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Club della Romagna


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GRANDE FRANK!!! :clapping:

Non ho parole, ti ammiro profondamente.... poi con tutti quegli acciacchi! Fai categoria a se! :jrgian:

Ovviamente scherzo :tomato:

I vostri discorsi mi hanno affascinato a tal punto che sarò la vostra cavia.. proverò soluzioni espresse da entrambe durante l'allenamento in piscina! Sappiate che sono ancora nei pressi dei 75 mt, il mio allenatore non ci spinge al massimo ed io sento che potrei dare di più ma non c'è miglioramento....

so per certo che il prossimo anno proverò un altra società nel riminese, tanto per capire se con due soli allenamenti a settimana si può attenere di più oppure quello è il mio limite! Io sono uno che non ama rischiare, ma soffrire per arrivare a un buon risultato si! :frusta:

 

Grazie Nicola. Ti rispondo brevemente per spiegarti come la penso. Non esiste un allenamento per tutti, così come non esiste la panacea di tutti i mali nel mondo, ma ho tratto benefici incredibili da questo controllo a fine apnea che fa parte del pacchetto della cosiddetta" apnea consapevole", tradotto in termini per noi comuni mortali come conoscenza graduale delle proprie reazioni allo sforzo e dei propri limiti.

Ho imparato ad usare il sistema di rallentare l'uscita dall'acqua anche nella pesca in mare ed è una cosa che mi rilassa molto, soprattutto se ho toccato una profondità importante, ma attenzione, in mare non mi metto a contare i 10'', ma semplicemente a rilassarmi mentalmente invece di uscire a scheggia come un tonnetto impazzito, cosa che purtroppo vedo fare anche in vasca da alcuni allievi che meritano delle "noci" in testa. :banging:

 

Tieni presente però che è un percorso graduale che tutti noi facciamo in piscina sempre con l'assistenza di una persona a fianco e si parla comunque di apneisti esperti/agonisti che in buca fanno tranquillamente come minimo 1 minuto di sosta su un percorso di 50-75 mt. Questo però va unito al controllo graduale delle contrazioni diaframmatiche che aumentiamo fino a numeri considerevoli (10-20, qualcuno di noi 30), ma che si fa esclusivamente in piscina. A mio modesto parere, solo un kamikaze pesca a limiti tali da fare contrazioni diaframmatiche, ma qualora succedesse involontariamente, questo autocontrollo aiutà un bel pò a non impanicarsi e riemergere con un certo relax.

 

Per tornare ai tuoi dubbi sulla preparazione, tutti noi ci alleniamo 2 volte alla settimana, anzi, il sottoscritto manco quelle perchè il mio allenamento consiste nel fare gli stessi esercizi dei miei allievi 1 sera in vasca con seduta dinamica e 1 sera in buca. Solo sporadicamente mi alleno con il team 506, ma 2-3 volte prima della gara, a volte manco quelle. Era questo che intendevo quando dicevo che la gara me la sono preparata da solo, quindi se ce l'ho fatta io ce la possono fare tutti con la giusta tabella. Ovviamente chi tira sui 200 ha tutt'altra storia, ma non solo in vasca.....

 

Facendo nomi perchè tanto non si fa male a nessuno, non conosco la tua società e mi guardo bene dal giudicare ciò che non conosco, ma se proprio devi cambiare hai provato a contattare la squadra di Riccione di Mirco Savoretti? Mi sembra un'ottima struttura organizzativa.

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Quando andavo in piscina (ho smesso perchè sono allergico al cloro, mi si chiude il naso e si irritano gli occhi solo a entrare nei locali) non sono mai riuscito a fare piu' di un settantina di mt., ma da tenere conto che le ie prove le facevo sempre a fine allenamento, stanco dai vari esercizi del corso del 2° livello. (mi sono fermato a quello).

L'unica volta che ho provato da riposato e con la monopinna ho girato la 3° vasca e ne avevo ancora ma un altro allievo mi ha fermato..dandomi una pinnata in faccia perchè non si era accorto di me..

In statica ho sfiorato spesso i 4 minuti, in serata dedicata allo scopo.

Il corso mi è stato utilissimo ma nella azione in pesca non ho guadagnato nulla nei tempi che variano in base alla frequenza della uscite. L'ultima zingarata di pesca con Frank all'elba il terzo giorno il mio cessocomputer ha registrato una apnea di 1.40 ma io non mi sono mai accorto di "tirare" i tuffi quel giorno.

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Quando andavo in piscina (ho smesso perchè sono allergico al cloro, mi si chiude il naso e si irritano gli occhi solo a entrare nei locali) non sono mai riuscito a fare piu' di un settantina di mt., ma da tenere conto che le ie prove le facevo sempre a fine allenamento, stanco dai vari esercizi del corso del 2° livello. (mi sono fermato a quello).

L'unica volta che ho provato da riposato e con la monopinna ho girato la 3° vasca e ne avevo ancora ma un altro allievo mi ha fermato..dandomi una pinnata in faccia perchè non si era accorto di me..

In statica ho sfiorato spesso i 4 minuti, in serata dedicata allo scopo.

Il corso mi è stato utilissimo ma nella azione in pesca non ho guadagnato nulla nei tempi che variano in base alla frequenza della uscite. L'ultima zingarata di pesca con Frank all'elba il terzo giorno il mio cessocomputer ha registrato una apnea di 1.40 ma io non mi sono mai accorto di "tirare" i tuffi quel giorno.

 

Ale, tu sei l'esempio classico del fatto che spesso (non sempre) l'apnea da vasca e la pesca in apnea c'entrano poco; difatti osservandoti in mare si nota subito che hai un relax perfetto e delle tempistiche da persona allenata anche se non ti alleni mai. Ci sono persone che invece devono per forza allenarsi altrimenti sono delle cioffeche, così come altri (il sottoscritto) traggono benefici a livello di durata di pescate/resistenza alla stanchezza oltre ad una capacità di sentire i segnali del proprio corpo che prima non conoscevano.

 

Posso quindi confermare quanto detto sopra da te, fare 75 mt in vasca non significa avere grandi prestazioni in mare, anzi.......

 

Poi esistono i casi particolari come alcuni agonisti della mia squadra che si allenano e pescano continuamente. In quel caso tanta roba! :thumbup:

Altri invece che sono solo "piastrellisti" puri quando siamo andati al Giglio a fare l'aggiornamento staff, dopo mezz'ora in mare erano cotti come dei calzini...... :banging:

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Non ho parole, ti ammiro profondamente.... poi con tutti quegli acciacchi! Fai categoria a se! :jrgian:

Ovviamente scherzo :tomato:

I vostri discorsi mi hanno affascinato a tal punto che sarò la vostra cavia.. proverò soluzioni espresse da entrambe durante l'allenamento in piscina! Sappiate che sono ancora nei pressi dei 75 mt, il mio allenatore non ci spinge al massimo ed io sento che potrei dare di più ma non c'è miglioramento....

so per certo che il prossimo anno proverò un altra società nel riminese, tanto per capire se con due soli allenamenti a settimana si può attenere di più oppure quello è il mio limite! Io sono uno che non ama rischiare, ma soffrire per arrivare a un buon risultato si! :frusta:

 

Grazie Nicola. Ti rispondo brevemente per spiegarti come la penso. Non esiste un allenamento per tutti, così come non esiste la panacea di tutti i mali nel mondo, ma ho tratto benefici incredibili da questo controllo a fine apnea che fa parte del pacchetto della cosiddetta" apnea consapevole", tradotto in termini per noi comuni mortali come conoscenza graduale delle proprie reazioni allo sforzo e dei propri limiti.

Ho imparato ad usare il sistema di rallentare l'uscita dall'acqua anche nella pesca in mare ed è una cosa che mi rilassa molto, soprattutto se ho toccato una profondità importante, ma attenzione, in mare non mi metto a contare i 10'', ma semplicemente a rilassarmi mentalmente invece di uscire a scheggia come un tonnetto impazzito, cosa che purtroppo vedo fare anche in vasca da alcuni allievi che meritano delle "noci" in testa. :banging:

 

Tieni presente però che è un percorso graduale che tutti noi facciamo in piscina sempre con l'assistenza di una persona a fianco e si parla comunque di apneisti esperti/agonisti che in buca fanno tranquillamente come minimo 1 minuto di sosta su un percorso di 50-75 mt. Questo però va unito al controllo graduale delle contrazioni diaframmatiche che aumentiamo fino a numeri considerevoli (10-20, qualcuno di noi 30), ma che si fa esclusivamente in piscina. A mio modesto parere, solo un kamikaze pesca a limiti tali da fare contrazioni diaframmatiche, ma qualora succedesse involontariamente, questo autocontrollo aiutà un bel pò a non impanicarsi e riemergere con un certo relax.

 

Per tornare ai tuoi dubbi sulla preparazione, tutti noi ci alleniamo 2 volte alla settimana, anzi, il sottoscritto manco quelle perchè il mio allenamento consiste nel fare gli stessi esercizi dei miei allievi 1 sera in vasca con seduta dinamica e 1 sera in buca. Solo sporadicamente mi alleno con il team 506, ma 2-3 volte prima della gara, a volte manco quelle. Era questo che intendevo quando dicevo che la gara me la sono preparata da solo, quindi se ce l'ho fatta io ce la possono fare tutti con la giusta tabella. Ovviamente chi tira sui 200 ha tutt'altra storia, ma non solo in vasca.....

 

Facendo nomi perchè tanto non si fa male a nessuno, non conosco la tua società e mi guardo bene dal giudicare ciò che non conosco, ma se proprio devi cambiare hai provato a contattare la squadra di Riccione di Mirco Savoretti? Mi sembra un'ottima struttura organizzativa.

 

Condividendo in toto tutto quello che hai scritto aggiungo che non ho mai sentito una contrazione, anche tirando!

Tu che hai a che fare con professionisti prova ad indagare sul fenomeno delle "non contrazioni"... tanto non sono il solo con questo problema!

La mia società è la "Polisportiva Sub Riccione"(appena nata). probabilmente Mirco Savoretti è della "Sub Riccione Gianneri".

Ciao e grazie.

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GRANDE FRANK!!! :clapping:

Non ho parole, ti ammiro profondamente.... poi con tutti quegli acciacchi! Fai categoria a se! :jrgian:

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so per certo che il prossimo anno proverò un altra società nel riminese, tanto per capire se con due soli allenamenti a settimana si può attenere di più oppure quello è il mio limite! Io sono uno che non ama rischiare, ma soffrire per arrivare a un buon risultato si! :frusta:

 

Grazie Nicola. Ti rispondo brevemente per spiegarti come la penso. Non esiste un allenamento per tutti, così come non esiste la panacea di tutti i mali nel mondo, ma ho tratto benefici incredibili da questo controllo a fine apnea che fa parte del pacchetto della cosiddetta" apnea consapevole", tradotto in termini per noi comuni mortali come conoscenza graduale delle proprie reazioni allo sforzo e dei propri limiti.

Ho imparato ad usare il sistema di rallentare l'uscita dall'acqua anche nella pesca in mare ed è una cosa che mi rilassa molto, soprattutto se ho toccato una profondità importante, ma attenzione, in mare non mi metto a contare i 10'', ma semplicemente a rilassarmi mentalmente invece di uscire a scheggia come un tonnetto impazzito, cosa che purtroppo vedo fare anche in vasca da alcuni allievi che meritano delle "noci" in testa. :banging:

 

Tieni presente però che è un percorso graduale che tutti noi facciamo in piscina sempre con l'assistenza di una persona a fianco e si parla comunque di apneisti esperti/agonisti che in buca fanno tranquillamente come minimo 1 minuto di sosta su un percorso di 50-75 mt. Questo però va unito al controllo graduale delle contrazioni diaframmatiche che aumentiamo fino a numeri considerevoli (10-20, qualcuno di noi 30), ma che si fa esclusivamente in piscina. A mio modesto parere, solo un kamikaze pesca a limiti tali da fare contrazioni diaframmatiche, ma qualora succedesse involontariamente, questo autocontrollo aiutà un bel pò a non impanicarsi e riemergere con un certo relax.

 

Per tornare ai tuoi dubbi sulla preparazione, tutti noi ci alleniamo 2 volte alla settimana, anzi, il sottoscritto manco quelle perchè il mio allenamento consiste nel fare gli stessi esercizi dei miei allievi 1 sera in vasca con seduta dinamica e 1 sera in buca. Solo sporadicamente mi alleno con il team 506, ma 2-3 volte prima della gara, a volte manco quelle. Era questo che intendevo quando dicevo che la gara me la sono preparata da solo, quindi se ce l'ho fatta io ce la possono fare tutti con la giusta tabella. Ovviamente chi tira sui 200 ha tutt'altra storia, ma non solo in vasca.....

 

Facendo nomi perchè tanto non si fa male a nessuno, non conosco la tua società e mi guardo bene dal giudicare ciò che non conosco, ma se proprio devi cambiare hai provato a contattare la squadra di Riccione di Mirco Savoretti? Mi sembra un'ottima struttura organizzativa.

 

Condividendo in toto tutto quello che hai scritto aggiungo che non ho mai sentito una contrazione, anche tirando!

Tu che hai a che fare con professionisti prova ad indagare sul fenomeno delle "non contrazioni"... tanto non sono il solo con questo problema!

La mia società è la "Polisportiva Sub Riccione"(appena nata). probabilmente Mirco Savoretti è della "Sub Riccione Gianneri".

Ciao e grazie.

 

 

Sì, Mirco è della Gian Neri.

 

Guarda, ti dico come la vedo io: delle contrazioni se n'è parlato fino alla noia con fior fiore di agonisti nazionali, dato che abbiamo la fortuna di averli spesso ospiti delle nostre sessioni d'allenamento (forse per la gramigna alla salsiccia di fine allenamento del nostro coach ormai famosa in tutta Italia). Quello che appare evidente a tutti è che se tirando nei massimali non si hanno contrazioni molto probabilmente si è fatto qualcosa che sta a metà tra l'iperventilazione forzata e la corretta respirazione diaframmatica. Questa inconsapevole iperventilazione induce in modo più o meno rilevante delle riduzioni della PPCO2 (pressione parziale di anidride carbonica), alterando quel meccanismo di allerta che fa capire quando iniziamo la curva di pericolo di blackout; quando questo sintomo manca ci dà l'illusione di "averne ancora tanto". Quando invece si effettua la respirazione diaframmatica corretta che comunque rappresenta un'iperventilazione ma volumetrica in quanto aumentiamo il più possibile il nostro volume d'aria nelle zone polmonari che normalmente usiamo al 50%, il livello di PPCO2 resterà tale da segnalarci subito quando i valori mutano sensibilmente. La cosa è più complessa di quanto non si creda, infatti un interessantissimo articolo di Tiveron su Pesca in Apnea di alcuni anni fa spiegava che solo dopo mesi di allenamento si era accorto che un suo allievo faceva proprio questa respirazione a metà tra la diaframmatica e la forzata. Proprio per questo noi lavoriamo molto sulle contrazioni, l'attenzione ai segnali e il loro controllo. Pensa che un primatista ci spiegava che la prima leggera contrazione ce l'ha sui 75 mt poi queste si distanziano considerevolmente; stiamo parlando di uno che ha fatto sempre più di 200 mt quindi è notevole l'importanza di sentire questi campanelli d'allarme. Nelle nostre sessioni di statica, quando abbiamo affrontato i massimali con gli allievi/agonisti, gli unici che hanno fatto sincopi anche di lieve entità sono sempre stati quelli che avevano contrazioni solo alcuni secondi prima dell'evento; chi ha avuto da lievi a forti contrazioni in tempi più regolari è uscito senza problemi.

Ci sono comunque altre scuole di pensiero, ma resto dell'idea che il lavoro sulle contrazioni diaframmatiche che facciamo noi, Apnea Academy e il sommo Mana nei suoi interessantissimi stage sia la strada giusta, almeno per me.

 

Alla luce di tutto ciò, si evince che dalle nostre parti non si pesca più una mazza, altrimenti parleremmo di pesce e delle bagnanti straniere tangate sul bagnasciuga di Riccione o Gabicce...... :banging:

Modificato da Frank Selleri
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A pesca ci sto andando ma solo a spinning e bolentino in altura, per l'apnea le reiterate piene del Po mi hanno messo fuori combattimento per almeno 2 mesi qualsiasi posto.

 

Sulla respirazione dici bene, aggiungerei che in realtà non esiste nessun atto respiratorio forzato che non comporti un certo grado di iperventilazione. Anche la più lenta respirazione diaframmatica è una iperventilazione.

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A pesca ci sto andando ma solo a spinning e bolentino in altura, per l'apnea le reiterate piene del Po mi hanno messo fuori combattimento per almeno 2 mesi qualsiasi posto.

 

Sulla respirazione dici bene, aggiungerei che in realtà non esiste nessun atto respiratorio forzato che non comporti un certo grado di iperventilazione. Anche la più lenta respirazione diaframmatica è una iperventilazione.

 

Difatti, come detto sopra si chiama in gergo iperventilazione volumetrica, ma se lo spieghi ai neofiti (non in questa sede ovviamente) non ci capiscono più una ceppa...... :thumbup:

Modificato da Frank Selleri
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A pesca ci sto andando ma solo a spinning e bolentino in altura, per l'apnea le reiterate piene del Po mi hanno messo fuori combattimento per almeno 2 mesi qualsiasi posto.

 

Sulla respirazione dici bene, aggiungerei che in realtà non esiste nessun atto respiratorio forzato che non comporti un certo grado di iperventilazione. Anche la più lenta respirazione diaframmatica è una iperventilazione.

 

Difatti, come detto sopra si chiama in gergo iperventilazione volumetrica, ma se lo spieghi ai neofiti (non in questa sede ovviamente) non ci capiscono più una ceppa...... :thumbup:

 

Che dire... Io quando sono al limite, sento torpore alle gambe e braccia come fossero primate dalle forza. Ovviamente la fame d'aria è irresistibile e a quel punto il desiderio di uscire è irresistibile! Chi mi vede uscire dice che non sono neppure pallido in viso e anche io mi accorgo che la ripresa dallo sforzo è quasi immediato; praticamente potrei ripartire quasi subito con un altra apnea (ovviamente più corta)!

Una volta tirando il braccio dx ha avuto un piccolo spasmo, forse un principio di samba?

Non so, comunque chi è andato in sincope mi ha raccontato (soggetti coinvolti) che la perdita di coscienza era stata assolutamente indolore, cioè anche prima della fame d'aria. Per me è tutta un altra storia, niente contrazioni ma sintomi da carenza d'ossigeno a stufa!!! Fame d'aria, gambe e braccia deboli e formicolii vari, assoluto malessere negli ultimi metri...

ADESSO CHE CI PENSO, MA CHI ME LO FA FARE!!!!

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A pesca ci sto andando ma solo a spinning e bolentino in altura, per l'apnea le reiterate piene del Po mi hanno messo fuori combattimento per almeno 2 mesi qualsiasi posto.

 

Sulla respirazione dici bene, aggiungerei che in realtà non esiste nessun atto respiratorio forzato che non comporti un certo grado di iperventilazione. Anche la più lenta respirazione diaframmatica è una iperventilazione.

 

Difatti, come detto sopra si chiama in gergo iperventilazione volumetrica, ma se lo spieghi ai neofiti (non in questa sede ovviamente) non ci capiscono più una ceppa...... :thumbup:

 

Che dire... Io quando sono al limite, sento torpore alle gambe e braccia come fossero primate dalle forza. Ovviamente la fame d'aria è irresistibile e a quel punto il desiderio di uscire è irresistibile! Chi mi vede uscire dice che non sono neppure pallido in viso e anche io mi accorgo che la ripresa dallo sforzo è quasi immediato; praticamente potrei ripartire quasi subito con un altra apnea (ovviamente più corta)!

Una volta tirando il braccio dx ha avuto un piccolo spasmo, forse un principio di samba?

Non so, comunque chi è andato in sincope mi ha raccontato (soggetti coinvolti) che la perdita di coscienza era stata assolutamente indolore, cioè anche prima della fame d'aria. Per me è tutta un altra storia, niente contrazioni ma sintomi da carenza d'ossigeno a stufa!!! Fame d'aria, gambe e braccia deboli e formicolii vari, assoluto malessere negli ultimi metri...

ADESSO CHE CI PENSO, MA CHI ME LO FA FARE!!!!

posso confermare,non ti rendi conto di nulla,o almeno l'unica e spero ultima volta che ho sincopato non mi sono reso conto di nulla.

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Che la sincope in se possa essere indolore è un conto, in fin dei conti è uno svenimento, ma tutto ciò che avviene prima non è insignificante.

La fame d'aria è già sofferenza che chiede volontà per contenerla, le contrazioni diaframmatiche sono uno sforzo, gli spasmi dei muscoli della schiena non possono non essere avvertiti.

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A pesca ci sto andando ma solo a spinning e bolentino in altura, per l'apnea le reiterate piene del Po mi hanno messo fuori combattimento per almeno 2 mesi qualsiasi posto.

 

Sulla respirazione dici bene, aggiungerei che in realtà non esiste nessun atto respiratorio forzato che non comporti un certo grado di iperventilazione. Anche la più lenta respirazione diaframmatica è una iperventilazione.

 

Difatti, come detto sopra si chiama in gergo iperventilazione volumetrica, ma se lo spieghi ai neofiti (non in questa sede ovviamente) non ci capiscono più una ceppa...... :thumbup:

 

Che dire... Io quando sono al limite, sento torpore alle gambe e braccia come fossero primate dalle forza. Ovviamente la fame d'aria è irresistibile e a quel punto il desiderio di uscire è irresistibile! Chi mi vede uscire dice che non sono neppure pallido in viso e anche io mi accorgo che la ripresa dallo sforzo è quasi immediato; praticamente potrei ripartire quasi subito con un altra apnea (ovviamente più corta)!

Una volta tirando il braccio dx ha avuto un piccolo spasmo, forse un principio di samba?

Non so, comunque chi è andato in sincope mi ha raccontato (soggetti coinvolti) che la perdita di coscienza era stata assolutamente indolore, cioè anche prima della fame d'aria. Per me è tutta un altra storia, niente contrazioni ma sintomi da carenza d'ossigeno a stufa!!! Fame d'aria, gambe e braccia deboli e formicolii vari, assoluto malessere negli ultimi metri...

ADESSO CHE CI PENSO, MA CHI ME LO FA FARE!!!!

 

 

Nicola, posso confermarti come Ale/Padella e Mauro che il blackout è indolore, ma che soprattutto alcune volte è talmente profondo che chi si sveglia con la mascherina dell'ossigeno dice

Non penso che lo spasmo al braccio c'entri qualcosa con il samba, forse era un semplice spasmo da affaticamento generale anche perchè quando questo sintomo si presenta in altre situazioni come la pescata ripetuta senza il giusto recupero può essere un segnale di pericolo di taravana o quantomeno che si è comunque creata una situazione critica, ma sempre legato alla profondità.

Lungi da me voler ricoprire il ruolo di tutor, credo sia difficile capire come ti prepari all'apnea dinamica e le tue reazioni "in rete", sarebbe un pò come chiedere ad un medico di visitarti al telefono. Sul fatto della colorazione del viso ti posso dire che è molto soggettiva e spesso non significa nulla a meno che non diventi cianotico. Io a volte quando faccio apnea in piscina divento rosso come un gambero anche se faccio i 25 mt di riscaldamento nonostante lo sforzo sia pari a zero e sia completamente rilassato; riguardando il filmato della mia gara ho invece notato che dopo i 100 mt quando sono uscito con ancora dell'aria il colorito del viso era normale come se fossi stato al bar, quindi vai te a capire..... Sempre volendo evitare sentenze fuori luogo, mi sembra invece di intuire che vi alleniate in modo un pò personale e "libero". Credo che una maggiore metodologia di allenamento in gruppo aiuterebbe a capire le diverse reazioni dei singoli al medesimo sforzo, ma senza vedere come lavorate si parla di nulla rischiando di fare i CT della Nazionale del bar.

 

W la pesca :thumbup:

Modificato da Frank Selleri
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A pesca ci sto andando ma solo a spinning e bolentino in altura, per l'apnea le reiterate piene del Po mi hanno messo fuori combattimento per almeno 2 mesi qualsiasi posto.

 

Sulla respirazione dici bene, aggiungerei che in realtà non esiste nessun atto respiratorio forzato che non comporti un certo grado di iperventilazione. Anche la più lenta respirazione diaframmatica è una iperventilazione.

 

Difatti, come detto sopra si chiama in gergo iperventilazione volumetrica, ma se lo spieghi ai neofiti (non in questa sede ovviamente) non ci capiscono più una ceppa...... :thumbup:

 

Che dire... Io quando sono al limite, sento torpore alle gambe e braccia come fossero primate dalle forza. Ovviamente la fame d'aria è irresistibile e a quel punto il desiderio di uscire è irresistibile! Chi mi vede uscire dice che non sono neppure pallido in viso e anche io mi accorgo che la ripresa dallo sforzo è quasi immediato; praticamente potrei ripartire quasi subito con un altra apnea (ovviamente più corta)!

Una volta tirando il braccio dx ha avuto un piccolo spasmo, forse un principio di samba?

Non so, comunque chi è andato in sincope mi ha raccontato (soggetti coinvolti) che la perdita di coscienza era stata assolutamente indolore, cioè anche prima della fame d'aria. Per me è tutta un altra storia, niente contrazioni ma sintomi da carenza d'ossigeno a stufa!!! Fame d'aria, gambe e braccia deboli e formicolii vari, assoluto malessere negli ultimi metri...

ADESSO CHE CI PENSO, MA CHI ME LO FA FARE!!!!

 

 

Nicola, posso confermarti come Ale/Padella e Mauro che il blackout è indolore, ma che soprattutto alcune volte è talmente profondo che chi si sveglia con la mascherina dell'ossigeno dice

Non penso che lo spasmo al braccio c'entri qualcosa con il samba, forse era un semplice spasmo da affaticamento generale anche perchè quando questo sintomo si presenta in altre situazioni come la pescata ripetuta senza il giusto recupero può essere un segnale di pericolo di taravana o quantomeno che si è comunque creata una situazione critica, ma sempre legato alla profondità.

Lungi da me voler ricoprire il ruolo di tutor, credo sia difficile capire come ti prepari all'apnea dinamica e le tue reazioni "in rete", sarebbe un pò come chiedere ad un medico di visitarti al telefono. Sul fatto della colorazione del viso ti posso dire che è molto soggettiva e spesso non significa nulla a meno che non diventi cianotico. Io a volte quando faccio apnea in piscina divento rosso come un gambero anche se faccio i 25 mt di riscaldamento nonostante lo sforzo sia pari a zero e sia completamente rilassato; riguardando il filmato della mia gara ho invece notato che dopo i 100 mt quando sono uscito con ancora dell'aria il colorito del viso era normale come se fossi stato al bar, quindi vai te a capire..... Sempre volendo evitare sentenze fuori luogo, mi sembra invece di intuire che vi alleniate in modo un pò personale e "libero". Credo che una maggiore metodologia di allenamento in gruppo aiuterebbe a capire le diverse reazioni dei singoli al medesimo sforzo, ma senza vedere come lavorate si parla di nulla rischiando di fare i CT della Nazionale del bar.

 

W la pesca :thumbup:

 

A questo punto abbiamo detto tutto!

La tua ultima breve frase racchiude il senso dell'Apnea, che non è contare mattonelle ma prepararsi al meglio per il ritorno in mare!!!

Non vedo l'ora... W la pesca! :subh:

Buon Natale a Tutti!! :bye:

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Ciao a tutti stavo leggendo le vostre ultime discussioni,come prima cosa vi confermo che Mirco e' della Gian neri Riccione assieme a me e se vi serve qualche contatto o info chiedetemi pure,ma ora una domanda c'è l'ho io, Frank tu sei istruttore apnea Accademy?non ho ben capito se sei istruttore e fai corsi AA o sei in contatto con qualcuno...in questo caso avrei delle cose da chiederti

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Ciao a tutti stavo leggendo le vostre ultime discussioni,come prima cosa vi confermo che Mirco e' della Gian neri Riccione assieme a me e se vi serve qualche contatto o info chiedetemi pure,ma ora una domanda c'è l'ho io, Frank tu sei istruttore apnea Accademy?non ho ben capito se sei istruttore e fai corsi AA o sei in contatto con qualcuno...in questo caso avrei delle cose da chiederti

 

Ciao Axo (come ti chiami davvero?). Non sono istruttore AA, teoricamente sarei Tecnico Federale FIPSAS anche se come tutto in Italia, sono in ritardissimo sul rilascio di patentino anche perchè non hanno deliberato sulle nuove ultime specifiche da adottare (così mi dicono, strano eh?); difatti all'ultima gara ho chiesto a chi di dovere se pensavano di rilasciarmelo entro l'età pensionabile oppure me lo dò da solo...... :angry:

 

Ho parecchi amici in AA ed ogni tanto vado a fare un paio di vasche con loro, così come qualche altro nostro atleta. Proprio per questo confermo che le metodologie usate da noi e loro sono sulla medesima strada e che buttano nel cesso le arcaiche credenze popolari FIPSAS sulla didattica apnea più antiche del grande Bucher che resta comunque un pioniere, ma dell'altro secolo. :whistling: Comunque puoi scrivermi in privacy e se posso ti rispondo volentieri. Salutami quel matto simpatico di Mirco. :thumbup:

Modificato da Frank Selleri
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