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Intervista a Salvo Milluzzo

| 17 Agosto 2005 | 0 Comments

Il carniere della prima giornata (Foto Alberto Balbi)

Salvo Milluzzo appartiene alla nutrita schiera degli agonisti siracusani (in Puglia erano in 4, cui va aggiunto Giuseppe Covato che vive in provincia). L’ottavo posto conquistato con due giornate molto regolari a molti è apparso come una sorpresa, ma chi lo conosce sa che è frutto di tanti sacrifici e di un costante allenamento, oltre che di un naturale istinto per la pesca in tana.

In un caldo pomeriggio estivo, mentre gustiamo una rinfrescante granita, non c’è bisogno di sciogliere il ghiaccio: Salvo è cordialissimo e ci preannuncia un’intervista ricca di particolari divertenti ed inediti.

Per essere uno fuori dal giro dei grandi nomi il tuo è stato davvero un bel campionato.

Proprio così, e la soddisfazione maggiore è stata ricevere i complimenti del capitano della Nazionale Maurizio Ramacciotti, venuto a stringermi la mano sia alla fine della prima che della seconda giornata.

E allora raccontaci il tuo campionato.

La buona riuscita di un campionato è sicuramente il risultato di molti fattori. Io sono un ‘tanaiolo’, il grotto basso e i buchi sono sicuramente il mio ambiente preferito, pertanto è stato facile trovarmi subito a mio agio nelle acque pugliesi, caratterizzate proprio da questo tipo di fondalil che offrono la possibilità di impostare la gara a profondità non impegnative.

In preparazione ho trovato diverse zone interessanti. Per la prima giornata avevo segnato una tana a qualche centinaio di metri dal porto. Era letteralmente zeppa di saraghi, così mi sono convinto che sarebbe stata notata da molti altri concorrenti. Comunque, avevo segnato altre tane decisamente più lontane.

Il campo della seconda giornata sembrava più povero di pesce, con fondo piatto poco fessurato, ma anche lì avevo trovato due ottime tane e alcune zone limitrofe veramente interessanti.

Tuttavia, durante le giornate di preparazione, tornando a controllare i segnali avevo notato che il pesce andava scemando.

Dopo aver catturato un buon numero di prede, Milluzzo scherza (Foto Gianni Muratore)

E della gara cosa ci dici?

Alla partenza della prima giornata ho visto tutti i gommoni puntare verso il largo; incredibilmente nessuno aveva segnato la tana vicino al porto, allora ho aspettato un po’ e mi ci sono diretto, impostando su quel segnale la giornata.

Ho sempre pescato entro i 15 metri con un fucile corto e la fiocina, sparando a volte in condizioni impossibili.

In una zona ho trovato un buco in fondo al quale filtrava la luce, era impossibile guardare all’interno o brandeggiare anche un fucile corto; ho catturato ben tre pesci aspettando che le prede di passaggio oscurassero la luce, giudicando dall’ombra se potessero essere in peso e quindi sparando.

Inoltre, ho avuto anche il mio pizzico di buona sorte quando mi è arrivato un pizzuto in acqua libera: malgrado il fucile cortissimo ho provato il tiro ma il pesce, colpito male, si è strappato; per fortuna lo sparide ferito si è infilato in un buco vicino, dove poi sono riuscito a catturarlo.

Nel carniere è finito anche un tordo pavone che ho ripetutamente pesato con gli occhi prima di premere il grilletto perché difficilmente questi pesci rientrano in peso, ma in questo caso mi è andata bene, perché sulla bilancia il pesce è risultato di 410 grammi e mi ha permesso di aggiungere anche il punteggio di specie.

Il carniere della seconda giornata (Foto Alberto Balbi)

Nella seconda giornata hai pescato a lungo accanto a Petrini.

Ci siamo ritrovati nella stessa zona, lui è arrivato appena prima di me e allora ho deciso di marcarlo per non svelargli le mie tane; mi sono accorto in fretta che lui non riusciva a ritrovare i pesci, che in effetti sembravano spariti.

Allora ho deciso di fare una velocissima puntata su una tana, ho preso il pesce ma per tornare in fretta a marcare Petrini ho lasciato il pesce e il fucile nella tana e li ho ripresi dopo qualche minuto.

A proposito del duello con Petrini vi posso raccontare un episodio molto divertente. Sono sceso su una tana e lui mi è venuto dietro; ho visto un bel sarago e con un occhio cercavo di mirare il pesce mentre con l’altro controllavo le mosse del mio avversario; quando mi sono reso conto che lui infilava il fucile da un’altra apertura ho tirato il grilletto e lui ha fatto altrettanto.

Come spesso accade in queste situazioni, tra i due litiganti il terzo gode ed infatti il pesce si è salvato; ma il bello è stato che per qualche secondo sia io che Petrini abbiamo pensato che fosse stato l’altro a catturare il sarago.

Quando, alla fine, ci siamo guardati e abbiamo capito come stavano realmente le cose, siamo letteralmente scoppiati a ridere sott’acqua risalendo insieme in mezzo a tantissime bollicine d’aria.

Francesco Ribbeni: barcaiolo e portafortuna (Foto Gianni Muratore)

Per concludere il resoconto voglio ringraziare pubblicamente il mio portafortuna personale, ovvero il mio barcaiolo Francesco Ribbeni. E’ un ottimo pescatore e con lui ho sempre raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato: la promozione in prima categoria nel 2003 all’Elba, la permanenza in prima categoria lo scorso anno e adesso questo bel piazzamento.

Chi lo conosce non lo dimentica’ durante la prima giornata abbiamo avuto accanto l’imbarcazione dei Carabinieri; l’equipaggio si ricordava ancora di Ciccio, conosciuto lo scorso anno al campionato di seconda in cui ha fatto da barcaiolo a Carlo Santoro, che ha poi conquistato la promozione.

Siracusa è una città fortemente legata al mare e all’agonismo, sia nell’apnea pura che nella pesca subacquea; chi sono stati i tuoi maestri?

Come agonista devo molto ad Aldo Calcagno; l’esperienza fatta come suo barcaiolo al campionato assoluto del 2002, disputatosi a Calasetta e vinto da De Silvestri, è stata fondamentale e a dimostrarlo ci sono i risultati che ho raggiunto negli ultimi tre anni.

Come pescatore invece il mio maestro è stato Nino Puglisi, ex agonista catanase, che mi ha insegnato tutti i suoi segreti e con il quale, ancora oggi, vado a pescare ogni volta che ne ho la possibilità.

Quali sono le tue zone di pesca preferite?

La mia passione è nata e cresciuta nelle acque di Contrada Fanusa, a pochi chilometri da Siracusa, che ora purtroppo rientrano all’interno dell’AMP di Capo Murro di Porco. Impedendomi di pescare in quel tratto di mare mi hanno tolto una parte di me stesso.

Mi piace molto anche la zona di Portopalo di Capopassero, in grado di regalare ottime soddisfazioni in tutte le stagioni dell’anno, sia pescando da terra che muovendosi con un’imbarcazione d’appoggio.

Per concludere questa breve intervista puoi raccontarci un episodio curioso della tua carriera?

Qualche anno fa, durante una sommozzata, ho visto un’ombra sopra di me, ho pensato subito ad una imbarcazione anche se non avevo avvertito nessun rumore; appena ho alzato gli occhi per controllare sono rimasto sbigottito, era una grossa manta’ che paura!

Salvo sorride; ci congediamo complimentandoci ancora una volta per il suo risultato e augurandogli un grosso in bocca al lupo per i suoi prossimi impegni agonistici.

Category: Articoli, Interviste, Pesca in Apnea

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