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Intervista a Tino De Luca

| 9 Marzo 2001 | 0 Comments

Tino De Luca

Tino De Luca, classe 1963, comincia a praticare il Tiro al Bersaglio subacqueo a livello agonistico nel 1996. L’anno dopo è già campione Italiano specialità precisione, titolo che gli vale la convocazione in Nazionale, della quale è a tutt’oggi un esponente di spicco. Atleta del Team Omer, Tino ama personalizzare la propria attrezzatura e studiare le modifiche e le migliorie da apportare ai propri attrezzi. Un campione di precisione, di costanza ed inventiva, ma anche di disponibilità.

Tino, ci parleresti del Tiro al Bersaglio subacqueo?

Tino De Luca: Il tiro al bersaglio subacqueo è una disciplina che si articola in tre specialità: tiro di precisione, biathlon e staffetta.

Nel tiro di precisione l’atleta ha dieci minuti di tempo per effettuare dieci tiri su un bersaglio posto a 4 metri dalla linea di tiro. Al via del giudice, il concorrente parte da una linea posta a dieci metri da quella di tiro (linea di partenza) e deve effettuare il percorso ed il primo tiro in un’unica apnea.

Dopo il primo tiro, l’atleta può riemergere sulla sua verticale e scoccare i rimanenti nove tiri, ma non può risalire con il fucile carico né effettuare due tiri in una sola apnea, pena la squalifica.

Il fucile deve essere sempre caricato quando l’atleta è immerso.

I bersagli sul pannello sono cinque ed il concorrente effettua su ognuno di essi due tiri. Vince chi realizza il maggior punteggio.

Il biathlon è la specialità che si distingue dalle altre in quanto richiede una preparazione fisica adeguata: sotto il profilo dello sforzo sostenuto dall’atleta nel breve tempo di esecuzione dell’esercizio, il biathlon è paragonabile ai cento metri piani dell’atletica leggera.

La prova consiste nell’effettuare cinque tiri su cinque bersagli posti a quattro metri dalla linea di tiro, ma il tragitto che va dalla linea di partenza a quella di tiro e viceversa (10 metri – tiro – altri 10 metri) deve essere percorso in apnea ad ogni tiro ed il più velocemente possibile.

La classifica viene redatta, a parità di bersagli colpiti, non dai punti ma dal tempo di esecuzione della prova, che termina nel momento in cui l’atleta, effettuato il quinto tiro, si porta sulla linea di partenza ed alza il braccio in modo visibile dai giudici.

La staffetta, infine, ricalca in un certo modo le regole del biathlon, ma viene effettuata da tre atleti appartenenti alla stessa società o nazione. Ogni atleta a rotazione deve effettuare due tiri partendo dalla linea del via, arrivando a quella di tiro dove spara per poi tornare indietro nella stessa apnea. Il successivo atleta può partire solo quando quello precedente oltrepassa con la testa la linea di arrivo. Il primo atleta effettua due tiri nei bersagli superiori, il secondo due tiri in quello centrale ed il terzo due tiri nei bersagli inferiori. La prova termina quando il terzo ed ultimo atleta, effettuati i due tiri, raggiunge la linea di partenza ed alza il braccio. Il tempo limite di esecuzione fissato per questa prova è di tre minuti: nel caso che la squadra impieghi un tempo minore, i vede assegnare un bonus pari a tre punti per ogni secondo risparmiato. Viceversa, se la squadra impiega un tempo superiore ai tre minuti previsti, subisce una penalità proporzionale al ritardo, quantificata allo stesso modo, ossia in tre punti al secondo. Il bonus o la penalità vanno rispettivamente sommati o sottratti al punteggio realizzato con l’effettuazione dei tiri ai bersagli. Da quest’anno il tiro al bersaglio è suddiviso per categorie, che sono: 1° Categoria – bersaglio posto a 4 metri dalla linea di tiro; 2° Categoria – bersaglio posto a 4 metri dalla linea di tiro;Categoria Femminile – bersaglio posto a 3 metri dalla linea di tiro; Categoria Promozionale, aperta a tutti quelli che vogliono avicinarsi a questa disciplina. Il bersaglio è posto a 3 metri dalla linea di tiro.

Il fucile di Tino De Luca

Cosa ti ha spinto ad intraprendere questo sport? Sei nato come “tiratore” o provieni dalla pesca subacquea?

Quando, nel 1994, spinto dalla curiosità e dal mio amico Roberto Palazzo, partecipai alla mia prima gara di tiro al besaglio sub, mai avrei potuto immaginare che dalle gare di pesca subacquea -anche se poche all’anno- sarei passato a quelle di tiro subacqueo. Dato che, da una parte, il lavoro non mi consentiva di preparare le gare di pesca come volevo e che, dall’altra, Brescia è un po’ troppo lontana dal mare, nel 1996 ripresi con le gare di tiro sub raggiungendo la vittoria individuale nel campionato italiano del 1997, titolo che mi ha aperto le porte della nazionale, di cui sono ancor’oggi componente.

La pesca fa sempre parte della mia vita e quando ho tempo’..muta,fucile’ e via al mare !

Che tipo di allenamento specifico pratichi?

Il mio programma di allenamento prevede due impegni settimanali in piscina. Il primo allenamento inizia con un riscaldamento di 10 minuti di nuoto pinnato in superficie, poi 30 minuti con serie di 5 percorsi subacquei di 25 metri eseguiti in velocità con 2 massimo 4 atti respiratori ogni vasca, pausa di qualche minuto e ancora 5 vasche, così, fino al completamento Dopo aver recuperato bene, mi preparo per una serie di 5 percorsi, questa volta di 50 metri ciascuno e con tempi di recupero maggiori rispetto a quelli dell’esercizio precedente.

Dettaglio dello sganciasagola prima dello sparo, con il filo in tensione

Il secondo impegno in piscina, invece, lo dedico esclusivamente al tiro con il fucile, curando in particolare l’attimo che precede il tiro, imparando a riconoscere le sensazioni che mi consentiranno di capire quando il fucile è ben impegnato, le braccia hanno la giusta tensione e il dito è pronto a premere il grilletto con la giusta pressione, costante e senza strappi. In questa fase dell’allenamento non è importante che io colpisca il centro, mi limito a cercare di concentrare i colpi in un cerchio di pochissimi centimetri di diametro. Solo successivamente affino la regolazione del mirino. La preparazione è completata dalla corsa, cui dedico due uscite settimanali da 30 minuti ciascuna.

Quali sono le principali differenze tra un fucile da pesca ed uno da tiro? Che tipo di modifiche apporti ai tuoi attrezzi?

Dettaglio del guida asta

La prima cosa che colpisce appena si prende in mano un fucile da tiro, struttura a parte, è il suo peso. L’arma viene appesantita per migliorarne la stabilità durante tutta la fase esecutiva della prova, dal puntamento allo sparo. Senza questo accorgimento, infatti, il fucile tende a dondolare, impedendo di fatto di centrare un bersaglio di un centimetro di diametro posto a 4 metri dalla punta dell’asta. Quindi, una delle differenze tra un fucile da tiro e un fucile da pesca, sta nel maggior peso dell’arma da tiro: quello da pesca, all’opposto, deve essere leggero e facilmente brandeggiabile.

Oggi in commercio non esiste un fucile creato per il tiro al bersaglio subacqueo, l’unico ad essere venduto con un mirino di precisione è il Master Tell della Omer sub. Forse la mancanza di una produzione di serie è dovuta al fatto che il fucile da tiro è un’arma talmente particolare che sarebbe difficile crearne una adatta a tuti come avviene per i fucili da pesca, quindi ognuno di noi compra un’arbalete lungo 100/110 cm ed esegue le opportune modifiche in base alle proprie esigenze. Io utilizzo un Master Tell 106 della Omer Sub. E’ un fucile che, per le sue caratteristiche di costruzione e la facilità con cui si addata alla maggior parte dei tiratori subacquei sembra quasi nato per questo sportLa mia principale modifica consiste nell’aver realizzato sul fusto del fucile una guida in stucco di vetroresina che consente all’asta in uscita di tenere una traiettoria rettilinea e precisa.

Particolare degli alettoni con le vaschette laterali

L’accorgimento è molto valido a patto però che durante lo sparo il fucile sia tenuto ben saldo tra le mani, onde evitare che le vibrazioni prodotte vadano ad influire sul risultato finale con una notevole deviazione dell’asta.

Un’altra modifica adottata, però, da tutti i tiratori subacquei, è quella di applicare lateralmente al fucile degli alettoni che hanno la funzione di migliorare l’assetto dell’arma e di assorbire una parte delle vibrazioni che si producono nel momento del tiro. Io ho realizzato una coppia di alettoni dotati di contenitori laterali. Una volta immerso il fucile in acqua, questi si riempiono di liquido ed aumentano il peso totale del fucile, rendendolo più stabile.Per quanto riguarda gli altri accorgimenti adottati, non parlerei di vere e proprie modifiche, ma solo di personalizzazioni, come ad esempio lo sganciasagola basculante,

che mi permette di tenere la sagola collegata all’asta sempre in tensione, evitando che questa vada a finire tra gli elastici al momento del tiro.

Dettaglio dello sganciasagola

Una cura particolare la pongo nella scelta degli elastici. Preferisco quelli da 16 mm di diametro e 32 cm di lunghezza e controllo che siano perfettamente identici sia come lunghezza che come diametro.

Un altro accorgimento che sono solito adottare riguarda l’asta, da 6 mm in acciaio armonico. Arrotondo con cura gli angoli delle tacche di aggancio, in modo che l’ogiva alloggi perfettamente nella sede, migliorando anche la precisione del tiro. Per non essere preso per matto, voglio precisare che questi controlli e accorgimenti portati un po’ al limite hanno motivo di essere effettuati solo da chi pratica il tiro al bersaglio e quindi sui fucili da tiro: i pescatori subacquei possono tranquillamente evitare questi “inutili” lavori, visto che i fucili da pesca sono già pressoché perfetti per il loro scopo.

Altro dettaglio del guida asta

Quali saranno i tuoi prossimi impegni agonistici?

In questo periodo si stanno svolgendo le gare di selezione per il campionato italiano, che probabilmente si svolgerà a Luglio ad Ancona all’interno dei Sea Games insieme ad altre due importantissime gare internazionali, una per nazioni ed una per Società.

Grazie Tino, in bocca al lupo!

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