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Interviste Assoluto: Roccaforte, Deiana, Riolo

| 15 Novembre 2010 | 0 Comments

Salvatore Roccaforte – G.S. Corallo Sub Alghero

Al secondo anno di agonismo, seppure per un soffio, sei riuscito a rimanere nei 10. Raccontaci le due giornate: come hai pescato, su che fondale, con quali fucili?
La prima giornata avevo dei punti in comune con De Silvestri così, alla partenza, siamo rimasti fermi tutti e due per circa 5 minuti aspettando di vedere in che direzione sarebbe partito l’altro.
Alla fine siamo partiti in una zona sui 26/27 metri dove in preparazione avevamo sempre trovato tanto pesce.
Ai primi due tuffi ho catturato subito due pesci ma poi, a causa del cambiamento delle condizione, di pesce in zona ne era rimasto poco; ho insistito comunque rinunciando allo spostamento e alla fine della giornata ho concluso con sei pesci uno dei quali scartato per soli tre grammi.
Nel campo della seconda giornata avevo trovato un volo di corvine molto grosse, tra cui un esemplare stimato intorno ai quattro chili, a 35 metri; intorno c’era anche altro pesce comprese tre belle cernie. Le avevo controllate ogni giorno trovandole sempre così ci sono partito.
Purtroppo, come succede spesso in gara, di tutto quel pesce era rimasto solo un sarago.
Poi mi sono spostato continuando a pescare oltre i 25 metri ma ho racimolato solo altri due pesci.
Ho utilizzato un Seatec Geko 110 e un Geko 90 per la pesca a libero mentre per le tane un Grotto 60.

Salvatore Roccaforte, decimo di un soffio - Foto: A. Balbi

Ti abbiamo visto pescare praticamente spalla a spalla con De Silvestri per tutte e due le giornate: tu marcavi lui o lui marcava te?
Come ho già detto, con Bruno avevamo dei punti in comune, la nostra è stata una gara nella gara che, al di là del fatto di essergli arrivato davanti, mi ha dato una grandissima soddisfazione.
A fine gara sono andato a fargli i complimenti ma lui non ha apprezzato il gesto, ritenendolo forse, a torto, una presa in giro. Questo mi è dispiaciuto moltissimo perché De Silvestri è un atleta fortissimo, come ha dimostrato al mondiale, che merita pienamente il rispetto e la considerazione di tutto l’ambiente della pesca in apnea.

Tu e De Silvestri siete stati gli unici a puntare sulla pesca a profondità maggiore per tutta la gara, scelta che ha dato risultati inferiori a chi ha preferito pescare in meno acqua: come mai?
In preparazione a terra c’era meno pesce e molto mobile mentre più a fondo era più stabile e molto più tranquillo, talmente tranquillo che ero riuscito a toccare la coda di una corvina con le mani.
Per questo abbiamo puntato su profondità di pesca maggiori.

Se si potesse rifare la gara cosa non faresti o faresti in maniera diversa?
Devo dire che rifarei tutto quello che ho fatto; mi sono mancate solo le corvine che avevo trovato a 35 metri e che credevo fossero pesci sicuri da catturare.

Cosa ti aspetti dopo questo risultato?
Con la gara che ho fatto penso di aver dimostrato di poter aspirare ad una convocazione in Nazionale o almeno di avere la possibilità di giocarmela con gli altri atleti in lizza.

Roccaforte in azione

Roberto Deiana – A.S. Mojoli Sub

Cosa ha funzionato nella prima giornata e cosa è andato storto nella seconda?
La prima giornata sono partito su una tana di fronte a Torre Foghe, tra i 15 e i 18 mt, con delle corvine e saraghi in giro. Speravo di scendere per primo, sparare un pesce e poi spostarmi sugli altri punti che avevo là vicino, in quanto quella tana mi dava proprio l’impressione di essere inespugnabile, una volta che i pesci vi fossero entrati dentro. Come immaginavo alla partenza ci siamo ritrovati diversi concorrenti spalla a spalla e fortunatamente sono riuscito a prendere subito un sarago. Visto il “mucchio” che c’era ho preferito spostarmi subito verso le altre mire che ho perlustrato senza trovare nulla arrivando fino a metà gara, allo spostamento ho deciso di tornare sulla tana di partenza visto che non c’era nessuno sopra. Avendo un po’ più di tranquillità ho iniziato a perlustrare la zona per bene riuscendo a tirare fuori altri 6 pesci (4 corvine e 2 saraghi). Peccato per due pesci strappati, una bella corvina sopra al kg ed un sarago. Comunque ho finito la giornata al 4° posto con 7 pesci validi, e soddisfatto della determinazione che ho avuto (2 corvine negli ultimi 2 tuffi!).

Il carniere della prima giornata di Deiana - Foto: A. Balbi

La seconda giornata, ho capito subito che le cose non sarebbe andate bene. Ho sbagliato la partenza (confondendo un punto per un altro) e dopo qualche tuffo ho sbagliato un barracuda di 700/800 grammi in un branco di circa 20 pesci. Da quel momento non sono più riuscito a rimanere lucido, a prendere le giuste decisioni e il risultato è stato un sonoro cappotto.

Con che attrezzature hai pescato?
Ho utilizzato un Cayman Cave da 55 cm con fiocina a 4 punte ed un’ 80 One, sempre al polso una torcia Flash Led che è stata indispensabile per scovare i pesci nei buchi più nascosti.

Rifaresti le stesse scelte?
Per la prima frazione non ho nulla da recriminare (a parte i 2 pesci strappati e il bonus specie sfumato).
Per la seconda frazione invece ho tutto da recriminare, ma mi è servita da lezione, ho imparato molto e spero di non ripetere quegli errori in futuro.
Vorrei ringraziare il Mojoli Sub (la mia società), il Team Omer/Sporasub e tutti i miei amici e familiari che mi aiutano sempre.

Ti abbiamo seguito anche in acqua: cosa ne pensi del lavoro di AM?
Il lavoro di Apnea Magazine è semplicemente unico, sono stati bravissimi, sia in acqua, senza mai darci fastidio, che fuori dando sempre notizie in tempo reale, una cosa impensabile fino a poco tempo fà… quando iniziai a seguire le gare,le notizie le ricevevo il mese dopo dalle riviste, ora addirittura le dirette! Mando un saluto a tutti i lettori.

Deiana in bagarre con altri atleti

Nicola Riolo – Cammarata Mare Sub Palermo

Raccontaci le tue due giornate di gara
Sono arrivato a Bosa con scarso allenamento, visti i trascorsi familiari degli ultimi 6 mesi e l’obiettivo era la sola salvezza.
Poi ho capito che era comunque un campionato non difficile e dove le scelte tattiche avrebbero fatto la differenza. La prima giornata infatti sono partito nel sottocosta ma una cattiva interpretazione del limite da terra da parte del direttore di gara mi ha rispedito al largo. Lui stesso ha verificato che la mia distanza dalla costa era di 140 metri, ma mi ha fatto allontanare dicendo che i concorrenti che pescavano al largo si stavano lamentando tutti vedendo il mio gommone troppo vicino a riva! Non ho visto la coda di un pesce e dopo 4 ore mi sono fatto le corse per tornare sui miei posti perché alla fine ci stavano pescando moltissimi concorrenti e tutti con ricchi carnieri! Morale della favola? 4 saraghi di un chilo strappati e sbagliati negli ultimi 20 minuti di gara sia perché ormai stavano nei buchi più difficili, sia per i troppi nervi, ed un campionato semplice sfumato nel nulla! Ho scritto una relazione in tal senso alla Federazione affinchè episodi come questo non si ripetano in futuro e comunque per scongiurare ingiustizie che compromettano non solo il risultato dell’atleta ma anche e soprattutto la stagione agonistica successiva. Occorre in questi casi notificare il punto gps lasciando pescare l’atleta secondo i parametri da verificare e solo a fine gara eventualmente accettare il pescato o retrocederlo in classifica.

Nicola Riolo in una foto di repertorio - Foto: A. Balbi

Anche il secondo giorno avrei potuto fare una gran bella gara per le tante variabili che avevo previsto. Purtroppo nonostante 8 pesci e 6 specie, mi hanno scartato tre pesci importanti (con uno soltanto sarei rimasto tra i dieci) e non ho potuto rimontare l’immenso svantaggio della prima giornata. A prescindere da questo, la maggior parte delle mie tane ricche di saraghi e corvine le ho trovate, un po’ come gli altri concorrenti, desolatamente vuote, e stessa cosa dicasi per due posti ricchissimi di saraghi, dentici, ricciole, orate ed altro ancora. Non sono stato per niente fortunato insomma, e in queste gare e con l’attuale regolamento ce ne vuole parecchia di fortuna!
Ho utilizzato sia la tre che la cinque millimetri ed i fucili svariavano a seconda delle circostanze tra un 45, un 60, un 80, un 90 ed un 115.

Cosa si può fare per evitare il ripetersi di episodi come quello che ti è accaduto sulla distanza?
Occorre rivoluzionare a mio avviso (anzi piuttosto occorre fare un passo indietro) il regolamento. Non credo che alla luce degli altalenanti risultati di atleti di fama internazionale, si possa affermare che quello italiano sia un regolamento selettivo ed attendibile. In più ci discostiamo eccessivamente dai parametri internazionali per modalità di spostamenti, distanza dalla costa, ecc.
L’assoluto si dovrebbe disputare ad esempio in zone o stagioni dove non vi siano vincoli per la balneazione o ci si deve muovere, come da pregiato intervento del prof. Azzali, a livello di capitanerie per deroghe alla balneazione per i due giorni della gara. In alternativa anche i primi del mese di novembre potrebbero essere adeguati allo scopo. In questo modo la Federazione potrebbe valutare con maggiore attendibilità le particolari attitudini di quegli atleti che saranno chiamati sempre più a gareggiare in manifestazioni di prestigio in oceano. Gli spostamenti in gommone devono essere prioritari (tranne che per le sole selettive), il che mi pare sia ormai richiesto a gran voce dalla totalità degli atleti. E vorrei la preparazione di almeno sei giorni, per allenare soprattutto i giovani alla gestione tattica e fisica delle ben più impegnative trasferte estere.

Il carniere della seconda giornata in cui spicca la lampuga - Foto: A. Balbi

Se poi posso dire la mia – e ci tengo particolarmente – sulla qualità e l’unità del gruppo che dovrebbe rappresentare l’Italia in giro per il mondo e dal quale sono stato più volte accusato di non essere “uomo squadra”, vorrei sottolineare il mio disappunto per il rifiuto di Maurizio Ramacciotti ad accompagnare Massimiliano Barteloni al mondiale di Lussino e, ancor più, a dimostrazione che quel fantomatico “gruppo” era solo una interessata congrega di atleti, che né Maurizio Ramacciotti, né Stefano Bellani mi hanno dedicato una telefonata da Piombino quando ho dovuto rinunciare alla selezione mondiale per le gravissime situazioni di salute di entrambi i miei genitori. Ancor peggio, non li ho a tutt’oggi sentiti per le condoglianze per la perdita di mio padre proprio nei giorni in cui si recavano a Lussino per la prima trasferta. Non riesco ad immaginare un Cannavaro che non degna di due parole un Gattuso che rinuncia al mondiale per motivi analoghi. Con tutta la buona volontà non ci riesco! E’ ora di cambiare e di affiancare ai giovani di domani atleti che possono garantire la continuità di una tradizione italiana che ci ha visto troppo spesso vincenti e che stranamente per troppi anni è stata quasi una comparsa.

In fin dei conti, cosa ne pensi di questo Assoluto?
Complimenti a Lovicario junior per le due splendide giornate di gara. Lo tengo sott’occhio da un po’ e il ragazzo merita di essere considerato per future trasferte importanti. Per me che sono anche padre di uno sportivo è stata una grandissima emozione vedere i suoi genitori ancor più emozionati in prima fila alla pesatura ed alla premiazione. Grande Antonio e grande papà Carlo per le indiscutibili nozioni trasmesse in anni di passione e di agonismo.
Una nota positiva ancora: sono rimasto molto ben impressionato dall’impegno di Giorgio Sanna e soprattutto dall’aver dedicato una coppa a tutti i concorrenti in segno di grande stima e rispetto per chi si impegna e si distingue nel massimo campionato nazionale. Dovrebbe essere una regola imposta dalla Federazione con forza a tutti gli organizzatori di gare così di prestigio. Anche il 30° classificato potrà dire un giorno ai suoi figli “quel giorno ero lì!”.

Il sei volte campione italiano in azione

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