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I muppet son tornati ….


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Era davvero da parecchio tempo che non mi ritrovavo coinvolto, mio malgrado, in una uscita dai risvolti muppet.

Per la pigrizia e le temperature del mattino molto rigide degli ultimi giorni, decido di partire da casa e tornare con la muta indosso: il viaggio verso la destinazione di pesca non è poi così lungo da potermi far bollire. Faccio anche una seconda scelta che, alla luce dei fatti, si rivelerà sbagliata: di norma, quando l’acqua comincia a schiarirsi, porto con me il 104 e come secondo fucile Berta. Oggi voglio invece portare in acqua ancora il fido 90; a questo punto come secondo fucile porto il 75.

L’acqua è pulita e infestata di una quantità incredibili di cinti di venere ed altre forme di vita plantoniche. Mentre ti immergi avverti con un minimo di apprensione i continui urti del tuo corpo con questi invertebrati, alcuni dei quali sfoggiano colorazioni fluorescenti davvero belle da vedere.

Inizio i primi tuffi e mi avvicino ad un masso dove per due volte, in passato, ho visto un be sarago: il sasso è passante e trovo il pinnuto che mi dà la schiena dall’altra parte dello scoglio. Lo invito a cena!! Ci vorranno 10 minuti per recuperare il pesce da una parte e far uscire l’asta dall’altra, ma cosa non si fa per un accompagnamento in forno con pinoli ed olive?

Alterno percorsi da galla a tuffi ed in uno dei miei agguati di superficie, incrocio un bel cefalo. Prendo la mira e anziché tirare indugio e continuo a farlo avvicinare. Mentre il pesce riduce le distanze sento nascere in me uno strano sentimento: il braccino mi sta assalendo ed il tiro è un vero disastro. Poco male, anche Berta qualche tiro lo deve pur sbagliare!! Poco dopo, con la nobile arte della PDG (Pesca Da Galla) riesco a sorprendere un bel pizzuto tra gli affioranti: vedo la sua codona eclissata dietro un massone e non devo far altro che aspettare che esca.

Il terzo pesce è, tanto per cambiare, un … sarago. Ho visto due pesci mangiare alla base di un masso e utilizzo un percorso per arrivare sui pesci senza che questi mi vedano. Mi aspettavo un tiro direttamente nel troncone di coda, ma il più piccolo scatta, mentre il fratello maggiore viene a vedere chi è l’intruso. Rinnovo anche a lui il mio invito a cena. Qui succede il primo fattaccio: recupero il pesce, lo eviscero e lo attacco al pallone, poi afferro l’asta, la guardo e vedo che si è rotta in corrispondenza della prima tacca. È ancora attaccata al nylon perchè uso l foro più avanzato. Non riesco a spiegarmi cosa sia successo: è praticamente nuova (seconda uscita) tanto che la punta è ancora perfetta ed è vero che il tiro è terminato su uno scoglio, ma non capisco come si possa essere rotta: probabilmente era fallata. Passo al 75: con l’acqua che c’è mi sembra di impugnare uno stuzzicadenti!! Mi ritrovo a sacramentare visto che con gli elastici che monto anche il più corto della famiglia è una impresa da portare alla seconda tacca e maledico la scelta di non portare il 104.

Proseguo i miei tuffi fino a che non individuo un gruppo di cefaloni dietro uno scoglio: mi lascio scivolare fino a rasentare lo scoglio e mi affaccio. Purtroppo le solite salpe danno l’allarme e penso già ad una cattura sfumata, poi un bel pesce torna sui suoi passi: è a distanza da 90, ma ci provo. Il pesce è preso alto, rimane in asta e dopo 5 piroette si libera. Peccato.

A questo punto vai a caricare e dopo essere arrivato alla prima tacca e aver ripreso fiato .. sden. L’ogiva era mal posizionata e mi prendo una randellata sulle dita di entrambe le mani: per fortuna che ho i guanti spessi. Mi viene in aiuto il carichino di Silver (un pezzo di acciaio con due ardiglioni) che mi permette di caricare senza avere più le mani dentro gli elastici.

Ormai sono a fine pescata e torno indietro. Quando esco il sole è ormai alto e picchia decisamente. Inizio la mia sudata già nel percorso per raggiungere la macchina che, ovviamente, è sotto il sole. Sistemo tutto entro e ….. quando inserisco al chiave e giro per avviare il motore, tutte le lancette presenti nel quadro iniziano ad andare avanti e indietro. Purtroppo è una scena già vissuta: o motorino di avviamento in corto o batteria a terra. Per fortuna sono abbastanza vicino all’ufficio e telefono. Mi viene a prendere un collega. Mentre lo aspetto son sempre sotto il sole e la temperatura interna continua a salire. Quando arriva si fa una risata e carica la mia attrezzatura in macchina. Forse non l’ho ribadito abbastanza, ma i son sempre con la muta e non ho cambi!!!! Non avete idea dei suoi commenti, quando mi vede sistemare sul sedile prima un accappatoio che ha sicuramente fatto molte battaglie, poi due coperture in plastica (di quelle che usano quando fai i tagliandi) ed infine due tappetini in plastica con bordo rialzato. MI accompagna in ufficio dove, mi attende praticamente un comitato di benvenuto e oltre alle prese in giro mi danno un “muletto”. Trattasi di una C4 nera (il perché ho specificato il colore, verrà svelato più tardi) immatricolata come autocarro ed usato per i compiti più disparati. Questo significa che è utilizzato da una mezza valanga di persone che di certo si preoccupano poco dello stato di salute del mezzo. La prima cosa che mi tocca fare è il gasolio: ovviamente era a secco. Per quanto indossi la mia muta con disinvoltura e abbia anche nascosto il pisciarino, la mia operazione non passa inosservata. Finalmente parto alla volta di casa e tento di refrigerarmi accendendo il climatizzatore: mai errore fu più grande. Non solo dalle bocchette non esce aria fresca, ma quella che arriva ha un odore che è una via di mezzo tra la puzza di piede e la muffa. Per raffreddarmi dovrò tener aperti i finestrini. Entro in autostrada e dopo una decina di chilometri trovo una bella coda per lavori: inutile dire che son nell’unico tratto dove non ci sono gallerie. La situazione comincia a farsi critica: sono con la muta da 7 mm, in una macchina nera, sotto il sole su asfalto rovente …. Non so cos’altro potrebbe mancarmi. Lo scoprirò poco dopo quando arrivato al casello una bella paletta mi invita ad accostare …. C’è un posto di controllo della polizia ….

Ricapitolando la situazione è la seguente:

sono alla guida di un autocarro che dovrebbe essere utilizzato solo per lavoro

indosso la muta e sto sudando come un maiale

non ho il foglio che dice che posso guidare quella macchina (ce l’ho solo per la mia e non ero nell’elenco di quello della macchina)

Quando mi fermano, la prima frase che gli dico è: “so che non ci crederete mai, per cui arrestatemi!!!” Poi racconto la mia storia e loro, dopo aver comunque controllato i documenti di guida e quelli della macchina, mi lasciano andare con un sorriso. Inutile dire che la doccia a casa l’ho fatta fredda e ancor ora sento della vampate di calore.

Non c’è che dire una vera giornata da muppet

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Sei una forza con i tuoi racconti, qualche anno fa abbiamo dovuto portare a casa due colleghi con le muta addosso, erano messi peggio di te, gli avevano rubato i borsoni accuratamente nascosti tra gli scogli, dove oltre agli indumenti avevano anche le chiavi della macchina.

Grazie per la mail tutto ok adesso dovrò impegnarmi a capire il funzionamento.

Buon mare.

Sarino.

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Sei una forza con i tuoi racconti, qualche anno fa abbiamo dovuto portare a casa due colleghi con le muta addosso, erano messi peggio di te, gli avevano rubato i borsoni accuratamente nascosti tra gli scogli, dove oltre agli indumenti avevano anche le chiavi della macchina.

Grazie per la mail tutto ok adesso dovrò impegnarmi a capire il funzionamento.

Buon mare.

Sarino.

Mi rubarono tutti i vestiti (in realtà costume e maglietta) ad agosto in Sardegna nel 2003. Ecco un estratto del mio racconto e di quello di Maurizio (l mio compagno).

Mentre ammiro il pescione, Maurizio va a prendere le borse che avevamo occultato in spiaggia, in un posto che solo un free-climber poteva raggiungere. Mi dice che non trova la mia borsa e allora la cerco io. Le borse erano a soli tre metri e la sua c’è, mentre la mia è sparita con tutto il suo contenuto: ciabatte de-fonseca modello extralusso praticamente nuove, costume e maglietta, chiave per candela e soprattutto la mia parure di uridon per il buon funzionamento del mio pisciarino. Che il mondo fosse pieno di scemi lo sapevo, ma fino al punto di rubare una borsa, che puzza di “piscio” e che è pure rotta che contiene pure preservativi bucati è davvero da grandi geni!!!

Anche lo scorso hanno mi ritrovai nelle stesse condizioni, ma mia moglie potè andare a prendere il costume a casa: questa volta la situazione è ben più tragica. Non ho nulla per coprirmi e devo pure fare un bel tratto per arrivare alla macchina e diversi chilometri per arrivare a casa.

Per fortuna che le chiavi le avevo nascoste in altro luogo, se no ero davvero a posto!!!

Mettiamo tutta l’attrezzatura in una borsa (che ora peserà almeno 30 chili) e mi infilo l’accappatoio che gentilmente Maurizio mi presta. Voi penserete “quale è il problema?” almeno sei coperto: il problema è che l’accappatoio di Maurizio è in realtà riciclato dalla moglie che non è proprio quello che si dice un marcantonio. In pratica mi arriva appena all’inguine, non riesco neppure a sorridere senza alzare le braccia (in modo simile a quei burattini dove tirando un filo posto tra le gambe, il burattino alza la testa, gambe e braccia) e di allacciarlo davanti non se ne parla proprio: mancano almeno 20 cm. Con un colpo di classe, riesco con la cintura almeno a tenerlo fermo, creando di fatto una finestra su quello che è l’oggetto del desiderio.

Non vi racconto gli sforzi penosi che faccio, ogni volta che incontro dei bagnanti, cercando di coprire gli zebedei con lo scooter tenuto nella mano sinistra, mentre con la destra tengo una maniglia della borsa stracolma. Maurizio ride come uno scemo (ma è veramente così comica la cosa?) raccontandomi lo spettacolo che vede un bagnante che si trova di fronte due disperati che sorreggono una borsona, due scooter e uno è perfino a pisello all’aria e che deve pensare chissà quali cose quei due pervertiti avranno fatto!!!

La cosa fa felice anche Guidone che, avvisato al telefono, non riesce a fermare la crisi isterica quando gli racconto che se mi fermano i caramba di certo mi arrestano, visto che sono seduto con il pisello di fuori di fianco a Maurizio che guida.

L’esibizionista involontario ovvero come Maurizio ha vissuto la borsa rubata

Il giorno della cattura del corvone, per non smentire la nostra fama di sfigati di professione non appena a terra ci accorgiamo che la borsa di Piero è sparita. La mia c’è ancora forse per una più fortunosa collocazione dagli sguardi di qualche cretino che ha deciso perlopiù di fare un dispetto, visto che nelle nostre borse non c’era nulla che potesse interessare a meno di essere un fan feticista del Piercarrera...

A parte il disappunto per il furto, abbiamo un problema: il Presidente non ha uno straccio da mettere addosso. E seppur coperto da abbondante lanugine non basterà di certo a coprire le pudenda.

La temperatura subsahariana esclude l’utilizzo dei pantaloni della muta, e allora?

“Ti presto il mio accappatoio!”. Risolto? Mica tanto. L’accappatoio in questione che uso per la pesca è un vecchio accappatoio di mia moglie alta circa 1,53 m. senza cintura e se a me va leggermente risicato al presidente fa l’effetto della foglia di fico.

Immaginateci ora con la pesantissima megaborsa-portafucili-schienalini etc. uno spallaccio per uno. gli scooter nelle mani esterne e l’accappatoio che a malapena arriva sui fianchi lasciando abbondantemente scoperta l’unica parte da coprire mentre percorriamo la lunga stradina che è ovviamente piena di coppie, famiglie con bambini e comitive di turisti che arrivano alla spiaggia sottostante.

Il tentativo di coprirsi con lo scooter si rivela presto velleitario sia perché è chiara a tutti i passanti l’evidente nudità di Piero sia perché le forze vengono meno e così lo scooter scende sfrontatamente oltre la soglia necessaria. Solo la terribile fatica del viaggio mi impedisce di sganasciarmi pubblicamente, ma anche il Presidente la prende con filosofia. Un grand’uomo il Presidente; nudo ma con stile!!!!

Alla macchina finalmente riprendiamo fiato: “Forse è meglio che guidi tu. Sarebbe difficile da spiegare ad una pattuglia della Polstrada....” E ridiamo ancora.

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Piero ho ancora le lacrime agli occhi dalle risate...

E' pensare che anche a me sono successe cose simili..... consolati non sei l' unico....

E credimi che non ha ancora dato il meglio di sé...

Piero racconta quella del fucile perso da Lui!

Io non ridevo tanto dai tempi di "Uomo" di Antonio Albanese...

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e non è finita ....
Anzichè menarla al Supremo (vedi il post sull'imperdibile cilecca), sarebbe stato meglio farmi i C***I miei
Ieri pomeriggio mi riconsegnano la macchina dopo aver cambiato la batteria. Mi dicono che era andata, che era piccola per la macchina ect etc. Non mi piace l’insistenza dimostrata nel dire che sarebbe meglio mettere quella originale, ma alla fine me ne vado tutto felice a vedere mio figlio che sta facendo un CTH: si tratta di una delle selezioni per la nazionale under 16 di hockey su prato. Niente di che, visto che è la selezione ligure, ma per il ragazzo è una cosa “sentita”. Sono in 20 con tutti gli allenatori delle 5 squadre liguri, più uno dei responsabili della nazionale. Ho visto 1 ora e mezza tra allenamento e partita finale ed era incredibile la concentrazione di questi ragazzini: nessuno parlava, sempre ad ascoltare le indicazioni e le istruzioni degli allenatori e di corsa anche negli spostamenti tra un esercizio e l’altro. Erano irriconoscibili: questi ragazzini li conosco tutti vedendoli ormai da 3 anni e sembravano tutti degli alieni. Non li ho mai visti colpire, driblare e difendere in quel modo: erano tutti bravissimi sicuramente oltre le loro normali capacità a dimostrazione che la voglia di fare ti fa fare cose impensabili. Nella partitella finale hanno fatto 4 squadre da 5 giocatori che giocavano nel campo da 7: sembravano indemoniati erano ovunque e coprivano tutto il campo solo in 4. Alla fine 2 chiacchiere con i mister e si torna a casa. Son contento anche perché Erica ha passato un mezzo orale (diritto privato) ed è a quota 3,5 nel primo anno. Prima di rientrare a casa passo dal box, che si trova a 150 metri dal mio parcheggio, per lasciare quel minimo di prosecco che serve alla bisogna (24 bottiglie). Spengo la macchina, scarico, risalgo e parto …. O meglio provo a partire. Inutile dire che le lancette se ne vanno in giro per il cruscotto e non parto. Son vicino al ricovero, ho solo una piccolissima salita: sarebbe niente se non si dovesse spingere un chrysler voyager …. Recluto, mia moglie, mia figlia, un amico e due passanti e riusciamo nell’intento. Questa mattina mi presento dalla macchina alle 7.30: ho la fortuna che il mio parcheggio è in una nota azienda genovese (la DEPA) che fa al caso miovisto che sono una carrozzeria, fanno tagliandi, cambi gomme etc. Non è quindi un problema per loro far partire la macchina con i cavi. Parto faccio circa 500 metri, che si accende la spia della batteria, poi quella dell’airbag, poi si abbassa la radio, si stacca il blootoot, poi il cruscotto si trasforma prima nell’albero di natale con tutte le spie accese, che di colpo poi si spengono. Anche senza essere un TENNICO capisco che l’alternatore non carica più e che presto la macchina mi lascerà a piedi. Inverto la marcia e tento di raggiungere il parcheggio …. Tento appunto…. La macchina si ferma bloccando il traffico. Tutti suonano, io metto il triangolo e provo a spingere la macchina fuori dai piedi, ma è rimasta la marcia (ho il cambio automatico) e tutto è bloccato. Arrivano anche due vigili che si offrono di aiutarmi, mentre le macchine e gli autobus devono salire sul marciapiede per passare. Telefono alla Depa e il titolare mi viene in soccorso con la batteria portatile. Davvero gentile: avrebbe potuto mandarmi un carro attrezzi, ma ha preso la moto è venuto e mi ha evitato una spesa inutile. Riparto e quando entro nel parcheggio la macchina si spegne ancora. La lascio a loro da riparare e stasera ne sono tornato in possesso. Oggi per andare in ufficio uso il pandino di mia moglie ed il supremo, durante il viaggio di ritorno, mi chiede se sono in treno: gli confermo che sono su un pandino lanciato velocità centrifuga!!!! Quando gli racconto l’accaduto, gli faccio provare grande piacere e ride come uno scemo, ricordandomi che con il “camion” (il chrysler) vado di norma come una lumaca tanto che le mosche si spiaccicano sul lunotto posteriore e che con panda ci devo dare piano.
Credo di aver pagato lo scotto

Modificato da terga luminose
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Ciao Pier Luigi, oggi dovevi essere con me avresti imbastito un racconto favoloso, devo testare un nuovo fucile "un roller" da 75, quindi non porto il mio lungo 120, sono con un totem acqua da 90,(che uso per agguati) e il predetto roller, entro in acqua cerco di caricare il fucile e sento un rubinetto di acqua gelida che mi arriva al torace, muta lacerata, continuo inquadro un bel sarago tiro non solo lo manco ma partono anche gli elastici del roller, bo non fa niente continuo vedo tanta mangianza e i pesci "buoni" girano, concludo poteva essere una giornata pescosa invece poche prede mi hanno fatto compagnia.

Buon mare

Sarino.

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