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Apnea, forma e sostanza

| 5 Settembre 2002 | 0 Comments

Alessandro Rignani Lolli Foto: Alberto Balbi

A molti di voi sarà capitato di imbattersi in un record di immersione in apnea con più….detentori e di porsi qualche interrogativo su una situazione così singolare. Questo fenomeno può verificarsi (sic!) in quanto a livello internazionale esistono diverse organizzazioni che si occupano di omologazione dei record (come AIDA, CMAS, FREE, IAFD) e purtroppo accade che non si trovino affatto d’accordo sui criteri in base ai quali un tentativo di record dovrebbe ritenersi riuscito.

Sembrerebbe che sino ad oggi queste organizzazioni non abbiano avuto la capacità o la volontà di elaborare standard “minimi” universali, capaci di garantire un “riconoscimento” del record da parte di tutte le organizzazioni anche quando la prestazione sia “verificata” dai giudici di una soltanto. Come prima conseguenza di questo mancato accordo, si hanno vari record nella stessa identica disciplina. Ad esempio, nell’ assetto costante maschile in mare abbiamo i seguenti recordmen: Patrik Musimu con -87 mt per l’IAFD, Guillame Néry con -87 mt per l’AIDA, Umberto Pelizzari con 80 mt per FREE e ….Alessandro Rignani Lolli con -88 mt, per meriti onestamente guadagnati sul campo, senza il controllo di alcuna organizzazione e solo per amore di questo sport.

Ma i disguidi e le incomprensioni vanno ben oltre il discorso dei record. L’AIDA è l’organizzazione probabilmente più attiva nel mondo del freediving internazionale, in quanto oltre ad avere la fiducia di molti apneisti di grandissimo livello può contare su una buona ramificazione in molti paesi e, conseguentemente, su un forte apparato organizzativo, che la rende di fatto la regina incontrastata delle competizioni di apnea a livello mondiale. Fino all’anno scorso, anche l’Italia ha fatto parte del “grande circo” dell’AIDA, ma in seguito ad alcuni episodi incresciosi verificatisi in varie occasioni ( vedi qui, qui e anche qui a fine pagina), la nostra Nazionale si è vista costretta a prendere la drastica decisione di disertare le manifestazioni sportive dell’AIDA.

Si è trattato di un segnale forte, inteso a far capire alla dirigenza dell’ AIDA che da un’organizzazione così importante ci si aspettano sempre professionalità, competenza e imparzialità.

Domanda: dato che l’Italia si è ritirata dopo aver conquistato il terzo titolo mondiale ad Ibiza lo scorso Ottobre, si può pensare che lo abbia fatto perché non è in grado di vincere con le regole AIDA? A noi sembrerebbe proprio di no, ma il Presidente dell’AIDA Sébastien Nagel non la pensa così, e proprio l’altro giorno – il 23 Settembre 2002 – ha spiazzato tutti con alcune dichiarazioni che non esiterei a definire di fuoco.

Vediamo cosa è accaduto. Sul Forum di Freediver.co.uk, già teatro di molte polemiche al tempo dei record di Capri stabiliti lo scorso Novembre da Umberto Pelizzari e Davide Carrera, si discute sul record di immersione in assetto costante appena ottenuto da Alessandro Rignani Lolli. Alessandro è un amante dell’apnea poco interessato ai problemi di convivenza delle associazioni. A Maratea si è concentrato sulla performance senza curarsi dell’omologazione del record e non ha invitato alcun giudice ad assistere alla prova. Per alcuni frequentatori del forum, senza omologazione AIDA non esiste record.

Ma ecco che entra in scena il Presidente dell’AIDA:

“Mi dispiace, Giorgio e amici italiani, ma senza cercare di fare nessun tipo di attacco personale o generale, credo che il problema non riguardi le regole FIPSAS, CMAS o AIDA né la samba, le sincopi o le uscite pulite, né, infine, giudici o giurie. Il problema principale è solo l’arroganza emotiva e patriottica degli Italiani in generale, in tutti gli sport…. Gli apneisti italiani non sono capaci di rispettare nessuna regola o decisione del giudice quando è contro di loro o non gli permette di essere – naturalmente – i migliori del mondo!

Ecco perché è più facile, anche se sembra strano, riconoscere i record italiani come record del mondo, con la federazione italiana (FIPSAS), i giudici italiani (FIPSAS), l’organizzazione italiana (FIPSAS) e gli atleti italiani (FIPSAS)…. Così sono tutti contenti!!

Ma non sembra che facciano proprio come un’altra famosa organizzazione che conosciamo già ?
[n.d.t. si riferisce evidentemente all’IAFD] Ma il giorno in cui gli apneisti italiani diventeranno adulti, come altri atleti italiani in molti altri sport, saranno nuovamente benvenuti nelle competizioni AIDA, perché sono apneisti eccellenti, davvero tra i migliori del mondo. Come sono solito dire, le porte dell’AIDA saranno sempre aperte……per entrare o uscire…

Attualmente gli apneisti italiani hanno deciso di uscire, ma credo profondamente che sia un peccato e spero davvero che un giorno rientreranno, anche solo per una volta all’inizio, per discutere con calma in un posto che non siano forum o mailing list pubblici. E sono certo che questo giorno l’AIDA sarà pronta ad ascoltarli e discutere con loro.

Questa è solo la mia opinione personale, senza alcun titolo o balblabla”

Di fronte al Presidente dell’AIDA che getta benzina sul fuoco lasciando me e molti altri frequentatori del Forum di Freediver.co.uk letteralmente allibiti per l’incredibile arroganza mostrata nel suo messaggio, ecco che interviene Pipin Ferreras:

i>”Caro Sebastien, ancora una volta mi spiace non essere d’accordo con i tuoi commenti e mi sento obbligato a sconfiggere la tua arroganza. Stai mostrando tutta la tua maleducazione. Permettimi di ricordarti che l’apnea agonistica è nata in Italia e molti apneisti di altri paesi come me sono dovuti andare in Italia per allenarsi e farsi conoscere. Nel mio corpo latino scorre anche sangue italiano; sono un cittadino italiano e mia figlia è nata e vive in Italia. E se per caso un giorno non potessi più vivere negli USA, l’Italia sarà sicuramente il mio rifugio. Non capisco come una persona così stupida e priva di diplomazia possa essere il “Presidente” di una organizzazione di apnea. Complimenti ad Alessandro Rignani Lolli per la sua performance e buona fortuna a Genoni per il suo prossimo tentativo di record”.

A questo punto la polemica rimbalza all’altro capo del mondo, negli Stati Uniti, dove il Presidente dell’IAFD Carlos Serra rincara la dose nei confronti di Sébastien Nagel, ormai divenuto vero “cattivone” della situazione. Tralasciando la traduzione integrale del suo post, visibile sul Forum del sito IAFD, mi limito a riportare le ultime battute: “A leggere ciò che scrive, ti viene in mente un fiume: stretto alla testa e largo alla bocca. Viva l’Italia”.

Qual è la morale di questa storia?

Temo che di questo passo la forma rischi seriamente di distruggere la sostanza. La sostanza dell’apnea sono il benessere dell’immersione, il profondo rapporto con l’elemento liquido, il tentativo costante di “ridefinire i propri limiti” – per citare Tanya Streeter – in una sfida affascinante che si rinnova di continuo.

La forma è rappresentata dalla burocrazia, dalle omologazioni, dalle incomprensioni tra organizzazioni, dagli interessi economici di bassa lega, dalla costante presenza di persone che si mettono al di sopra degli altri e sputano nello stesso piatto in cui mangiano.

Se realmente i record e più in generale i successi di chi non sta più al gioco dell’AIDA diventano improvvisamente falsi, ottenuti con l’inganno, il doping e la complicità di connazionali in malafede….ecco che la forma prende il sopravvento e la sostanza del nostro sport va realmente a farsi benedire. Ben vengano il dialogo e regole chiare e valide per tutti, ma quando il Presidente di un’organizzazione di spicco come l’AIDA si permette di giudicare un intero popolo con tanta arroganza… la via per raggiungere quel ricomponimento necessario ad una maggiore credibilità dell’apnea….si fa irta e tortuosa.

Sinceramente, mi piacerebbe molto chiudere questo intervento indicando una possibile via per la soluzione del problema, ma onestamente sono un po’ deluso e a corto d’idee.

In attesa di tempi migliori, spero vivamente che l’AIDA si liberi al più presto di questo signor Nagel, che ha più volte dimostrato d’essere un personaggio tanto irresponsabile quanto pericoloso.

Category: Editoriali

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