nel bosco. Dopo la prima secca curva a destra, si affronta una ripida ma non lunghissima salita a cui segue un tratto di falsopiano con vista a picco sul lago, anche se infastidita dalla rigogliosa vegetazione. Oltrepassata la rete che delimita il confine del Parco Naturale della Rocca, si prende a sinistra scendendo in breve ad un incantevole e boschivo spiazzo pianeggiante, a metà di questo sulla sinistra parte un sentierino che, in ripida discesa, con un paio di tornanti e un poco di attenzione, specie se bagnato, permette di raggiungere la spiaggia.

Oltre la seconda spiaggia, iniziano le pareti della Rocca e il fondale torna a farsi molto basso nell’immediato sottocosta, dove è formato da piccole e frastagliate paretine sommerse che vanno a morire in una piccola ansa ciottolosa a diretto contatto con la base della Rocca. Spostandosi in fuori il fondale degrada lentamente con massi accatastati di varia dimensione e 3 grossi scogli sommersi, poi, con ripida massicciata, sprofonda oltre i 10 metri. In tutta questa zona s’incontrano cavedani anche di grosse dimensioni e radi persici reali.

Snorkeling

Giro della baiaGiro, giro tondo, intorno al’la baia di Pisenze: un bel percorso ad anello che, mantenendosi a profondità inferiori ai 5 metri, permette di visitare l’intera baia. Per l’intero giro calcolare un minimo di 3 ore di nuoto. Il pregio di questo itinerario è quello di mantenersi quasi sempre all’interno dell’area balneare, quindi esente da qualsiasi problema di traffico nautico.

Si parte dalla spiaggetta appena a destra dello scivolo d’accesso, entrando in acqua nei pressi del pontile. Portarsi immediatamente verso il largo d’una ventina di metri, in modo da trovarsi sulla piatta e uniforme distesa sabbiosa, girare a sinistra e procedere parallelamente alla costa fino al termine dello spiaggione. Ora ritornare sui propri passi obliquando rapidamente verso il largo per portarsi a mezza strada tra la riva e le boe di delimitazione dell’area balneare. Riprendere il nuoto parallelo alla costa, zigzagando un poco nel tentativo d’incrociare i grossi massi isolati sulla sabbia (è pressoché impossibile dare dei precisi punti di riferimento).

Approssimandosi al punto di partenza s’incrocia un grosso tubo sommerso che, rasente il fondo, si porta verso il largo. Seguirlo fino all’altezza delle boe. Mantenendosi nei dintorni delle stesse (se il traffico nautico è ancora assente stare leggermente all’esterno, altrimenti tenersi proprio accostati alle boe), seguirle in direzione sud e giunti davanti al pontile da cui si è partiti, spostarsi una decina di metri all’esterno delle boe e procedere a zig zag alla ricerca di un grosso masso, sotto di questo spesso si possono incontrare persici sole, ma potreste anche avere la sorpresa di una bella bottatrice.

In leggera diagonale verso sud, riportarsi nei pressi delle boe. Con percorso zigzagante, seguirle finchè queste cambiano direzione puntando decisamente verso riva, qui, se la visibilità è buona e il traffico nautico assente, potete portarvi al largo d’una cinquantina di metri, dove, sul fondale sabbioso, potreste veder pascolare grossissime tinche (la profondità, però, supera i 6/7 metri).

Rientrare alle boe e invece di seguirle verso terra spostarsi a destra di 20 metri arrivando ad una radura ghiaiosa circondata da una serie di massi: se si è fortunati si possono vedere delle anguille che fanno capolino dalle loro tane.
Ora puntare decisamente verso terra, portandosi nei pressi di una piccola grotta ben visibile sulla riva. Se l’acqua è sufficientemente alta è possibile entrarvi: penetra nella parete per circa 3 metri e potrebbe ospitare cavedani e barbi.

Dalla grotta ritornare verso nord stando rasente la scogliera, l’acqua è estremamente bassa e conviene spostarsi tirandosi con le braccia sulle rocce del fondo. Conviene fare frequenti e lunghe fermate, specie in prossimità dei massi che contornano delle chiare chiazze di ghiaia, sulle quali cavedani e barbi amano raggrupparsi.
Procedendo a zig zag tra gli scogli semiaffioranti ritornare pian piano al punto di partenza, poco prima del quale si possono visitare alcuni grossi massi poco discosti da riva: qui non è infrequente incontrare qualche innocua e simpatica biscia d’acqua.

Sotto le pareti

Questo itinerario permette di visitare la parte esterna alla baia, quella che si porta sotto le pareti della Rocca di Manerba. E’ un percorso nettamente più breve del precedente ma più impegnativo dato che, nel tratto iniziale, si mantiene su profondità comprese tra i 4 e gli 8 metri. Attenzione al traffico nautico: qui si è all’esterno dell’area balneare e, data la profondità rilevante anche nell’immediato sottocosta, le imbarcazioni passano molto vicine alla riva.

Seguendo le indicazioni date in precedenza, raggiungere la seconda spiaggia. Entrare in acqua in corrispondenza della punta rocciosa che segna l’inizio della spiaggia e spostarsi verso il largo di 20 metri. Più o meno all’altezza della curva fatta dalle boe, ci si trova su una zona con fondale a massi accatastati e ci si può divertire a visitare le diverse tane, anche se solitamente sono vuote. Procedere verso sud alternando tuffi e brevi spostamenti, quando il fondale inizia a sprofondare rapidamente, portarsi verso riva fino ad incontrare una parete sommersa (in stagione avanzata la sommità risulta a pelo d’acqua se non addirittura scoperta).
Volgere a sinistra e, tenendosi a stretto contatto con la parete, superare un canalino che la interrompe.

Poco oltre la parete diviene, specie con acqua poco limpida o quando la zona è già in ombra, impressionante: sembra sprofondare nel nero. In realtà la base della parete è a 6 metri circa, solo che rientra in se stessa creando una volta che proietta un’ombra nera sul fondo e sull’acqua circostante.
Seguire la parete per circa 5 metri e tuffarsi dove il buio si fa più intenso: a un paio di metri dal fondo si apre una nicchia arrotondata che cela l’ingresso (stretto per una persona, ma comunque sufficiente per potersi affacciare e visionare l’interno) ad una bella e scura tana (la torcia può risultare indispensabile per osservarne l’interno) che può talvolta ospitare del pesce.
Poco più a sinistra di detta nicchia e alla base della parete, se ne trova un’altra con la volta più sporgente, in questa nicchia e attorno alla stessa potrebbe capitare di vedere grossi branchi di persici sole.

Seguendo la parte si arriva ad entrare in un corridoio che la stessa forma con un grosso masso appena più in fuori, questo è un punto di passaggio per grossi cavedani, mentre sull’esterno del masso è possibile incontrare bei branchi di persici reali.
Superato il masso continuare verso sud tenendosi su di un fondale di massimo 5 metri e incrociando altri grossi massi, qui è possibile l’incontro con grossi ma isolati cavedani, rarissimo ma non impossibile l’incontro con singoli persici reali.
Dopo 200 metri, quando a riva la parete della Rocca si getta direttamente nelle acque del Lago, portarsi sotto costa dove sulla ghiaia è facile, a cavallo tra maggio e giugno, incontrare branchi di cavedani in frega.

Riprendere, ora, la strada del ritorno tenendosi accostati alla scogliera e visitandone con attenzione i diversi anfratti. Quando la scogliera piega verso il largo, se l’acqua non è troppo bassa, tenersi al suo interno dove tra le lastre di roccia è facile incontrare numerosi piccoli pesci, oltre ai soliti veloci e sfuggenti cavedani.
Seguendo le lame rocciose e passando di ansa in ansa, sempre tenendosi il più possibile sottocosta, rientrare al punto di partenza.

Siti Internet di riferimentoComune di Manerba del Garda
Pro Loco Manerba
Comunità del Garda
Stradario di Manerba
Meteo Garda
Web Cam Manerba del Garda
Stazione meteorologica Manerba del Garda
Normative per la pesca nelle acque interne

Salvo diversa indicazione le illustrazioni (foto e disegni) sono di Emanuele Cinelli

— fine —

Tags: , , ,

Category: Pesca in Apnea

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *