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Iniziativa per la sicurezza dei pescatori in apnea

| 6 Maggio 2001 | 0 Comments

Ogni anno troppi subacquei restano vittima di gravi incidenti dovuti al mancato rispetto della distanza di sicurezza da parte delle imbarcazioni da diporto. Dato che nessuna legge dello Stato impone al diportista di tenersi ad una certa distanza dalla bandiera di segnalazione del subacqueo e che nessuna sanzione è prevista per chi, navigando in prossimità della boa segnasub o del battello su cui sia issata la bandiera di segnalazione, metta a repentaglio l’incolumità del sub, abbiamo richiesto al Comando Generale delle Capitanerie di Porto l’inserimento di una norma ad hoc almeno nellle ordinanze balneari (se non in ordinanze valide tutto l’anno) da parte di tutti gli Uffici Locali dell’Autorità Marittima, sul modello di quanto già fa, ad esempio, la Capitaneria di Porto di La Spezia. Pubblichiamo di seguito la richiesta formale che abbiamo inviato all’Ufficio Relazioni Esterne.

Al Comando Generale delle Capitanerie di Porto
Ufficio Relazioni Esterne

Oggetto: Proposta di adozione di provvedimenti finalizzati alla salvaguardia del subacqueo in immersione

A nome e per conto di:

Sito web Apnea Magazine
Apnea Evolution
Associazione PescApnea
Sito web Bluworld
Circolo Sub l’Arbalete Siena
Club Subacqueo Grossetano
Sito web Gommoni e Gommonauti
Mailing List Apnea sub
Mailing List Pescasub
Mailing List Pescasubacquea
Sito Pescasub
Sito Pescasub Maxfox

Gentili Signori,

Vi scrivo in qualità di cittadino, di Responsabile di Apnea Magazine, un sito internet dedicato ad apnea e pesca in apnea ed in rappresentanza di soggetti e associazioni qui sopra elencati per proporre una soluzione all’annoso problema della sicurezza dei subacquei in immersione, continuamente minacciati dalle eliche delle imbarcazioni, che troppo spesso non prestano la dovuta attenzione a boe e bandiere di segnalazione.

CONSIDERATO CHE

* L’art. 130 del D.P.R. 1639/68 (Regolamento d’esecuzione della Legge 963/65 sulla pesca marittima), com’è noto, impone al subacqueo in immersione di segnalarsi con galleggiante munito di bandiera rossa con striscia diagonale bianca visibile a non meno di 300 metri o, se accompagnato da mezzo nautico di appoggio, di issare detta bandiera sul mezzo nautico stesso e che tale norma impone al subacqueo di operare entro 50 metri dal galleggiante o dalla verticale del mezzo nautico su cui è issata la bandiera;
* Il mancato rispetto di queste imposizioni è punito con sanzione amministrativa da 516 a 3098 Euro (pagamento in misura ridotta pari a 1032 Euro);
* Non è dato reperire nel nostro ordinamento giuridico una norma generale ed astratta che imponga alle imbarcazioni di mantenersi a distanza pari o superiore a 50 metri dai segnali prescritti dall’art 130 DPR 1639/68;
* Conseguentemente, il diportista che ignora il galleggiante o la bandiera di segnalazione e si avvicini pericolosamente sia punibile solo una volta causato l’incidente, per il reato di lesioni;
* Non appare congruo né giusto proteggere il subacqueo dalla propria imprudenza con una sanzione cospicua senza preoccuparsi di proteggerlo dal principale pericolo, ossia le eliche delle imbarcazioni;
* Nel nostro Paese, praticamente chiunque può porsi alla guida di un natante spinto da un motore fino a 40 cavalli e che durante l’estate il noleggio di gommoni ed altri natanti favorisce la circolazione di persone poco esperte che ignorano totalmente il significato del segnale di “uomo immerso”, ossia della bandiera rossa con striscia diagonale bianca;
* Durante la stagione balneare, sia la normativa nazionale – art. 129 lett a) – che le stesse Ordinanze Balneari stabiliscono il divieto di praticare la pesca subacquea a distanza inferiore a 500 metri dalle spiagge frequentate dai bagnanti e che ciò costringe i subacquei ad immergersi in tratti di mare ad intenso traffico nautico in cui i diportisti difficilmente si aspettano di trovare un uomo immerso;
* Il subacqueo apneista si immerge e riemerge continuamente e staziona spesso in superficie, esponendosi al rischio di essere falciato dalle eliche; sott’acqua, inoltre, il rumore si amplifica ma diventa a-direzionale: il sub in apnea, con un tempo di autonomia in immersione limitato a pochi secondi, sente il rombo del motore senza capire da dove provenga e si trova nella condizione di non poter far niente per evitare l’impatto

SI PROPONE

L’adozione di una disposizione specifica nelle Ordinanze Balneari, che possa limitare il guasto normativo ed incrementare la sicurezza del subacqueo in immersione in un’ottica di tutela della vita e dell’incolumità delle persone.
In particolare, si propone l’introduzione di una norma che:

a) imponga al conducente di un mezzo nautico di tenersi a dovuta distanza dal galleggiante e dal mezzo nautico con bandiera segnasub;
b) imponga al conducente di arrestare il mezzo e disinserire la marcia nel caso si accorga di trovarsi a meno di 50 metri dalla boa, per ripartire solo dopo aver individuato il sub;
c) se possibile, disporre la pubblicazione dell’ordinanza presso tutti i punti di noleggio di natanti e imbarcazioni.

Crediamo che una soluzione di questo tipo potrebbe risolvere almeno in parte il problema.
A quanto ci risulta, la violazione di un ordine legittimamente emanato dall’autorità integra un’ipotesi di reato contravvenzionale per cui può essere ammessa oblazione ai sensi dell’art 650 C.P. (arresto fino a tre mesi o ammenda fino a 206 euro – in alternativa, il fatto potrebbe essere inquadrato ai sensi del 1231 del C.N., che punisce il mancato rispetto di un provvedimento legalmente dato dall’autorità competente in materia di sicurezza della navigazione esattamente allo stesso modo).
In tal modo, quella proposta non si pone come soluzione eccessivamente punitiva nei confronti del diportista, soprattutto se si considera che sul piatto della bilancia troviamo un valore supremo: la vita e l’incolumità degli esseri umani. Resta la disparità di sanzione a vantaggio del diportista (206 Euro contro un minimo di 516), ma crediamo che la soluzione possa riequilibrare almeno parzialmente la situazione attuale, inaccettabile sia su un piano giuridico che alla luce del buon senso, in attesa di un ripensamento legislativo in materia.

Confidiamo sulla serietà e sulla professionalità delle Capitanerie di Porto, delle quali apprezziamo il lavoro e l’impegno speso quotidianamente per assicurare un regolare e sicuro svolgimento delle attività a mare e che hanno dimostrato con i fatti la loro sensibilità ai problemi del mare e della sicurezza di chi ne fruisce. Non ci è sfuggito l’appello lanciato ai diportisti l’anno scorso nel Vostro spazio TV sulle reti mediaset proprio sulla questione delle boe segnasub.
Speriamo che questa vicenda, dopo ben 37 anni, possa trovare una soluzione almeno parziale ed interlocutoria.

Ringraziando per l’attenzione, resto a Vostra disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
In fede,
Dr. Giorgio Volpe

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