Home » Articoli » Compensazione: Attenzione agli Spray Decongestionanti Nasali

Compensazione: Attenzione agli Spray Decongestionanti Nasali

| 15 Luglio 2018

Le difficoltà di compensazione sono probabilmente l’inconveniente più frequente che possa capitare ad un pescatore subacqueo o ad un apneista, e i decongestionanti nasali spray sono senza dubbio i farmaci più utilizzati nel tentativo di risolvere o almeno migliorare la situazione. Tuttavia, anche se si tratta di prodotti da banco che è possibile acquistare senza ricetta, è necessario fare attenzione perché la gran parte è fortemente controindicata quando si parla di immersioni.

La decongestione delle mucose dovrebbe fare in modo che queste riducano il proprio volume, rendendo più agevole il passaggio dell’aria durante le manovre di compensazione.

Questo risultato si può ottenere con un’ampia varietà di sostanze ma, sfortunatamente, la maggior parte dei decongestionanti nasali in commercio fa uso di vasocostrittori (es. fenilefrina, nafazolina, oximetazolina, xilometazolina).

Queste molecole agiscono riducendo l’afflusso di sangue e quindi diminuendo il volume della mucosa; hanno anche però tutta una serie di effetti collaterali che, in apnea, possono esporre a situazioni di potenziale rischio.

1 – Effetto Temporaneo

L’azione di decongestione nasale ha una durata temporale che, a dispetto di quanto pubblicizzato, può avere un durata molto variabile da un soggetto ad un altro, fino anche ad esser praticamente nulla o peggiorativa nel momento in cui dovessero insorgere problemi di sensibilizzazione al principio attivo utilizzato.

Ad ogni modo, l’impossibilità di stabilire con certezza quando terminerà l’azione del farmaco, può esporre al concreto rischio di barotraumi a carico dei seni frontali e/o dell’apparato uditivo. Se infatti la mucosa ritorna a gonfiarsi quando siamo in profondità, è possibile che questa faccia da “tappo”, impedendo la normale ri-espansione dei gas, con conseguente blocco inverso e possibili lesioni anche importanti.

2 – Effetto di Sommazione

La maggior parte dei vasocostrittori hanno anche un’azione a carico del sistema cardiovascolare, alterando la frequenza cardiaca (bradicardia riflessa) e aumentando la pressione arteriosa. Queste modificazioni, andandosi a sommare alla bradicardia, all’aumento di pressione e alla vasocostrizione periferica indotte dal diving reflex, possono aumentare notevolmente il rischio di sincope.

A questo bisogna poi aggiungere la possibilità di disturbo della minzione che è anche l’unico meccanismo (poliuria insipida) di cui può disporre il nostro organismo per tentare di ridurre l’aumento di pressione fisiologico dell’immersione.

Gli Antistaminici

Quando la congestione nasale è conseguenza di un episodio allergico, può capitare di dover fare ricorso a farmaci antistaminici, ma anche questi necessitano di alcune precauzioni se assunti nell’immediatezza di un’immersione.

Gli antistaminici agiscono sul sistema nervoso centrale e possono avere effetti sedativi, aggravati da quelli narcotici delle alte concentrazioni di anidride carbonica nel sangue.

Di più facile gestione è invece la sensazione di bocca secca, conseguente alla diminuzione di secrezione salivare, che spesso si accompagna ad una secchezza generale delle mucose sia nasali che delle tube. In questo caso è fondamentale mantenere una corretta idratazione bevendo spesso, e magari anche inspirando un po’ di acqua dal naso (possibilmente non quella di mare che potrebbe avere azione irritante, meglio una soluzione salina spray) o usando prodotti a base di oli essenziali balsamici per installazioni nasali, sempre al fine di mantenere idratate le mucose.

Cosa Usare

Qualsiasi farmaco con il quale si tenti di combattere la congestione delle mucose nasali non potrà che essere un palliativo. Nella maggior parte dei casi l’unica terapia realmente risolutiva è quella chirurgica, ma dovrà essere un bravo otorino subacqueo a indicarvi la soluzione su misura per voi.

Va ricordato che l’uso frequente e prolungato di questi farmaci provoca rapidamente la progressiva riduzione del beneficio, tanto da spingere a somministrazioni sempre più frequenti. La conseguenza più frequente è la cosiddetta “rinite da rimbalzo” o medicamentosa, cioè una condizione di congestione permanente. Il modo migliore per evitare questo rischio è un utilizzo limitato nel tempo (massimo 5 giorni).

Nel frattempo potrebbe essere utile rivolgere la propria attenzione verso l’utilizzo di decongestionanti che non facciano uso di vasocostrittori. Un valido sostituto possono essere le soluzioni saline per uso nasale, sia in flaconcini monouso che in formato spray, oppure prodotti naturali a base di oli di erbe balsamiche o aromatiche, tipo eucaliptolo.

Tags: ,

Category: Articoli, Medicina e biologia

I commenti sono chiusi.