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Senza spettacolarità, senza grandi campioni cui fare riferimento, senza la possibilità di divertirsi veramente uno sport agonistico è destinato a morire.

Non voglio spendere molte parole ma chi è interessato può andare a rispolverare le gare (tipo campionati italiani assoluti) degli anni 80/90 e rendersi conto dell'enorme differenza.

Tra l'altro io ricordo che spesso nelle selettive c'erano dai 50 ai 60 concorrenti, mi dite oggi in quante gare si trova tale numero di partecipanti?

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Io purtroppo sono malato di agonismo. Dalla partita a scalaquaranta a quella di risiko, mi piace partecipare per vincere, mettendo tutto il possibile sano agonismo. Il "passatempo" per me non esiste: se mi applico in qualcosa, lo faccio con totale dedizione.

 

La pesca in apnea, quindi, oltre a regalarmi impagabili emozioni intime, mi regala la possibilità di dilettarmi nel massimo livello agonistico possibile, quello cioè "ufficiale", regolamentato (in questa sede non mi metto a questionare sui regolamenti) da una Federazione riconosciuta dal CONI.

 

In questa sede, che è nata per mancanza, come dire, di "cronaca", vorrei sottolineare un concetto espresso da Siccia.

 

Qualche anno fa, i video erano pochi, e considerati un qualcosa di palesemente fuori della portata dei meno esperti, come fuori della portata dei meno esperti erano le gesta dei grandi campioni: non era necessario dirlo ... era "implicito".

 

Per colmare il gap, partecipare alle gare era un'ottima soluzione (cosa che ritengo tuttora), per mille motivi.

 

Era esperienza diretta. La tesi "oggi non girava pesce" non regge, se tutti gli altri concorrenti hanno pescato bene.

 

Erano consigli dei più esperti. Ricordo ancora personaggi del calibro di Cappucciati, Donati, Gaida, sempre pronti a scambiare due chiacchere.

 

Era vedere decine di accorgimenti di attrezzatura. Ancora ricordo il primo roller di Vacondio, più di dieci anni fa ... giusto per dirne una, visto che oggi si parla solo di queste armi.

 

Ora, pensare che un pescapneista meno esperto, oggi, possa credere di apprendere dalle centinaia di video disponibili in rete, dove magari si vede qualcuno che a 30 metri spara dentici a 7 metri di distanza ... non so, la cosa non mi lascia per niente tranquillo, ma proprio per niente.

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Mi chiedo se un ritorno al passato sia ancora possibile...

Allo stato attuale, ad esempio, un atleta con la caratteristiche tecniche e fisiche di Josè Amengual penso che non avrebbe nessuna speranza di "esplodere" ed esprimere tutto il suo enorme potenziale, il che mi sembra veramente un non senso...

Abbiamo perso, per nostra stessa volontà, grandi porzioni di identità e libertà per compiacere soggetti che farebbero volentieri a meno di noi a prescindere da ogni nostro sacrificio che non fosse quello di trasformarci in qualcosa di totalmente diverso dagli "ammazza pesci" che siamo...

Una situazione, questa, che me ne ricorda tristemente un'altra attualissima ma che coinvolge un numero ben più elevato di persone...

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Direi che siamo più o meno sulla stessa linea anche se con sfumature diverse.

 

Posso solo dire che molti nn sanno quanto si impara stando a sentire un perosnaggio di spicco magari alla fine di una gara e sapendo cogliere tra le righe.

 

Io mi ricordo ancora molto bene una selettiva vinta da Gian Donati a Punta Manara. osservando il suo modo di pescare e soprattutto la sua strategia di gara e sentendo i commenti che fece dopo capii molte cose che mi fecero fare un grosso salto di qualità.

 

Ora voglio significare che se mancano i punti di riferimento, se mancano i grandi personaggi (l'esempio di Amengual o Carbonell o Toschi e Molteni o Renzo Mazzarri ecc) anche quelli locali, sicuramnte si perde una grande forma di arricchimento, di esperienza e di sicurezza per tutti.

 

Non credo si possa tornare al passato con l'agonismo, ma certamente guardare al futuro questo si.

 

E visto che si parla di agonismo credo nn sia possibile esimersi dal considerare i regolamenti: pensiamo ad una gara di formula uno, dove invece di dare la vittoria al pilota (e all'auto) più veloce e coraggioso si cambi il regolamento dicendo che: tutte le auto non devono superare i 200 km orari (per la sicurezza e per inquinare meno), si danno dei punti supplementari a chi riesce a mantenere la velocità costante per un certo numero di km indipendentemente da quale velocità si tratti e così via.... Al traguardo arriverà un pilota prima degli altri ma non si sa se avrà vinto finquando nn siano stati espletati tutti i conteggi necessari. magari vince uno che al traguardo è arrivato 7°....

 

Non sarebbe più una gara di formula uno.

 

Nella pescasub agonistica da ormai troppi anni si è innescato questo fenomeno....

portando le gare molto lontano da ciò che un pescasub fa quando va a pescare per conto suo.

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Ciao Stefano

Essendo stabilmente fermo al circuito di selezione, non ho voce in capitolo per parlare dei regolamenti dei Campionati.

Le Selettive, invece, a mio personale giudizio, aiutano l'ingresso di nuovi interessati (ce ne fossero, e noi come club e con i nostri corsi, stiamo contribuendo anno dopo anno a rinfoltire le fila).

Niente più obbligo di imbarcazione (ricordo ancora con disagio l'idea di dover essere un ospite a bordo che "scrocca un passaggio").

Niente più obbligo di dover disputare un numero assurdo di gare, anche se con punteggi già acquisiti, dovendo magari sobbarcarsi lunghe trasferte per mera presenza (ricordo, solo per citare un paio di esempi, Calvino costretto a venire a Quinto, o Smeraldi costretto ad andare a Trieste !).

In zona 5, poi, sono tutte con la formula da centro campo gara, per cui è anche bello farsi una "navigata" in compagnia potendo pescare per tutto il tempo senza dover preoccuparsi di tornare alla partenza.

 

Per le categorie superiori ... lascio a voi.

 

Ma mi piacerebbe ri-sottolineare l'importanza "didattica" del partecipare alle gare.

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sport ed agonismo sono un binomio inscindibile uno sport senza agonismo diventa un hobby. ognuno è libero di vivere la sua pesca come sport o come hobby.

personalmente le prime gare le ho fatte con la manleva dei miei genitori in quanto minorenne. ho fatto tante gare e tantissime assistenze a gare importanti.

i problemi sono cominciati quando qualcuno ha avuto l'ideona o la necessità di cambiare un regolamento che funzionava dalle selettive alle competizioni maggiori da 50 anni.

 

dalle gare a nuoto all'interdizione della cernia passando per i bonus le pause obbligatorie a meta gara, pedagni scarrocci e chi più ne ha e più ne metta.

se fosse possibile un ctrl-alt-canc penso che molti lo farebbero.

quello che proprio non ho mai capito la necessita di avere un regolamento italiano diverso da quello mondiale ...

ma in italia si gioca a calcio come nel resto del mondo o no? per me che sono un pirla questo gia fa riflettere parecchio.

 

oggi però vedere l'intervista di Milano mi fa venire voglia di mettermi due dita in gola per vomitare ... la federazione ha nominato il portavoce? complimenti per la scelta, molto comunicativo ed esaustivo verso chi come me sta cercando affannosamente di sapere qualcosa di sti caxxo di mondiali.

con un pò di disappunto in corpo verso la federazione ringrazio AM che si dibatte per darci info!!! GRAZIE

ciao marco

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Quto Marcobla che intanto saluto visto che è un pezzo che nn ci vediamo.

 

Per Pier Francesco: sulle gare selettive bisognerebbe affrontare molti discorsi troppo tecnici, resta il dato di fatto che in generale mi risulta che le partecipazioni alle gare selettive nn siano state incrementate con i nuovi regolamenti. Mi ricordo che alcuni anni fa in molte gare era fondamentale iscriversi per tempo altrimenti si rischiava di non rientrare nel numero max di partecipanti che era dai 50 ai 60 a seconda della selettiva. oggi nn credo che esista quasi mai questo problema.

 

L'altro punto da sottolineare è che si partecipa alle selettive per vari motivi, ma alla fine lo scopo è quello (o dovrebbe essere concettualmente ) di arrivare ai campionati italiani. Se i campionati italiani diventano una competizione poco attraente l'effetto a cascata è la scarsa partecipazione alle selettive.

 

Altra cosa fondamentale: il campionato italiano a squadre: era il bacino di allevamento dei neo-agonisti, in quanto emergenti all'interno del proprio club tramite le gare sociali (chi le fa più ormai?), avevano la chance di farsi grandi esperienze seguendo gli atleti più esperti al campionato a squadre. C'erano campionati con quasi 100 squadre partecipanti (io ne ho vissuti parecchi e sono stati fondamentali per la mia esperienza, mi ricordo agli inizi le "lotte" all'interno del club per conquistare un posto in prima squadra).

 

Certo il vecchio sistema nn era perfetto, ma tutti i grandi campioni di oggi sono usciti da li.

 

Io da ragazzino ho avuto la possibilità di confrontarmi con i grandi campioni dell'epoca, quando andavo, magari da barcaiolo, ai campionati e vedevo le gesta (e i carnieri) di Molteni, Mazzarri, Lo Baido, Riolo, Martinuzzi, Bellani, Cappucciati e molti altri. sentivo i racconti , era una cosa di un fascino incredibile.

 

Sai quante volte sono finito a "scroccare" un passaggio sul gommone di Paolo Cappucciati nelle selettive? siamo diventati amici e ho ammirato la sua lealtà e sportività e imparato molto da lui come da Gian Donati e molti altri campioni.

 

Ok termino qui sennò rischi di diventare patetico. E' solo una mia opinione personale.

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Però Stefano, anche le Società devono "sbelinarsi" un po'.

 

Allora, proviamo a mettere dei punti fermi, a partire dall'importanza dell'agonismo in generale. Se si ha la fortuna di incrociare pescatori come Cappucciati, lo stesso Donati che tutt'ora si diletta nel nostro circuito, si ha una possibilità unica di migliorarsi. OK.

 

Come incrementare il nostro bacino di utenza ?

 

Sicuramente la PIA sta vivendo un crescendo di appassionati. Basta vedere quanta proliferazione di video ci sono in giro, o come Decathlon, in controtendenza, stia puntando su questo settore. Bisogna allora capire come portare i nuovi arrivati all'agonismo.

 

La soluzione è passare per i corsi, quindi per le società, anche per una giusta partenza con le dovute nozioni soprattutto in tema di sicurezza.

 

Io ti posso dire che la nostra Zona 5 si sta impoverendo anno dopo anno, eppure il nostro club porta ogni anno nuovi agonisti. Mi viene quindi da pensare che se tutte le società facessero come noi ... le cose potrebbero andare meglio.

 

Quindi, a livello di selettive, non vedo ostico il regolamento, che anzi, ripeto, approvo, quanto il torpore delle società.

 

Secondo me, partendo da un ripopolamento della "base", si potrebbe affrontare meglio, e con maggiore potere contrattuale, il discorso verso i livelli successivi, ivi compreso il Campionato per Società, che non mi dispiacerebbe potesse un giorno tornare nel Nord Italia.

 

E mi viene anche da pensare che per i livelli successivi, se anzichè una entità obsoleta e probabilmente poco preparata, ci fosse una sorta di comitato rappresentativo, forse, tutto sarebbe migliore, quanto meno perchè gli atleti sarebbero essi stessi a decidere delle proprie sorti (va da se che anche così, qualche scontento ci sarebbe comunque).

 

Come riuscire nell'impresa ... è un bel dilemma.

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Dico la mia.

AM è una rivista elettronica, quindi sappiamo esattamente chi legge cosa e quali articoli suscitano il maggiore interesse.

Sebbene c'è chi pensi che noi guadagnamo soldi con le gare e tende a renderci la vita difficile, la verità è che da tempo come editore mi chiedo se sia giusto continuare a investire ingenti risorse per seguire i campionati e dar luogo ad una produzione editoriale di scarso interesse per buona parte del pubblico di AM. Noi siamo appassionati e l'agonismo è sempre stato al centro dei nostri pensieri sin dal primo giorno online, ma la verità è che seguire l'agonismo costa soldi, genera scarso ritorno rispetto ad altro tipo di pubblicazioni e spesso ci attira antipatie. Basta dire una cosa che non piace ad atleti/federazione/organizzazione che ci facciamo un nemico e poniamo le basi per un ambiente "poco collaborativo" all'occasione seguente.

 

Se invece utilizzassimo gli stessi soldi per realizzare servizi sulla pesca in zone meravigliose all'estero, quali Madagascar, Australia, Tahiti eccetera, otterremmo pubblicazioni di largo interesse, possibilità di rivendere i contenuti editoriali a testate internazionali dedicate alla subacquea in genere oltre che alla pesca in apnea e potremmo sviluppare un'area ENGLISH di interesse per il cospicuo bacino d'utenza di lingua inglese.

 

Da un punto di vista editoriale, la nostra linea fedele all'agonismo è un nonsense sotto tutti i punti di vista salvo uno: la nostra convinzione che l'agonismo sia il nostro "fronte" rispetto ai tentativi di ridimensionamento e compressione della disciplina (anche a livello amatoriale) portato avanti dalle frange estremiste dell'ambientalismo.

 

Se la pesca in apnea è una disciplina di nicchia, l'agonismo è la nicchia nella nicchia. E purtroppo accade anche che i suoi protagonisti - non solo e non tanto gli atleti, sia chiaro - non sembrano rendersi conto del fatto CHE A GUADAGNARCI DAL NOSTRO SBATTIMENTO SONO SOLO LORO E CHE L'INTERESSE VERSO QUELLO CHE FANNO E', IN LINEA GENERALE, PROSSIMO ALLO ZERO.

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ottima analisi quella di Giorgio.

 

E' chiaro che lo scarso interesse per l'agonismo sulla rivista elettronica AM ha la stessa causa della scarsa partecipazione alle gare effettive.

Un tempo nn era così. Quali possono essere le cause? una malinterpretata coscienza ecologica? ma allora anche le gare di pesca con la canna e col bolentino e traina et similia dovrebbero essere in declino, cosa che nn mi sembra per nulla.

Personalmente io nn percepisco a livello di opinione pubblica una così forte e diffusa ostilità alla pesca sub.

C'è lostilità dei Diving, delle frange estrenme dell'ambientalismo e dei pescatori locali quando si organizzano gare in una certa località.

Ma direi che quantitativamente non rappresentano la maggioranza. Sono solo meglio organizzati "politicamente". Così come i pescatori di superficie.

 

Allora io pesno che bisognerebbe trovare un soggetto capace di aggregare gli appassionati di pesca sub cominciando a contarci a partire dalle autorizzazioni della recente normativa che ci ha costretti a fare il tesserino: quanti siamo?

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Io do TUTTA la colpa alla politica federale, perchè è quella che ha stravolto le gare nazionali rendendole ciò che sono, ossia un ibrido che piace solo a chi gareggiando ottiene dei buoni risultati...

Se l'appassionato non è attirato dalle competizioni, d'altra parte, gli sponsor fanno marcia indietro ed investono su altro (come ad esempio i video di youtube), il che significa che di sto passo le gare di pesca subacquea moriranno entro pochissimi anni...

Francia arriviamo!

Modificato da siccia
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Io non do sfogo a tutto quello che penso sennò mi querelano (e fanno bene).

Dico solo che l'idea della "Diretta dell'agonismo" su Am è stata mia più di dieci anni fa. Naturalmente sono stato supportato e appoggiato da tutto lo Staff di Am (all'inizio ervamo solo io e Giorgio). Avevo tanta passione 3 numeri di cellulare, ma mi sbattevo come un matto cercando di ottenere di tutto e di più: cercavo contatti per intervistare o sentire gente che quasi non sapevo manco com'era fatta (Lezzi, Accolla, Solli, Nevischi, Micalizzi, Mancia etc) ed alla fine riuscii a portare a casa dei risultati ed essere apprezzato da diversi utenti. Naturalmente riportando tutto divenni presto scomodo ad i "Vertici Federali" che tentarono pure di farmi fuori (ma poi far fuori chi?... boh). Era l'inizio della nuova era fallimentare, con Assoluto a nuoto, esclusione della cernia etc. Chiaramente i malumori venivano fuori e io li riportavo duri e puri. Molti illustri atleti Nazionali furono fatti fuori solo per esseresi permessi di dire le cose come stanno e specie al Belloni la nuova peste giornalistica, personaggio lontano dalle linee editoriali allineate dei giornali di propaganda Federale. Ma io ero solo un innocente appassionato che voleva e credeva nell'agonismo. Beh, ora non ne ho neanche più tanta voglia anche perchè continuo a vedere cose "no sense" come il SILENZIO STAMPA DEGLI ATLETI Italiani ????????? Qundo sul posto c'è un'equipe di giornalisti Italiani proti a far conoscere alla nicchia come va un MoNDIALE a VIGO???? Ma ci rendiamo conto... :vomito: :vomito: ma VAccagree, va..

Modificato da Simone Belloni Pasquinelli
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Ecco un bello spunto che viene direttamente dalla webcronaca del mondiale di Vigo: che senso ha un regolamento basato sulle specie se poi gli atleti si scatenano sui balestra che notoriamente nn sono le prede più difficili del mondo? certo con mare mosso e acqua torbida anche i balestra possono essere difficili ma così come ad esempio lo sono i tordi pavone.

Dove sta il senso di una norma che era stata inventata per rendere i carnieri più vari?

O forse per rendere felici gli ambientalisti che così sanno che più di tot pezzi di quella specie nn verranno pescati?

Se io in gara ho già un sarago, supponiamo, entro in una tana e dentro c'è un altro sarago e un pavone più o meno dello stesso peso (ed entrambi in peso ovviamente) che cosa farò: sparerò prima la pavone perchè mi aumenta il punteggio di specie sperando che il sarago rimanga li (illuso!). Poi all'aspetto mi vengono delle salpe e qualche bel sarago, cosa faccio? sparo alla salpa perchè ancora mi da più punti come specie. Totalmente innaturale!!!!

Alla fine vado alla pesatura e supero chi ha invece magari tre corvine, oppure tre saraghi.

Senza senso.

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