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C4 e Marco Bonfanti: 25 anni di successi

| 1 Aprile 2011 | 0 Comments

Non avendo potuto intervistare il patron della C4 allo scorso EUDI di Bologna, ne abbiamo approfittato per sentirlo con più calma, a qualche settimana dalla conclusione dell’evento, per parlare di varie cose: dai 25 anni appena compiuti dalla sua azienda, passando per le novità che stanno investendo la pesca in apnea nel nostro paese, per concludere con programmi e progetti sul futuro a breve e lungo termine.

Bonfanti con il telaio della bici di Marco Pantani e con le pale del primo record con il carbonio di Umberto Pelizzari (foto Skorpio/C4)

C4 ha da poco festeggiato 25 anni di attività, quanto è stato difficile diventare il riferimento mondiale del carbonio nella subacquea e quanto è impegnativo rimanerlo?

25 anni da celebrare sono tanti se si considera che siamo partiti da zero, l’azienda nel 1986 non esisteva. Oggi C4 è un marchio affermato, sia in campo nazionale che internazionale, con al suo attivo alcuni primati tecnici che mi hanno dato nel tempo particolari soddisfazioni. Tutto frutto di passione e grande impegno accoppiati che hanno prodotto soddisfazioni raggiungibili solo con il consenso ed il supporto morale dei nostri affezionati clienti.
Oggi fare impresa, anche piccola, in Italia è una cosa ben più difficile che 25 anni fa. Per restare attivi sul mercato è necessario adattarsi ai cambi di tendenza o scenario, possibilmente anticipandoli. Non sempre riesce, ma serve provarci con convinzione ed è quello che proviamo a fare.

Negli ultimi anni sono spuntate come funghi numerose aziende, perlopiù artigianali, produttrici di pale in carbonio per apnea e pesca in apnea. Davanti a prezzi così diversi, come si può riconoscere un prodotto valido da una sua pallida imitazione?

C’è un pò d’ illusione in giro ultimamente, la situazione cambia nel tempo ed alcuni sembra non se ne accorgano. Non tutto è sempre possibile, vent’anni fa i tempi erano diversi ed era possibile fare un buon mercato con le pale in carbonio. C’erano pochissimi concorrenti ed il prodotto era di suo innovativo ed il top delle prestazioni.
Da anni non è così, le sole pale in carbonio non consentono più risultati commerciali rimarchevoli, ora si parla di pinne complete, di studi e ricerca con altro livello tecnico. Questo prodotto, le sole pale intercambiabili che vediamo da ormai 20 anni, sono tecnicamente al limite dell’obsoleto.
La saturazione del mercato, il surplus d’offerta costituita da molti marchi con proposte dai simili contenuti tecnici, non consentono ampie possibilità commerciali, prezzo a parte.

Bisogna anche dire che il web, sopratutto alcuni siti più permissivi d’altri, purtroppo consentono della vera e propria disinformazione mirata, promossa da soggetti perlopiù anonimi che innalzano a caratteristiche mirabolanti prodotti spesso ai margini della tecnica o di piena fantasia, ma cenon dico certo una cosa nuova, lo sappiamo tutti.

E’ un peccato, questo disorienta gli appassionati non lasciando prospettive future neppure a chi promuove questa disinformazione. E’ una vera assurdità autolesionista, la credibilità del mercato và sostenuta non distrutta, ma sembra difficile per alcuni comprenderlo.
Rispondendo direttamente alla domanda, le aziende storiche, conosciute e rintracciabili, sono certamente una garanzia di serietà, viceversa il rischio esiste.

Le pale Flame con scarpetta Stingray (foto Skorpio/C4)

Con la creazione del marchio Skorpio, C4 punta a prendersi la fascia di mercato “media” che in passato era stata scartata a favore di quella alta. Come si realizza un prodotto “economico” senza risparmiare su qualità e prestazioni dell’oggetto finito?

Il prodotto Skorpio nasce semplicemente con le economie di scala e con il contributo fattivo della rete commerciale che ha aderito all’iniziativa. Con Skorpio, per ora, si è trattato d’ eseguire il “controtipo commerciale” di prodotti proposti da concorrenti che spesso non sono altro che la ripoposizione delle pale Falcon di 10 anni fa. Skorpio, usando capacità, materiali e conoscenze di C4 che consentono quel qualcosa in più, è presente ed alternativo a questi prodotti. Si pensi ad esempio all’uso del carbonio T700 che i concorrenti non hanno in prodotti di questo prezzo.
Se vogliamo essere l’azienda leader mondiale di questa piccola nicchia, le pinne in carbonio, dobbiamo essere in grado d’eseguire i due opposti, il prodotto al top della tecnica ed anche quello al minimo del prezzo pur conservando la distribuzione attraverso i punti vendita e non in vendita diretta.
Skorpio è comunque gestito da mia figlia Natalia che ha l’ultima parola nelle scelte strategiche del marchio. Ultimamente ad esempio, mi ha chiesto di realizzare un fucile tipo roller per Skorpio. L’idea c’è, ora dobbiamo decidere se realizzarla o meno, vedremo prossimamente se ci saranno tutti i corretti presupposti.

Ramacciotti in azione al campionato di Terrasini nel 2007 (foto A.Balbi)

In passato lei non è mai stato troppo tenero nei confronti dell’agonismo nella pesca in apnea, dopo l’addio alle competizioni di Ramacciotti, sponsorizzerà ancora qualcuno o possiamo considerarla una parentesi conclusa?

Non credo sia un problema d’approccio personale, tra noi appassionati l’agonismo odierno è giudicato dal numero di consensi (leggi iscritti) raccolti dall’unico soggetto autorizzato, la Fipsas. Mi dicono di club che sono passati da centinaia di tessere ai tempi belli di Mazzarri, alle attuali decine. Comunque la si guardi, teneri o no, c’è un evidente problema gestionale, cali di questa entità non avvengono solamente per cause esterne.
Resta il fatto che vorrei tanto uno sport subacqueo alle Olimpiadi, sia per il settore, sia per le aziende e sopratutto per gli atleti a gratificazione del loro impegno. Però non ci si può andare con una collana di gronghi, serve qualcos’altro.

Cosa pensa del censimento obbligatorio per la pesca in mare? L’istituzione di un eventuale licenza di pesca, sarebbe un vantaggio o un danno per le aziende di attrezzature per la pesca in apnea?

La licenza di pesca in mare prossimamente diverrà obbligatoria, non mi sembra sia molto in discussione. Credo che porterà, come è successo in altri settori al momento dell’introduzione di limiti od obblighi di legge, ad una contrazione del numero dei praticanti. Si veda ad esempio il settore dei ciclomotori con il patentino obbligatorio o il casco per le motociclette a suo tempo. Settori di passione paragonabii al nostro, dove la norma aggiuntiva ha frenato, anche molto, il settore specifico. Spero ovviamente di sbagliarmi, ma non vedo ragioni per cui per la pesca in apnea sarà diversamente. Viceversa la licenza di pesca in mare può costituire per il settore una maggiore certezza di continuità per il futuro, un consesso più piccolo ma consolidato, dovremo cercare d’ usarla come una risorsa, ma non sarà semplice.

L’ingresso nel consorzio Confisub è un’altra tappa importante nella crescita aziendale di C4, quali sono le motivazioni di questa adesione?

Le ragioni della nostra adesione a Confisub sono più d’una, sia pur in regime di libera concorrenza ci sono aspetti comuni del nostro lavoro che se affrontati insieme possono sfociare in risultati positivi per il settore, risultati che al singolo soggetto sono preclusi.
Qualcosa in altra forma è già stato fatto in passato dalle aziende anche per gli appassionati, lavoreremo per migliorare in futuro.

I prodotti C4 nello stand Top Sub,EUDI 2011 (foto A.Balbi)

Pur non essendo stato al recente EUDI – DIVEX di Bologna come espositore, come le è sembrato lo stato di salute del settore?

La passione è sempre viva negli appassionati ed è questo a sostenere il settore. La pesca in apnea è l’ultimo Gondwana, il pianeta Pandora del film Avatar, l’ultima avventura disponibile all’uomo moderno. Non è poco, è tantissimo e su questo si può contare.

Resta il fatto della crisi generalizzata che anche nel nostro settore causa paure e timori a volte un po’ ingiustificati vista la nostra dimensione. Certamente il costo delle materie prime è salito alle stelle e questo pesa, ma c’è anche molta confusione nel mercato. Questa mancanza di chiarezza frammenta i numeri di vendita. C’è un eccesso d’offerta, alle volte fantasiosa e che dubito possa sostenersi per molto, i negozi che abbiano errato le scelte ne risulteranno inevitabilmente penalizzati.

Posso dire che il nostro è un settore che “usa” molto il prodotto rispetto ad esempio al settore cilcismo che conosco anche meglio. Qui le mode senza reali contenuti tecnici non attecchiscono, o meglio si esauriscono in breve tempo, gli esempi sono stati molteplici.
Dobbiamo lavorare tutti per dare un’ efficare riscontro agli acquisti dei nostri clienti, serve comunicare con più chiarezza, sia sui prodotti che su sistemi di vendita.

Le nuove pinne NTT (foto Skorpio/C4)

Dando per scontato che ci sia già qualche novità che bolle in pentola, per quando possiamo aspettarci l’ennesimo colpo di scena della ditta di Airuno?

Di novità sostanziali, escludendo varianti e versioni, ci sono effettivamente più progetti tra pinne e fucili su cui stò lavorando da parecchio tempo. E’ un programma che ho avviato per la definizione nel gennaio 2009 con l’obbiettivo di rendere disponibile agli appassionati ciò che giaceva nei miei cassetti entro i prossimi 5 anni. Se riusciremo e se ci saranno le condizioni commerciali ovviamente. Il freno maggiore è il lavoro quotidiano che sottrae tempo ed energie a questi progetti per me molto intriganti;le giornate sono sempre di 24 ore, le settimane di 7 giorni ed io lavoro decisamente troppo. Questo è il bollito nella pentola, comprensivo di un cambio sede ora divenuta insufficiente, ma come dice il proverbio, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare, e probabilmente sarà mare agitato!
Un primo prodotto è in realtà pronto ma non è da vero “colpo di scena”: si tratta delle nuove pinne NTT di Skorpio con scarpa C4 anatomica destra e sinistra, un prodotto di tecnica consolidata e prezzo rimarchevole che và a coprire un “buco” commerciale tra le Wahoo in plastica e le Mustang3 e Fuego VGR in carbonio Megaforce T700.

 

Anche nel ciclismo C4 fa storia (foto C4)

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