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Le più belle giornate di queste mie vacanze


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Io e Tino, con il quale in questi giorni ho già avuto modo di condividere un cappotto, attendevamo con ansia l’arrivo in zona del “grande” Peppe Meduri, meglio noto a queste pagine come Pepu. E’ giunto in zona nel pomeriggio di mercoledì dopo una calda odissea sulla SA-RC. Approntato il suo campo base siamo usciti a cena, durante la quale ci siamo accordati per effettuare una uscita mattutina per le ore 06.00 del giorno dopo, quindi alla fine sono risultate meno di 5 ore di sonno.

Siamo alla mattina del giovedì verso le ore 06:30 sto indossando il pantalone della muta (dotato di becco d’anatra) quando al porto giunge una utilitaria con 4 giovani suore a bordo, potete immaginare la espressione sul viso, è il mio disappunto per l’inaspettato incontro. Informo gli altri e Tino sentenzia: “Leo, Stammi lontano e soprattutto non toccarmi” :D salvo poi che dopo pochi attimi io e Peppe ci siamo ricordati che è il compleanno di Tino e quindi baci e abbracci con le mute addosso prima di entrare in acqua, Tino constata subito con piacere che ho dotato di doppio elastico il mio ONE 105, proprio come lui mi aveva consigliato il giorno prima.

Inizia la nostra battuta e la situazione si presenta con la solita desolazione che ha caratterizzato i giorni passati, le speranze di fare incontri importanti in questi giorni di trambusto sono ridotte al minimo, ma il semplice fatto di essere in acqua con dei cari amici ci ha regalato subito un’aria allegra e spensierata, quindi non ci perdiamo d’animo e continuiamo la nostra metodica ricerca con attenzione e tecnica per cercare di sfruttare anche la minima occasione che ci si può presentare.

E’ presto, per cui sono questi primi tuffi che possono fruttarci qualche preda.

I pesci sembrano invisibili, quindi personalmente inizio con qualche timido aspetto per rompere il fiato alternando degli agguati dove posso sfruttare la copertura offerta dalla conformazione del fondo sperando di sorprendere qualche sarago intento a mangiare lungo le pareti rocciose. Noto che anche Peppe e Tino stanno pescando all’agguato da fuori verso terra, con l’intento di sorprendere qualche sparide presente nel sottocosta. Per non disturbare e sovrappormi rivolgo la mia attenzione al medio fondale cercando qualche ciglio che crei una zona d’ombra da esplorare partendo dal ridosso della roccia. Infatti ne approccio uno che parte dai sei metri ne raggiungo il bordo più verso terra e lo aggiro in copertura sfiorando lentamente la roccia per affacciarmi oltre con molta discrezione già dal fondo che è a circa 10 metri. Mi affaccio timidamente per individuare l’eventuale presenza di saraghi, che risultano subito assenti. Invece di procedere nel tragitto mi soffermo ad osservare meglio il fondo, ricordando che in queste situazioni non è da escludere la presenza di qualche cerniotto poggiato sul fondo nel cono d’ombra, infatti la difficoltà di approcciare tale specie consiste nel fatto che solitamente non è facile avvistarla immobile, e ci si accorge della sua presenza quando ormai è tardi perché lei scappa spaventata. Il fatto di aver creduto lo stesso alla possibilità che si possa verificare tale circostanza pur avendo minime speranze è stata la carta vincente. Infatti lei era lì qualche metro davanti a me immobile e fortunatamente sono riuscito ad individuarla con quel minimo di vantaggio per darmi l’unica speranza di arrivarle a tiro, la preda è certamente in peso quindi non ho nessuna esitazione nel tentare la cattura, sono riuscito a sfruttare bene quei pochi attimi di tranquillità del pesce che precedono il suo scatto. Infatti si è staccata dal sasso, mi osserva con sospetto e nel momento che gira lenta per guadagnare distanza per lei è tardi, sono riuscito a metterla sotto tiro, parte la freccia…

Qui iniziano 5 minuti di puro delirio venatorio. Non so se l’ho colpita. La cernia è già partita scomparendo dietro l’angolo oltre una tettoia di roccia, mi accorgo di averla attinta, perché la sagola tira. Ormai penso che abbia raggiunto la tana, non mi resta che risalire applicando una sufficiente trazione per impedirle di arroccarsi profondamente nel budello roccioso, che a queste quote sono notoriamente inviolabili. Mentre risalgo mi accorgo la cernia cede terreno, per cui, pur non sapendo come l’ho colpita, decido che vale la pena forze un po’ il recupero per guadagnare terreno, quindi non filo più il mulinello ma la tiro con dolcezza mentre continuo la risalita, la vedo ormai fuori dal tetto di roccia, è presa sul dorso un po’ alta ma per esperienza so che è un punto di forte tenuta. Il colpo ricevuto alto a fatto sì che l’animale sotto trazione si sia capovolto supino, perdendo la sua determinazione nella fuga, dopo la tipica prima violenta reazione. E’ un momento delicato, non bisogna forzare la mano e nemmeno lasciarle modo di riacquistare una posizione corretta, le darebbe motivo di riprendere la fuga con maggiore determinazione, mi accorgo che probabilmente un’aletta è chiusa, una ulteriore reazione ne determinerebbe quasi con certezza la perdita, quindi la salpo a trazione costante finché non riesco a raggiungere l’asta spingendola nuovamente fuori prima di afferrare il pesce.

http://img718.imageshack.us/img718/7338/p8251791bis.jpg

Sono in superficie, è mio, è un bell’animale, più robusto di quanto mi era apparso all’inizio, l’accoltello e chiamo Peppe e Tino a gran voce, sollevo con gioia il pesce. Ora ricordo di avere ancora la telecamera accesa, decido di fare qualche inquadratura della preda che stimo di circa 4 chili, ma il mio intento è disturbato da un paio di colpi ricevuti sul mio fucile che tengo dalla punta per inquadrare la cernia, mi giro e vedo che ci sono due lampughe di circa un chilo che girellano incuriosite. E’ un puro delirio, sono con il fucile scarico e al’asta conficcata nella cernia che è ancora viva, nonostante la stilettata… “non si vede pinna in giro e si sono presentati tutti ora??” Richiamo gli altri che fraintendono la parola LAMPUGHE, ma intuiscono che sono in difficoltà. Il primo a raggiungermi è Tino che avvicinandosi capisce la situazione è prontamente centra una delle lampughe non appena questa è sufficientemente lontana da ma. Perdo l’attimo del tiro ma riesco ad inquadrare il pesce colpito. Arriva Peppe che fa vari tentativi di mettere sotto tiro l’altro pesce, me deve desistere per i repentini e ripetuti passaggi che questo fa tra le nostre pinne. Alla fine gli viene da ridere e la lampuga si allontana perché deve aver finalmente capito che da quelle parti non tira acqua molto salubre per lei ;)

Come vi accennavo subito dopo il tiro è stato un susseguirsi di rapidi eventi per 5 minuti che si concludono mentre sistemo il pesce sotto la boa. In quello Tino è appena partito con Peppe diretti al prossimo punto che intende mostrargli, metre io vengo avvicinato da un altro “pescasub” (sconosciuto) equipaggiato con la sola giacca, boa senza bandiera al quale è appeso uno spillone con sartia metallica sotto, fucile pneumatico medio, con fiocina e sagola in bando, in una mano e retino nell’atra… praticamente il classico “RASCHIASCOGLIO”. Che alla vista del pesce con grande saccenza mi consiglia di passare lo spillone attraverso le orbite oculari, al mio enorme disappunto giustifica la sua atroce pratica dicendo che non un morso la cernia avrebbe potuto recidere il cavo del mio porta pesci, sicuramente non l’ha osservato… si tratta di un filo da decespugliatore da 3 mm, e non è passato ne dalla bocca e ne dalle branchie. Per fortuna che è passato lui ad illuminarmi, come avrei potuto continuare a pescare senza la sua perla di saggezza, peccato solo che ha perso un’occasione di imparare ad assicurare un pesce del genere alla boa in modo sicuro e rispettoso della dignità di una bella preda, Ma si è allontanato asserendo che in questo periodo è facile incontrare pesci di quella taglia in questa zona :o “ha incontrato più cernie che saraghi”. Ne devo dedurre che sono stato ulteriormente fortunato di essere passato prima di lui… non le avrebbe dato scampo… oppure no! Forse me l’avrebbe lasciata perché non interessato ad una preda così volgare…

Voi potete già immaginare cosa ho pensato…

Raggiungo gli altri sopra una secchetta un po’ più esterna. Dopo una breve esplorazione il traffico nautico ci costringe a riaccostarci un po’. Ulteriore agguato in un canalone tra due creste e riesco a documentare la cattura di un pizzuto ;)

Il traffico cafonautico ci costringe ad atterrare proprio all’immediato sottocosta. Decidiamo di rientrare, Il grande Tino riesce comunque a scovare un sarago in uno spacco del bassofondo, cosa per nulla scontata vi assicuro.

Una volta a terra la gioia è tanta, i miei amici sono felici per me vedendo anche la mia soddisfazione.

 

Peppe mi ritrae in varie pose con il pesce.

http://img13.imageshack.us/img13/1337/p8251795bis.jpg

Poi le foto di rito in compagnia. Chiaramente gli annuncio che non potranno sottrarsi alla cena del giorno dopo ospiti a casa mia per consumare l’animale con tutti gli onori. Tino mi omaggia anche dei suoi pesci… quale uomo ti fa lui il regalo il giorno del suo compleanno?

http://img835.imageshack.us/img835/3820/p8251803.jpg

E’ un grande, ed io accetto di buon grado perché così io Peppe e le nostre famiglie abbiamo subito l’occasione di fare una grigliatina per il pranzo e passare una giornata veramente piacevole.

http://img840.imageshack.us/img840/7871/p8251806.jpg

L’operoso Peppe la mattina dopo è venuto a casa e si è rivelato un ottimo preparatore del pesce sezionando con grande perizia la cernia che, pulita e privata anche delle branchie, è risultata pesare oltre i 4 kg; e dopo la gita a Maratea, si è rivelato anche un ottimo cuoco. Poi raggiunti da Tino e signora abbiamo mangiato il pesce commentando i filmati, con grande allegria chiaramente addizionata dalla presenza del Greco di Tufo e dalla Falanghina.

Praticamente sono stati due giorni indimenticabili

Grazie Amici Miei, spero siate stati bene almeno quanto me.

 

ecco il resoconto video

Modificato da Leonardo
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leonardo ti faccio i complimenti per la pescata e per il racconto.

posso approfittare della tua esperienza per chiederti in che modo l'hai assicurata alla boa, io non avrei fatto passare lo spillone neglio occhi :D , ma l'avrei assicurata passando branchie-bocca sbaglianto?

 

ciao

francesco

 

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leonardo ti faccio i complimenti per la pescata e per il racconto.

posso approfittare della tua esperienza per chiederti in che modo l'hai assicurata alla boa, io non avrei fatto passare lo spillone neglio occhi :D , ma l'avrei assicurata passando branchie-bocca sbaglianto?

 

ciao

francesco

Effettivamente ieri mentre scrivevo il racconto (proprio nel momento dell'incontro con il raschiascoglio, che dice che qui è pieno di cernie di 5 kg, fermo restante che anche i mie amici migliori cerniaioli non siano dello stesso parere) ho pensato che ho perso una buona occasione per fare una piccola clip didattica.

Vediamo se riesco a spiegartelo in forma scritta.

la cernia è caratterizzata da una bocca molto grande, labbra forti rivestite da una pelle spessa e robusta, che ci puoi fare una borsetta.

questo ti consente di assicurarla alla bosa senza dover passare ne dalle branchie (dove sono presenti dei dentini che inclinati verso l'interno bloccano l'uscita di oggetti), ne dalla bocca (dove ci sono i denti), ne tanto meno dal cranio (che è durissimo da bucare); gli occhi non li ho mai presi in considerazione.

Infili lo spillone bucando la pelle presente tra le branchie e la mandibola, presisamente nei pressi di essa, indirizzandolo poi dietro l'arcata dei denti superiori (che non essendo proprio fissa non so se sia corretto definirla mascella); infatti essendo questa parte della bocca parzialmente mobile è unita al cranio mediante una porzione di pelle (più dura è spessa degli altri pesci). In questo modo ti assicuro che il pesce e saldamente legato alla boa senza rischiare perdite o morsi dall'animale. Se vuoi ottenere il massimo, dopo un primo passaggio, ripassi lo spillone nuovamente lungo lo stesso tragitto ed assicuri poi il capo libero alla boa in questo modo. la cernia resterà con la bocca chiusa e, anche se di mole, seguirà molto facilmente il tuo percorso a nuoto opponendo minore attrito.

Questo sistema ha un ulteriore vantaggio, ti consente di liberare il pesce dal laccio dello spillone senza attriti ed impedimenti.

Adesso sai tutto su come si lega una cernia al portapesci.

@ Dario: peccato, ad averlo saputo prima lo avremmo certamente voluto ospite, sarebbe stato strepitoso.

 

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Grande Leo! :wub:

 

E che to ddico a ffa? :P

 

Sono stati giorni brevi ma intensi, in compagnia di due grandi amici e delle loro famiglie.

 

E' stato un onore condividere con voi il frutto della tua strepitosa pescata.

 

Spero di potere bissare al più presto!

 

Saluti da Napoleon! :P

Modificato da Pepu
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