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Intervista a Renzo Mazzarri: 5 aneddoti per 5 gare indimenticabili

Parlare con Renzo Mazzarri è il sogno di ogni giornalista ma, soprattutto, il punto d’arrivo per colui che ha sempre fatto dell’agonismo scritto il suo “leit motiv”. Un personaggio, un atleta che ha segnato l’agonismo in modo indelebile. Che grazie alle sue capacità fisiche, tattiche e mentali ha scritto pagine memorabili di questa disciplina. Quando ti parla ti trasmette ancora quella grinta proverbiale: la senti, è nitida come se stesse rivivendo il momento ancora in quell’istante. Come un fiume ti trascina e la sua dialettica sciolta, sicura è estremamente coinvolgente.

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Qui ci ha voluto raccontare alcuni dei tanti episodi che gli sono capitati in mare durante le sue  famose “battaglie” agonistiche. Certamente sono vere e proprie rarità. Perle da conservare negli archivi della nostra mente e del nostro cuore. Questo totemico personaggio ci ha rappresentato in tutto il mondo portando i valori della nostra Nazione ai massimi livelli agonistici. Una leggenda poi (aggiungo io) eliminata in fretta e furia da un sistema politico-classista privo perfino di un minimo di riconoscenza.

Grazie Mazzarri di tutto… ma soprattutto di esistere.

1 – Assoluti stregati

Come molti appassionati della Pesca in Apnea agonistica sapranno che nel mio importante palmares manca la vittoria al Campionato Italiano Assoluto. Certo sembra impossibile ma è così. Ne ho fatti tanti ma per una ragione o per un’altra non sono riuscito mai a portare a casa il titolo. Alle volte sono stato poco fortunato, altre volte poco preparato a causa di impegni che ritenevo più importanti, altre ancora sono stato troppo testardo nell’inseguire tattiche che non han dato i loro frutti eccetera. [CONTINUA A LEGGERE…]

2 – Un incredibile spiedino

Quello che vi vado a raccontare è successo durante una prova di Coppa Europa in Turchia e, più precisamente, nel 1988, ad Avcilar. A quel tempo nell’arco della stagione agonistica si disputavano 4/5 prove in differenti paesi iscritti alla Coppa Europa e c’erano due classifiche: quella individuale e quella a squadre. Chi vinceva prendeva 100 punti e, a fine anno, chi accumulava più punti veniva decretato vincitore della Coppa. Erano gare bellissime poi inspiegabilmente soppresse. [CONTINUA A LEGGERE..]

3 – Pochissimo tempo ma tanti pesci

Minorca 1993. Isole Baleari. Trofeo Villacarlos, uno degli appuntamenti più suggestivi ed importanti della stagione. Un Trofeo dove tutti i più forti agonisti Europei si davano appuntamento il giorno dopo una prova di Coppa Europa proprio in Spagna. La gara del giorno prima non mi era andata bene ed avevo concluso con un settimo posto individuale finale. Una prova dominata dal Campione Josè Amengual, che portò al peso ben 6 cernie e una ventina di altri pesci. Il trofeo del giorno seguente, come dicevo, era una gara storica che, fino a quel momento, vedeva scritto nel suo albo d’oro il nome di un solo atleta Italiano vincitore: il grande Antonio Toschi. [CONTINUA A LEGGERE…]

4 – Le proverbiali “7 camicie”

“Sembrano facili, ma poi …” La cernia, preda d’elezione del pescatore subacqueo. Una volta, almeno, era così. In gara si faceva molto affidamento sui serranidi e quasi tutti i più importanti successi agonistici di ogni pescatore erano spesso legati alla cattura di questo stupendo pesce.  Questo episodio che vado a raccontarvi si riferisce alla cernia che, durante una competizione importante, mi fece sudare le famose “sette camicie”. Era fine maggio del 1995 e si disputava in Campionato Europeo di Pesca in Apnea a Salina (Isole Eolie). La località era storica (Scarpati ci vinse il Mondiale) ma i tempi erano diversi. Il pesce che c’era una volta era diminuito, era molto più smaliziato, profondissimo e viveva in frane multistrato, spesso, a prova di sub. [CONTINUA A LEGGERE…]

5 – Un “mostro” al Tinetto

1994, prova autunnale di Coppa Europa. Teatro dell’importante manifestazione gli splendidi scenari liguri di La Spezia, più precisamente le piccole isole di Palmaria, Tino e Tinetto. Con i miei compagni di squadra Cappucciati e Daniele Bacci, durante la preparazione ci rendiamo conto della povertà di pesci nella zona. Si incontrano perlopiù cefali al libero (abbondanti) ed in tana pochissimi saraghi e qualche grongo. Peraltro il pesce bianco in tana è molto mobile e, quindi, imprevedibile. L’acqua torbida non facilita le cose ed il giorno della gara i dubbi sull’esito sono pressanti. [CONTINUA A LEGGERE…]

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