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Confermato aumento quota Tonno rosso all'Italia 2.302,8 ton


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Pesca: Ue; Castiglione, sale quota tonno rosso per 2015 Pesca: Ue; Castiglione, sale quota tonno rosso per 2015

 

(ANSA) - BRUXELLES, 16 DIC - Sale la quota di tonno rosso che l'Italia potrà pescare nel 2015, passando da 1.950 a 2.302,8 tonnellate, rispetto ad una quota totale europea di 9.302,92 tonnellate. Inoltre, nessuna nuova misura di gestione verrà presa sul pesce spada. Lo ha annunciato oggi a Bruxelles il sottosegretario alla pesca Giuseppe Castiglione che guida la seconda e ultima giornata del Consiglio Ue dedicato al settore della pesca. Sul tonno rosso il Consiglio Ue formalizzerà oggi la decisione presa a Genova, lo scorso novembre, dalla Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell'Atlantico (Iccat). "Finalmente - ha commentato Castiglione - sul tonno rosso registriamo un'inversione di tendenza: é la prima volta dal gennaio del 2007. L'ottima presenza dello stock e la campagna di conservazione che abbiamo adottato ci permette di ottenere questo importante risultato". Quanto al pesce spada - ha proseguito - "abbiamo lavorato con l'Iccat sul piano scientifico e oggi al Consiglio Ue si sancisce che non ci sono nuove misure di gestione per la specie. Insomma - ha concluso Castiglione - i segnali quest'anno erano abbastanza positivi e quindi si é ritenuto che non si dovesse intervenire". (ANSA).

http://www.ansa.it/mare/notizie/rubriche/ambienteepesca/2014/12/16/pesca-ue-castiglione-sale-quota-tonno-rosso-per-2015_86a0e08e-8c8c-4759-8dfb-e4430435225b.html

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Mi sa che i soliti 12 si spartiranno anche queste 400 tonnellate in più.

Perchè hai qualche dubbio? leggi qui

Pesca: Presidenza Ue, accordo unanimità su quote 2015 Si chiude ultimo Consiglio pesca sotto presidenza italiana Ue

BRUXELLES - Si é chiuso con successo a Bruxelles, dopo un lungo negoziato, l'ultimo Consiglio dei ministri europei della pesca, sotto presidenza italiana dell'Ue. Per l'Italia era presente il sottosegretario Giuseppe Castiglione. Il Consiglio Ue ha infatti raggiunto con il voto unanime degli Stati membri, i totali di cattura (Tac) e le quote di pesca che saranno ammessi dall'Ue nel 2015, dal Mare del Nord al Mar Nero.

 

Per il Mediterraneo invece, é stato sancito per il prossimo anno l'aumento della quota di tonno rosso, che per l'Italia passerà da 1.950 a 2.302,8 tonnellate, rispetto ad una quota totale europea di 9.302,92 tonnellate. Inoltre, rimarrà invariata la situazione della flotta italiana autorizzata a pescare tonno rosso, che conta 12 imbarcazioni a circuizione, 30 palangari e 6 tonnare fisse. Quanto al pesca spada, nessuna nuova misura di gestione verrà.

 

All'accordo sulle Tac e quote 2015 si sono dovute applicare anche le nuove norme previste dalla riforma della Politica comune della pesca, ed in particolare i due elementi qualificanti: il rendimento massimo sostenibile (che fissa la quantità pescabile in modo che gli stock possano riprodursi ritornando ai livelli auspicabili), e l'obbligo di sbarco di tutto il pescato al di sopra di un certo quantitativo.

 

Le difficoltà maggiori erano soprattutto concentrate sulla necessità di ridurre la pesca di alcune specie, come per la sogliola nell'est del Canale della Manica per la quale la Commissione Ue chiedeva una riduzione del 60%. Ma tagli erano anche richiesti per altre specie come il merluzzo bianco e per l'eglefino. La presidenza italiana, lavorando sui margini di flessibilità all'interno delle regole Ue, é riuscita a limitare l'impatto economico. Nel contempo però gli Stati membri interessati si sono impegnati ad applicare delle misure molto rigorose in termini di selettività delle reti e sforzo di pesca.

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Nazione democratica:

 

In una nazione democratica le quote di tonno rosso verrebbero ripartite equamente tra tutte le marinerie, le uniche tecniche di pesca professionale permesse sarebbero il palangaro per il pesce destinato al mercato e la tonnara fissa per l'industria conserviera e la valenza tradizionale/turistica.

 

Essenso in regime di quota fissa il pesce italiano andrebbe tutto sbarcato in Italia e ivi commercializzato come prodotto fresco, l'export verrebbe permesso solo per il lavorato dell'industria conserviera.

In questo modo si potrebbero garantire 1500 tonnellate al palangaro divise a 3 tonnellate circa per 500 pescherecci (almeno 3.000 addetti), 700 tonnellate per le 6 tonnare fisse (lavoro stagionale tra tonnara e conserviera per altri 2.000 addetti in aree geografiche con davvero poco lavoro), 200 tonnellate per la pesca ricreativa che garantirebbero il lavoro di indotto per circa 30.000 addetti tra ormeggio, rimessaggio, attrezzature, costruttori.

Il tonno verrebbe immesso sul mercato nazionale in quantità costanti, si riabituerebbe il consumatore, si otterrebbe del valore aggiunto sulla ristorazione e si difenderebbe la tipicità della cucina nazionale.

 

Verrebbe garantito il lavoro ed il reddito a 40.000 famiglie, si aumenterebbe il PIL nazionale di 2 decimali, il prelievo sarebbe ben distribuito in tutto l'anno e la condizione dello stok del tonno ne gioverebbe.

I pesci di maggior valore sarebbero quelli facilmente gestibili dal mercato, con maggior valutazione sui pesci di taglia media (30/70 kg).

 

La Guardia Costiera vigilerebbe innanzi tutto sulla filiera commerciale in modo da non creare squilibrio da domanda ed offerta, garantendo il maggior valore aggiunto possibile al pescato ed il maggior reddito a tutti.

 

 

 

Nazione mafiosa:

 

L'80% della quota verrebbe riservata rigorosamente a non più di 12 pescherecci in modo di garantire tutte le cosche mafiose presenti sul territorio.

Queste 2.000 tonnellate di tonno non verrebbero fatte sbarcare in Italia ma portate direttamente all'estero in gabbioni in vivo.

Con la complicità degli organi di controllo verrebbero trattenuti solo i pesci piccoli eliminando ed affondando in mare i pesci grossi per non bruciarsi la quota.

I pesci piccoli verrebbero poi allevati nei gabbioni offshore con pesce azzurro pescato oltre le 12 miglia, in modo di non aver nulla di registrato.

Per non pagare l'IVA e le tasse il pesce dall'allevamento off-shore verrebbe passato direttamente sulla nave frigorifera diretta in Giappone, dove notariamente il tonno ha quotazioni migliori.

L'incasso esentasse dei 12 "famigli" verrebbe così moltiplicato per 5 e sarebbe effettuato direttamente in Svizzera.

Il tutto ovviamente verrebbe fatto con la copertura di regolamenti appositi emessi dal ministero, con la vigilanza asservita della Guardia Costiera come si fa nelle Repubbliche delle Banane.

Si otterrebe così l'arricchimento di 12 "famiglie", si garantirebbe il lavoro a non più di 300 addetti, si pagherebbero 0 tasse e la vigilanza della Guardia Costiera resterebbe a carico dei cittadini-schiavi della Repubblica delle Banane.

 

Per dare l'illusione di soddisfare il mercato nazionale si lascerebbe il permesso per un 30 palangari, in modo tale la carenza sul mercato verrebbe garantita dalla pesca illegale con ulteriori introiti per i commercianti illegale gestito sempre dai "famigli". .

Ovviamente tutto in nero in modo di non pagare tasse.

 

Alle tonnare fisse si lascerebbe una quota di facciata, tanto i lavoranti disoccupati dell'industria conserviera vengono pagati con le indennità di disoccupazione e poi si crerebbe maggior asservimento ai "famigli".

 

Per la pesca ricreativa verrebbero garantiti non più di 2 kg di tonno a barca (non più di 10 tonnellate annue) in modo tale che se 1 ricreativo prende 1 tonno altre 25 barche stanno a guardare, e magari stufandosi di stare a guardare l'ingrasso dei mafiosi si filitterebbero 1 pesce per uso personale fornendo la possibilità alla Guardia Costiera di intervenire con multe salatissime (4000 euro a persona) e con deferimenti penali (filettare è penale) guadagnandosi così benemerenza con articoli precostruiti sui giornali ed avanzamenti di carriera.

 

Lo stock di tonno adulto ne resterbbe massacrato, e Coldiretti Liguria chiederebbe ai ricreativi di tagliare la coda al saraghetto pescato dal cannista.

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Incredibile, la "solita" Coldiretti Liguria....

 

 

Genova - Nel 2015 in Italia aumenterà del 20% la possibilità di pescare il tonno rosso. Le quote tonno destinate al nostro Paese passeranno infatti da circa 1950 a 2300 tonnellate.

Lo ha deciso Iccat, la commissione Onu che si occupa della tutela del tonno. In Italia, le quote sono attualmente appannaggio di 12 imbarcazioni del salernitano. In ragione di un provato aumento del tonno nel Mar Ligure, Coldiretti auspica che il più 20% segni un cambio di passo nell’ottica di una corretta e ragionevole ridistribuzion e.

«Noi chiediamo che le quote, comprensive dell’aumento del 20%, vengano considerate complessivamente e ridistribuite – spiega Daniela Borriello, Responsabile Regionale Coldiretti Impresa Pesca Liguria – chiaramente non riservandole soltanto alle imbarcazioni del salernitano. Nel Mar Ligure i tonni sono tanti, non corrono il rischio di estinguersi, ma i pescatori non li possono prendere, e se ne tirano su qualcuno devono denunciarlo seguendo determinate procedure, altrimenti vengono sanzionati. I tonni in abbondanza creano anche problemi, perché rompono le reti. E oltre al danno a quest’ultime, c’è la perdita del pescato».

Situazione quindi difficile per i pescatori professionisti liguri, molti dei quali, adeguatamente attrezzati con i palangari, sono pronti a cominciare a prendere tonni, il cui aumento nelle acque liguri è stato ribadito anche dall’assessore regionale Giovanni Barbagallo. «Noi abbiamo fatto le nostre richieste, ora la palla passa al Ministero delle Politiche Agricole» - conclude Borriello. In Liguria ci sono 560 imbarcazioni per la pesca professionistica, il 30% circa delle quali proprietà di associati Coldiretti

 

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2014/12/27/ARTi93zC-chiede_coldiretti_aumentare.shtml

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Coldiretti Liguria brilla per la estemporaneità delle proprie uscite, come se fossero nati ieri e mai vissuti fino ad ora.

 

A parte che dire che i tonni rompono le reti non vuol dire nulla perchè c'è rete e rete, e la rete viene costruita in funzione del pesce che si vuol pescare. Se una rete è per pesce piccolo il pesce grosso ci rimbalza contro e non si impiglia.......... altro che rompersi.....

Viene il dubbio che questi più che pescatori siano dei contadini imprestati alla pesca.... avranno bisogno di un corso su come si ordinano le reti.

1° - dire al costruttore che pesce si vuol prendere

2° - dire al costruttore la taglia di quel pesce

3°- dire dove si vuol posare la rete

 

Poi, Coldiretti vorrebbe pescare tonni a casaccio scoprendo ora che ci sono moduli da compilare e sanzioni?

Ma veramente sono stati nei campi fino ad ora questi...

 

 

Forse forse sarebbe da mandare un avviso a Coldiretti Liguria che è tempo che smettano immediatamente a sparar scemenze e che i pescatori ricreativi con i famigliari arrivano a 5 milioni e sono capacissimi di boicottare Coldiretti e il loro ridicolo mercatino esentasse a km 0, se un paio di sindacalisti incompetenti prestati dall'agricoltura vogliono proprio rompere i co@lioni il prezzo lo pagano tutti gli agricoltori.

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