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Giochi delle attivita’ subacquee: l’esperimento francese

| 20 Novembre 2008 | 0 Comments

Il nuoto pinnato ha occupato ben tre giorni di gare in piscina e uno in acque libere – Foto: E. Traverso

Tanti settori diversi ma una sola Federazione; tanti sport differenti ma un unico denominatore comune: l’acqua. Sembra retorica da slogan – e forse in parte lo è – ma come altro descrivere la nuova formula dei Campionati Francesi delle Attività Subacquee svoltisi ai primi di Maggio ad Antibes?
Splende un pungente sole primaverile mentre il vento, forte e costante, spazza il cielo e agita il mare sopra la splendida località balneare tra Nizza e Cannes. Qui la FFESSM (Fédération Française d’Etudes et Sports Sous-Marins), omologa della nostra FIPSAS, ha deciso di organizzare il proprio campionato raggruppando molte delle discipline presenti al suo interno in un’unica manifestazione. E’ la stessa idea intrapresa a livello internazionale dalla CMAS con i World Games di Bari 2007, che trova applicazione anche a livello nazionale.

La prova di apnea statica – Foto: E. Traverso

Così la splendida cittadina, conosciuta dagli appassionati di mare per l’importante concorso internazionale di foto subacquea, ma celebre anche per il festival del jazz, ha accolto in quattro giorni più di 850 atleti provenienti da tutta Francia che si sono sfidati uno accanto all’altro nelle prove di apnea, nuoto pinnato, tirosub, orientamento, hockey sub e fotografia subacquea.
Teatro della maggior parte delle prove la piscina comunale della città, sede d’allenamento ‘ tra gli altri ‘ del fortissimo Alain Bernard, campione mondiale e olimpico dei 100 metri stile libero. Anche il mare avrebbe dovuto avere un ruolo da protagonista con le prove di nuoto pinnato di fondo e orientamento. Purtroppo il forte vento e le conseguenti onde, impedendo di fatto l’uscita delle imbarcazioni di appoggio, hanno però costretto a spostare nel vicino lago di Saint Cassian i pinnatisti e ad annullare le gare di orientamento.

Ci piace qui analizzare al di là dei risultati dei campionati, pure di assoluto rilievo, la grande intuizione avuta dalla Federazione francese e la bravura nel mettere in pratica in relativamente poco tempo una simile manifestazione, copiando sì un’idea della CMAS, ma avendo il coraggio di applicarla subito anche su scala ridotta.
Raggruppare tanti sport in un unico evento significa innanzitutto ridurre i costi. Tanti piccoli campionati sono senza dubbio ben più dispendiosi per le casse federali che un’unica competizione: concentrando invece nello stesso luogo e periodo le risorse disponibili il risultato sarà sicuramente di livello più alto, l’organizzazione migliore e la soddisfazione dei partecipanti maggiore.

L’affitto delle strutture in cui svolgere una competizione, e ci riferiamo in particolare alle piscine, è sempre un onere molto pesante per chi organizza le gare. In Francia come in Italia, ben pochi sono gli impianti di proprietà di società affiliate alla nostra Federazione. Accade pertanto che per svolgere le gare si sia costretti a stringere convenzioni con i gestori delle piscine. Ma non sempre è facile trovare disponibilità di spazi acqua a costi accessibili per discipline particolari come nuoto pinnato e apnea, tanto meno per altre quali il tirosub o rugby e hockey subacquei. Per chi gestisce una piscina, infatti, permettere un weekend di gare significa chiudere l’impianto al pubblico e rinunciare agli introiti che ne sarebbero derivati. Dato che nessuno regala nulla a nessuno questa rinuncia si paga, anche molto caro.

Alcuni hockeysti durante una pausa del match – Foto: E. Traverso

Ora, invece di dover rinunciare a diversi weekend sparsi nel corso della primavera/estate, perché non chiudere la piscina per quattro giorni consecutivi e accontentare comunque tutti, agonisti e normali fruitori dell’impianto?
Concentrando varie discipline in un unico evento si eliminano anche tanti tempi morti. Quando di solito ad una gara di nuoto pinnato verso le 12:30 ci si ferma per il pranzo per poi riprendere alle 15 col riscaldamento per la sessione pomeridiana, la vasca rimane vuota. Ad Antibes invece quegli spazi erano occupati dall’apnea dinamica!
Importante è anche un altro aspetto. Portare più di 850 atleti e tutti i loro accompagnatori significa potersi presentare presso le amministrazioni pubbliche e gli albergatori con una carta importante in mano, chiedendo tariffe vantaggiose per gli alloggi durante il periodo delle gare in cambio della garanzia di riempire tutte le strutture. Si tratta di un fatto non da poco visti i costi che assumono oggi le trasferte per i club. Ovviamente per le località che ospitano l’evento c’è poi tutto l’indotto prodotto dalla pubblicità dell’evento e dal possibile ed auspicabile movimento di pubblico che segue la competizione.

Nel tirosub i francesi hanno facoltà di modificare i propri fucili – Foto: E. Traverso

Una manifestazione di questa portata infatti, pur non avendo la presunzione di attirare le grandi masse di altri sport, ha sicuramente molto più appeal che un singolo campionato, sia per il pubblico che, molto importante, per la stampa. E’ una vetrina importante per la Federazione cui è sì chiesto un impegno organizzativo notevole, ma da cui può ricavare molti vantaggi, sia sul piano economico che dell’immagine.

Anche per chi gareggia un appuntamento del genere può essere particolarmente motivante. Invece di ritrovarsi nella solite ristrette cerchie di pinnatisti, apneisti’ ci si trova affianco a discipline facenti parti della stessa Federazione e addirittura Settore di cui si ignorava se non l’esistenza almeno le regole. E’ bello poter seguire sport diversi dal nostro ma accomunati dalla passione acquatica. Ed è altrettanto bello che le nostre gesta siano applaudite da qualcun altro al di fuori dei soliti noti. Ancora più positivo è il potersi poi scambiare opinioni e consigli: i pinnatisti correggere le nuotate degli apneisti, gli apneisti suggerire buoni metodi di concentrazione ai cecchini del tirosub ecc ecc.

Primo Girolimetto e Valerio Gozzoli ad Antibes – Foto: E. Traverso

Ad Antibes in particolare questa collaborazione ha avuto luogo anche a più alto livello. Tra i tanti presenti era infatti anche una piccola delegazione azzurra di tirosub composta da Valerio Gozzoli, il coordinatore nazionale della specialità, Primo Girolimetto e Luca Marchionni, atleti del team italiano che hanno partecipato alla gara. Lo scopo non era certo quello di vincere bensì di confrontarsi con un’altra realtà, quella francese del tirosub appunto, al fine di aiutare lo sviluppo di tale sport. Come proprio Valerio Gozzoli ci racconta ‘si è trattato di un’ottima esperienza: grande accoglienza e disponibilità grazie a Stefania Tramontana e al presidente del settore tirosub francese Jean Jil; lo scopo era valutare il nostro e loro regolamento gare per ‘ speriamo ‘ redigerne uno comune da poter applicare a livello internazionale. Certo le differenze sono tante (dai fucili ai bersagli, il modo di leggere i punteggi…) ma in fondo la specialità è la stessa e prendendo il meglio da entrambi i regolamenti abbiamo fatto un buon lavoro, completato poi a Vignola quando abbiamo restituito l’invito’.

Nei mesi scorsi pareri favorevoli all’introduzione di una simile manifestazione in Italia sono arrivati su più fronti. Anzi, è stato proposto di fare molto di più, allargando la partecipazione anche ai pescatori, cannisti o in apnea che siano. Sogno o realtà?

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Category: Pesca in Apnea

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